sabato 5 aprile 2025

Passio Secundum Joannem di Bach al Teatro Valli con Pygmalion, dirige Raphaël Pichon

 

Teatro Municipale Valli, Reggio Emilia

16 aprile 202, ore 20:30

Pygmalion, coro e orchestra
Raphaël Pichon, direttore

Julian Prégardien, Evangelist
Huw Montague-Rendall, Jesus
Leon Košavić, Pilatus
Ying Fang, soprano
Lucile Richardot, contralto
Laurence Kilsby, tenore


Anonimo Corale O Traurigkeit, O Herzeleid !
J.S.Bach Passio Secundum Joannem BWV 245 Parte I
J.S.Bach Estratti da Sehet ! Wir gehn hinauf gen Jerusalem, BWV 159:
– Sehet ! Wir gehn hinauf gen Jerusalem
– Ich folge dir nach
– Es ist vollbracht
J.S.Bach Corale Christe, du Lamm Gottes  BWV 245/II n. 40b
J.S.Bach Passio Secundum Joannem BWV 245 Parte II
con Mottetto di Jacobus Gallus Ecce quomodo moritur

Più breve e compatta della Matthäus-Passion, la Johannes-Passion è la più antica delle Passioni bachiane. Composta nel 1723 venne eseguita per la prima volta nella Settimana Santa del 1724 a Lipsia, dove Bach era Kantor. Basata sul testo evangelico della Passione di Cristo, la Passione appare come un grandioso edificio musicale composto di recitativi, arie, corali e cori. Una formidabile costruzione architettonica che raggiunge punte drammatiche di impressionante tensione. La vastità della forma e la profondità della lettura del testo evangelico ne fa una delle vette insuperate nella storia della musica sacra europea. interpretazione della Passione, combinando elementi tradizionali con un approccio contemporaneo. La scelta di iniziare con il mottetto anonimo “O Traurigkeit, O Herzeleid!” è significativa, in quanto questo brano è profondamente evocativo e si ricollega alla liturgia della Passione, preparando emotivamente il pubblico al tema della sofferenza.
L’inserimento degli estratti dalla Cantata BWV 159 al termine della prima parte, al posto del Sermone, offre una riflessione musicale che arricchisce l’esperienza complessiva. Il grande Corale “Christe, du Lamm Gottes”, che chiudeva una seconda versione della Passione, funge da potente conclusione, evocando un senso di pietà e devozione.
Dopo la recita della morte di Gesù, l’aggiunta del mottetto di Jacobus Gallus “Ecce, Quomodo moritur” rappresenta un ulteriore approfondimento del tema del sacrificio e della morte, offrendo un contrasto significativo e una dimensione ulteriore alla narrazione. Questa struttura, attraverso l’uso di brani vocali e corali, non solo celebra la tradizione musicale barocca, ma invita anche a una riflessione profonda sulle tematiche di morte e redenzione.
L’approccio di Pichon (nella foto) dimostra come la musica possa essere un mezzo potente per esplorare e interpretare emozioni complessi, rendendo la Passione non solo un evento liturgico, ma anche un’esperienza artistica e spirituale coinvolgente.


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