Prosegue al Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française di Venezia la rassegna di cine-concerti, dove la magia del cinema muto si fonde con l’emozione della musica dal vivo. Questi eventi rivivono la storica tradizione di accompagnare le pellicole mute con esibizioni musicali direttamente in sala, creando un’atmosfera unica e coinvolgente proprio accanto allo schermo.
Il travestimento è la quintessenza del Carnevale, ma anche quella del primo cinema, che ha avuto tra le sue maschere indimenticabili quella di Charlot, il piccolo vagabondo inventato da Charlie Chaplin: baffetti finti, pantaloni e scarpe troppo larghi, e anche il ricordo di un’eleganza perduta nella giacca e nel bastone. Ma non fu questo l’unico volto di Chaplin: in The Masquerader (1914) si potranno intravedere i “dietro le quinte” della comicità di Charlot, che si troverà a indossare un costume femminile; e poi lo troveremo ufficiale dei soldati di Siviglia in Burlesque on Carmen (1916), omaggio e parodia di una pellicola coeva (1915) di Cecil B. DeMille, che faceva sua l’opera di Bizet (1875) e il romanzo di Mérimée (1845).
L’evento sarà introdotto da una presentazione video curata da Marco Bellano, e accompagnato da un innovativo commento musicale al pianoforte costruito da Gabriele Dal Santo proprio a partire dalle composizioni di Georges Bizet. Questo sarà un assaggio esclusivo del festival che il Palazzetto Bru Zane dedicherà successivamente al compositore, dal 29 marzo al 16 maggio 2025.
Parallelamente alle 3 date dedicate a questa serata speciale – venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 febbraio, delle visite guidate gratuite saranno previste tutti i giorni dal 20 al 23 febbraio.
Un viaggio straordinario tra la comicità, la musica francese e la storia del cinema!
Charlie Chaplin incontra Carmen
VENERDÌ 21, SABATO 22 FEBBRAIO ORE 19.30
DOMENICA 23 FEBBRAIO ORE 17
PALAZZETTO BRU ZANE
Marco Bellano presentazione video
Gabriele Dal Santo pianoforte
Nell’ambito del Carnevale di Venezia 2025
Cineteca di Bologna
Partner culturale per i cine-concerti: Rete cinema in laguna
Finale con brindisi sabato 22 febbraio
Tariffa: 5 euro a persona
Approfondimento: Incontri e scontri tra Carmen e il cinema muto
Carmen di Bizet ha ispirato oltre un centinaio di produzioni cinematografiche, di ogni genere e qualità; è interessante notare, però, che un numero sostanziale di questi film si trovi concentrato nella prima parte del Novecento, quasi a testimoniare un’affinità precoce tra quell’opera lirica e la sensibilità dei primi frequentatori delle sale. Prima della grande Carmen di DeMille del 1915, che appunto ispirò Chaplin, vi erano già stati almeno nove film, a partire dalla breve scena singola del 1909 delle produzioni Lubin, passando per le versioni del 1913 degli studi Thanhouser e Monopol. C’è da dire che Carmen, come personaggio, era un perfetto veicolo per la nascente figura della diva cinematografica; e infatti, negli anni fu un catalizzatore di carisma al femminile, offrendo straordinarie possibilità interpretative a nomi quali Geraldine Farrar, Theda Bara, Pola Negri, Dolores del Río, Viviane Romance e Rita Hayworth.
A proposito di Geraldine Farrar, che fu Carmen anche sul palcoscenico, essendo per prima cosa cantante lirica, pare che la sua esperienza davanti alla macchina da presa finì per influenzare di ritorno la messinscena operistica. Si racconta, infatti, che dopo il suo ruolo per DeMille, in una ripresa di Carmen al Metropolitan nella stagione 1915-16 Farrar avesse introdotto una recitazione decisamente impetuosa, applicando quanto aveva appreso sul set. Si ricorda, ad esempio, come nella scena con le sigaraie, Farrar-Carmen si fosse presa la libertà di scrollare per le spalle una delle ragazze in modo sin troppo veemente e apparentemente “autentico”, al punto da provocare lo sdegno del celeberrimo Enrico Caruso, nel ruolo di Don José. «Trucchi da Hollywood!», sbottò il tenore. «Dove crede che siamo? Al cinema?». Farrar non si lasciò scoraggiare e, in un momento successivo, scelse di reagire in scena a una stretta di Caruso sul suo polso… mordendogli una mano, causando non poco scorno al riottoso collega.
Chaplin, proprio per via del suo lavoro di parodia sul film di DeMille, avrebbe molto voluto vedere Farrar nei panni di Carmen al Metropolitan, ma si perse la recita per via di un’indisposizione; in cambio, gli fu offerto di assistere a un Rigoletto proprio con Caruso. Al termine della rappresentazione, il regista decise di andare nel camerino del tenore, anche perché gli era stato riferito che questi avesse pronunciato parole lusinghiere nei suoi confronti, chiamandolo “il Caruso dei film”. Ebbene, Chaplin si trovò di fronte un Caruso sdegnoso, che gli dava ostentatamente la schiena mentre si rimirava nello specchio. Dopo una certa attesa, Chaplin decise di passare al contrattacco: fissandolo attraverso lo specchio, lo apostrofò con un «saluti dal Caruso dei film al Charlie Chaplin dell’opera lirica!», per poi dileguarsi, a sua detta, come in una rapida dissolvenza…
Marco Bellano
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