TEATRO ARGENTINA
giovedì 30 gennaio ore 21
L’ESTRO INTELLIGENTE
Bach, Vivaldi, Pärt
Concerto de’ Cavalieri
Federico Guglielmo primo violino
solista
Carlo Lazzaroni concertino II
Katarzyna Solecka, Alessia Pazzaglia,
Iben Kejser, Giancarlo Ceccacci violini
Gabriele Politi viola
Alessandro Andriani violoncello
Luca Cola contrabbasso
Takashi Watanabe clavicembalo
Maria De Martini, Carolina Pace flauti
Marcello Di Lisa direttore
solisti
Federico Guglielmo violino
Maria De Martini flauto
Takashi Watanabe clavicembalo
Antonio Vivaldi (1678-1741)
Concerto per 2 violini in la maggiore
da L’estro armonico op. 3 n. 5 (1711)
Federico Guglielmo, Carlo
Lazzaroni violini
Arvo Pärt (1935)
Summa (1977)
Johann Sebastian
Bach (1685-1750)
Concerto brandeburghese n. 5 in re
maggiore BWV 1050 (1720-21)
Federico Guglielmo violino - Maria
De Martini flauto - Takashi Watanabe clavicembalo
Antonio Vivaldi
Concerto in re maggiore per violino e
archi da L’estro armonico op. 3 n. 9 (1711)
Federico Guglielmo violino
Arvo Pärt
Da pacem Domine (2004)
Johann Sebastian Bach
Concerto brandeburghese n. 4 in sol
maggiore BWV 1049 (1719-20)
Federico Guglielmo violino -
Maria De Martini, Carolina Pace flauti
Riprende la musica da camera dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina giovedì 30 gennaio (ore 21) con il concerto L’estro intelligente dell’ensemble Concerto de’ Cavalieri (foto in alto, di Cyrille Guir), fra le principali formazioni italiane nel campo della musica antica, ospite delle maggiori istituzioni concertistiche internazionali, diretta da Marcello Di Lisa (foto a sinistra, di Lorenzo Franzi). Un dialogo fra la musica strumentale barocca dei suoi più celebri autori, Johann Sebastian Bach e Antonio Vivaldi, con quella del compositore estone Arvo Pärt, musicista dalla forte impronta spirituale e fra i più importanti dell’ultimo secolo, che nel 2025 festeggia 90 anni. Un concerto dunque dalle inaspettate e sorprendenti corrispondenze.
“L’intenzione è stata quella di riunire nello spazio di un’unica serata due delle più celebri ed entusiasmanti raccolte concertistiche del Barocco: ‘L’estro armonico’ di Vivaldi, che è tra i frutti più succulenti del Settecento musicale italiano, e i ‘Concerti brandeburghesi’, autentico caleidoscopio del gusto barocco europeo che esemplifica in modo splendido il talento compositivo di Bach” – introduce così il concerto Marcello Di Lisa, clavicembalista, direttore e fondatore di Concerto de’ Cavalieri – . “La presenza di Pärt genera allo stesso tempo un senso di naturale straniamento estetico, ma anche sottili e inaspettate corrispondenze, e dialoga con l’universo barocco per opposizione. Se è vero che Bach e Pärt sono del tutto antitetici per epoca, forma e densità, entrambi sono accomunati da una spiritualità potente e affermativa, che emerge con chiarezza e si manifesta nel tessuto stesso delle loro composizioni”.
Il programma alterna dunque due Concerti dalla nota e fortunata raccolta L’estro armonico op. 3 di Vivaldi pubblicata nel 1711 ad Amsterdam – il n. 5 per due violini in la maggiore e il n. 9 per violino e archi in re maggiore – e due degli altrettanti noti Concerti brandeburghesi scritti da Bach circa un decennio dopo – il n. 5 in re maggiore BWV 1050 e il n. 4 in sol maggiore BWV 1049 – con due pagine di Arvo Pärt (nella foto a destra), Summa e Da pacem Domine.
Summa venne composta nel 1977 inizialmente per Coro (sul testo latino del Credo) e poi trascritta per varie formazioni. “Ho sviluppato un sistema compositivo altamente formalizzato, che utilizzo da vent’anni per scrivere la mia musica e ‘Summa’ è l’opera più rigorosa ed enigmatica di questa serie”, affermava Pärt nel 1994, e proseguiva: “La grande semplicità del pezzo maschera la sua complessità. Le regole sottostanti fanno sì che in superficie si crei un ciclo di cambiamento continuo mentre la struttura profonda possieda un ordine di quiete”.
Il secondo brano, Da pacem Domine, su versetti biblici, venne scritto su commissione di Jordi Savall per commemorare le vittime degli attentati di Madrid del 2004. Anche in questo caso, composta inizialmente per 4 voci, il lavoro venne poi trascritto per diverse formazioni. Il lavoro è una preghiera per la pace, espressa con poca crescita armonica e quasi nessuno slancio, “eppure – come scrisse il New York Times – l’ascoltatore è attratto inesorabilmente dalla sua ipnotica trama vocale”.
Il concerto si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2025 sullo Spettacolo dal Vivo
Nessun commento:
Posta un commento