Domenica 23 marzo 2025 ore 11
Milano, Teatro Gerolamo, Piazza Cesare
Beccaria 8
Wolfgang Amadeus Mozart
Quintetto per archi n. 4 in Sol minore
K 516
Johannes Brahms
Quintetto per archi n. 2 in Sol
maggiore op. 111
I Solisti dell’Orchestra Sinfonica di
Milano
Giulio Mignone Violino
Ruben Giuliani Violino
Luca Trolese Viola
Simone Libralon Viola
Jeremias Fliedl Violoncello
Ancora nel segno di Wolfgang Amadeus Mozart, a cui l’Orchestra Sinfonica di Milano ha dedicato molto spazio nella sua programmazione 2024/2025, anche in ambito cameristico. Del resto, alla formazione del quintetto d'archi Mozart dedicò sei lavori, che per molti aspetti costituiscono uno dei vertici della sua produzione cameristica, nonché della intera letteratura strumentale per archi. Come ricorda Charles Rosen, Mozart si dedicò alla formazione del quintetto “sempre subito dopo avere composto una serie di Quartetti, come se l'esperienza fatta con quattro strumenti lo avesse messo in grado di accostarsi a un organico più ricco”. La scrittura impiegata nei Quintetti, come in particolare nel caso del Quintetto per archi n. 4 in Sol minore K 516, è infatti essenzialmente simile a quella dei Quartetti; in particolare, nelle opere mature, Mozart fece uso della scrittura peculiare dello stile classico, che presuppone un ruolo egualitario di ogni strumento, ottenuto però non secondo la totale indipendenza melodica delle voci l'una dall'altra - propria del vecchio stile contrappuntistico - ma secondo un calibrato dialogo degli strumenti, che alternano ciascuno reciprocamente la funzione melodica a quella di accompagnamento, muovendo dall'elaborazione dello stesso materiale tematico.
Se Mozart si dedica alla forma del Quintetto solo dopo numerosi “esercizi” con il Quartetto, ben diverso è il caso di Johannes Brahms. Alla musica da camera il compositore tedesco sarebbe tornato nell’ultima fase della sua vita, un luogo di serenità e raccoglimento dove poter esprimersi intensamente. Così, nascono alcuni dei gioielli più preziosi del catalogo cameristico di Brahms, come l’op. 111, lavoro tra i massimi di tutta la produzione brahmsiana per bellezza d'invenzione, coerenza formale ed espressività.
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