giovedì 20 novembre 2025

LIRICA JESI / Il 21 e 23 novembre, nel ricordo di Francesco Degrada, va in scena L'OLIMPIADE di Pergolesi, nuova produzione FPS

 

Venerdì 21 novembre ore 20,30 e domenica 23 novembre ore 16 con anteprima giovani il 19 novembre ore 16, torna nella città natale di Giovanni Battista Pergolesi e nel teatro a lui intitolato, “L’olimpiade”, dramma per musica in tre atti su libretto di Pietro Metastasio, nell’edizione critica di Francesco Degrada e Claudio Toscani per l’Edizione Fondazione Pergolesi Spontini. Il titolo, già allestito dalla Fondazione Pergolesi Spontini nel 2002 e 2011, va in scena in una nuova produzione, ricordando Francesco Degrada, nel 20esimo anniversario del musicologo unanimemente riconosciuto nel mondo accademico come il massimo esperto a livello mondiale dell’opera di Pergolesi.
La direzione è affidata a uno dei più importanti specialisti del repertorio antico, Giulio Prandi, sul podio dell’Orchestra Ghislieri. Nuova la produzione, con la regia affidata a Fabio Ceresa. Scene e costumi sono di Bruno Antonetti e Giulia Negrin.
L’Olimpiade è un’opera sull’amicizia tra Megacle (Theodora Raftis, ruolo en travesti), più volte vincitore nei giochi olimpici, eroe candido, leale e fedele, e Licida (Josè Maria Lo Monaco, ruolo en travesti), il suo opposto e il suo riflesso: un intellettuale fragile ma acutissimo. Attorno a loro, Argene (Silvia Frigato) temeraria, lucida e combattiva e Aristea, (Carlotta Colombo), un personaggio d’apparente fragilità che diventa, scena dopo scena, simbolo di grazia e di resistenza. Il re Clistene (Anicio Zorzi Giustiniani), è un uomo che ha perso un figlio e cerca di ritrovare un ordine morale nel caos degli affetti. Accanto a lui, Aminta (Matteo Straffi) il saggio precettore di Licida, che conosce la natura umana, i suoi limiti e le sue consolazioni. E infine Alcandro (Francesca Ascioti, ruolo en travesti), il servo fedele di Clistene, colui che custodisce il segreto: un silenzio antico, che contiene la chiave di tutto e che, quando si apre, trasforma la tragedia in riconciliazione.
Nella lettura scenica proposta a Jesi, le linee antiche si incontrano con le suggestioni moderne, e l’opera viene ambientata nei giorni delle Olimpiadi di Berlino del 1936, tra le geometrie essenziali dell’estetica razionalista e la solenne maestosità del mondo classico. “L’Olimpiade – fa sapere Fabio Ceresa - è una macchina perfetta di sentimenti, un congegno teatrale in cui ogni personaggio è un ingranaggio indispensabile alla costruzione dell’armonia. Non un’opera d’amore, ma un’opera sull’amicizia, dove l’affetto fraterno tra uomini diventa il cuore di una vicenda corale e insieme interiore. L’Olimpiade è il teatro dell’equilibrio e della grazia, dell’errore che si redime, della verità che non ferisce. È un poema sulla vulnerabilità dell’uomo, sulla nobiltà dei sentimenti e sul miracolo di una forma che, come i giochi olimpici che la ispirano, cerca nell’armonia il segreto dell’eterno”.
 
Nel Settecento, L’Olimpiade era considerato il più geniale e perfetto libretto del poeta Metastasio. La storia, ambientata nel contesto solenne dei giochi di Olimpia, ha per protagonisti due coppie di giovani che inseguono disperatamente la propria felicità. Una intricata storia di amore e di amicizia, tra inganni, fughe e un clamoroso colpo di scena finale. Più di 60 compositori hanno messo in musica il testo del Metastasio: da Caldara a Vivaldi a Hasse, da Leo a Scarlatti a Piccinni, da Paisiello a Cherubini a Pergolesi appunto, che per il carnevale del 1735 presenta la sua Olimpiade: ultima opera seria di un Pergolesi appena venticinquenne. La sua versione, nello spirito della commedia musicale napoletana, è considerata da molti la più ispirata, caratterizzata da una geniale, quanto raffinata originalità musicale di gioiosa freschezza.


Nessun commento:

Posta un commento