mercoledì 19 marzo 2025

LA CONSOLAZIONE DELLA FRAGILITÀ UMANA NEL REQUIEM TEDESCO DI BRAHMS DIRETTO DA MARIOTTI


«È un viaggio meditativo e riflessivo intorno all’idea della morte, intesa non solo come parte inalienabile della vita, ma anche come passaggio obbligato verso una dimensione migliore». Così il Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti descrive Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms, che interpreta per la prima volta nel concerto in programma al Teatro Costanzi sabato 22 marzo alle ore 20, trasmesso in diretta su Radio3 Rai.
«La musica di Brahms – prosegue Mariotti – pur nella sua natura matematica, riesce a non diventare mai calcolata, ma rimane sempre profonda e ricca di sorprese armoniche e melodiche. Scompare il rapporto quasi di sudditanza verso un Dio terribile. Il testo di questo Requiem, liberamente modellato dall’autore, ci parla delle fragilità umane che troveranno conforto e consolazione solo dopo la morte. Questo spiega la predominanza di tonalità calde, maggiori e proprio per questo rassicuranti».
Accanto a Michele Mariotti sono impegnati il soprano Carolina López Moreno, al debutto al Costanzi, e il baritono Derek Welton, che torna invece dopo aver cantato in Elektra (2010-11), Candide (2011-12) e Curlew River (Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, 2013). L’Orchestra e il Coro, diretto da Ciro Visco, sono quelli del Teatro dell’Opera di Roma.
 
Johannes Brahms (1833-1897) ha composto Ein deutsches Requiem tra il 1854 e il 1868, ispirato probabilmente dalla morte dell’amico Robert Schumann (1856) e, sicuramente, da quella della madre (1865). A lei è dedicata la quinta parte dell’opera (Ihr habt nun Traurigkeit per soprano solo e coro). La composizione venne eseguita nella prima versione in sei movimenti il 10 aprile 1868, Venerdì Santo, nella cattedrale di Brema. Il 18 febbraio 1869 vide la luce la versione completa, con sette movimenti, al Gewandhaus di Lipsia, diretta da Karl Reinecke.
Il Requiem tedesco è il lavoro sinfonico che ha dato notorietà al compositore, allora trentacinquenne. Non si può definire un Requiem in senso propriamente liturgico poiché non ha una diretta relazione con le messe funebri. Il testo è formato da brani biblici scelti da Brahms stesso dalla traduzione tedesca di Martin Lutero.

Nessun commento:

Posta un commento