giovedì 16 gennaio, ore 20
sabato 18 gennaio, ore 17
Direttore Dawid Runtz
Corno Radovan Vlatković
Orchestra Filarmonica di Zagabria
Jakov Gotovac
(Spalato 1895 – Zagabria 1982)
Symphonic Dance
Reinhold Glière
(Kiev 1875 – Mosca 1956)
Concerto per corno e orchestra in Si bemolle Maggiore op. 91
– Allegro
– Andante
– Moderato. Allegro vivace
Pëtr Il’ič Čajkovskij
(Votkinsk 1840 – San Pietroburgo 1893)
Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica”
– Adagio. Allegro non troppo
– Allegro con grazia
– Allegro molto vivace
– Adagio lamentoso. Andante
Sul podio Dawid Runtz (nella foto a destra), per un programma che si apre con solista la Symphonic Dance di Jakov Gotovac, quindi il Concerto per corno e orchestra in Si bemolle Maggiore op. 91 di Reinhold Glière solista Radovan Vlatković (nella foto in basso) e, nella seconda parte, la Sinfonia n. 6 in Si minore op. 74 “Patetica” di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
«L’energia, la sensibilità, l’eco stessa della musica popolare – sottolinea Raffaele Mellace nelle note di sala – sono le vie attraverso cui tre personalità ben distinte di artisti compongono in questo concerto il ritratto d’una sfaccettata anima slava dal fascino irresistibile». Apre il concerto una pagina fortemente significativa per la Filarmonica di Zagabria, un brano molto nota in ambito coreografico, cioè la Danza sinfonica op. 12 del compositore dalmata Jakov Gotovac, classe 1895, formatosi tra la città natale, Spalato, e Vienna, e destinato a carriera direttoriale, segnatamente all’Opera di Zagabria. «Gotovac è stato una figura centrale nella cultura musicale croata, cui ha offerto la cifra accessibile e popolare d’un nazionalismo musicale di idioma tardoromantico. La Danza (Ruota o Kolo) sinfonica in programma, prima fortunata fatica sinfonica del compositore, del 1926, si rifà al kolo, danza di gruppo dei paesi dell’ex Jugoslavia, spesso accompagnata dalla tamburizza, liuto a manico lungo dalle corde metalliche d’origine orientale, tipico della Croazia.
Puntando decisamente a Nord,
approdiamo, per restarvi, in Russia con il Concerto per corno di
Reinhold (Rejngol’d Moricevič) Glière, nato nel 1875 a Kiev, dove
avrebbe insegnato, come anche a Mosca. Di origine belghe, direttore
d’orchestra, figura in vista nell’Unione Sovietica a cavallo
della Seconda guerra mondiale (morì nel 1956, tre anni dopo Stalin),
anche Glière s’interessò alla musica folklorica, al canto
popolare ucraino e alla cultura dell’Asia centrale. Erede del
sinfonismo russo ottocentesco, esibisce una scrittura tardoromantica
tonale dal melodismo espressivo e suadente di presa immediata. Ne è
un esempio paradigmatico il maturo concerto in programma, insediatosi
da almeno quarant’anni nel repertorio dei cornisti: scritto nel
1950 per Valery Polekh, è concepito nel formato classico del
concerto virtuosistico, con ampio spazio per il solista ma anche
dall’accurata orchestrazione. Corona il concerto l’estremo
capolavoro di Čajkovskij, la Sinfonia del cui soprannome
di “Patetica” si assunse la paternità il fratello del
compositore, Modest. L’ultimo anno di vita di Čajkovskij, sospeso
tra riconoscimenti lusinghieri e il mistero tuttora insoluto della
fine prematura, fu dominato dall’ossessione di “una sinfonia a
programma, ma con un programma che rimarrà segreto per tutti”
[...] La “Patetica” andrà dunque intesa come un requiem
personale, testamento sinfonico di profonda serietà esistenziale.
Čajkovskij compose tra febbraio e agosto 1893, e diresse il 28
ottobre 1893 a San Pietroburgo, quella che, dichiarò, «penso sia la
mia opera migliore». Il sentimento del tragico è indagato
dall’artista con lucida disperazione e originalità
formale».
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