martedì 28 febbraio 2023

MISCHA MAISKY & BACH. Il ritorno del leggendario violoncellista all’Accademia Filarmonica Romana giovedì 2 marzo in concerto al Teatro Argentina

Profondità del suono, nobiltà del fraseggio, pathos interpretativo. Mischa Maisky torna con il suo prezioso violoncello Montagnana del ‘700 a suonare per il pubblico dell’Accademia Filarmonica Romana giovedì 2 marzo al Teatro Argentina (ore 21) le Suites per violoncello solo di Bach. Capolavori della musica di tutti i tempi, veri e propri “monumenti” che il musicista lettone ha eseguito in concerto moltissime volte e inciso in tre diverse registrazioni nella sua lunga carriera artistica, regalando sempre nuove interpretazioni ed emozioni. Nelle Suites regola e invenzione trovano un insuperabile punto d’incontro: “un grande diamante, con tante sfaccettature diverse che riflettono la luce in innumerevoli modi” così Maisky sulle Suites di Bach di cui esegue la n. 1 in sol maggiore BWV 1007, la n. 4 in mi bemolle maggiore BWV 1010 e la n. 5 in do minore BWV 1011, completando il ciclo avviato nella stagione precedente.

È impossibile stabilire una cronologia esatta delle Suites, mancando datazioni e manoscritto originale. Si presume siano state concepite prima o dopo le Sonate e Partite per violino solo. Molti studi indicano il 1720 come periodo più probabile, con Bach in procinto di trasferirsi a Lipsia. Le sei Suites rimangono sconosciute sino agli inizi del ‘900, quando il violoncellista catalano Pablo Casals, appena tredicenne, in un negozio di Barcellona s’imbatte in un’edizione usata della partitura. Dopo anni di studio, esecuzioni e continue ricerche, l’opera bachiana sale alla ribalta internazionale. È il 1930 e Casals decide di registrare tutte le partiture, svelando al mondo la bellezza miracolosa di queste pagine. Ciascuna Suite si compone di sei movimenti: un Prélude seguito da una serie di danze cortesi lente o più vivaci, come Allemande, Courante, Sarabande, Minuet, Bourrée, Gavotte o Gigue. Tutte mostrano un equilibrio perfetto, fra sperimentazione e tradizione, senza dimenticare la spiccata forza espressiva.

Unico violoncellista al mondo ad aver studiato sia con Mstislav Rostropovič sia con Gregor Piatigorsky, Maisky si considera un cittadino del mondo, come ama spesso raccontare: “Suono un violoncello italiano, con archetti francesi e tedeschi, corde austriache e tedesche. Mia figlia è nata in Francia, mio figlio maggiore in Belgio, il terzo in Italia e il più piccolo in Svizzera. Guido un’auto giapponese, indosso un orologio svizzero, una collana indiana e mi sento a casa ovunque ci siano persone che amano la musica classica”. Artista di fama mondiale, ospite fisso nei maggiori festival internazionali, ha collaborato con i più grandi direttori (Bernstein, Giulini, Maazel, Mehta, Muti, Barenboim, Levine, Temirkanov, Gergiev, Petrenko, etc), e con musicisti tra cui Argerich, Lupu, Kissin, Perlman, Lang Lang, Serkin, Kremer, Bashmet, Vengerov. Nel 2000 ha impegnato l’intero anno in una lunghissima tournée dedicata a Bach con più di 100 concerti. Nel 2021 la Deutsche Grammophon – di cui è artista esclusivo da più di trent’anni – ha pubblicato un cofanetto che raccoglie i suoi 44 CD a suggello di una straordinaria carriera musicale. Fra i più recenti riconoscimenti, nel 2021 la nomina ad Accademico Onorario dell'Accademia di Santa Cecilia e il premio Honorary Fellow dell'Accademia di musica e danza di Gerusalemme. A partire dalla stagione 2022/23 è nominato solista onorario della Filarmonica Toscanini di Parma.


Il concerto si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2023 sullo Spettacolo dal Vivo

Con UN BALLO IN MASCHERA di Giuseppe Verdi si conclude la stagione lirica 2022-23 del Comunale di Modena

 

