Sabato 26 ottobre 2024 ore 18
Auditorium di Milano, Largo Mahler
Bach-Respighi Tre corali P 167
Gustav Mahler Adagietto, dalla Sinfonia
n. 5 in Do diesis minore
Felix Mendelssohn Le Ebridi, Ouverture
in Si minore op. 26
Angelo Crespi Direttore Generale
Pinacoteca di Brera e Biblioteca Nazionale Braidense
Luca Baccolini Giornalista
Andrea Oddone Direttore
In collaborazione con Pinacoteca di
Brera, Biblioteca Nazionale Braidense
Nell’ambito della Stagione 2024/2025 l’Orchestra Sinfonica di Milano propone la rassegna “Intersezioni”, con cui la musica dialoga con tutte le altre forme d’arte e non solo. Interdisciplinarietà e volontà di comunicare a tutti, specialisti e non, sono due delle cifre che contraddistinguono questa appassionante rassegna, in un tentativo di ricerca di analogie, similarità, principi che ricorrono, e che ci aiutano, forse, a decifrare meglio la realtà in cui viviamo.
La prima “Intersezione” è in cartellone per sabato 26 ottobre alle ore 18, quando va in scena uno spettacolo in collaborazione con la Pinacoteca di Brera e con la Biblioteca Nazionale Braidense: parliamo di “Nostalgia della bellezza”, un appassionante parallelismo tra arte e musica insieme ad Angelo Crespi (nella foto a sinistra), Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense, in un dialogo con il giornalista Luca Baccolini. Al centro di questa appassionante riflessione, appunto, la Bellezza. Quando le arti dialogano, si sa, abbiamo la speranza di avvicinarci di un centimetro in più alla Verità, se ne esiste una. In ogni caso, due arti che si relazionano non fanno che parlare in coro di Bellezza, il supremo adeguamento dell’uomo alla realtà che lo circonda. Ma non c’è solo Bellezza, l’arte talvolta spinge al Sublime, un sentimento di spaesamento che genera un “orrore che delizia”, per dirla con Edmund Burke.
Il primo appuntamento di “Intersezioni” vede
la musica sinfonica a colloquio con l’arte, un’apertura in grande stile sulle musiche
di Bach-Respighi, Mahler, Mendelssohn-Bartholdy, con l’Orchestra Sinfonica di Milano
diretta da Andrea Oddone (nella foto a destra).
Come afferma Luca Baccolini: “In musica la bellezza non conosce forme: la si può trovare in una minuta danza per clavicembalo del Seicento o in una ciclopica sinfonia di fine Ottocento. Ma è l'atteggiamento dei compositori verso la bellezza che ci restituisce un indizio prezioso su “come” andarla a cercare. Nell'Ouverture “Le Ebridi” di Felix Mendelssohn c'è la bellezza terribile e sgomentante della grotta di Fingal, in Scozia, simile a una cattedrale con il suo soffitto ad arco e i misteriosi suoni provocati delle onde e dalla loro eco. Nell'Adagietto della Quinta Sinfonia, invece, Gustav Mahler trova e ci regala bellezza nel raccoglimento e nell'oblio dalle cose del mondo, cesellando una musica all'apparenza semplicissima, fatta di soli archi accompagnati dall'arpa, ma che in realtà resta miracolosamente sospesa sul vuoto, preservando dunque quella componente irrinunciabile della bellezza, che è il mistero.
Nei Tre Corali di Bach trascritti per orchestra da Ottorino Respighi nel 1930 c'è invece l'inseguimento della bellezza - la bellezza del contrappunto che diventa organismo diverso attraverso i nuovi colori dell'orchestrazione - in una prospettiva storica: la bellezza per Respighi è passata, ma è ancora viva, perché è la traccia di un passato presente. Ecco tre modi di concepire la bellezza in musica.”
Come afferma Luca Baccolini: “In musica la bellezza non conosce forme: la si può trovare in una minuta danza per clavicembalo del Seicento o in una ciclopica sinfonia di fine Ottocento. Ma è l'atteggiamento dei compositori verso la bellezza che ci restituisce un indizio prezioso su “come” andarla a cercare. Nell'Ouverture “Le Ebridi” di Felix Mendelssohn c'è la bellezza terribile e sgomentante della grotta di Fingal, in Scozia, simile a una cattedrale con il suo soffitto ad arco e i misteriosi suoni provocati delle onde e dalla loro eco. Nell'Adagietto della Quinta Sinfonia, invece, Gustav Mahler trova e ci regala bellezza nel raccoglimento e nell'oblio dalle cose del mondo, cesellando una musica all'apparenza semplicissima, fatta di soli archi accompagnati dall'arpa, ma che in realtà resta miracolosamente sospesa sul vuoto, preservando dunque quella componente irrinunciabile della bellezza, che è il mistero.
Nei Tre Corali di Bach trascritti per orchestra da Ottorino Respighi nel 1930 c'è invece l'inseguimento della bellezza - la bellezza del contrappunto che diventa organismo diverso attraverso i nuovi colori dell'orchestrazione - in una prospettiva storica: la bellezza per Respighi è passata, ma è ancora viva, perché è la traccia di un passato presente. Ecco tre modi di concepire la bellezza in musica.”
Nessun commento:
Posta un commento