sabato 25 giugno 2022

BRAHMS E IL VALZER - GIOVEDI’ 30 GIUGNO AL TEATRINO CAMPANA DI OSIMO MICHELE CAMPANELLA, MONICA LEONE E I SOLISTI DELL’ACCADEMIA D’ARTE LIRICA


Si terrà giovedì 30 Giugno, alle ore 21.15 al Teatrino Campana di Osimo, l’atteso concerto dedicato a Brahms che vede i giovani Solisti dell’Accademia d’Arte Lirica accanto a due musicisti d’eccezione, i pianisti Michele Campanella e Monica Leone. La manifestazione, che era stata rinviata dallo scorso 27 Maggio, nasce dalla collaborazione dei due musicisti con gli allievi dell’Accademia osimana per quest’importante progetto di musica da Camera, che viene realizzato in collaborazione con Asolo Musica – che lo programma in settembre nel festival Incontri Asolani – e con il Teatro Comunale di Monfalcone, dove è previsto per il gennaio 2023.
Col titolo Brahms e il valzer vengono proposte tre composizioni per pianoforte a quattro mani: i Sedici Valzer op. 39, e due raccolte di canzoni d’amore in tempo di valzer: i Liebesliederwalzer op. 52, i Neue Liebesliederwalzer op. 65, due cicli di Lieder che richiedono quattro voci (soprano, contralto, tenore e basso). Il primo ciclo fu composto da Johannes Brahms nel 1868-1869, mentre il secondo tra il 1869 e il 1874. Il testo delle canzoni – da Polydora di Georg Friedrich Daumer, poeta e filosofo tedesco - viene da canti popolari di varie zone d'Europa tra cui Turchia, Polonia, Lettonia e Sicilia. Solo l’ultima canzone dell’op. 65 è una poesia del grande Johann Wolfgang Goethe.
Michele Campanella – pianista, direttore, scrittore - è una delle figure più importanti del pianismo internazionale, presente nella stagioni delle più importanti orchestre e società di concerto, con una vasta discografia. La pianista Monica Leone ha al suo attivo un’intensa attività concertistica, che l’ha portata a suonare per le più autorevoli istituzioni internazionali, inaugurando la stagione della Sidney Simphony.
Il duo pianistico formato da Monica Leone e Michele Campanella è il naturale sviluppo della consuetudine a suonare insieme tra insegnante e studente prima, tra partners nella musica e nella vita poi: è frutto di una mentalità e di un approccio al pianoforte condivisi dalle origini, essendo entrambi cresciuti nella scuola di Vincenzo Vitale.
INFO: Prevendita Teatrino Campana giovedì 30 giugno dalle ore 19.30 fino ad inizio spettacolo.
Posto Unico numerato 10 euro (5 euro studenti). Ingresso secondo le normative vigenti anti-covid.

JORDI SAVALL E IL SUO HESPÈRION XXI CON “FOLÍAS & CANARIOS” - Domenica 26 giugno, alle 21.30 a Sant’Apollinare Nuovo



Con il gesto sicuro, sorridente e lungimirante dell’artigiano, Jordi Savall continua a solcare le sette corde della sua viola da gamba come un pellegrino che sa di dover percorrere ancora un lungo sentiero. A 81 anni il maestro catalano non ha ancora esaurito l'amore per la ricerca storica e per la musica antica di ogni latitudine. Domenica 26 giugno, alle 21.30 nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna Festival ospita Savall alla guida del suo ensemble Hespèrion XXI (Xavier Díaz-Latorre chitarra; Andrew Lawrence-King, arpa barocca spagnola; Pedro Estevan percussioni) per il programma Folías & Canarios, dall’Antico al Nuovo Mondo: brani del Cinque, Sei e Settecento di autori spagnoli, italiani e inglesi, quasi tutti accomunati dal fatto di aver visto la propria musica viaggiare da una sponda all'altra dell'Oceano Atlantico…alla scoperta della rielaborazione meticcia operata già all'epoca sul repertorio barocco ispanico, quando le strutture ritmiche e armoniche europee si fusero con sonorità e voci “creolizzate”. La serata è organizzata con il supporto del Dipartimento della Cultura della Catalogna e dell’Istituto Ramon Llull, è intitolata.
 
