Una grande festa della musica sarà il
saluto di benvenuto all'anno 2025 dell'Orchestra Sinfonica
Siciliana. Mercoledì 1 gennaio alle ore
18.00 al Politeama Garibaldi, il direttore Peter
Guth (nella foto in basso di Nancy Horowitz) alzerà la bacchetta per dare vita al tradizionale Concerto
di Capodanno per un programma scintillante all’insegna della
famiglia Strauss (in particolare di Johann Jr. nella ricorrenza del
200° anniversario della nascita) che spazia dai valzer, polke e
marce ai briosi brani di Léhar, Suppé, Arditi e Ziehrer. Soprano
solista: Milena Arsovska (nella foto in fondo in basso) .
Il Concerto di Capodanno è già da
giorni sold out.
(dal programma di sala)
Autentico capolavoro di Johann Strauss
figlio, il famoso re del valzer, Voci di primavera
(Frühlingsstimmen) fu composto nell’inverno 1882-1883 come
valzer vocale su testo di Richard Genèe, già autore del libretto
della sua operetta Eine Nacht in Venedig (Una notte a
Venezia) per la splendida voce del soprano Bianca Bianchi, nome
d’arte di Bertha Schwarz. A differenza di altri suoi valzer, Voci
di primavera, di cui Strauss fece in seguito la versione
esclusivamente orchestrale maggiormente diffusa oggi, non si affermò
alla prima esecuzione, ma incominciò a essere apprezzato soltanto
nel 1886 quando fu diretto dallo stesso compositore durante
una tournée in Russia. Di grande effetto è la breve, ma
energica introduzione di otto misure, che anticipa la straordinaria
vitalità dell’intera composizione.
Rappresentata il 5 aprile 1874 con
grande successo al Theater an-der Wien, Die Fledermaus (Il
pipistrello) è l’operetta più famosa e importante di Johann
Strauss figlio, che, prima di questo lavoro, si era dedicato con
scarso successo al teatro. Il clamoroso insuccesso, al quale era
andata incontro la prima rappresentazione dell’operetta Der
Karneval in Rom (Il Carnevale a Roma) nel 1873, aveva
scoraggiato Strauss al punto tale da indurlo a non scrivere più per
il teatro, nonostante Offenbach dieci anni prima gli avesse
preannunciato un grande successo anche in questo campo. Il successo
di questa partitura fu tale da indurre Strauss a ricavarne ben sei
brani orchestrali tra cui questa Tik-Tak-Polka che, basata
fondamentalmente sul tema del duetto degli orologi dell’atto
secondo, da cui trae anche il titolo, si avvale anche di altri motivi
dell’operetta e in particolare del coro del secondo atto Wie
fliehen schnell die Stunden fort e di brevi accenni ad altri due
passi del terzo atto (Kein Verzeih’n, Herr Eisenstein e Spiel'
ich die Unschuld vom Lande). Tratto dal secondo atto è, invece, il
frivolo couplet di Adele, Mein Herr Marquis, a ritmo di valzer.
Famoso soprattutto per
la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky), Johann Strauss
senior, oltre ad essere il capostipite dell’importante famiglia di
musicisti, fu anche considerato il padre del valzer viennese insieme
a Joseph Lanner. Nonostante sia morto piuttosto giovane all’età di
45 anni dopo aver contratto la scarlattina, Johann Strauss fu autore
di una notevole produzione che consta di quasi 300 lavori, tra i
quali spicca questo brillante Gitana-Galopp, pubblicato nel
1839.
Composta nell’estate del 1869, la
Polca francese Im Krapfenwald‘l (Nel bosco di
Krapfen) op. 336 aveva in origine come titolo Im
Pavlovsk-Walde (Nei boschi di Pavlovsk) facendo riferimento alla
città russa nella quale il 6 settembre 1869 fu eseguita con grande
successo. In seguito Strauss decise di modificare il titolo
nell’attuale su consiglio dell’editore e per ragioni commerciali,
sperando in questo modo d’ingraziarsi il pubblico viennese che ebbe
modo di ascoltarlo per la prima volta il 24 giugno 1870. È una
pagina briosa nella quale è presente un fischietto che imita
onomatopeicamente il verso del cuculo.
