TEATRO ARGENTINA
giovedì 5 dicembre | ore 21.35
ENRICO
DINDO / ANDREA LUCCHESINI
Enrico Dindo violoncello
Andrea
Lucchesini pianoforte
Robert Schumann
Phantasiestücke op.
73
Ludwig van Beethoven
Sonata in do
magg. per violoncello e pianoforte n. 4 op. 102 n. 1
Fryderyk Chopin
Sonata in sol
minore per violoncello e pianoforte op. 65
Il prossimo concerto dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina, giovedì 5 dicembre (ore 21.35), ha un valore speciale, non solo perché sul palco salgono due fra i più importanti e affermati musicisti italiani, il violoncellista Enrico Dindo e il pianista Andrea Lucchesini, ma anche perché entrambi hanno tracciato le linee guida dell’istituzione romana degli ultimi sei anni, legandosi entrambi con affetto alla sua storia più recente: Lucchesini ne è stato direttore artistico dal 2018 al 2021, Dindo dal 2022 fino a giugno 2024.
A unire i loro percorsi artistici è anche il modo di vivere la musica: li accomunano la grande passione per il repertorio di musica da camera, il desiderio di esplorare la musica senza confini spaziando dal classico al contemporaneo, la dedizione verso la formazione di giovani talenti.
Il programma approfondisce il repertorio per violoncello e pianoforte dell’Ottocento con alcune delle pagine più note per i due strumenti: si apre con le intime sonorità dei Phantasiestücke op. 73 di Schumann, classico esempio della pratica della Hausmusik, ovvero del far musica insieme, nei salotti di casa, parte integrante della vita musicale tedesca nell’Ottocento.
Segue la Quarta Sonata che Beethoven dedica al violoncello e pianoforte, l’op. 102 n. 1 in do maggiore, la sua penultima per questa formazione che anticipa (se non, per alcuni, apre) quello che sarà il suo ultimo periodo che sfocerà nella rivoluzionaria Nona Sinfonia. Infine, la Sonata op. 65 in sol minore di Chopin, uno dei rari lavori che il musicista polacco non scrisse esclusivamente per il solo pianoforte; complice l’amicizia con il violoncellista August-Joseph Franchomme, insieme al quale Chopin eseguì per la prima volta la Sonata nel 1847. Ricchezza melodica e armonica, temi melanconici, passaggi contrappuntisti e sonorità preimpressionistiche caratterizzano questo spartito, lettura personalissima degli schemi classici della Sonata. A impreziosire la serata il suono dello strumento di Dindo, un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717, affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.
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