mercoledì 29 gennaio 2025

GIANNA FRATTA E AVERY GAGLIANO OSPITI DELL’80a STAGIONE DEI POMERIGGI MUSICALI “80 ANNI SUONATI”

 Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 30 gennaio 2025, ore 10 (in anteprima) e ore 20
sabato 1 febbraio 2025, ore 17
direttrice Gianna Fratta
pianoforte Avery Gagliano
Orchestra I Pomeriggi Musicali
 
Pëtr Il’ič Čajkovskij
(Votkinsk 1840 – San Pietroburgo 1893)
Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 44
– Allegro brillante e molto vivace
– Andante non troppo
– Allegro con fuoco
 
Gabriel Fauré
(Pamiers 1845 – Parigi 1924)
Pavane in Fa diesis minore op. 50
 
Suite Pelléas et Mélisande op. 80
– Prélude. Quasi adagio
– Fileuse. Andantino quasi allegretto
– Chanson de Mélisande. Molto adagio
– Sicilienne. Allegretto molto moderato
– La Mort de Mélisande. Molto adagio– Allegro con brio

 

I prossimi appuntamenti dell’80a stagione concertistica 2024/2025 dei Pomeriggi Musicali “80 anni suonati” al Teatro Dal Verme giovedì 30 gennaio (ore 10 e ore 20) e sabato 1 febbraio (ore 17) si declinano al femminile con il ritorno di Gianna Fratta sul podio e la presenza della pianista Avery Gagliano.
In programma il Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 44 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, seguito da due pagine di Gabriel Fauré, cioè la Pavane in Fa diesis minore op. 50 e la Suite Pelléas et Mélisande op. 80.
Giovedì 30 gennaio, con aperitivo dalle ore 18.45, nuovo incontro del ciclo “Altri Pomeriggi” dedicato agli Under30 che potranno conversare con Gianna Fratta e Avery Gagliano sul tema “Sentieri del Romanticismo” legato alle pagine in programma per il concerto (biglietto e aperitivo: 10 euro).
 

Nata nel 2001, Avery Gagliano è una pianista statunitense di straordinario talento, riconosciuta per la sua tecnica impeccabile e la profondità emotiva delle sue interpretazioni. Vincitrice della sezione “junior” del celebre Concorso Van Cliburn nel 2020, è fra le più brillanti recenti diplomate del prestigioso Curtis Institute di Philadelphia e si sta affermando come una delle stelle emergenti della musica classica.
Gianna Fratta è stata invece una delle prime donne in Italia a dirigere importanti complessi sinfonici o
essere inviata in teatri di rilievo, come il Teatro dell'Opera di Roma, il Maggio Musicale Fiorentino o il Teatro Verdi di Trieste. Apprezzata per il carisma e il carattere, è apprezzata anche per le doti manageriali e organizzative.
 
«Passano appena cinque anni – sottolinea Raffaele Mellace nelle note di sala – tra la nascita di Pëtr Il’ič Čajkovskij e quella di Gabriel Fauré. Pur in contesti differenti e con un destino assai diverso, questi due grandissimi segnarono in misura decisiva la civiltà musicale del secondo Ottocento, la stagione dell’esaurimento del Romanticismo e dell’invenzione del moderno. Il concerto odierno ne propone tre lavori che chiudono, esattamente nell’ordine in cui saranno eseguiti, ciascuno uno gli ultimi tre decenni del secolo. La composizione più antica, realizzata con agio tra l’ottobre 1879 e l’aprile 1889, è probabilmente il più negletto tra i concerti čajkovskijani, di rarissimo ascolto; pagina in realtà profondamente ispirata, di meravigliosa vitalità e straordinario interesse. […] All’altro capo di quel decennio, nel 1887, la celeberrima Pavane in Fa diesis minore fu composta per una serie di concerti estivi da Gabriel Fauré, che ben presto l’accompagnò a un coro invisibile con eventuale intervento coreutico, dedicando questa versione più ambiziosa alla mecenate, contessa Élisabeth Greffulhe. Il 25 novembre 1888 il pezzo veniva proposto in prima esecuzione assoluta nella sua veste orchestrale a Parigi, per i Concerts Lamoureux. I Ballets Russes di Sergej Djagilev l’accoglieranno nel loro repertorio come Las Meninas, mentre trent’anni più tardi Fauré lo riprenderà nel divertissement Masques et bergamasques. […] Trascorre un altro decennio e ci s’imbatte in un lavoro dalla vicenda complessa, la Suite Pelléas et Mélisande op. 80. Nel 1898 a Gabriel Fauré furono commissionate dall’attrice inglese Mrs. Patrick Campbell le musiche di scena per il dramma lirico omonimo del poeta belga Maurice Maeterlinck, il testo più fortunato del simbolismo musicale, che avrebbe ugualmente impegnato Schönberg, Sibelius e Debussy. Dei 19 numeri della partitura originaria, strumentata dall’allievo Charles Koechlin, Fauré trasse, orchestrando per un organico più ampio, una suite da concerto presentata a Parigi il 3 febbraio 1901, una settimana dopo la morte di Verdi. L’ascoltatore affronta in quattro stazioni un percorso compiuto attraverso la vicenda infelice dei due amanti».
 
 

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