È il direttore d’orchestra ucraino Kirill Karabits (nella foto in alto di Mark Allan)– che sostituisce il previsto Cristian Măcelaru, indisposto – il protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma giovedì 12 dicembre alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. La serata è trasmessa in diretta su Radio3, nel circuito Euroradio e in live streaming sul portale di Rai Cultura, ed è replicata venerdì 13 dicembre alle 20.
Nato a Kiev nel 1976, Kirill Karabits è figlio del compositore Ivan Karabits ed è cresciuto circondato dalla musica. Si è formato nella sua città natale e successivamente a Vienna. Ha diretto le più importanti orchestre europee e americane, dall’Orchestre National de France alla Philharmonia Orchestra passando per i Wiener Symphoniker; dalle orchestre di Cleveland, Philadelphia e Dallas fino a quelle di San Francisco e Chicago. Profondamente connesso con la musica della sua terra, propone spesso autori poco noto dell’Est Europa, affiancandoli a compositori contemporanei e ai grandi classici, all’insegna di una versatilità che sembra essere la sua cifra distintiva e la radice della sua straordinaria energia interpretativa.
In apertura di serata la prima esecuzione assoluta di La nymphe larmoyante (La ninfa lacrimosa) di Théodore Akimenko: breve brano orchestrale recentemente ritrovato e revisionato proprio da Karabits alla Bibliothèque Nationale di Parigi, che custodisce l’archivio del compositore franco-ucraino. Nato nel 1876 vicino a Kharkiv e scomparso a Parigi nel 1945, dopo aver passato gran parte della sua esistenza in Francia, Akimenko è stato allievo di Rimskij-Korsakov e maestro di Stravinskij. Questo suo breve lavoro orchestrale risale al 1916 ed è palesemente influenzato dal linguaggio impressionistico e da Debussy.
Sul palco dell’Auditorium Rai sale anche il violinista armeno Sergey Khachatryan (nella foto di Marco Borggreve), il più giovane vincitore della storia del Concorso Sibelius di Helsinki, abituale solista con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la London Symphony Orchestra e l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. Khachatryan propone il Concerto per violino e orchestra in re minore del suo conterraneo Aram Il’ič Chačaturjan. Nato durante l’estate del 1940, il lavoro è dedicato al violinista russo David Oistrach e si è aggiudicato nel 1941 il Premio Stalin, uno dei più alti riconoscimenti da parte dello stato sovietico.
In chiusura di serata la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonín Dvořák, scritta nel 1885 per la Società Filarmonica di Londra, di cui il compositore era divenuto membro onorario un anno prima, sull’onda del successo riscosso dallo Stabat Mater, e la cui notorietà internazionale era legata soprattutto alla caratterizzazione folclorica delle sue Danze slave. Dvořák compose la sinfonia seguendo lo stile brahmsiano, grandioso e imponente. Riconosciuta come una delle vette del musicista boemo per coerenza e compattezza formale, è caratterizzata da una severità e austerità espressiva che ne giustifica il sottotitolo “del tempo torbido”.
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