L’allestimento, proprio del Maggio, è
forse uno degli spettacoli che più hanno segnato la storia
operistica recente del Teatro ed è firmato dalla regia – ripresa
da Stefania Grazioli – di Zhang Yimou, uno fra i più
influenti cineasti cinesi dell’ultimo mezzo secolo e per tre volte
candidato agli Oscar.
Sul palcoscenico, a formare il cast
vocale dello spettacolo, Olga Maslova e Eunhee
Maggio (recita del 3 maggio) nella parte della principessa
Turandot; SeokJong Baek e Ivan Magrì (recite del
27 e 30 aprile) interpretano Calaf; Valeria Sepe è
Liù; Simon Lim è Timur mentre Carlo Bosi interpreta
Altoum. Lodovico Filippo Ravizza; Lorenzo Martelli e Oronzo
D’Urso sono rispettivamente Ping, Pang e Pong mentre Qianming
Dou interpreta Un Mandarino. Chiudono il cast tre artisti del
Coro del Maggio: Davide Ciarrocchi nel ruolo de Il
principino di Persia, Thalida Marina Fogarasi e Anastassiya
Kozhukharova come le due Ancelle di Turandot. Protagonista
inoltre in scena il Nuovo BallettO di ToscanA.
Il maestro del Coro del Maggio
è Lorenzo Fratini.
La maestra del Coro di Voci
Bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.
La prima recita sarà trasmessa in
diretta radiofonica da Rai Radio3. Nel foyer della sala grande del
Teatro del Maggio è allestita una mostra dedicata a Giacomo Puccini
e agli allestimenti delle sue opere al Maggio. Grazie alla Fondazione
Cerratelli saranno anche esposti i costumi originali della Turandot
disegnati da Umberto Brunelleschi nel 1940
Fra i più amati e proposti titoli
pucciniani di sempre, Turandot - a partire dal 1929 - è
andata in scena per undici volte durante la storia del Teatro, tra
cui l’allestimento (sempre basato sulla regia di Zhang Yimou) in
forma semi-scenica dell’autunno del 2012 che dunque rende queste
recite il vero e proprio ‘debutto’ nella Sala Grande della
magnificente regia firmata dal grande cineasta cinese, proposta per
un totale di quattro volte nel corso delle stagioni del
Maggio. L’opera – che si basa sulla fiaba
scenica Turandotte di Carlo Gozzi, a suo volta ispirata
dalla raccolta arabo-persiana Les Milles et un jour – come
detto, non venne portata a termine da Puccini che stava ancora
lavorando al finale quando morì a Bruxelles il 29 novembre del 1924,
le ultime scene di Turandot furono dunque completate da
Franco Alfano; poco più di un anno dopo, il 25 aprile del 1926, si
tenne al Teatro alla Scala la prima dell’opera diretta da Arturo
Toscanini che proprio di concerto ad Alfano aveva contribuito a
completare il finale.
Protagonista della vicenda,
naturalmente, la principessa Turandot, che – come sottolineato dal
sovrintendente Carlo Fuortes – è una delle tre grandi
eroine intorno alle quali si concentrerà la programmazione lirica
dell’86ºFestival del Maggio: “Protagoniste assolute della
programmazione operistica del Festival saranno tre donne e –
proprio in occasione dei cento anni dalla morte di Giacomo Puccini
– avremo due grandi eroine pucciniane, Tosca e
Turandot, in mezzo a loro ci sarà Jeanne Dark in una nuova opera
contemporanea di Fabio Vacchi”.
Queste tre grandi donne sono inoltre le
figure centrali del manifesto del Festival, realizzato da Francesca
Banchelli in collaborazione con il Museo Novecento nel
quale Turandot, Giovanna d’Arco e Tosca sono rappresentate come
un’immagine trinitaria degli archetipi femminili, con una forte
predominanza di colori accesi e luci forti, come per una vera e
propria scena teatrale.
Sul podio, a dare il via alla
programmazione lirica dell’86ª edizione del Festival del Maggio,
il suo direttore emerito a vita Zubin Mehta, il quale ha fatto
dell’opera di Puccini una delle punte di diamante del suo
repertorio, affrontandola innumerevoli volte dal vivo e
registrandola in disco a più riprese, a partire dalla sua prima
incisione dell’opera, avvenuta nel 1966, sino ad arrivare pochi
anni dopo a quella che da molti critici è considerato il disco di
riferimento, ossia l’edizione del 1972 con protagonisti Joan
Sutherland, Luciano Pavarotti e Montserrat Caballé.
