Martedì 18 novembre tornano a Ferrara Musica la Chamber Orchestra of Europe e Sir Antonio Pappano, per un attesissimo concerto, quasi sold-out, in programma al Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, inizio alle 20.30. La serata vedrà anche la partecipazione della violinista spagnola María Dueñas, che sarà l’interprete solista della Sinfonia spagnola di Édouard Lalo. Completano il programma le Danze slave op. 46 di Antonín Dvořák. Il concerto è l’unica data italiana di una tournée europea che ha toccato finora Valencia, Madrid, Saragozza, Siviglia, per poi sbarcare, dopo Ferrara, a Berlino e a Eisenstadt.
Prima orchestra residente di Ferrara Musica, fondata su impulso di Claudio Abbado, la COE è stata definita dalla BBC e dal Daily Telegraph come “la migliore orchestra da camera del mondo”, ed è formata da musicisti provenienti da tutta Europa. Si è imposta sulle scene internazionali come uno dei più importanti e versatili ensemble contemporanei. L’orchestra ha mantenuto uno stretto rapporto con Ferrara, dove ritorna regolarmente facendo tappa nelle sue tournée internazionali. Direttore d’orchestra inglese di origini italiane, artista di grande carisma, Sir Antonio Pappano (nella foto a destra) è tra le più celebri bacchette del panorama internazionale, direttore musicale della Royal Opera House (dal 2002) e dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma (dal 2005). Dalla stagione 2024/2025 è diventato Direttore della London Symphony Orchestra. Recentemente è stato nominato membro onorario della COE, a fianco di Yannick Nézet-Séguin, Sir Simon Rattle, Sir András Schiff e Robin Ticciati.
La giovanissima violinista Maria
Dueñas, nata nel 2002 a Granada, è stata scoperta a soli dodici
anni da Marek Janowski, che nel 2014 la diresse in un concerto sul
podio della San Francisco Symphony. Nel 2017, a 14 anni, Dueñas ha
vinto il primo di numerosi concorsi internazionali. Da allora, la sua
fama non ha fatto che crescere. Nel febbraio di quest’anno è stato
pubblicato il suo secondo album con Deutsche Grammophon, dedicato ai
24 Capricci di Paganini. Tra le opere eseguite quando si aggiudicò
il primo premio al Concorso Menuhin, a 18 anni, c'era proprio il
primo movimento della Sinfonia spagnola di Lalo, cartolina
di una Spagna animata, colorita, ballabile e con una parte solistica
tremendamente impegnativa, con cui il programma musicale del concerto
prende il via. Composta nel 1875, valse a Lalo il suo più grande
successo. Virtuosistica, danzante e intrisa di elementi popolari
spagnoli, questa composizione ibrida tra sinfonia e concerto per
violino toccò a suo tempo il cuore del pubblico, e continua tuttora
a farlo. Chiudono il concerto le Danze slave op. 46 di
Dvořák, che composte in netto contrasto con il repertorio classico,
contribuirono al lancio della sua carriera internazionale, capaci
come sono di catturare la gioia della musica popolare boema. Furono
scritte nel 1878, per pianoforte a quattro mani su ispirazione
delle Danze ungheresi di Johannes Brahms, e articolate in
due parti: opera 46 e opera 72, rispettivamente di otto pezzi
ciascuna. Furono poi orchestrate sotto la richiesta dell’editore di
Dvořák subito dopo la loro composizione. I pezzi, fortemente
nazionalisti, vennero ben accolti a quel tempo, e oggi sono tra i
pezzi più famosi del compositore. Si tratta di un’altra raccolta
di cartoline: paesaggi e ricordi di un'altra epoca, basati su ritmo,
colore e la giusta dose di dolce nostalgia di un'Europa idilliaca che
stava per scomparire.



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