lunedì 3 febbraio 2025

Al Comunale di Modena la Sinfonia “Leningrado” di Šostakovič; sul podio Pietari Inkinen con l’orchestra Rai.



Prosegue al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena sabato 8 febbraio 2025 alle 20.30 la stagione concertistica con Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai impegnata nell’esecuzione della Sinfonia n. 7 in do maggiore op. 60 “Leningrado” di Dmitrij Šostakovič sotto la guida di Pietari Inkinen che, già nella presentazione del concerto il giorno 6 febbraio a Torino, sostituisce Andrés Orozco-Estrada, indisposto.
Simbolo del terribile assedio della città di Leningrado, stretta in una morsa micidiale da Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, la Sinfonia n. 7 fu scritta di impulso nei primi mesi di accerchiamento della città sovietica. La Settima di Šostakovič fu eseguita per la prima volta nel marzo del 1942 da Samuil Abramovich Samosud e dall’Orchestra del Teatro Bol’šoj di Mosca. Dopo aver fatto nello stesso anno il giro del mondo, arrivando anche a Londra e a New York – dove è stata diretta da Arturo Toscanini sul podio della NBC Symphony Orchestra – la sinfonia fu eseguita dai musicisti dell’Orchestra della Radio di Leningrado, richiamati appositamente dal fronte e diretti da Karl Eliasberg, risuonando in tutta la città grazie all’utilizzo di altoparlanti, per dimostrare ai soldati tedeschi che la comunità, pur stremata, continuava coraggiosamente a resistere. Per questo è nota con il nome di Sinfonia “Leningrado”. 
Sul podio sale il finlandese Pietari Inkinen, direttore principale della Deutsche Radio Philharmonie di Saarbrücken e Kaiserslauten dal 2017 e frequente ospite dell’OSN Rai. In giovane età Inkinen ha fatto parte di una rock band, per poi studiare violino e direzione d’Orchestra all’Accademia Sibelius. Tuttora attivo anche come violinista, ha diretto orchestre come quella del Concertgebouw di Amsterdam, del Gewandhaus di Lipsia, la Symphonieorchester des Bayerischen Runfunks, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la Los Angeles e la Israel Philharmonic. Ha diretto l’intero Ring des Nibelungen di Wagner al Festival di Bayreuth nel 2023, dopo averlo interpretato per Opera Australia nel 2013 e nel 2016. Proprio per la su interpretazione del Rheingold di Wagner al Teatro Massimo di Palermo gli è stato attribuito il Premio Abbiati della critica musicale italiana nel 2014.



TCBO: LA STAGIONE DI DANZA 2025 SI APRE CON ATERBALLETTO - Amore, accettazione, riconciliazione e ribellione sui passi di Crystal Pite, Angelin Preljocaj e Diego Tortelli

 

Porta la firma di tre coreografi di spicco del balletto contemporaneo quali Crystal Pite, Angelin Preljocaj e Diego Tortelli il trittico con cui si inaugura la Stagione di Danza 2025 del Teatro Comunale di Bologna ideato dal Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto. Due le coproduzioni tra la compagnia reggiana e la fondazione felsinea - Solo Echo di Pite (nella foto in alto Aterballeto di Alice Vacondio), riallestimento della creazione che aveva debuttato al Nederlands Dans Theater dell’Aia nel 2012, e Glory Hall di Tortelli, novità proposta in prima assoluta - cui si aggiunge Reconciliatio, passo a due femminile di Preljocaj, presentato lo scorso settembre a Bologna nella Basilica di San Petronio in occasione di “Memorare '24”. Lo spettacolo è in programma il 6 febbraio alle ore 20.30, con replica il 7 febbraio alla stessa ora, al Comunale Nouveau.
 
Viene danzato da Aterballetto per la prima volta Solo Echo, sulle note di due movimenti da due sonate per violoncello e pianoforte di Johannes Brahms: l’“Allegro non troppo” da quella in mi minore op. 38 e l’“Adagio affettuoso” da quella in fa maggiore op. 99. Pite costruisce una coreografia in cui riecheggiano i versi della poesia “Lines for winter” di Mark Strand; la scenografia è di Jay Gower Taylor, i costumi della stessa Pite e Joke Visser, le luci di Tom Visser e lo stager è Eric Beauchesne. Con una carriera coreografica di 35 anni e conosciuta per affrontare con coraggio nella sua produzione temi come il trauma, la dipendenza, il conflitto, la coscienza e la mortalità, la pluripremiata coreografa canadese (nella foto a destra, Credit Rolex by Anoush Abrar) ha creato più di sessanta opere per compagnie come il Royal Ballet di Londra, il Nederlands Dans Theater, il Balletto dell’Opéra di Parigi e il National Ballet of Canada.
 

