lunedì 7 ottobre 2024

Al Verdi l'appuntamento dedicato alla grande Trieste del Novecento musicale, l'11 ottobre con pagine di Barison, Fuga, Dallapiccola e Stravinskij

 
STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Dal 27 settembre al 22 dicembre 2024
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3° Concerto
Venerdì 11 ottobre 2024 ore 19.30
Direttore TOMMASO TURCHETTA
Soprano MARIE-PIERRE ROY
Pianoforte GIACOMO FUGA
Maestro del Coro PAOLO LONGO
 
PROGRAMMA
CESARE BARISON
Tre momenti lirici per un melodramma
 
SANDRO FUGA
Toccata per pianoforte e orchestra
 
LUIGI DALLAPICCOLA
Cinque frammenti di Saffo - Liriche greche
 
IGOR STRAVINSKIJ
Sinfonia di salmi
 
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
 
Con un concerto omaggio alla storica vocazione per la musica contemporanea di Trieste e in senso lato alla sua tradizione di modernità e attualità,  si giunge al terzo concerto sinfonico aperto con Cesare Barison, grande protagonista della vita musicale triestina novecentesca di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni dalla morte e il prossimo il 150nario dalla nascita, quindi subito Sandro Fuga, vincitore del Concorso di Composizione Sinfonica “Città di Trieste” 1952, qui con il figlio Giacomo Fuga al pianoforte che fu di Maria Tipo; poi l’istriano e studente triestino Luigi Dallapiccola, infine la Sinfonia di Salmi di Igor Stravinskij.
 
Con la direzione del giovane Tommaso Turchetta (nella foto in alto a sinistra), primo Kapellmeister ad Innsbruck ed ora a Essen, con la voce dell’affermato soprano Marie Pierre Roy (nella foto a destra), nota per la sua grande sicurezza sul repertorio barocco e contemporaneo, quindi il pianista Giacomo Fuga, figlio del compositore Sandro Fuga e interprete per eccellenza della composizione del padre, il Verdi di Trieste porta al suo pubblico un impaginato che è davvero un memento alla grande vocazione di innovazione, coraggio creativo e proiezione culturale al futuro della città.
Si apre infatti con Tre momenti lirici per un melodramma di Cesare Barison (nella foto a sinistra), violinista di grande pregio, didatta, compositore, sovrintendente del Verdi dal 1945 al 1954 e in quel ruolo protagonista assoluto della centralità del teatro nella cultura musicale del tempo: con lui spicca il volo dal Verdi il giovanissimo von Karajan, con lui il Verdi diventa il palco di prime essenziali del Novecento musicale con Copland o Hindemith, con Barison il Ring di Wagner diventa la produzione da non perdere e grazie a lui la Norma di Bellini vede in città la Callas.
Ma in quegli stessi anni che hanno fatto la fama della città nel mondo, tutta la collettività guarda al futuro e infatti nel 1949 il Sindaco ing. Gianni Bartoli fondò il Concorso di Composizione Sinfonica “Città di Trieste”, per “promuovere, favorire, stimolare determinate attività culturali, sempre vive nella nostra Città”.  Con il supporto attivo del Conservatorio Tartini, del Teatro Verdi e della sua Orchestra, nasce dunque il concorso vinto nel 1952 dal compositore veneto-torinese Sandro Fuga (nella foto a destra), nipote di Luigi Nono, con la Toccata per Pianoforte e Orchestra, che torna finalmente nel nostro teatro dopo oltre 70 anni con il figlio Giacomo Fuga al pianoforte laddove al tempo si ebbe la grande Maria Tipo.
Il cammino delle memorie al futuro procede poi con l’istriano e studente triestino Luigi Dallapiccola (nella foto a sinistra), colonna portante del Novecento internazionale da Berlino fino agli USA, presentato qui con i Cinque frammenti di Saffo - Liriche greche composte sulle traduzioni di Salvatore Quasimodo durante la guerra ed eseguiti solo dopo la fine del conflitto; con il loro tentativo di fuga dalla realtà dolente del momento, esse conducono al gran finale neoclassico della serata con la Sinfonia di Salmi di Stravinskij, nata su tre salmi davidici prima in slavo, poi in latino, rivista quindi nel 1948, proseguendo anche la traccia del secondo fil rouge dell’impaginato, la voce umana nel ‘900 musicale.
 
Commenta così il Direttore Artistico Paolo Rodda: “Grazie alla mia lunga carriera con la nostra istituzione, la mia memoria storica in questo teatro è assai lunga e di certo non dimentico lo sforzo di tutta la città in passato per fare di questo teatro la punta di diamante della ricerca artistica in Europa. Dimenticare il nostro passato o peggio ricordarlo solo come folklore è più facile, ma è un errore. Oggi che il futuro ci sembra più sereno, è nostro dovere ricordare e fare uno sforzo intellettuale verso il ricordo come sprone per il futuro. Molte iniziative della sinfonica e della stagione lirica vanno in questa direzione ed io invito i miei concittadini a prestare proprio ad esse la massima attenzione”.

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