Va in scena venerdì 3 marzo alle 20 e domenica 5 marzo alle 15.30 per la stagione lirica del Teatro Comunale di Modena Un ballo in maschera.
Il capolavoro di Giuseppe Verdi si vedrà in una nuova coproduzione realizzata con I Teatri di Reggio Emilia, dove l’opera andrà in scena il 17 e 19 marzo, e riprende un allestimento fra i più apprezzati che il Teatro Regio di Parma abbia dedicato al compositore. Lo spettacolo infatti è curato nella parte visiva dal regista veneziano Massimo Gasparon che nel 2013 si era ispirato alle splendide scene e costumi della storica produzione di Pier Luigi Samaritani del 1989. “Potremmo definire questa una ripresa con alcuni nuovi elementi scenografici e drammaturgici, un’occasione importante per ritrovare la modernità attraverso lo stile e la tradizione, dove il nuovo deve nascere dal nucleo classico della tradizione melodrammatica. L’approccio scenografico di tipo ottocentesco prevede grandi scene dipinte organizzate attraverso vari fondali a forte scorcio prospettico. Rispettando tutto l’apparato visivo di Samaritani, al fine di rendere lo spettacolo più coerente e fluido, anche nei cambi scena, è stato deciso di sostituire la scena del secondo atto, l’orrido campo, con una
completamente nuova e di mia ideazione. Un omaggio allo stile dello spettacolo, con l’idea di rendere più forte la componente pittorica rispetto al costruito.”
La parte musicale dello spettacolo è affidata a Alessandro D’Agostini, direttore affermato in istituzioni operistiche quali il Teatro Lirico di Cagliari, il Maggio Musicale Fiorentino e l’Opera di Roma. “I personaggi vivono nella loro interiorità più che nell’azione – commenta il direttore d’orchestra -. Sono introversi, dilaniati, dolenti; sono umanamente instabili, pronti a repentini mutamenti d’animo ma alla fine, non rinunciano mai a mettere in campo la parte migliore di sé, anche quando sentono di essere accecati dalle passioni o vicini a morire. Questi sono i colori, le tinte più difficili da realizzare in quest’opera, perché ogni personaggio vi è scolpito a tutto tondo, con una ricchezza interiore senza pari”.

Nel cast si ascolteranno il Riccardo di Giorgio Berrugi, Renato di Devid Cecconi, Amelia di Maria Teresa Leva, Ulrica di Alisa Kolosova, Oscar di Lavinia Bini, Silvano di Chao Liu, Samuel di Svetolik Belosliudov, Tom di Gaetano Triscari, un giudice di Paolo Leonardi, un servo d’Amelia di Luca Favaron. In buca, la Filarmonica di Parma mentre in palcoscenico si ascolteranno il Coro Lirico di Modena preparato da Giulia Manicardi e le Voci bianche del Teatro Comunale di Modena preparate da Paolo Gattolin. La vicenda dell’opera, ispirata a un fatto realmente accaduto, racconta dell’omicidio di Gustavo III di Svezia, sovrano illuminato ucciso nel 1792 da un rappresentante dell’aristocrazia tradizionalista, intrecciata a un triangolo amoroso e percorsa da un sottile lettura psicologica dei personaggi.
Giovedì 2 marzo alle 18 l’opera verrà presentata al pubblico da Eimilio Sala per la serie Invito all’Opera presentata in collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi. (Ingresso libero da Via Goldoni 1)


TCBO: VITA E MORTE NEL “CANTO DELLA TERRA” DI MAHLER PER LA BACCHETTA DI MICHAEL GÜTTLER - Giovedì 2 marzo ore 20.30, Auditorium Manzoni


È il senso della “fine” sempre più imminente ad emergere dal capolavoro
di Gustav Mahler “Das Lied von der Erde” (Il canto della terra), che è al centro del concerto sinfonico del Teatro Comunale di Bologna diretto da Michael Güttler con le voci soliste del tenore russo Sergey Radchenko, in sostituzione dell’indisposto Ramón Vargas, e del mezzosoprano tedesco Claudia Mahnke. Questa sinfonia per due voci e orchestra, che sublima il tema della morte percepito dal compositore come un viaggio del viandante verso la natura, è in programma giovedì 2 marzo alle 20.30 all’Auditorium Manzoni. 
Mahler compose il suo ultimo ciclo di Lieder su liriche cinesi tratte da Die Chinesische Flöte, parafrasate in tedesco da Hans Bethge, tra il 1908 e il 1909 a Dobbiaco, in un periodo tragico della sua esistenza. Fresca era la notizia sulla malattia cardiaca che lo affliggeva e ancora forte era il dolore per la scomparsa della figlia maggiore Maria Anna “Putzi”. Il viaggio in sei canti verso l’Addio finale, “Der Abschied” (Congedo), passa attraverso “Das Trinklied vom Jammer der Erde” (Il brindisi dei mali della terra), “Der Einsame im Herbst” (Solitario nell’autunno), “Von der Jugend” (Della giovinezza), “Von der Schönheit” (Della bellezza) e “Der Trunkene im Frühling” (L’ubriaco a primavera). Il compositore non potè ascoltare “Das Lied von der Erde”, che venne eseguito postumo a Monaco di Baviera, il 20 novembre 1911, all’interno di due giornate a lui dedicate. Sul podio dell’Orchestra Filarmonica di Vienna per quella prima esecuzione Bruno Walter; solisti il tenore William Miller e il contralto Sarah Charles Cahier.