Folías & Canarios”: queste parole rimandano subito alle atmosfere delle corti dei grandi imperatori del XVI secolo. Savall ricostruirà gli splendori e le passioni che attraversavano il regno di Carlo V e di Filippo II durante il “Siglo de oro”, il periodo di massimo splendore artistico, politico-militare e letterario della Spagna, in un continente che imparò rapidamente ad assimilare musiche di ogni Paese. Anche oltreoceano. Follia e Canario sono, più tecnicamente, due danze diffuse in Europa fra Rinascimento ed età barocca. La “Follia”, nota come danza popolare e spesso proibita dalle autorità religiose e civili poiché considerata lasciva per i suoi effetti ipnotici, si diffuse comunque tra le strade e le osterie, in palazzi aristocratici e conventi, oltrepassando le frontiere di classe. È strutturata su un giro armonico replicato diverse volte, da utilizzare come base per variazioni strumentali (celebri quelle di Corelli e Vivaldi). La struttura del Canario, originario delle isole omonime, è molto simile: si danzava alternando passi saltellati e martellati. Follia e Canario, come altre danze alla moda, salirono sulle navi di Conquistadores e avventurieri, e si svilupparono poi anche in America Latina dove si ibridarono con la musica indigena. Come un carismatico Virgilio, Savall mette in dialogo le due tradizioni, quella europea e quella americana, in un viaggio musicale tra oralità, scrittura e improvvisazione, con composizioni di Diego Ortiz, Francesco Corbetta, Tobias Hume, Pedro Guerrero, Antonio de Cabezón, Santiago de Murcia, Antonio Martín y Coll, Francisco Correa de Arauxo, Antonio Valente e altri autori anonimi. 
 
Con quasi 60 anni di attività e oltre 170 dischi incisi, il catalano Jordi Savall è un caso eccezionale nel panorama musicale tra XX e XXI secolo: concertista, didatta, ricercatore e creatore di nuovi progetti culturali, si situa tra gli attori imprescindibili nella riscoperta della musica antica e dei repertori delle musiche dell'Europa, del Mediterraneo e del mondo intero. Nel 1965, da autodidatta, iniziò ad occuparsi di viola da gamba, perfezionandosi poi presso la Schola Cantorum Basiliensis. Con tre formazioni musicali come Hespèrion XX (1974), La Capella Reial de Catalunya (1987) e Le Concert des Nations (1989), fondati assieme alla compagna di vita Monserrat Figueras, scomparsa prematuramente nel 2011, Jordi Savall esplora e crea universi musicali che rischiavano l'oblio. Nel 2008 Savall è stato nominato dall’Unione Europea “Ambasciatore per il dialogo interculturale” e “Artista per la pace” all’interno del programma Ambasciatori di buona volontà dell’UNESCO.

LA GIOIA DI FARE MUSICA INSIEME: L'ORCHESTRA CHERUBINI E LA BUDAPEST FESTIVAL ORCHESTRA - Lunedì 27 giugno, alle 21, al Teatro Alighieri per Bach, Čajkovskij e il fratello di Haydn

 


Budapest Festival Orchestra

Due orchestre possono diventare una cosa sola? La sfida dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e della Budapest Festival Orchestra è proprio questa: formare, in una serata speciale, un'unica compagine cameristica per tracciare tre tappe della storia: il barocco di Johann Sebastian Bach, il classicismo di Johann Michael Haydn (fratello di Franz Joseph) e il romanticismo di Čajkovskij. L'appuntamento di Ravenna Festival, lunedì 27 giugno alle 21 al Teatro Alighieri precede di un giorno il concerto sinfonico della Budapest diretta dal suo fondatore, Iván Fischer, atteso al Palazzo Mauro De André con due pietre miliari del tardo Ottocento (la Terza Sinfonia di Brahms e “Sheherazade” di Rimsky-Korsakov). Per il “gemellaggio” orchestrale all’Alighieri si ascolteranno invece capolavori assoluti come la Serenata per archi op. 48, omaggio di Čajkovskij al suo idolo musicale Mozart, e due pagine di rara esecuzione come il Notturno in do maggiore di Johann Michael Haydn e il Concerto per oboe, violino e orchestra BWV 1060R di Bach, con la spalla della Cherubini Valentina Benfenati e l'oboista francese Victor Aviat (già primo oboe della Budapest e della Chamber Orchestra of Europe) nei ruoli solisti. Il maestro concertatore, primus inter pares, è l'ungherese János Pilz. L’evento sarà trasmesso in diretta da Rai Radio 3.
 
