Raffinata belcantista, soprano di grande espressività, Rosa Feola è una delle voci di maggior successo degli ultimi anni, apprezzata interprete lirica in tutto il mondo, dal Teatro alla Scala al Metropolitan di New York, diretta dalle più grandi bacchette di oggi, fra cui Riccardo Muti con il quale mantiene una lunga collaborazione. L’Accademia Filarmonica Romana la ospita per la prima volta nella sua stagione giovedì 10 aprile (ore 21.15) al Teatro Argentina, accompagnata al pianoforte da Fabio Centanni (nella foto in basso), in una serata dedicata alla musica vocale da camera dell’Ottocento, spaziando fra Rossini, Donizetti, Verdi, Liszt e Ponchielli, autori senz’altro di più raro ascolto nel genere della romanza, piuttosto che nel repertorio operistico. Nel recital un omaggio anche a Ciro Pinsuti, compositore oggi di raro ascolto ma molto noto nell’Ottocento.
IL PROGRAMMA
Quello della romanza da salotto per voce e pianoforte, repertorio che attraversa tutto l’Ottocento italiano, è una composizione a uso e consumo dei salotti borghesi, frequentati non solo da amatori e dilettanti ma anche da celebri cantanti e compositori: si trovano dunque lavori dalle linee melodiche semplici, ma anche composizioni più elaborate e complesse. Legata al periodo d’oro dell’opera lirica, magari per ricreare lo svago dell’opera anche in un’allegra serata conviviale, viene composta dalle glorie del melodramma italiano, da Rossini e Donizetti sino a Giuseppe Verdi. Il recital della Feola approfondisce dunque questo repertorio, facendo riscoprire anche brani o autori meno noti.
Nel programma, un posto d’onore spetta alla Regata veneziana di Rossini, con cui si apre il concerto. Un ciclo di tre canzonette in dialetto veneziano scritte da Francesco Maria Piave che racconta la regata dei gondolieri dagli occhi di Anzoleta, che tifa per il suo amato Momolo, che vincerà la regata.
In programma anche Donizetti, con quattro romanze: La gondoliera, La zingara, La sultana (dedicata al celebre soprano Giulia Grisi), e La fidanzata, piccola gemma densa di colorature in cui emerge tutto il virtuosismo vocale presente nella scrittura dell’operista bergamasco.
Anche Verdi si cimentò con il genere, pubblicando nel 1845 una raccolta di 6 romanze per canto e pianoforte edite di nuovo nel 1890 da Ricordi. Per l’occasione, Rosa Feola esegue da quest’album La zingara e Ad una stella. È invece del 1838 Deh, pietoso, oh Addolorata su testo dal Faust di Goethe. Unico autore non italiano è Franz Liszt, di cui la Feola interpreta i Tre Sonetti del Petrarca, un omaggio all’Italia, non solo per i versi del Petrarca, ma anche perché inseriti (nella versione originale per pianoforte) negli Années de pèlerinage (Deuxième année) che fissano in musica impressioni e ricordi del compositore ungherese nei suoi lunghi soggiorni italiani.
Concludono il concerto due intonazioni del più celebre sonetto dantesco, Tanto gentile e tanto onesta pare. Il primo è composto da Amilcare Ponchielli, nel 1865, il secondo da Ciro Pinsuti (1828-1888), autore oggi di raro ascolto ma molto in voga nell’Ottocento, che scrisse circa trecento composizioni vocali da camera tramandate in più di seicento edizioni pubblicate in tutto il mondo, fra cui Londra, Milano, Parigi, New York, Chicago, Toronto, Buenos Aires.
Il concerto si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2025 sullo Spettacolo dal Vivo
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