Al 1870 risale la composizione
di Freuet euch des Lebens (Godetevi la vita) op. 340,
il cui titolo si riferisce a una frase dello stesso Strauss: Godetevi
la vita, e lamentatevi solo quando c'è qualcosa di cui ci si debba
lamentare per forza. Eseguito, per la prima volta, il 15 gennaio
1870 in occasione del ballo dato per l’inaugurazione della Sala
d’oro del Musikverein di Vienna, che oggi ospita i concerti di
capodanno e il cui edificio era stato inaugurato 10 giorni prima
dell’imperatore Francesco Giuseppe, questo valzer, dopo
un’introduzione grandiosa, si segnala per l’eleganza delle sue
melodie.
Operetta in tre atti su testo di Ignaz
Schnitzer, tratto dal romanzo Saffi dello scrittore
ungherese Mór Jókai, conosciuto da Strauss durante il suo soggiorno
a Budapest, Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone) vide, per la
prima volta, le scene il 24 ottobre 1885 al Theater an-der Wien con
grande successo. Tra i brani di quest’operetta,
la Einzugsmarsch (Marcia d’ingresso) è entrata nel
repertorio per il carattere brioso dei suoi temi.
Operetta preferita da Franz Lehár
perché tra le sue è quelle che maggiormente si avvicina all’opera,
ma poco apprezzata dalla critica, Giuditta, in realtà,
una musikalische Komödie (commedia musicale), fu composta
su libretto di Paul Knepler e di Fritz Löhner-Beda e rappresentata,
per la prima volta, il 20 gennaio 1934 alla Staatsoper di Vienna.
Tratta dalla quarta scena, che vede la protagonista, dopo essere
stata abbandonata dal suo amante Octavio, trasformarsi in una
ballerina di night club, è l’aria di Giuditta Meine Lippen,
sie küssen so heiß (Le mie labbra baciano così calde).
Rappresentata, per la prima volta, al
Carltheater di Vienna il 24 marzo 1866, Die leichte
Cavallerie (La cavalleria leggera) è una delle operette
più importanti di Suppé, nella quale è presente un carattere
parodistico essendo ridicolizzata la vita militare
dell’Impero. L’ouverture si apre con una maestosa e, al
tempo stesso, ironica fanfara con le due trombe che intonano un
motivo pieno di accenti militareschi. La deformazione ironica, che
investe questa rappresentazione della vita militare, è
immediatamente evidente in questa ouverture dove motivi di
danze e briosi temi degli archi si mescolano ai magniloquenti
interventi degli ottoni e dei legni.
Conseguì una grande notorietà per
tutto l'Ottocento, il valzer cantato Il bacio, composto da Luigi
Arditi su testo di Gottardo Aldighieri, intorno al 1860, data di
pubblicazione a Londra e dedicato al soprano Marietta Piccolomini
che, come ricordato dal compositore nelle sue memorie, era presente
nel momento in cui ne improvvisò la melodia al pianoforte: “Una
sera dopo cena al Quenn’s Hotel di Manchester, mi sedetti al
pianoforte, mentre le mie dita scivolavano quasi in modo incosciente
sui tasti. Suonavo un’arietta per me stesso, e Piccolomini, che
chiacchierava con mia moglie, volse rapidamente lo sguardo e
disse ‘Cos’è che stai suonando? È affascinante. Per
favore, annotalo, o lo dimenticherai”. Feci così su una vecchia
bustina, annotandovi alcune note e poi gettai la carta in tasca”.
