Teatro Ariosto, Reggio Emilia
15 gennaio 2025, ore 20:30
Unfolding
Coreografia Philippe
Kratz
PRIMA ITALIANA
Assistente Tom Van de
Ven
Costumi Grace Lyell, Pauline Gudet
Direttore delle
prove Natalia Rodina
Danzatori Paul Elie, Elisabeth
Gareis, Oriana Oliveira, Réka Rácz
Direttore tanzmainz Honne
Dohrmann
Direttore di produzione Lisa Besser
Collaboratore
Direzione danza e Coordinatore tournée Hannah
Meyer-Scharenberg
Assistente della Direzione della Danza Julia
Kraus
Allestimento palco e suono in tournée Luka
Curk
Allestimento luci in tournée Dominik Hager
Direttore
di scena in tour Matthew Tusa
Coreografia Sharon
Eyal
Consulente artistico Gai Behar
Costumi Rebecca
Hytting
Composizione Ori Lichtik
Luci e scena Alon
Cohen
Assistenza coreografica Rebecca Hytting, Keren Lurie
Pardes
Direzione prove e produzione Natalia
Rodina
Danzatori Amber Pansters, Maasa Sakano, Marija
Slavec-Neeman; Zachary Chant, Finn Lakeberg, Cornelius Mickel, Matti
Tauru
Direzione tanzmainz Honne Dohrmann
Direzione
produzione artistica Lisa Besser
Assistente direzione danza e
coordinamento tournée Hannah Meyer-Scharenberg
Direttore di
scena Matthew Tusa
Produzione Staatstheater Mainz
Molti grandi coreografi e tournée di successo hanno riempito il suo bagaglio di esperienze. Oggi, terminata la carriera attiva come danzatore, utilizza questa cassetta degli attrezzi per sviluppare la propria firma coreografica come apprezzato coreografo emergente. Nel 2014, 2017 e 22, la rivista TANZ ha riconosciuto Philippe Kratz come una delle figure più notevoli nel campo della danza. La rivista italiana Danza&Danza lo ha nominato coreografo dell’anno nel gennaio 2020.
Unfolding, in prima italiana, è il titolo di un gioiello di dieci minuti che ha sviluppato con un quartetto dell’ensemble tanzmainz. Il linguaggio del corpo, molto preciso e idiosincratico, che richiede un alto livello di abilità tecnica da parte dei danzatori, si dispiega in costante relazione con lo spazio. Il repertorio di assoli molto complessi si sviluppa in un gruppo artistico e intricato, con intensità e linearità crescenti. Grafica del corpo ad alta perfezione: questo è il linguaggio della danza di Philippe Kratz. Sharon Eyal, acclamata coreografa dalla firma inconfondibile, combina qui l’estetica classica e la fisicità del balletto con la musica elettronica. Dopo Plafona Now e il successo internazionale Soul Chain, Promise è la sua terza creazione per la compagnia Tanzmainz, ulteriore tappa di un processo creativo comune, in questo caso durato sole sei settimane di intenso lavoro con sette danzatori della compagnia.
In scena i danzatori diventano un corpo unico, muovendosi, nell’ombra, tra vicinanza e desiderio, estasi e solitudine, in uno spazio in cui le immagini irreali scompaiono con la stessa rapidità con cui sono arrivate, eppure restano chiaramente visibili, come istantanee nella mente. Una magia tipica della danza, ma qui portata all’estremo, grazie a un complesso intreccio di disciplina e dedizione, ma anche a un lavoro di sottrazione di possibili significati.
Ancor più che gli altri lavori, Promise è come un sogno: immagini si susseguono in scena e lasciano un’impronta nella memoria dello spettatore, come frammenti di eternità.
(le foto dei due balletti sono di Andreas Etter; la foto di Philippe Kratz è di Giacomo Bruno; la foto di Sharon Eyal non è accreditata)
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