Güttler torna sul podio dell’Orchestra del Comunale dopo aver diretto lo scorso aprile la Iolanta di Čajkovskij in forma di concerto. Reduce dal debutto al Teatro alla Scala con Salome di Strauss, il direttore d’orchestra tedesco è stato recentemente ospite anche della Staatsoper di Vienna, del Festival di Glyndebourne, dell’Opéra di Parigi e del Teatro Real di Madrid. Cantano invece per la prima volta nel teatro felsineo Sergey Radchenko e Claudia Mahnke. Lui ospite di sale prestigiose come il Musikverein di Vienna e in Italia del Teatro alla Scala e dell’Accademia di Santa Cecilia, lei apprezzata interprete del repertorio tedesco, che canta in tutto il mondo, dal Metropolitan di New York alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino passando per il Festival di Bayreuth.

Il concerto è realizzato grazie a Intesa Sanpaolo, Main Partner della Stagione Sinfonica 2023 del Teatro Comunale di Bologna.

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo.

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2023 è in programma “Note a margine”, una rassegna di podcast e di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer o il bar dell’Auditorium Manzoni.

IL RITORNO DI KOCHANOVSKY E KHACHATRYAN CON L’ORCHESTRA RAI - Giovedì 2 marzo a Torino, anche in live streaming su raicultura.it e in diretta su Radio3

Uno tra i più brillanti direttori d’orchestra della nuova generazione, regolare ospite di compagini internazionali come l’Orchestre de Paris, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e la Danish National Symphony, e il più giovane vincitore della storia del Concorso Sibelius di Helsinki, solista con i Berliner Philharmoniker, la London Symphony Orchestra e l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. Sono il direttore russo Stanislav Kochanovsky e il violinista armeno Sergey Khachatryan, che tornano a collaborare con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai – il primo dopo la chiusura del Festival MITO nel 2018 e il secondo dopo i “Concerti d’inverno” del 2021 – nella serata in programma giovedì 2 marzo alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, con trasmissione in live streaming sul portale di Rai Cultura e in diretta su Radio3. La serata è replicata a Torino venerdì 3 marzo alle 20.

In apertura ... Pianissimo ... per orchestra op. 47 del compositore russo Alfred Schnittke, di cui quest’anno ricorre il 25esimo dalla scomparsa, proposto per la prima volta dall’OSN Rai a Torino. Scritto nel 1968, il brano è stato commissionato dal Donaueschinger Musiktage, il più antico festival dedicato alla musica contemporanea, fondato nel 1921 nella cittadina di Donaueschingen, nel Sudest della Germania.

La parte centrale della serata vede Sergey Khachatryan interpretare il Concerto per violino e orchestra in re minore op. postuma di Robert Schumann, scritto nel 1853 in poco meno di due settimane mentre il compositore stava vivendo gli ultimi momenti di lucidità della sua vita, prima del tentato suicidio e del ricovero nell'ospedale psichiatrico di Endenich, dove morì nel 1856. L’opera, ispirata dal virtuoso violinista Joseph Joachim, fu eseguita per la prima volta solo nel 1937 a Berlino, dopo la sua riesumazione dagli archivi della Biblioteca di Stato, con Georg Kulenkampff solista e i Berliner Philharmoniker diretti da Karl Böhm.

In chiusura Kochanovsky propone le Danze sinfoniche op. 45 di Sergej Rachmaninov, ultimo lavoro del compositore russo creato nel 1940 su commissione della Philadelphia Orchestra. Rachmaninov volle farne un vessillo di quella civiltà tardoromantica a cui fu sempre legato e che era ormai del tutto superata.

 

I biglietti, da 9 a 30 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino.

Dal 3 al 5 marzo a Orani "Boghes et Organos", la VI edizione del festival organistico

La programmazione annuale del LabOs - Laboratorio Organi Storici riparte anticipatamente quest’anno con il Festival Boghes et Organos che ritorna ad Orani per la sua VI edizione. 

La rassegna si svolgerà per la prima volta in maniera itinerante nei più importanti luoghi di interesse storico – artistico del centro barbaricino. Appuntamento inaugurale d'eccezione, venerdì 3 marzo alle 19 al Museo Nivola, con l'Ensemble vocale e strumentale del Conservatorio di Cagliari diretto da Angelo Castaldo. In programma musiche di autori che lavoravano per committenze cagliaritane nei secoli XVIII e XIX.

La seconda serata si terrà, sabato 4 marzo alle 19, nella splendida cornice tardo-gotica della chiesa di Su Rosariu. In programma il concerto Bach e dintorni, che vedrà impegnati gli studenti delle classi di Musiche d'insieme fiati dei docenti Luigi Muscio e Andrea Gasperin.