Vanta una carriera pluridecennale e collaborazioni con istituzioni come il New York City Ballet, l’Opéra di Parigi e il Teatro alla Scala di Milano il grande coreografo francese di origine albanese Preljocaj (nella foto in alto di Didier Philispart), che racconta il tema della riconciliazione con Reconciliatio, il duetto tratto da Suivront mille ans de calme (Seguiranno mille anni di calma) - il suo lavoro caratterizzato da una vena poetica e impressionista, ispirato a una lettura assidua ma non letterale dell’Apocalisse - che scorre sulle note della celebre Sonata detta “Al chiaro di luna” di Ludwig van Beethoven. Con i costumi di Igor Chapurin e le luci di Cécile Giovansili, danzano la svizzera Estelle Bovay e la milanese Arianna Kob, già interpreti della prima esecuzione assoluta della coreografia per “Memorare ‘24”.
 
Il programma si chiude con Glory Hall di Tortelli (nella foto a sinistra), tra i più creativi coreografi del panorama nazionale: un viaggio sensoriale e ribelle in un luogo di mezzo, sospeso tra luce e oscurità. In uno spazio nero ma mai realmente oscuro, la coreografia si sviluppa come un rito estatico dove sensualità e spiritualità profana si intrecciano, creando un gioco continuo tra piacere e virtuosismo, tra le sonorità post-rock del gruppo Godspeed You! Black Emperor e le sperimentazioni musicali di Oneohtrix Point Never, e con i costumi e le luci rispettivamente di Sportmax e Matthias Singer. «Glory Hall è un luogo in cui è permesso commettere peccato - dice il coreografo bresciano - ma è anche la ricerca di un senso di gloria che non viene da una sensazione di purezza, ma dal coraggio di riconoscere noi stessi e il nostro "piacere" portandoci all’auto-accettazione». In questa creazione Tortelli - coreografo residente presso la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e coreografo associato per il festival MILANoLTRE e il centro di produzione Tanzbüro München - usa l'organico composto da sedici danzatori, focalizzandosi in particolare «sull'utilizzo del gruppo, cercando di capire anche come declinare la forza di questa massa in vari colori diversi, a livello di movimento, che possono passare da qualcosa di più violento e aggressivo per poi anche incontrare un segno che è molto più delicato, dolce».
 
Pelliconi è main partner della Stagione Danza 2025 del Teatro Comunale di Bologna.
 
Lo spettacolo andrà in scena su musiche registrate.

Tre sguardi sulla primavera, da Schumann a Debussy, per il direttore Lorenzo Viotti


Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2024-2025
giovedì 6 febbraio ore 19.30
venerdì 7 febbraio ore 20.30
sabato 8 febbraio ore 18.
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
 
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Lorenzo Viotti
soprano Siobhan Stagg
baritono Oleksandr Pushniak
maestro del coro Andrea Secchi
 
Schumann
Sinfonia n. 1 “Primavera”
Debussy
Printemps
Zemlinsky
Il funerale della Primavera 


La Primavera arriva a Santa Cecilia sotto la direzione di Lorenzo Viotti (nella foto in alto) con un programma che, attraverso le musiche di tre diversi compositori, intende raffigurare questa stagione in ogni sua forma. Giovedì 6 febbraio alle ore 19.30 (repliche venerdì 7 alle ore 20.30 e sabato 8 alle ore 18) Viotti dirigerà l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica) nella Sinfonia n.1 “Primavera” di Schumann, in Printemps di Debussy e, per la prima volta a Santa Cecilia, nel Funerale della Primavera di Zemlinsky. 
Sul palco, accanto al direttore, saranno presenti il soprano Siobhan Stagg (nella foto a sinistra) e il baritono Oleksandr Pushniak (foto più in basso, a destra).
Figlio d’arte, Viotti è salito alla ribalta internazionale nell’ultimo decennio e nonostante la giovane età ha già guidato importanti orchestre europee in un’escalation senza sosta che l’ha già portato sul podio di Santa Cecilia nel 2021.
Prima tappa del programma sarà la Sinfonia n. 1 “Primavera” di Schumann, che rispecchia perfettamente l'entusiasmo e la freschezza di questa stagione: composta nel 1841, l'opera è caratterizzata da un andamento luminoso e ottimista che allude alla ‘rinascita’ primaverile. A seguire, il celebre Printemps di Claude Debussy, composto nel 1884 durante il suo soggiorno a Roma, città in cui è ospitato per aver vinto il prestigioso Prix de Rome; rappresenta una riflessione più personale sulla stagione. 
Nella sua lettera a un amico, Debussy descrive la sua intenzione di non fornire tanto una mera descrizione della primavera, quanto esprimere un viaggio emotivo attraverso la natura: dalla lenta e sofferente origine della vita alla gioia trionfante di rinascere a nuova vita.
Infine, il programma si conclude con un brano mai eseguito prima a Santa Cecilia: Il funerale della Primavera di Zemlinsky, in cui è narrato un funerale allegorico organizzato per la Primavera che, tragicamente stroncata dalla forza dei raggi del sole estivo, si appresta a rinascere.


