mercoledì 2 ottobre 2024

Il violinista Stefan Milenkovich e il giovane cellista Ettore Pagano per il secondo concerto del Verdi di Trieste con l’orchestra guidata da Hartmut Haenchen

 
STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Sabato 5 ottobre 2024 ore 18.00


Direttore HARTMUT HAENCHEN
Violino STEFAN MILENKOVICH
Violoncello ETTORE PAGANO

JOHANNES BRAHMS
Concerto per violino, violoncello e orchestra in la min.-magg. op. 102
ROBERT SCHUMANN
Sinfonia n. 4 in re min. op. 120

Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Due solisti di altissima statura internazionale come il violinista serbo Stefan Milenkovich e il giovane violoncellista Ettore Pagano, impreziosiscono il secondo concerto, eminentemente romantico, del Verdi di Trieste con l’orchestra guidata da Hartmut Haenchen (in alto, nella foto di Riccardo Musacchio), vera colonna portante del grande sinfonismo tedesco e bacchetta wagneriana di riferimento da Bayreuth alla Scala o Royal Opera House e Opera de Paris, per una stagione davvero al centro della scena musicale europea.
Programma davvero intrigante per il secondo appuntamento sinfonico del Verdi, pensato sul fil rouge di un’anomalia creativa in entrambe le composizioni proposte, nonché del rapporto complesso che unì i due monumenti del Romanticismo tedesco attraverso il mutuo rapporto con Clara Schumann, le cui testimonianze epistolari sono infatti una delle maggiori fonti di informazione sulla genesi irregolare dei due testi musicali proposti il 5 ottobre. Il concerto si apre con l’ultima creazione sinfonica di Brahms, detto spesso Doppio Concerto e datato 1887. Composto per riallacciare i rapporti con il grande violinista Joseph Joachim, come testimonia Clara Schumann definendolo “Opera di riconciliazione”, esso si rifà al genere della sinfonia concertante per più strumenti solisti, forma musicale assai in voga nel Settecento ma abbandonata in epoca romantica e assai poco rappresentata anche nelle stagioni di oggi, quindi assai apprezzabile la sua presenza al Verdi, peraltro affidata a due solisti e direttore di altissima statura come Stefan Milenkovich al violino, Ettore Pagano al violoncello e il veterano del repertorio tedesco Hatmut Haenchen sul podio.
Segue poi la giovanile Sinfonia N.4 di Schumann, composta di getto in soli quattro giorni e che lasciò a lungo Schumann indeciso sul nome tra Sinfonia e Fantasia Sinfonica, poi rivista leggermente dopo un debutto non fortunatissimo, che non scalfisce però oggi per i posteri la sua fama di originalità ed interesse, pur non essendo mai entrata tra il repertorio più di routine nelle stagioni.
A ciò si aggiunge la perfetta e ben collaudata intesa tra Haenchen e l’orchestra del Verdi, compagine in costante rinnovamento ma sempre più legata ad un suono unico e identitario, caratteristica preziosissima e spesso perduta anche da orchestre di lunga tradizione storica. 
Chiosa così il Direttore Artistico Paolo Rodda: “Siamo ben felici di avere così tanti artisti di eccellente qualità affezionati al nostro teatro e alla nostra orchestra da voler tornare ad ogni stagione, anche quando la rapida carriera di molti giovani, come Pagano, potrebbe spingerli lontani da noi. E invece vogliono tornare! Questo significa che il lavoro con l’orchestra è felice, che c’è armonia ed entusiasmo, sentimenti che speriamo si comunichino anche al nostro affezionato pubblico. E mentre questa continuità di rapporti artistici lavora anche a favore della qualità della nostra orchestra, prosegue la nostra costante ricerca di nuovi talenti giovani da lanciare proprio dal palco di Trieste, com’è nella storia del nostro teatro e nel genius loci sfidante di questa città”.

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