Nato nel 1827 a Vienna, Joseph Strauss
non raggiunse mai in campo musicale la stessa notorietà del fratello
maggiore Johann che, da parte sua, lo incoraggiò a seguire la sua
vocazione di musicista. Joseph, infatti, pur essendo dotato di uno
straordinario talento artistico, che non manifestò solo nella
musica, ma anche nella pittura e nella poesia, in un primo tempo,
decise di intraprendere gli studi di architettura adeguandosi alle
scelte paterne e nel 1853, quasi a ribadire la sua diffidenza nei
confronti della carriera di musicista, intitolò la sua prima opera,
una serie di valzer, Der ersten und die Letzen (I primi e
gli ultimi). Convinto dal fratello, Joseph decise di dedicarsi
completamente alla composizione e alla direzione d’orchestra
soltanto nel 1856, anche se la morte, sopravvenuta nel 1870 quando
aveva appena quarantatré anni, ha limitato certamente la sua
produzione musicale che consta di Valzer, Polche,
Quadriglie e Marce, nelle cui melodie traspare una bellezza
poetica. Tra le numerose composizioni va segnalata questa brillante
Polka veloce Ohne Sorgen! (Senza preoccupazioni!), composta nel
1869.
Risale al 1874 la composizione del
valzer Wo die Citronen blühen (Dove fioriscono i limoni),
il cui titolo originale era Bella Italia. La nostra penisola
rimane comunque la protagonista di questo valzer che, eseguito per la
prima volta al Teatro Regio di Torino il 9 maggio 1874, si apre con
uno splendido assolo del corno, a cui seguono il flauto, l’oboe e
gli archi. Il brano, poi, si snoda in 4 valzer, dei quali il primo è
caratterizzato da una melodia elegante che evoca le bellezze
paesaggistiche italiane.
Fratello minore di Johann e Joseph,
Eduard Strauss fu maggiormente attivo come direttore d’orchestra
che come compositore. Nella sua non vasta produzione spiccano le
polke veloci (schnell), di cui un esempio è Vergnügen
(Divertimento), op. 228, composta nel 1884 che si segnala per il
suo brio.
Rivale di Eduard Strauss tanto da
creare un’orchestra che chiamò Ex Orchestra Eduard Strauss,
Carl Michael Ziehrer, nonostante una sentenza gli avesse proibito di
usare in modo ingannevole il nome degli Strauss, raggiunse una grande
popolarità a Vienna già alla fine dell’Ottocento soprattutto dopo
la morte di Johann e di Joseph Strauss e nel 1909 ottenne
dall’imperatore Francesco Giuseppe la nomina a direttore dei balli
imperiali. All’interno della sua sterminata produzione, che conta,
oltre a numerosi valzer e polke, anche diverse operette, si
segnala Der Fremdenführer (La guida turistica), composta
su libretto di Leopold Krenn e Karl Lindau e rappresentata per la
prima volta l’11 ottobre 1902 al Theater an-der Wien di Vienna.
Cantata da Maria di Casserolli, una bellissima cantante della quale
Rajah Tagala, bizzarro miliardario indiano che stranamente parla il
dialetto viennese, è perdutamente innamorato, Liebe schöne,
alte Donaustadt (Cara bella, vecchia città del Danubio) è
una pagina spensierata a ritmo di valzer dalla piacevole melodia.
Composto da Johann Strauss nel 1867 su
commissione della Wiener Männergesangverein, un’associazione
corale di Vienna di cui era direttore Johann Herbeck, Sul bel
Danubio blu, scritto su un testo di J. Weyl e F. Gernerth, ebbe una
destinazione corale. L’opera, eseguita nella versione per coro e
orchestra a Vienna nella Sala Diana il 13 febbraio 1867, ebbe un
grande successo che, tuttavia, fu minore rispetto a quello
tributatogli qualche mese dopo dal pubblico dell’Esposizione
Universale di Parigi che apprezzò la versione per sola orchestra
diretta dallo stesso autore. Diventato un classico nei programmi del
famoso Concerto di Capodanno, tenuto il primo giorno dell’anno
nella mitica sala del Musikverein di Vienna, Sul bel Danubio
blu si distingue per la freschezza e l’eleganza delle melodie
che hanno ispirato coreografie altrettanto belle e raffinate.
Riccardo Viagrande