IL LAGO DEI CIGNI
di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Teatro Filarmonico di Verona
Domenica 15 dicembre ore 15.30
Mercoledì 18 dicembre ore 19.00
Venerdì 20 dicembre ore 20.00
Sabato 21 dicembre ore 18.00
Domenica 22 dicembre ore 15.30
Martedì 31 dicembre ore 19.30
Spettacolo ridotto:
Giovedì 12 dicembre ore 10.30 per
scuole
Sabato 14 dicembre ore 15.30 per
giovani e famiglie
Anteprima aperta al pubblico:
Venerdì 13 dicembre ore 15.30
Il Teatro Filarmonico si prepara alla stagione numero 50 chiudendo in bellezza il 2024 con il ritorno della danza nel più classico dei titoli. Il Lago dei cigni di Čajkovskij, nella coreografia di Evgenij Polyakov, sarà in scena dal 15 al 31 dicembre con sei rappresentazioni e due riduzioni per scuole e famiglie. Ben otto repliche già sold-out.
Protagonisti sulle punte saranno étoiles e primi ballerini della Scala e dei teatri di Vienna e Amsterdam. Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Liudmila Konovalova, Victor Caixeta e Alessandro Macario racconteranno la fiaba dell’amore immortale tra bene e male nelle nuove scene di ambientazione veronese e veneta, create da Michele Olcese per Fondazione Arena.
Ultimi biglietti per l’anteprima. Per la prima volta, infatti, le prove generali di venerdì 13 dicembre saranno aperte non solo a studenti e scolaresche ma anche al pubblico.
La danza torna dunque sul palcoscenico del Teatro Filarmonico a otto anni di distanza dall’ultimo spettacolo. Il titolo, dopo un debutto in sordina nel 1877, grazie al revival di Petipa e Ivanov del 1895, si è stabilito in repertorio tra i classici più belli di tutti i tempi, con pagine sinfoniche memorabili e una tensione narrativa unica. Verona rivivrà gli indimenticabili passi a due della coreografia di Evgenij Polyakov (1943-1996 - nella foto sopra): una lettura che alla magia della fiaba classica unisce realismo e approfondimento psicologico inediti. A riprenderla a Verona è Enrica Pontesilli, fondatrice dell’associazione intitolata al maestro russo naturalizzato francese, con il Ballo di Fondazione Arena coordinato da Gaetano Bouy Petrosino.
Nella nuova produzione interamente
firmata da Fondazione Arena, Nicoletta Manni, Timofej
Andrijashenko saranno i protagonisti per le quattro
rappresentazioni del 15, 18, 20 e 22 dicembre, alternati a Liudmila
Konovalova (nella foto a sinistra) e Victor Caixeta (nella foto più in basso) per le recite
straordinarie del 21 e 31 dicembre. Alessandro Macario sarà
in scena per tutte le repliche.
La scenografia colloca la vicenda in una serie di ambienti fedeli alla sequenza di scenari di Čajkovskij che riprodurranno luoghi del cuore del pubblico e dei suoi creatori: Michele Olcese ha omaggiato Verona e il suo territorio con riferimenti a Giardino Giusti, le ville della Torre e dei Vescovi, scenari barocchi (pensati per le feste del Teatro Farnese di Parma firmati dai Bibiena, già architetti del Filarmonico), e naturalmente un lago notturno, che combina le falesie dell’alto Garda con la rocca di Malcesine. Le scene sono state realizzate interamente nei laboratori di Fondazione Arena, con un occhio di riguardo alle enormi tele dipinte sotto il coordinamento di Paolino Libralato, massimo custode di un’arte tradizionale per cui l’Italia è ancora punto di riferimento nel mondo teatrale internazionale.
L’occasione vede insieme per la prima volta al Filarmonico Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, étoile e primo ballerino del Teatro alla Scala, coppia d’arte e nella vita, nei cuori di tanti fan anche per un’indimenticabile proposta di matrimonio sul palcoscenico dell’Arena. Saranno rispettivamente Odette/Odile, ossia i due volti femminili di cigno bianco/cigno nero, e il principe Siegfried, alternati ad altri due primi ballerini d’eccezione: Liudmila Konovalova, prima ballerina del Balletto di Stato di Vienna, già applaudita sia in Arena che al Teatro Romano con Zorba il greco, con Victor Caixeta, primo ballerino del Balletto Nazionale di Amsterdam, al debutto veronese. Accanto a loro, sul palcoscenico per tutte le date, ci sarà Alessandro Macario, artista internazionale che dal Teatro San Carlo ha danzato in tutto il mondo; vestirà i panni dell’antagonista Rothbart, che nella coreografia di Polyakov non è solo perfido stregone ma anche insinuante tutore: un male “vicino”, interno alla corte, che influenza le scelte del Principe più con la sudditanza psicologica che con la magia.
Un debutto speciale anche sul podio. L’Orchestra di Fondazione Arena sarà diretta da Vello Pähn (a destra), direttore estone poliedrico, applaudito in tutti i principali palcoscenici della danza classica d’Europa, dall’Opéra di Parigi a Vienna e Monaco, già atteso a Londra, Berlino e Milano.
La scenografia colloca la vicenda in una serie di ambienti fedeli alla sequenza di scenari di Čajkovskij che riprodurranno luoghi del cuore del pubblico e dei suoi creatori: Michele Olcese ha omaggiato Verona e il suo territorio con riferimenti a Giardino Giusti, le ville della Torre e dei Vescovi, scenari barocchi (pensati per le feste del Teatro Farnese di Parma firmati dai Bibiena, già architetti del Filarmonico), e naturalmente un lago notturno, che combina le falesie dell’alto Garda con la rocca di Malcesine. Le scene sono state realizzate interamente nei laboratori di Fondazione Arena, con un occhio di riguardo alle enormi tele dipinte sotto il coordinamento di Paolino Libralato, massimo custode di un’arte tradizionale per cui l’Italia è ancora punto di riferimento nel mondo teatrale internazionale.
L’occasione vede insieme per la prima volta al Filarmonico Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, étoile e primo ballerino del Teatro alla Scala, coppia d’arte e nella vita, nei cuori di tanti fan anche per un’indimenticabile proposta di matrimonio sul palcoscenico dell’Arena. Saranno rispettivamente Odette/Odile, ossia i due volti femminili di cigno bianco/cigno nero, e il principe Siegfried, alternati ad altri due primi ballerini d’eccezione: Liudmila Konovalova, prima ballerina del Balletto di Stato di Vienna, già applaudita sia in Arena che al Teatro Romano con Zorba il greco, con Victor Caixeta, primo ballerino del Balletto Nazionale di Amsterdam, al debutto veronese. Accanto a loro, sul palcoscenico per tutte le date, ci sarà Alessandro Macario, artista internazionale che dal Teatro San Carlo ha danzato in tutto il mondo; vestirà i panni dell’antagonista Rothbart, che nella coreografia di Polyakov non è solo perfido stregone ma anche insinuante tutore: un male “vicino”, interno alla corte, che influenza le scelte del Principe più con la sudditanza psicologica che con la magia.
Un debutto speciale anche sul podio. L’Orchestra di Fondazione Arena sarà diretta da Vello Pähn (a destra), direttore estone poliedrico, applaudito in tutti i principali palcoscenici della danza classica d’Europa, dall’Opéra di Parigi a Vienna e Monaco, già atteso a Londra, Berlino e Milano.
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