martedì 4 marzo 2025

IL TCBO FESTEGGIA I 150 ANNI DALLA NASCITA DI RAVEL. Sul podio dell’Orchestra della fondazione lirico-sinfonica felsinea Donato Renzetti

 
Ha appena concluso con successo la sua prima tournée a Hong Kong l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna guidata da Donato Renzetti, che torna sotto le due torri – con lo stesso direttore – per omaggiare Maurice Ravel nella serata precedente il giorno del suo centocinquantesimo compleanno. Giovedì 6 marzo alle 20.30 all’Auditorium Manzoni si ascoltano infatti tre brani celebri di inizio Novecento del compositore francese, nato il 7 marzo del 1875, appena proposti anche in uno dei due concerti al Cultural Centre di Hong Kong.
 
Il primo è la lenta danza cinquecentesca Pavane pour une infante défunte, il cui titolo rimanda all'idea di descrivere “una pavana che una piccola principessa (una infanta) può aver ballato in tempi passati presso la corte spagnola”; si prosegue con la suite orchestrale, dall’originale per pianoforte, Le tombeau de Couperin, omaggio al noto compositore, clavicembalista e organista e all’intera musica francese del XVIII secolo, nella quale ogni pezzo è dedicato da Ravel a un amico scomparso nella Grande Guerra; e infine la suite Ma Mère l’Oye (Mamma oca), cinque pezzi infantili – nati per pianoforte a quattro mani e successivamente trasformati in una versione orchestrale concepita come balletto – ispirati alle fiabe più amate, tra cui La bella addormentata nel bosco, Pollicino e La bella e la bestia, che proprio per la loro genuinità all’inizio faticarono ad ottenere riconoscimento. Come ricordava Manuel Rosenthal, allievo di Ravel: «La semplicità fu mal compresa, perché si pensava che le novità dovessero essere complicate. La sua semplicità era ardua: non era né candore di debuttante, né indulgenza: Laideronette, Le jardin feérique ti fanno singhiozzare [...] è un grande musicista che ha già appreso tutto quello che c’è da apprendere, che sa tutto. Se si vuole caratterizzare Ravel bisogna dire che fu il solo la cui musica è animata dalla tenerezza. Per questo rimane così presente».
 
In apertura del concerto all'Auditorium Manzoni viene, inoltre, proposta un’altra pagina già interpretata dall’Orchestra del TCBO e da Renzetti a Hong Kong: si tratta della Sinfonia n. 4 in la maggiore detta “Italiana” di Felix Mendelssohn, scaturita dal viaggio da Venezia a Roma che il compositore tedesco – all’epoca ventunenne – fece tra il 1830 e il 1831 sulla scia dei connazionali Goethe e Heine. Il lavoro incorpora infatti svariate suggestioni raccolte dal giovane durante il suo Grand Tour: dall’atmosfera del Carnevale romano che segna l’Allegro iniziale, fino al celebre Saltarello del finale, ispirato alla danza della figlia del direttore dell’Accademia di Francia nel corso di una serata a Villa Medici. Mendelssohn ne era rimasto affascinato, tanto da scrivere nel suo diario: «Avrei voluto essere un pittore per il superbo quadro che ne sarebbe venuto».

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