lunedì 16 dicembre 2024

Al Comunale di Modena 'Gianni Schicchi', diretto da Luciano Acocella per la regia di Stefano Monti con gli allievi dell’alta formazione del Teatro.

 

Va in scena al Teatro Comunale Pavarotti-Freni sabato 21 dicembre 2024 alle 20 e domenica 22 alle 15.30 Gianni Schicchi, titolo comico in un unico atto di Giacomo Puccini. L’opera, che richiede un cast numeroso e diversificato, si vedrà in uno spettacolo che il regista Stefano Monti aveva firmato con successo per gli allievi di Mirella Freni nel 2017 e viene ripreso nuovamente per i talenti internazionali del corso di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Comunale sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Fondo Sociale Europeo. Nel contesto dello stesso programma di formazione, che ha visto i giovani cantanti partecipare a progetti di rilievo internazionale con concerti e spettacoli in Austria, Ungheria, Serbia, Francia, Danimarca, Spagna, Germania, l’opera verrà trasmessa in diretta streaming dagli studenti del corso di comunicazione in video e visibile sul canale YouTube del Teatro. La parte musicale dello spettacolo è affidata alla direzione di Luciano Acocella alla guida dell’Orchestra Filarmonica Italiana. 
In occasione dello spettacolo, il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena consegnerà due borse di studio ai cantanti più meritevoli del Corso di alto perfezionamento. "Grazie a questa collaborazione con il Teatro Comunale, il nostro Consorzio è sempre più all’opera -, spiega il suo presidente Enrico Corsini -. Siamo orgogliosi di poter sostenere la tradizione ed i giovani sul territorio, un patrimonio che si rinnova nelle nuove generazioni, che stimola talenti e crea eccellenza, vero piacere elevato ad arte."
Composta nel 1917-18, l’opera costituisce la parte finale del Trittico, i tre atti unici originariamente scritti da Puccini per essere rappresentati in un’unica serata sebbene la fortuna di Gianni Schicchi, della durata di un’ora circa, l’abbiano resa autonoma, spesso messa in scena da sola o in altri contesti. Fra le arie celebri, “O mio babbino caro”, uno dei brani più popolari dell’intero repertorio. L’opera debuttò al Metropolitan di New York e fu un successo immediato, raccogliendo l’entusiasmo del pubblico per il suo trascinante umorismo supportato da un ritmo comico incessante e dal rapido susseguirsi dei quadri musicali.


La vicenda ci rimanda all’anno 1299: Gianni Schicchi, faccendiere noto in tutta Firenze per le sue trovate acute e perspicaci, viene chiamato in gran fretta dai parenti di Buoso Donati, un ricco mercante appena defunto, perché escogiti in tutta fretta un modo per salvarli da un’incresciosa situazione: il loro congiunto ha lasciato in eredità i propri beni al vicino convento di frati… Da questo episodio, tratto dalla Commedia di Dante, il librettista Giovacchino Forzano e Giacomo Puccini ricavarono una delle pagine più divertenti e appassionanti dell’opera italiana ormai alle soglie della modernità.
L’opera, inscritta in un trittico che contemplava per alternanza i generi del tragico, del drammatico, e del comico, rimanda con pronunciato sarcasmo al periodo della sua composizione, durante i tempi bui della Grande Guerra, in pieno espressionismo, e in questa prospettiva è stato pensato un allestimento che evoca le tinte marcate del cinema di quel periodo, da Metropolis a l’Angelo azzurro. “Forse è l’opera più spietata che io abbia mai messo in scena – racconta Stefano Monti -. Quando si immagina lo Schicchi si pensa solo alla componente comica, divertente; in realtà è anche uno spaccato di un’umanità di una spietatezza e di una avidità inaudite. L’uomo nei secoli, ahimè, non è cambiato, e quindi resta anche di un’attualità sconcertante”.

Le foto dello spettacolo risalgono alle recite rappresentate a gennaio 2017

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