sabato 29 novembre 2025

Riccardo Chailly e Alexandre Kantorow inaugurano la nuova stagione della Filarmonica della Scala

 
La quarantaquattresima Stagione di Concerti della Filarmonica della Scala s’inaugura lunedì 19 gennaio 2026: come da tradizione sul podio c’è Riccardo Chailly, che festeggia undici anni da direttore principale della Filarmonica, in un concerto atteso che segna il debutto in stagione di Alexandre Kantorow (nella foto a destra), primo pianista francese a vincere il concorso Čajkovskij nel 2019 e divenuto tra i massimi interpreti del nostro tempo. Il Maestro Riccardo Chailly torna a guidarci nel repertorio russo che più di altri ha segnato questi anni di collaborazione artistica con la Filarmonica: il Concerto per pianoforte n. 3 di Sergej Prokof’ev, nell’interpretazione di Kantorow, entra in un catalogo che include esecuzioni memorabili alla Scala e in tournée delle Sinfonie n. 1, n. 3 e n. 7, cui si aggiungerà la Quinta per il secondo appuntamento diretto dal Maestro in questa stagione (18 ottobre). Dopo sette anni Chailly torna a dirigere la Sinfonia n. 4 in fa min. op. 36 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, «confessione musicale dell’anima» nella quale confluiscono i sentimenti intensi e complessi che attraversarono il compositore durante il periodo di crisi in cui fu costretto a lasciare la Russia. Il concerto inaugurale sarà replicato anche nella tournée europea in programma a marzo con tappe alla Philharmonie Luxembourg, all’Elbphilharmonie di Amburgo, al Muziekgebouw di Eindhoven, al deSingel di Anversa, alla Philharmonie de Paris e al Konzerthaus di Vienna. Dal 2015, anno della sua nomina, Chailly ha guidato la Filarmonica in più di 120 concerti all’estero su 160 degli oltre 200 che ha diretto dal 1991. Il suo lavoro ha contribuito a consolidare l’identità artistica dell’orchestra e a rafforzarne il profilo internazionale, rendendola una presenza regolare nelle principali sale da concerto europee.
Il cartellone accoglie una significativa presenza di nuovi protagonisti della scena musicale all’insegna dell’eccellenza interpretativa e della pluralità di voci artistiche. Dopo il successo di Barbara Hannigan lo scorso ottobre, la direttrice rivelazione di questa Stagione è Marie Jacquot (25 maggio - nella foto a sinistra): esperta di repertorio contemporaneo e del Novecento – per questo motivo Kirill Petrenko l’aveva scelta come assistente alla Bayerische Staatsoper – è all’apice di una carriera che l’ha portata sul podio delle principali orchestre europee, e ricopre la carica di direttrice principale del Royal Danish Theatre e della WDR Symphony Orchestra. Al Teatro alla Scala arriva con un programma sull’immaginario romantico tedesco, tra Weber e Mendelssohn, ed è affiancata dal violista Antoine Tamestit, interprete del Concerto per viola e orchestra di William Walton.
Tra le interpreti al debutto spicca il nome di María Dueñas (11 maggio - nella foto a destra), violinista spagnola classe 2002 già astro nascente della musica classica: ha collezionato il primo premio a concorsi come Tretyakov, Menuhin e Spivakov e la nomina a BBC New Generation Artist, fino a firmare un contratto di esclusiva con Deutsche Grammophon prima dei vent’anni. Per il suo debutto Dueñas fa una scelta inusuale, interpretando il concerto per violino di Erich Wolfgang Korngold insieme all’orchestra ospite della stagione, la Tonhalle-Orchester Zürich, e al suo direttore Paavo Järvi.
Altra giovane stella del violino in Stagione è la coreana Bomsori Kim (9 novembre - nella foto in basso a sinistra)), recente conquista del catalogo Deutsche Grammophon e tra le più entusiasmanti interpreti contemporanee, impegnata nel Concerto n. 2 in re minore per violino e orchestra op. 22 di Henryk Wieniawski, capolavoro del Novecento di raro ascolto. Al suo fianco, con la Sinfonia n. 1 in mi minore del suo connazionale Jean Sibelius arriva finalmente alla Scala il finlandese Santtu-Matias Rouvali: tra i più richiesti direttori di una nuova generazione che, accanto alla cura interpretativa, ritiene ugualmente importante stabilire un contatto personale con i musicisti, come sottolineano i professori della Philharmonia Orchestra di Londra che lo hanno scelto come direttore principale.
Grande attesa anche per il debutto scaligero di Augustin Hadelich (18 ottobre), acclamato in tutto il mondo e violinista più impegnato negli ultimi due anni secondo le classifiche di Bachtrack, a 41 anni ha ricevuto riconoscimenti che vanno dal Grammy Award del 2016 al Dottorato Onorario dell’Università di Exeter nel Regno Unito. Hadelich interpreta il Concerto in re min. op. 47 per violino e orchestra di Jean Sibelius sotto la direzione di Riccardo Chailly per il suo secondo appuntamento di stagione.
Come di consueto la stagione abbraccia la pluralità dei linguaggi musicali e presta attenzione alla musica contemporanea. Il doppio debutto del direttore spagnolo Gustavo Gimeno, Direttore Musicale del Teatro Real di Madrid e della Toronto Symphony Orchestra, e del trombonista olandese Jörgen van Rijen (25 ottobre) segna la prima esecuzione italiana del Concerto per trombone Yericho del compositore canadese Samy Moussa. Van Rijen, trombone della Royal Concertgebouw Orchestra dal 1997, ha esplorato negli anni tutte le potenzialità del suo strumento collaborando con alcuni dei migliori compositori contemporanei.
 
Non mancano gli appuntamenti con i direttori e i solisti entrati ormai a fare parte della famiglia Filarmonica. Il Maestro Myung-Whun Chung (30 marzo), direttore emerito dal 2023, dirige Beethoven e Brahms, in un programma che celebra l’intesa con gli scaligeri e con il pianista norvegese Leif Ove Andsnes, grande esperto beethoveniano – nel 2016 ha registrato l’integrale dei concerti per Sony – che torna alla Scala dopo quattordici anni. Gradito è il ritorno di Fabio Luisi (23 febbraio), affiancato dalla raffinata violinista olandese Janine Jansen, impegnata con il Concerto n. 1 in sol minore di Max Bruch: tra le massime artiste viventi, collabora con alcuni dei migliori interpreti al mondo, come Martha Argerich, Mischa Maisky e i Berliner Philharmoniker, che per questa stagione l’hanno voluta come artista in residenza. Ritroviamo poi Lorenzo Viotti (16 febbraio) con la Settima di Dmitrij Šostakovič, la Sinfonia che celebra la resistenza della sua Patria, e Michele Mariotti (13 aprile) con un programma raffinato che accosta il balletto Jeu de cartes di Igor Stravinskij alla Sinfonia n. 40 in sol minore di Mozart e alla Petite Suite di Claude Debussy.

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