Sabato 14 dicembre al Parco della Musica Ennio Morricone (Teatro Studio Gianni Borgna ore 21), una novità al 61° Festival di Nuova Consonanza con For Peace, 6 melologhi in prima esecuzione assoluta su testi contro la guerra, a sostegno delle ragioni della pace, fra le tematiche che la presente edizione del Festival, dal titolo “Politiké – Musica per il domani”, intende affrontare.
A recitarli sul palco è Peppe Servillo, voce storica degli Avion Travel, artista a tutto tondo, mentre la nuova musica, eseguita da Roma Tre Orchestra diretta da Mimma Campanale, è scritta da sei compositrici e compositori italiani di diversa generazione, formazione e stile – Alessandra Bellino, Luca Lombardi, Alessandro Melchiorre, Salvatore Passantino, Salvatore Sciarrino, Alessandro Solbiati – accomunati da una riflessione condivisa su una delle sfide più importanti della contemporaneità.
Sopramondo di Alessandra Bellino (1970) è composto sui testi Sopramondo e Babele della poetessa e scrittrice Maurizia Rossella, mentre Natale 1914 di Salvatore Passantino (1992), autore anche del testo, racconta la vigilia di Natale del 1914, nel bel mezzo del conflitto che sconvolse l’Europa, quando un gruppo di soldati di trincea sperimentò un momento di inattesa tregua, dando vita a un intenso momento di condivisione e speranza con i propri nemici. Luca Lombardi (1945) in Quel dolce sogno… ha scelto alcuni frammenti dallo scritto Alla pace perpetua di Immanuel Kant che, nel 1795, si poneva il problema di come raggiungere una pace durevole tra i popoli, uno scritto che conserva ancora tutta la sua attualità. El viejo canto di Alessandro Solbiati (1956) mette in musica due testi molto diversi: il primo testo è la caustica Ninna nanna de la guerra di Trilussa, il secondo è parte di un emozionante augurio di pace di Neruda.
Salvatore Sciarrino (1947 - nella foto) in La
voce del sangue (appunti per una testimonianza) si è cimentato
nella doppia veste di autore di testi e della musica e racconta la
genesi del suo nuovo lavoro: “Sul soggetto della pace cercavo
sui libri alcuni passi brevi, che potessero accompagnarsi alla
musica. Ho notato però che i pensieri più elevati, quando vengono
isolati dal contesto, assumono una insopportabile, generica retorica.
È così che ho provato a mettermi in gioco, ad avvicinare
l'argomento cominciando da ciò che ci tiene in vita e ci fa
respirare: il sangue (…) e pian piano si è affacciata la memoria
dei fiumi di sangue versati nei secoli…”. Alessandro
Melchiorre (1951) con Daß was war, è l’ultimo
compositore in programma. Chi ha ispirato la sua musica è stato
Paul Celan, fra i testimoni “più irriducibili” del
XX secolo, per usare le parole dello stesso compositore, che ha
isolato alcuni testi e versi che hanno segnato momenti e temi
fondamentali della vita e dell’opera del poeta, frammenti tragici,
talora lirici, in qualche occasione intimi, a volte drammatici, ma
sempre intensi; ne escono fuori sette brani “ciascuno di essi
potrebbe ambire a diventare una scena d’opera”.
La settimana si completa domenica 15 dicembre al Mattatoio di Roma - La Pelanda con il concerto Complicité Fedele e il ritorno in Italia dell’ensemble Accroche Note, punto di riferimento per l’interpretazione della musica d’oggi, privilegiando una modalità lavorativa basata sulla collaborazione continua e diretta con i compositori. Fra questi spicca quella con Ivan Fedele (nella foto) di cui verrà eseguita in prima assoluta una nuova composizione del ciclo degli Haiku (Natsu Haïku, Haïku estivi), di cui l’ensemble ha già eseguito i primi due cicli. Alla musica del compositore salentino, si affiancano i brani di altri autori dei nostri giorni (Jonathan Harvey, Nina Šenk, Vittorio Montalti e Caterina Di Cecca) in cui affiorano soggetti affini al tema del Festival, legati a diverse forme di resistenza a situazioni di oppressione, di manipolazione o alla disobbedienza come forma di ribellione.
La settimana si completa domenica 15 dicembre al Mattatoio di Roma - La Pelanda con il concerto Complicité Fedele e il ritorno in Italia dell’ensemble Accroche Note, punto di riferimento per l’interpretazione della musica d’oggi, privilegiando una modalità lavorativa basata sulla collaborazione continua e diretta con i compositori. Fra questi spicca quella con Ivan Fedele (nella foto) di cui verrà eseguita in prima assoluta una nuova composizione del ciclo degli Haiku (Natsu Haïku, Haïku estivi), di cui l’ensemble ha già eseguito i primi due cicli. Alla musica del compositore salentino, si affiancano i brani di altri autori dei nostri giorni (Jonathan Harvey, Nina Šenk, Vittorio Montalti e Caterina Di Cecca) in cui affiorano soggetti affini al tema del Festival, legati a diverse forme di resistenza a situazioni di oppressione, di manipolazione o alla disobbedienza come forma di ribellione.
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