DANIIL TRIFONOV SUL PALCOSCENICO DI SANTA CECILIA PER UN RECITAL PIANISTICO, TRA ČAJKOVSKIJ, BARBER E CHOPIN.

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2024-2025
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Sala Santa Cecilia
Mercoledì 5 febbraio ore 20.30


pianoforte Daniil Trifonov

Čajkovskij
Sonata per pianoforte n. 2 op. 80
Chopin
Valzer in mi maggiore op. posth
Valzer op.70 n.2
Valzer op.64 n.3
Valzer op.64 n.1
Valzer op.34 n.2
Valzer in mi minore op. posth
Barber
Sonata per pianoforte op. 26
Čajkovskij
La bella addormentata: selezione (arr. Mikhail Pletnev)
 
Tra i pianisti più straordinari della sua generazione, Daniil Trifonov torna sul palco della Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica di Roma) mercoledì 5 febbraio alle ore 20.30, per un recital che promette di incantare il pubblico grazie alla inconfondibile maestria ed energia travolgente del maestro. Descritto dal New York Times come un artista che ha "incendiato la scena della musica classica", Trifonov presenterà un programma raffinato, che lo vedrà protagonista assoluto di una serata tutta dedicata alle scintillanti e virtuosistiche pagine di Čajkovskij e Chopin, fino a raggiungere l’America di Barber.
Pianista vincitore di un Grammy Award, Trifonov ha debuttato a Santa Cecilia nel 2012 come rivelazione nel Gala Rachmaninoff nel 2012, e da allora è stato ospite dell’Accademia in più occasioni. Il 5 febbraio, il concerto si aprirà e chiuderà con musiche di Čajkovskij, compositore compatriota di Trifonov, di cui sarà eseguita la Sonata per pianoforte n. 2 in apertura, mentre, a conclusione del recital, echeggeranno le note di uno dei suoi più noti balletti, La bella addormentata, in un arrangiamento per pianoforte solo di Mikhail Pletnev.
La prima parte del programma vedrà anche l’esecuzione di una selezione di Valzer di Chopin, che permetteranno al pubblico di addentrarsi nella ricca produzione del compositore polacco. A seguire, l’esecuzione della Sonata per pianoforte op. 26 di Samuel Barber, una delle opere più virtuosistiche e apprezzate del compositore statunitense. Un brano che metterà in risalto la tecnica impeccabile di Trifonov e le sue qualità comunicative da interprete.
Questo recital rappresenta un’occasione unica per ascoltare Trifonov in una performance che spazia dal romanticismo di Čajkovskij e Chopin alla modernità di Barber, un viaggio nel cuore della musica pianistica a cavallo di due secoli.


Maggio Fiorentino: "C'è musica e musica 2.0", i concerti per i più giovani e le loro famiglie, domenica 9 febbraio alle ore 11, con le musiche di Händel

 