“Non riuscivo più a dormire e mi sentivo debole. Oggi ho lavorato un po’ alla mia Serenata. Immediatamente mi sono sentito di nuovo in salute, arzillo e sereno”: così Čajkovskij raccontava la genesi di una delle gemme più splendenti del suo catalogo, levigata secondo le formule espressive del Classicismo, il luogo mentale in cui il compositore russo dava riposo alla sua anima inquieta. La logica e l’ordine musicale, la limpidezza e l’equilibrio sono caratteristiche che ritroviamo anche nel Concerto per violino e oboe in re minore di J. S. Bach, versione originale, perduta e ricostruita, del Concerto per 2 clavicembali BWV 1060. Questo concerto si presenta nella rara veste originale per oboe e violino solisti, come prescriveva il primo manoscritto, andato perduto. Nel 1736 Bach trascrisse questo concerto per due clavicembali e orchestra. È stata proprio questa trascrizione per due clavicembali a consentire al musicologo Wilfried Fischer di ricostruire il concerto originale, divenuto parte integrante del catalogo ufficiale bachiano dagli anni Settanta del Novecento. È attribuita invece a Johann Michael Haydn, fratello minore del più famoso Franz Joseph, la paternità del Notturno in Do maggiore, un piccolo capolavoro dell'intrattenimento colto dell'alta società mitteleuropea di fine '700, in quella stessa Salisburgo abitata dai Mozart. Johann Michael fu infatti supplente di Leopold Mozart alla corte dell'Arcivescovo Colloredo e poi, dal 1781, successore di suo figlio Wolfgang Amadeus.

Nato a Kiskoros, la cittadina ungherese che ha dato i natali al poeta nazionale Sandor Petofi, il violinista Janos Pilz si è diplomato all'Accademia di musica “Liszt Ferenc” e per tre anni, fino al 1991, è stato primo violino dell'Orchestra sinfonica di Stato ungherese. Tra il 1987 e il 2010, come membro fondatore del prestigioso Keller String Quartet, si è esibito nelle più grandi sale da concerto d'Europa e d'America. Dal 2010 suona regolarmente nella Budapest Festival Orchestra come primo violino. La Budapest String Chamber Orchestra lo ha invitato ad assumere il ruolo di Konzertmeister nel 2012.
 
L'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è stata fondata nel 2004 da Riccardo Muti ed è formata da musicisti di età compresa fra i 18 e i 30 anni provenienti da ogni regione italiana. Nel 2007 ha debuttato al prestigioso Festival di Pentecoste di Salisburgo con “Il ritorno di Don Calandrino” di Cimarosa, prima tappa di un progetto quinquennale promosso da Riccardo Muti in coproduzione con Ravenna Festival, per la riscoperta del patrimonio musicale della Scuola napoletana del Settecento. Dal 2010 l'Orchestra Cherubini partecipa a “Le vie dell'Amicizia”, progetto di Ravenna Festival che ogni anno, dal 1997, vede Riccardo Muti dirigere orchestre e cori italiani in luoghi simbolo della storia antica e contemporanea. Dal 2015 l'Orchestra è anche parte della Italian Opera Academy, il progetto di Riccardo Muti che combina l'opportunità formativa per giovani direttori e maestri collaboratori alla possibilità per il pubblico di assistere alle sessioni di studio.
 