Il Festival si chiuderà, domenica 5 marzo alle 19, nel luogo simbolo di Boghes et Organos, la chiesa di S. Giovanni Battista, antica custode dell'organo settecentesco, con l'ascolto di un raro repertorio a cura del Coro di Giovani cantori del Conservatorio di Cagliari diretti da Francesco Marceddu, cui seguirà il recital del prof. Maciej Zakrzewski dell'Accademia di Danzica.

Al Lirico di Cagliari serata russa con la direzione appassionata di Donato Renzetti

 Teatro Lirico, Cagliari - Stagione Concertistica '23

sabato 25 febbraio ore 19

domenica 26 febbraio ore 17


DMITRI SOSTAKOVIC - Ouverture festiva op. 96

CAJKOVSKIJ - Romeo e Giulietta, ouverture fantasia

RACHMANINOV - Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27


Un programma tutto russo, per il quarto concerto della stagione concertistica del Lirico di Cagliari (repertorio, quello russo, che si dipana per tutta la stagione; dopo l'esaltante interpretazione del giovane Alexander Malofeev, tecnicamente impressionante, del Concerto nr.1 op.1 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, ci sarà ancora in stagione l'opportunità di ascoltare Rimskij-Korsakov, Ciaikovskij (la Sesta e la Quarta sinfonia), Khachaturian (il Concerto per violoncello), Musorgskij, ancra Rachmaninov (la Rapsodia su temi di Paganini), Stravinsky (Pulcinella).

Sul podio dell'Orchestra del Lirico, un sorprendente Donato Renzetti. Oggi 72enne, il Maestro mantiene intatto il suo gesto avvolgente e netto, e mostra un entusiasmo ed una fascinazione nei confronti dell'orchestra immutati. Nell'Ouverture Festiva op.96 di Shostakovich, posto ad apertura della serata, restituisce appieno una performance frizzante, com'è nello spirito della pagina d'occasione di Shostakovich, eseguita per la prima volta a Mosca il 6 novembre 1954 per celebrare il 37° anniversario della Rivoluzione di Ottobre, e che Renzetti riesce perfettamente a mantenerne lo spirito e l'energia anche quando – e forse volutamente – la scrittura musicale scivolerebbe nel banale. Il ritmo della pagina trova ottimi colori nel clangore della fanfara d'ottoni d'apertura e nella articolata partecipazione delle percussioni (Francesca Ravazzolo ai piatti, Pierpaolo Strinna al triangolo, ma non solo, Filippo Gianfriddo ai timpani), così come nell'espozione del tema lirico in cui si fondono la morbidezza dei violoncelli e il carezzevole suono dei corni. Dopo questi primi 6 minuti elettrizzanti, ben accolti dagli applausi del pubblico, spazio all'ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Ciaikovaskij. Connubio perfetto tra Renzetti e l'Orchestra del Lirico (con cui collabora da anni; tornerà anche in stagione a dirigere l'Andrea Chénier) nel sottolinearle l'intenso romanticismo, la viscerale intensità degli slanci lirici, con certi 'rubato' di grande scuola. Meritano una citazione gli archi, d'un'avvicente profondità sonora nell'esposizione del tema amoroso.

Dopo l'intervallo, la Seconda sinfonia di Rachmmaninov; anche in questa pagina – a mio avviso troppo poco amata dai direttori italiani – s'è ascoltata una eccellente interpretazione, subito evidente dalla minacciosa introduzione del primo movimento, scolpita con grande cura nella sua articolata dinamica; anche nell'Allegro moderato Renzetti fa emergere quasi con pudore quel desiderio e quella passione espressa dalla musica. Dopo l'apertura dello Scherzo, gli archi – con un impasto serico – s'adagiano in una di quelle melodie che sono uno dei 'marchi di fabbrica' di Rachmaninov; l'orchestra tutta regge con nettezza e rigore l'episodio fugato (da ricordare l'introduzione del solo di violino, GianMaria Melis, all'apertura dello sviluppo rapsodico). Il terzo movimento, ampio e lento, dopo una esposizione del tema principale accennato dai violini fa seguito una lunga cantilena del clarinetto (qui, Pasquale Iriu); Renzetti da' pieno valore alle melodie, lunghe e nostalgiche, di Rachmaninov, dando attenzione ad ogni singolo dettagli. Spicca, in equilibrio con la melodia principale, il dorato contrappunto del corno (Lorenzo Panebianco), e poi dei fiati tutti. Conclusione con un quarto movimento dall'atmosfera festosa attraversata da diversi squarci lirici che riprendono precedenti materiali e temi.

Pubblico entusiasta. Serata eccellente.


Sergio Albertini