Terzo appuntamento in calendario per il ciclo di concerti di C’è musica&musica 2.0, la festosa iniziativa per avvicinare il pubblico più giovane al mondo del teatro e al fascino delle sue rappresentazioni.
Domenica 9 febbraio alle ore 11, in Sala Zubin Mehta, "Water&Fire". Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il maestro Nima Keshavarzi al suo debutto al Maggio. Presenta e interpreta la narrazione l’attrice Gaia Nanni.
Il programma prevede due composizioni di Georg Friedrich Händel nell’arrangiamento di Sir Hamilton Harty su testo di Manuela Critelli. 
Apre lo spettacolo la suite per orchestra tratta da Music for the Royal Fireworks (Musica per i reali fuochi d’artificio): scritta su commissione di re Giorgio II di Gran Bretagna, il pretesto di questo lavoro fu la fine della guerra di successione austriaca; il re inglese difatti non badò a spese e volle che si celebrasse l'avvenimento con grandi festeggiamenti e fuochi d'artificio. Chiude la briosa mattinata la suite per orchestra tratta da Water Music (Musica sull’acqua), composta da Händel in seguito alla richiesta di re Giorgio I che  voleva un'esibizione musicale mentre la sua chiatta navigava sul fiume Tamigi.
Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il maestro Nima Keshavarzi, al suo debutto in Teatro. Ha studiato violino e composizione al “Conservatorio  Cherubini” di Firenze e alla Scuola di Musica di Fiesole. Successivamente si specializza in direzione d’orchestra al Conservatorio di Firenze sotto la guida di  Alessandro Pinzauti; quindi frequenta l' Accademia Chigiana di Siena sotto la guida di Gianluigi Gelmetti. Co-fondatore e direttore musicale della Filharmonie - Orchestra Filarmonica di Firenze dal 2016, nel 2021 ha ideato il Concorso Internazionale di Composizione “Sinfonica Dante 700”, di cui è direttore musicale e consulente artistico. Ha inoltre collaborato con importanti teatri fra cui il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Parma e il Palau de les Arts di Valencia.
Presenta Gaia Nanni, già in scena nella scorsa edizione di C’è musica&musica che per questa occasione dice: “Quella che ci aspetta è una mattinata a dir poco straordinaria! Il Teatro del Maggio apre le porte ai nostri bambini, alle famiglie fiorentine e lo fa ricordandoci che la musica è davvero per tutti, che si può andare a teatro anche senza vestiti da sera, senza occasioni speciali ma semplicemente per colazione tenendo per mano i piccini di casa. In un'occasione così speciale non potevo fermarmi a un solo ruolo quindi la Narratrice non sarà l'unica voce a irrompere in questa lettura - concerto, ci saranno anche una bambina di nome Pascarella scappata dal 700 e arrivata fino a noi e una terribile Magistra pronta a far tremare la platea . E poi Fagiani dalle piume dorate, cioccolatini, panna montata! Non ci credete? Vi sfido! Venite a fare festa con noi!”.
Gaia Nanni, attrice fiorentina che da oltre vent’anni si occupa di ricerca teatrale con particolare attenzione al mondo del sociale, nel 2013 riceve la sua prima menzione ai Premi UBU come “Migliore attrice”; fra i vari riconoscimenti ricevuti di recente ricordiamo il Premio Montagnani per il Cinema 2018; il Torrino d’Oro e il prestigioso Pegaso Regione Toscana 2022. Attualmente è in tournée con La Notte dei Bambini, un monologo dedicato all’ospedale pediatrico Meyer e all’etica della cura, con la regia di Giuliana Musso.
 
Si ricorda che grazie alla collaborazione con Unicoop Firenze è allestita, in uno spazio adiacente alla zona del bar del Foyer, una zona dedicata ai giovanissimi, con i prodotti di cancelleria della linea ecologica "ViviVerde Coop" che mette a disposizione dei ragazzi materiali per la scrittura e il disegno.

Daniela Lopez e il clavicembalo in Germania, da Weckmann a Bach

 
I Concerti di Campagna
Palazzo Annibaleschi
Monte Compatri (RM)
8 febbraio 2025, ore 18:30


Matthias Weckmann (1616-1674)
Partita in do minore
Allemanda, Gigue, Courant, Saraband
Johann Caspar Ferdinand Fischer (1656-1746)
Toccata, Passacaglia (dalla suite Uraine)
Christian Ritter (ca. 1645 a 1650- dopo 1725)
Suite in fa diesis minore
Allemande, Courante, sarabande, Gigue
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Suite inglese n. 1 in la maggiore BWV 806
Prelude, Allemande, Courante I, Courante II avec deux Doubles, Sarabande, Bourrée I – II, Gigue

