Sette mesi dall’inizio della sua prima stagione come Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano, ed Emmanuel Tjeknavorian viene nominato Miglior Direttore nell’ambito della 44° edizione del Premio Abbiati promosso dall’Associazione Nazionale Critici Musicali. Fresco di questo prestigioso riconoscimento, Tjeknavorian torna all’Auditorium di Milano venerdì 28 (ore 20) e domenica 30 marzo (ore 16), con un programma interamente russo che tiene insieme musiche di Aleksandr Borodin e Sergej Prokof'ev: del primo vengono proposte le inconfondibili Danze Polovesiane da Il Principe Igor, in particolare l’Ouverture e la Marcia (Preludio atto III), e la Danza delle fanciulle polovesiane, mentre del secondo si esegue una selezione da Romeo e Giulietta (Danza del mattino - Scena - Maschere - Morte di Tibaldo - Montecchi e Capuleti - La giovane Giulietta - Danza - Romeo e Giulietta prima della separazione - Romeo presso la tomba di Giulietta).
Un programma che ruota attorno al tema della narrazione. E’ senz’altro il caso de “Il principe Igor” di Aleksandr Borodin, fulgido esempio di riscoperta del passato culturale e popolare russo. Una storia affascinante che narra le gesta dell’esercito guidato dal principe Igor contro i Tartari, ma che dopo un’eroica lotta è costretto a cedere le armi. Le danze polovesiane, nel secondo atto dell’opera, rappresentano una prodigiosa esplosione corale, uno dei più “possenti tumulti musicali”, come scrisse un critico francese del tempo.
Diverso è il caso di “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev, forse il balletto più significativo realizzato dal compositore, la cui composizione è datata 1936 e la cui prima esecuzione risale invece al 1938. Da questo balletto Prokofiev estrapola ben tre Suites orchestrali, le prime due, op.64bis e op.64ter, datate 1936, e la terza, l’op. 101, datata 1946. Tre raccolte che costituiscono una libera scelta di pezzi, non legata allo svolgimento della trama, ma accostati da criteri puramente musicali, basati su una contrapposizione netta tra le varie atmosfere espressive. La partitura di Romeo e Giulietta può senz’altro rappresentare la composizione-simbolo del periodo di mezzo di Prokof’ev, in cui il compositore riesce a trovare un esemplare equilibrio tra sonorità dure e asperità ritmico-melodiche con la necessità di un lirismo più marcato.
Un ritorno in grande stile del Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano, di cui si legge su Classic Voice una significativa ed eloquente considerazione di Andrea Estero: “La leadership di un direttore, il suo magnetismo, sta soprattutto nella capacità di responsabilizzare i professori d'orchestra, di chiedere e ottenere il massimo.” Una riflessione che riassume perfettamente il momento attuale della compagine di casa in Largo Mahler, che, continua Estero, conta su “una sezione di archi compatta, serrata, con un suono unico e svettante ai violini, pastoso e cantabile ai violoncelli, su ottoni che staccano fanfare precise, intonate, bronzee, e i legni che si prodigano in assoli indiscutibili per fraseggio e respiri.”
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