La prima del nuovo allestimento del Giulio Cesare di Händel, con la regia di Chiara Muti e Ottavio Dantone alla direzione di Accademia Bizantina, apre la Stagione d’Opera 2025 del Teatro Alighieri di Ravenna, venerdì 17 gennaio alle 20.30 (replica domenica 19 alle 15.30). Dopo il debutto a Ravenna, il nuovo allestimento sarà in tournée nei teatri coproduttori – ovvero Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Lucca e Bolzano. In uno spazio metafisico, le cui tinte ricordano l’oro delle sabbie e dei metalli preziosi d’Egitto e degli enigmatici volti delle maschere dei faraoni, il ruolo di Giulio Cesare è affidato a Raffaele Pe, mentre Cleopatra è Marie Lys. Delphine Galou veste i panni della moglie di Pompeo, Cornelia, mentre Tolomeo, fratello e rivale di Cleopatra per il trono d’Egitto, è Filippo Mineccia. Completano il cast Davide Giangregorio come Achilla, Federico Fiorio come Sesto, Andrea Gavagnin come Nireno e Clemente Antonio Daliotti come Curio. Firma le scene Alessandro Camera, mentre Tommaso Lagattolla cura i costumi e Vincent Longuemare le luci.
“Il Giulio Cesare è un’opera che tutti dovrebbero conoscere, perché rappresenta la perfetta simbiosi tra storia e mito e la massima armonia tra musica e teatro – dichiara Ottavio Dantone, che guiderà Accademia Bizantina al clavicembalo – Il capolavoro di Händel affascina per la particolare varietà di timbri e colori: arpa, tiorba, viola da gamba, oboi, flauto e corno impreziosiscono l’orchestra, accompagnando i molteplici caratteri dei personaggi. Il contenuto musicale ricco di suggestioni e di straordinaria potenza evocativa ci trasporta e colloca direttamente dentro la vicenda come se la vivessimo personalmente”. Dopo il Tamerlano del 2023 e la Trilogia d’Autunno 2024, continua così la felice collaborazione con la Bizantina e Dantone per portare in scena all’Alighieri il repertorio melodrammatico del Seicento e primo Settecento, meno frequentato di quello dei secoli successivi.
Il Cesare barocco è “un simbolo di marmorea giustizia e temperanza – sottolinea Chiara Muti – Non ha nulla di ambivalente e si disumanizza per glorificare, nell’apoteosi di Roma, le virtù dell’illuminato monarca,” vale a dire Giorgio I e la nuova dinastia regnante degli Hannover, a cui il compositore intendeva rendere omaggio con l’opera presentata proprio al King’s Theatre di Londra nel 1724. “Grazie all’intensità delle linee vocali e al dinamismo cromatico orchestrale – continua la regista – Händel riscatta la staticità dell’azione e arricchisce di senso i caratteri. Scavando nella materia umana e svelandone la complessità di contrasti, ci offre momenti di tale tensione emotiva da farci dire che raggiunse, con la musica, le vette che Shakespeare toccò con la parola. La regia, avvalorata dalla melodia, si piega dunque alla dimensione simbolico evocativa”.
Il Teatro Alighieri ha commissionato a Felice Nittolo, artista per cui il mosaico è luogo di continua sperimentazione, tre lavori dedicati ai titoli della Stagione d’Opera 2025. Per Giulio Cesare, Nittolo ha immaginato una figura ispirata alla statuaria romana; un fondale di fuoco ne amplifica la grandezza mentre lunghe e veloci pennellate generano uno scenario vibrante, quasi apocalittico. Le creazioni di Nittolo saranno esposte a teatro in occasione delle rappresentazioni e caratterizzano i materiali promozionali della Stagione.
La Stagione d’Opera e Danza 2025 è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
(foto Zani/Casadio)
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