DANIELA LOPEZ, clavicembali


Daniela Lopez, nata a Città del Messico, ha studiato Clavicembalo e tastiere storiche, sotto la guida di Basilio Timpanaro al clavicembalo e Guido Morini e Ignazio Schifani al basso continuo, presso il Conservatorio di Musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo. Attualmente prosegue gli studi al Utrechts Conservatorium sotto la guida di Siebe Henstra. Ha frequentato diverse Master Classes di musica d’insieme, clavicembalo e Organo con Francesco Corti, Frederick Haas, Lorenzo Ghielmi, Davide Pozzi, Marco Silvi, Sonia Lee, Pedro Bonet, Ingomar Rainer e Stefano Molardi. Nel 2016 è stata finalista del Concorso di Clavicembalo “Gianni Gambi”. Nel 2018 ha vinto la selezione, tra studenti di tutti i Conservatori italiani, come clavicembalista della Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori. Nel 2022 è stata una dei finalisti del Premio Nazionale delle Arti. Vincitrice di borsa di studio, ha lavorato dal 2018 al 2023 come Maestro al cembalo delle classi di Canto rinascimentale e barocco e strumenti ad arco e fiato del Conservatorio di Palermo. Ha già al suo attivo una vivace attività concertistica, sia come clavicembalista solista che come continuista al clavicembalo e all’organo. Tra le stagioni ed eventi nelle quali ha suonato: per gli amici della musica di Padova; Stagione concertistica Palermo Musica Antica; Festival Roma Festival Barocco; per L’associazione Amici del Teatro Biondo; stagione concertistica Luglio Musicale Trapanese; Stagione concertistica del Teatro Massimo di Palermo; Marchesato Opera Festival; per l’associazione Orchestra barocca Siciliana; Festival Trigonale;  stagione concertistica del Conservatorio Alessandro Scarlatti; convegno internazionale di musica Giuseppe Tartini, il suono di Tartini a Trieste, Festival Tartini a Padova; Festival Gaudete!; per il Touring club Italiano; Stagione concertistica dell’associazione Kandinskij; The Grange Festival. Ha collaborato con importanti musicisti come Enrico Onofri, Rinaldo Alessandrini, Lorenzo Ghielmi, Enrico Gatti, Marcello Gatti, Gabriel Garrido, Giulio Prandi, Rossella Croce, Gaetano Nasilo, Gemma Bertagnolli, Giulio Plotino, Marie Rouquie.
Nel 2019 partecipa alla incisione discografia di arie inedite di Francesco Gasparini con il solista Filippo Mineccia per la casa discografica Glossa. Grazie al Nationaal Muziekinstrumenten Fonds possiede un clavicembalo a due manuali copia di Ruckers (1612) Amiens, costruito per Fred Bettenhausen nel 2000.


"La Gioconda" di Amilcare Ponchielli va in scena, dal 7 al 16 febbraio, per la Stagione lirica e di balletto 2024-2025 del Teatro Lirico di Cagliari

 

Venerdì 7 febbraio alle 20.30 (turno A) per la Stagione lirica e di balletto 2024-2025 del Teatro Lirico di Cagliari va in scena il quarto appuntamento: ritorna a Cagliari, dopo 69 anni (l’ultima edizione all’Anfiteatro Romano risale all’agosto 1956, per l’inaugurazione della prima stagione nell’antico monumento con la Cooperativa “Mario De Candia”), La Gioconda melodramma in quattro atti, su musica di Amilcare Ponchielli e libretto di Tobia Gorrio (pseudonimo di Arrigo Boito), tratto dal dramma Angel, tyran de Padoue di Victor Hugo.


Per quanto riguarda l’edizione presentata, si tratta di un coinvolgente allestimento originale dell’Arena di Verona, in coproduzione con lo Slovene National Theatre Maribor e l’As.Li.Co. ed attualmente di proprietà del Teatro Lirico di Cagliari, che risale al 2022 ed è curato, per regia, scene e costumi, da Filippo Tonon (Vicenza, 1976) al suo debutto a Cagliari che sceglie d ambientare l’opera all’epoca della sua composizione (1876), in un’affascinante Venezia tetra e decadente. I costumi sono firmati anche da Carla Galleri, le luci sono di Fiammetta Baldiserri, mentre la coreografia è di Valerio Longo, realizzata dalle danzatrici del Balletto di Roma.
La direzione musicale è affidata a Fabio Mastrangelo (Bari, 1965), fresco di debutto in città (12-13 aprile 2024), alla guida di Orchestra e Coro del Teatro Lirico, che vive da 21 anni a San Pietroburgo ed è Direttore artistico dello storico teatro pietroburghese “Music Hall”. Il maestro del coro è Giovanni Andreoli.


