Maurizio Baglini e Silvia Chiesa, in occasione della nuova stagione della Roma Tre Orchestra, a Roma dal 20 al 22 ottobre, rinnovano il loro costante impegno artistico e divulgativo con particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani musicisti, come dimostra la tre giorni di concerti dedicati a Brahms in cui i due artisti si esibiranno insieme ai giovani musicisti dell’Orchestra diretti dal Maestro Massimiliano Caldi. Il duo continua a proporre programmi inusuali per la scelta degli impaginati ma anche per la formazione, come evidenzia l’insolita formula di maestro e allievo che affrontano insieme grandi capolavori del repertorio, resa ancora più curiosa ad esempio nel caso delle due sonate per violoncello e pianoforte di Brahms, in cui il duo si scambia gli allievi, ovvero ognuno si esibisce con un allievo dell’altro dando luogo a una sorta di “variazione”, “estensione” sempre sul tema del duo.
A Milano il 4 novembre per le Serate Musicali il concerto in duo di Baglini e Chiesa è incentrato sul violoncello visto dai grandi pianisti ed impagina “Kultaselle”, 10 Variazioni su un canto popolare finnico per violoncello e pianoforte di Busoni, Due Elegie per violoncello e pianoforte di Liszt, l’Introduzione e Polacca Brillante op.3 di Chopin e la Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op.19 di Rachmaninov.
A Bolzano il 10 novembre Baglini invece si esibirà in una lezione-concerto con Michele Dall’Ongaro per FUTURADIO la Festa di RadioRAI Tre, in programma musiche di Debussy, Gershwin e Bartok e a seguire in un recital che impagina Images di Debussy e Sechs Kleine Klavierstucke di Schönberg.
Invece per il suo recital il 16 novembre a Londra nella nuovissima stagione di concerti alla Bechstein Hall, nuova prestigiosa venue affiancata allo showroom londinese del famosissimo brand tedesco di pianoforti, Baglini ha scelto alcuni tra i suoi cavalli di battaglia in un programma tutto romantico da Schubert a Chopin e a Liszt.
Suonare con uno studente di Silvia, già avviato alla vita musicale professionale come Pietro Fortunato - racconta Maurizio Baglini - riflette la mia personale missione di didatta, non di pedagogo, ma di didatta nel senso più artigianale del termine: dare ai giovani più meritevoli la possibilità concreta di esibirsi con chi calca il palcoscenico regolarmente, chi è già in carriera. Lo studio della musica oggi non implica per forza l’avviamento all’attività professionale, per carità: tuttavia, la selezione naturale della vita fa sì che ci siano poi dei giovani più meritevoli di altri. Abbiamo, con Silvia, deciso, di dedicare a Brahms questo programma incluso nel MB project di Roma 3 Orchestra proprio per dare una visione di diversificazione generazionale rispetto al nostro duo stabile. Un bellissimo modo di rivedere per entrambi pezzi che suoniamo abitualmente”.
Ogni strumento ha un’identità peculiare - aggiunge Baglini riferendosi al suo concerto nella capitale del Regno Unito - e Bechstein è una marca la cui storia parla da sola. Per la prima volta, a Londra, dove è stato creato un punto vendita con showroom di particolare pregio, viene istituita una programmazione musicale che si colloca fra le più seguite e attese della capitale musicale europea. La mia curiosità di provare sempre strumenti nuovi, testarli in concerto ed associarne le caratteristiche a repertori e pubblici diversi ha fatto sì che accettassi con entusiasmo questo invito”.
Quando Maurizio mi ha proposto di suonare per il suo Baglini Project con un suo studente - racconta Silvia Chiesa - da un lato ero molto felice perché mi piace molto dare spazio ai giovani, e lo faccio abitualmente. Dall’altro mi spaventava un po’ l’idea del repertorio scelto. Per suonare Brahms ci vogliono molti ingredienti, fra cui anche una esperienza di vissuto per poter aver il giusto suono e la giusta profondità interpretativa. Dalla prima prova con Paolo Ehrenheim mi sono accorta che le mie paure potevano placarsi. E un musicista, non importa che età abbia. Anzi questo gli fa ancor più onore, in quanto la sua capacità di espressione e la sua qualità esecutiva, se chiudiamo gli occhi, non è quella di un giovane studente, ma di un pianista maturo.
E mentre si preparano per questi importanti impegni autunnali Baglini e Chiesa sono anche già al lavoro per programmare la 20° edizione dell’Amiata Piano Festival, in una natura toscana ancora un po’ selvaggia dove, grazie al sodalizio con la Fondazione Bertarelli, sono stati pionieri di un modo diverso di fare arte immateriale nella bellezza incontaminata e dove possono continuare a sperimentare percorsi musicali inediti e sorprendenti insieme a grandi musicisti internazionali.
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