Nel 2023 la Budapest Festival Orchestra festeggerà 40 anni di attività. Un percorso esaltante, impossibile da immaginare senza l'apporto del direttore d'orchestra ungherese Iván Fischer, che nel 1983 radunò un gruppo di amici “idealisti ed entusiasti”, accomunati dalla passione nel fare musica insieme. La Budapest, infatti, è un'orchestra camaleontica ed eclettica, capace di suonare come un grande complesso sinfonico o di riformularsi in assetto cameristico per affrontare ogni tipo di musica, da quella antica a quella contemporanea. Nella capitale ungherese Fischer ha inventato nuovi format di ascolto: sua l'idea dei “concerti a sorpresa”, che registrano sempre il tutto esaurito nonostante il programma sia tenuto nascosto fino all'ultimo momento. È il segreto di un direttore che ama ascoltare il pensiero dei suoi musicisti, facendoli sentire parte attiva dei suoi progetti.
 
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 25 Euro (ridotto 20), under 18 5 Euro
L’appuntamento è in diretta streaming su ravennafestival.live 
 
Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, per quest’evento sono previsti, secondo disponibilità, biglietti last minute (10 Euro, 5 Euro per gli under 30), acquistabili sul luogo di spettacolo da un’ora prima dell’evento. 

Stintino Jazz&Classica, dieci eventi dal 6 al 15 luglio 2022


Trio Stadler
Un evento al giorno per dieci giorni, dalle riduzioni di opere liriche a concerti jazz, dai recital di pianoforte alla musica corale. Stintino Jazz&Classica affianca alle masterclass di musica un cartellone mai così vario che dal 6 al 15 luglio riempirà le serate stintinesi, in collaborazione con il Comune, il Banco di Sardegna, la Fondazione di Sardegna e il MuT-Museo della Tonnara. Tutti gli eventi si terranno alle 21, ad eccezione di venerdì 8 e martedì 12, e saranno tutti a ingresso libero.
Il festival, targato Associazione culturale LABohème, partirà mercoledì 6 luglio con A little Jazz Mass, una piccola messa in jazz con i giovani coristi del Lolek Vocal Ensemble diretto da Barbara Agnello nella chiesa del paese. Giovedì 7 spazio all’Opera con la riduzione di Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, presentato dai clarinetti del Trio
Stadler
 (Raffaele Della Porta, Elena Ibba e Cristiana Nuvoli) e la voce narrante di Carlo Valle al Museo della Tonnara. Venerdì 8 alle 12 ancora Opera, stavolta con Don Pasquale di Gaetano Donizetti, con Carlo Valle accompagnato dal Quintetto di fiati LABohème (Annamaria Carroni, flauto; Sara Pisano, oboe; Dante Casu, clarinetto; Roberto Mura, corno; Angelo Russo, fagotto). Sabato 9 ci si sposta al Porto Vecchio per il live del Movlin’ Sextet, quartetto di sax con batteria e tromba solista (Emanuele Dau, tromba; Gian Piero Carta, sax soprano; Edoardo Rosa, sax contralto; Sarah Cannoni, sax tenore; Luca Chessa, sax baritono; Massimo Russino, batteria), in un viaggio da Duke Ellington a Charles Mingus.
Domenica 10 al MuT è in programma il concerto finale di 
Makeba
StintinOpera
, la masterclass di Canto lirico curata da Cristina Melis, mezzosoprano e docente d’eccezione del seminario di quest’anno. Il giorno seguente, lunedì 11, ancora al MuT è in programma il recital di Gianluca Paschino (pianoforte) che esegue musiche di Haydn e Schubert. Martedì 12 dalle 19 spazio ai più piccoli, nei giardini del MuT, con il progetto Il flauto magico dalla lirica al rap, Mozart nel ventunesimo secolo, secondo i bambini. Mercoledì 13 torna l’Opera con Gianni Schicchi, il divertente atto unico di Giacomo Puccini con Carlo Valle e il Trio LABohème (Claudia Spiga, soprano; Marco Puggioni, tenore, Antonella Chironi, pianoforte). Giovedì 14 si torna al Porto Vecchio per il live dei Makeba (Vanja
Radojkovič, piano e voce; Fabrizio Fresu, tromba; Alessio Concas, basso elettrico; Paolo Addis, batteria): solidi groove si mischiano a gospel, jazz, new soul, hip hop anni ‘90. La chiusura della rassegna sarà venerdì 15 luglio, sulla terrazza del MuT, con il concerto finale di Stintino Jazz, frutto della masterclass di Roberto Spadoni e Bruno Tommaso.