Fu proprio il maestro Mehta a volere
Zhang Yimou (
nella foto di Jason LaVeris-Film Magic) per l’edizione fiorentina del 1997 di Turandot,
la prima da lui diretta al Maggio e che ebbe fin da subito, come
detto, uno straordinario successo. Un successo tale da essere portata
l’anno successivo, dopo lunghe trattative, in Cina, nella
leggendaria Città Proibita di Pechino – fino ad allora mai
concessa per spettacoli dal vivo – dove l’opera
di Puccini si ambienta e dove Zubin Mehta diresse l’Orchestra e il
Coro del Maggio in nove memorabili serate consecutive davanti a oltre
4000 persone per ogni singola recita, segnando una delle tappe più
importanti della storia del Maggio. Da ricordare inoltre il grande
successo dell’opera in occasione delle tournée a Tokyo nel 2001 e
2006, sempre nell’allestimento di Zhang Yimou con la direzione di
Zubin Mehta.
Nell'intervista rilasciata per il
libretto di sala del 1997, il maestro Mehta evidenziò di come il
finale di Alfano (che verrà eseguito per questa produzione) fosse in
realtà necessario da un punto di vista drammaturgico: "So bene
che molti critici hanno analizzato a fondo il problema del finale
di Turandot, formulando varie ipotesi. Noi eseguiremo il finale
tradizionale, quello composto da Alfano sulla scorta delle
indicazioni lasciate da Puccini. Anche perché dal punto di vista
drammaturgico un finale è necessario e spiego perché: una volta,
dirigendo quest’opera alla Scala l’ho interrotta dove l’aveva
lasciata Puccini, dopo la morte di Liù e mi sono accorto che questa
scelta sposta troppo il peso drammatico dell’azione sulla giovane
schiava a scapito della figura della terribile principessa.
Musicalmente parlando, in Turandot, come già in Fanciulla
del West, Puccini risente dell’influsso della musica
impressionista, soprattutto di Ravel, e ha delle pagine - penso alla
scena fra Ping, Pong e Pang - armonicamente straordinarie e nuove, ma
non è prudente dire che l’ultimo lavoro pucciniano segni l’inizio
di una nuova era nel campo dell’opera". Il maestro Mehta
si soffermò poi su quello che fu il lavoro svolto in parallelo con
Zhang Yimou: "Sono molto felice di aver lavorato con questo
grande uomo di cinema, che per la prima volta affronta il
palcoscenico della lirica. Ci siamo visti molte volte e abbiamo
trovato un perfetto punto di intesa. Anche le scene e i costumi sono
bellissimi e riproducono, finalmente, una Cina vera e reale. Così
come la regia si rifarà a movimenti tradizionali, eppure familiari
ai cinesi dei nostri giorni."
Sul palcoscenico, nel ruolo della
glaciale principessa Turandot, Olga Maslova (
nella foto a sinistra), al suo debutto
assoluto sulle scene del Maggio e che da poco ha interpretato il
ruolo della protagonista al Mariinsky Theatre di San Pietroburgo:
parlando del personaggio e di quelli che sono i tratti che lo
caratterizzano, Olga Maslova ha inoltre sottolineato la sua
gioia nel prendere parte a questa storica produzione: “È per me
motivo di grande orgoglio essere qui a inaugurare l’86ºFestival
del Maggio Musicale Fiorentino con questa splendida ripresa dello
spettacolo di Zhang Yimou, insieme al maestro Mehta e agli splendidi
Orchestra e Coro del Maggio. La produzione è meravigliosa, dalle
scene ai costumi, che sono magnifici in ogni loro aspetto. Il mio
personaggio è senz’altro marcato da grosse sfumature di rabbia: un
cuore ricoperto di ghiaccio che però attende qualcuno che possa
davvero scioglierlo. Vista da un’altra prospettiva, la
principessa Turandot è una donna che soffre, non riuscendo a vivere
realmente la sua vita ed è stato per me molto intrigante esplorare
questo aspetto, per poter capire in quale momento essa smette di
essere gelida per entrare più a contatto con il suo lato emotivo”.
