Il prossimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice vedrà il ritorno di Charles Dutoit sul palcoscenico del Teatro di Campo San Fantin, alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Nei tre appuntamenti in programma venerdì 13 dicembre 2024 ore 20.00 (turno S), sabato 14 dicembre ore 20.00 e domenica 15 dicembre ore 17.00 (turno U), l’osannato maestro francese dirigerà un programma di sicura presa, che si aprirà con la Petite Suite di Claude Debussy, proposta nell’orchestrazione di Henri Büsser; proseguirà con la Sinfonia n. 104 in re maggiore Hob.I:104 London di Franz Joseph Haydn e si concluderà con la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonin Dvořák. La replica di sabato 14 dicembre 2024 ore 20.00 sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3.
Il programma musicale della serata si aprirà con la Petite Suite di Claude Debussy, un pezzo per pianoforte a quattro mani che il francese compose nel 1888: era appena tornato dall'Italia, dove a Villa Medici a Roma aveva ottenuto il suo Prix de Rome. Suonò la ‘piccola suite’ per la prima volta al Conservatorio di Parigi nel 1889, accompagnato da Paul Dukas, ottenendo un grande successo. Fu proprio uno degli studenti presenti quel giorno, Henri Büsser, a scriverne una versione per orchestra, nel 1907. Debussì gliene fu grato: lo sappiamo da una lettera nella quale si congratulò per la sua «ingegnosa orchestrazione». Sia nella versione originale che in questo e altri arrangiamenti, l'opera è oggi una delle composizioni più suonate di Debussy.
La Sinfonia n. 104 in re maggiore Hob.I:104, l’ultima del catalogo di Franz Joseph Haydn (1732-1809), è anche l’ultima – la dodicesima – scritta dal compositore per il pubblico londinese. Fu presentata nella stagione dei Concerti dell’Opera il 4 maggio 1795, al King’s Theatre. Abbandonato il servizio principesco degli Esterhàzy ed entrato nell’agone del mercato musicale nella più grande città dell’Occidente, il compositore austriaco si trovò di fronte a un pubblico in prevalenza borghese, e questo lo portò da una parte ad accentuare gli elementi popolari della sua scrittura, dall’altra, raccogliendo i frutti di un magistero pluridecennale, a rendere più raffinata la propria arte compositiva per ciò che concerneva la logica dell’elaborazione tematica, con grande apprezzamento del pubblico inglese, che giudicò quasi ‘shakespeariana’ la commistione dei livelli di stile, il gioco dei contrasti anche bruschi, l’oscillazione tra solennità sublime e scherzo.
Presentata il 16 dicembre del 1893 diretta da Anton Seidl alla Carnegie Hall di New York, la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák (1841-1904) ottenne subito un enorme successo. Il compositore si trovava negli Stati Uniti già dal settembre del 1892 perché aveva accettato l’incarico di direttore del National Conservatory di New York, offertogli nel 1890 durante il suo precedente soggiorno americano. Nel nuovo mondo Dvořák si dedicò allo studio dei canti della comunità nera degli Stati Uniti e si occupò delle tradizioni dei pellerossa. Ma se da una parte la Sinfonia in mi minore risente di questa fondamentale esperienza del compositore, dall’altra in essa non viene utilizzata musica autenticamente americana: «Non ho impiegato una sola melodia preesistente – sottolinea il musicista boemo –, ma ho semplicemente scritto temi miei incorporando le caratteristiche della musica indiana». Ne scaturisce un’opera impressionante per la forza lapidaria e icastica delle sue idee, per l’inconfondibile colore pentatonico delle melodie, per il legame inscindibile dei suoi quattro movimenti, ottenuto attraverso un tema di matrice accordale che nasce già nel breve misterioso Adagio introduttivo e che ritorna più volte lungo il corso della Sinfonia secondo i principi della forma ciclica.
In occasione del concerto diretto da Charles Dutoit, si rinnoverà il consueto appuntamento con le conferenze di approfondimento della Stagione Sinfonica: il concerto di venerdì 13 dicembre 2024 sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.
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