Venerdì 4 ottobre, alle ore 20.30, nel Teatro Piccinni di Bari, l’Orchestra sinfonica della Città metropolitana di Bari si esibirà in un concerto dal titolo “Dal Nuovo Mondo” che vedrà sul palco il leggendario violinista siberiano Vadim Repin.
L’evento, che rientra negli appuntamenti della 83ª stagione della Camerata Musicale Barese, è frutto di una importante collaborazione tra due storiche istituzioni baresi che, attraverso una strategica azione di rete, portano a Bari uno dei violinisti più importanti del panorama contemporaneo, oltre che un direttore d’orchestra dalla carriera in grande ascesa, il maestro Boian Videnoff (nella foto in alto), fondatore e direttore artistico dei Mannheimer Philharmoniker.
Il concerto è dedicato a due capolavori del repertorio sinfonico romantico.
Il programma prevede in apertura l’esecuzione del Concerto per violino in re maggiore, op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Repin, erede della grande tradizione violinistica russa, darà vita a un’opera che unisce virtuosismo tecnico e raffinatezza melodica, con accenti slavi e uno slancio emotivo irresistibile.
Vadim Repin (nella foto), classe 1971, ha iniziato la sua carriera prestissimo vincendo il concorso Wienawskia 11 anni e diventando il più giovane vincitore del Concours Reine Elisabeth a 17. Collabora regolarmente con artisti di fama mondiale come Martha Argerich, Sonya Yoncheva, Daniil Trifonov, Gautier Capuçon, e si esibisce in importanti sale da concerto, come l’Elbphilharmonie di Amburgo, la Herkulessaal di Monaco, l’Auditorio Nacional di Madrid, la Liederhalle Stuttgart. Ha ricevuto inoltre numerosi riconoscimenti, tra cui il Victoire d’Honneur, la più alta onorificenza francese. Repin suona – e suonerà anche in questa occasione – il violino “Rode” di Antonio Stradivari del 1733.
Nella seconda parte del concerto, l’Orchestra sinfonica della Città Metropolitana di Bari eseguirà la celebre Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal Nuovo Mondo”, op. 95 di Antonín Dvořák. Composta nel 1893 durante il soggiorno americano del compositore, questa sinfonia fonde magistralmente elementi della musica popolare americana con le radici boeme di Dvořák.
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