Calaf è invece interpretato
da SeokJong Baek (
nella foto a destra, di Ed Choo - Ivan Magrì nelle recite del 27
e 30 aprile), anche lui da poco protagonista nel medesimo ruolo, con
grande successo di pubblico e critica, nelle recite di Turandot delle
scorse settimane andate in scena al Metropolitan di New York. Liù,
la giovane schiava di Timur – l’anziano e cieco padre di Calaf,
interpretato da Simon Lim – è interpretata da Valeria
Sepe, che torna sulle scene del Maggio dopo le recite
di Pagliacci del settembre 2019 e che nel corso della sua
carriera ha interpretato la parte numerose volte, sempre raccogliendo
entusiastici consensi di pubblico e critica, dalle recite al Massimo
di Palermo del 2019 fino alle più recenti produzioni a Tokyo e Hong
Kong. Carlo Bosi, che nelle recite in forma semi-scenica del
2012 aveva interpretato Pang, da voce all’Imperatore Altoum, il
padre di Turandot.
Importante anche la partecipazione
degli artisti dell’Accademia del Maggio, con Eunhee Maggio che
vestirà i panni della protagonista nella recita del 3
maggio; Lodovico Filippo Ravizza, Lorenzo Martelli e Oronzo
D’Urso che danno voce rispettivamente al Gran Cancelliere
Ping, al Gran Provveditore Pang e al Gran Cuciniere Pong e Qianming
Dou, da poco fra i protagonisti de La bohéme andata in
scena lo scorso novembre e che veste i panni di Un Mandarino.
Completano il cast vocale tre artisti
del Coro del Maggio: Davide Ciarrocchi nel ruolo de Il
principino di Persia e Thalida Marina Fogarasi e Anastassiya
Kozhukharova come le due Ancelle di Turandot.
La locandina:
TURANDOTDramma lirico in tre atti e cinque
quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato
Simoni da Carlo Gozzi
(Il finale dell’opera è stato
completato da Franco Alfano)
Edizione: Casa Ricordi, Milano
Allestimento storico del Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino
La principessa Turandot Olga
Maslova / Eunhee Kim (3 /05)
L’Imperatore Altoum Carlo Bosi
Timur Simon Lim
Calaf (Principe ignoto) SeokJong
Baek / Ivan Magrì (27, 30 / 04)
Liù Valeria Sepe
Ping Lodovico Filippo Ravizza
Pong Lorenzo Martelli
Pang Oronzo D’Urso
Un mandarino Qianming Dou
Il Principe di Persia Davide
Ciarrocchi
Prima ancella Thalida Marina
Fogarasi
Seconda ancella Anastassiya
Kozhukharova
Maestro concertatore e direttore ZUBIN
MEHTA
Regia ZHANG YIMOU
Regia ripresa da Stefania Grazioli
Scene e costumi Gao
Guangjian, Zeng Li, Huang Haiwei, Wang Yin
Coreografia Chen Weiya
ripresa da Damiana Pizzuti - Nuovo
BallettO di ToscanA
Luci Valerio Tiberi
ORCHESTRA E CORO DEL MAGGIO MUSICALE
FIORENTINO
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
CORO DI VOCI BIANCHE DELL’ACCADEMIA
DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Maestra del Coro di voci bianche Sara
Matteucci
Nuovo BallettO di ToscanA
Danzatori: Benedetta Balducci,
Carolina Braus, Elena Cerasa, Daniela d’Errico, Mariacarla Ferro,
Sofia Galeotti, Ariana Gravilura,
Rebecca Intermite, Melissa Rosi, Sofia
Indovino, Beatrice Ranieri, Valeria Strati, Elena Tassi, Tommaso
Magno
Assistenti regia: Sandro Pacini,
Alessandra Giuntini
Movimenti scenici dei figuranti
speciali Elena Barsotti
Figuranti speciali: Ylenia
Ambrosino, Lisa Baldi, Elena Barsotti, Ilaria Brandaglia, Cristina
Cavalli, Sabrina Cerrone,
Deborah Di Noto Marrella, Giulia
Mostacchi, Roberta Raimondi, Livia Risso, Roberto Andrioli, Davide
Arena, Andrea Baldassarri,
Gabriele Barbetti, Mauro Barbiero,
Lorenzo Braus, Rosario Campisi, Fabrizio Casagrande, Alessandro
Ciardini, Leonardo Cirri, Lucio Colzani,
Egidio Egidi, Nicola Fania, Luca
Ferrigato, Stefano Francasi, Gioele Gaggio, Edoardo Groppler, Andrea
Landi, Sandro Mabellini,
Federico Macchi, Guido Mazzoni, Mauro
Milone, Francesco Pacelli, Leonardo Paoli, Federico Raffaelli, Dario
Tamiazzo, Simone Ticci,
Federico Vazzola, Beniamino Zannoni