I due cast d’interpreti che si alternano nelle otto recite, sono composti da: Veronica Dzhioeva (7-9- 12-14-16)/Marta Mari (8-11-13-14-15) (La Gioconda); Silvia Beltrami (7-9-12-14-16)/Anastasia Boldyreva (8-11-13-14-15) (Laura Adorno); Abramo Rosalen (7-9-12-14-16)/Volodymyr Morozov (8-11-13-14-15) (Alvise Badoèro); Agostina Smimmero (7-9-12-14-16)/Benedetta Marchesi (8-11-13-14-15) (La Cieca); Marco Berti (7-9-12-14-16)/Antonello Palombi (8-11-13- 14-15) (Enzo Grimaldo); Alberto Gazale (7-9-12-14-16)/Marco Carìa (8-11-13-14-15) (Barnaba); Angelo Nardinocchi (Zuàne/Un barnabotto); Francesco Musinu (Un cantore/Un pilota); Fabio Serani (Isèpo/Voce distante).


La Gioconda, grand-opéra “padano” per eccellenza, rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano l’8 aprile 1876 e rivisto nel 1879-1880 (questa quinta e definitiva versione è quella che normalmente si ascolta oggi), capolavoro del suo autore Amilcare Ponchielli (Paderno Fasolaro, 1834 - Milano, 1886), operista che però meriterebbe di sicuro la riproposta anche di altri titoli del suo comunque nutrito catalogo. Basandosi sul libretto di Tobia Gorrio (ovvero lo scapigliato Arrigo Boito), vera epitome, nei suoi incandescenti eccessi linguistici, di “tutto quello che avreste voluto sapere sul melodramma e non avete mai osato chiedere”, questo straordinario feuilleton di amori, gelosie, veleni, tradimenti e pugnali, con il sacrificio finale della protagonista, ambientato nella dogale Venezia del Seicento, almeno da didascalia di apertura, vive nel rincorrersi di una sorgiva inventiva melodica cha ha pochi paragoni nell’epoca coeva, costruita su di una sapientissima orchestrazione. E se la “Danza delle ore” è pezzo talmente celebre, dal Mediterraneo al Brennero, non v’è pagina di quest’opera che non grondi travolgente emozione e passione.  


La Gioconda viene replicata: sabato 8 febbraio alle 19 (turno G); domenica 9 febbraio alle 17 (turno D); mercoledì 12 febbraio alle 20.30 (turno B); giovedì 13 febbraio alle 19 (turno F); venerdì 14 febbraio alle 20.30 (turno C); sabato 15 febbraio alle 17 (turno I); domenica 16 febbraio alle 17 (turno E).

 (foto EnneVi)

domenica 2 febbraio 2025

Gianandrea Noseda con la Filarmonica della Scala dirige Berlioz e Dallapiccola. Riccardo Chailly sul podio per la tournée in Europa

 

Dopo il successo dell’inaugurazione dello scorso lunedì 27 gennaio, suggellato da nove minuti di applausi per la Settima di Mahler diretta da Riccardo Chailly, la Stagione della Filarmonica continua lunedì 17 febbraio alle ore 20 al Teatro alla Scala con il concerto diretto da Gianandrea Noseda (nella foto in alto). Recentemente premiato con l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano, Noseda apre il programma con i Due pezzi per orchestra di Luigi Dallapiccola, preludio novecentesco al Concerto n. 2 in la maggiore per pianoforte e orchestra di Franz Liszt, interpretato da Francesco Piemontesi (nella foto qui a destra) che debutta al Teatro alla Scala. 
Nella seconda parte del programma Noseda propone una propria selezione di brani orchestrali dalla sinfonia drammatica op. 17 da Roméo et Juliette di Hector Berlioz. Alla lettura di Berlioz del classico shakespeariano risponde quella di Prokof’ev. L’appuntamento di stagione successivo, infatti, è già lunedì 24 febbraio con Riccardo Chailly, che per l’occasione impagina una sua personale suite dal balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev, continuando il percorso di esplorazione della musica del compositore russo intrapreso in questi anni. Con Chailly debutta Gautier Capuçon, uno dei più grandi violoncellisti della sua generazione, impegnato nel Concerto in si min. op. 104 di Antonín Dvořák. Con Riccardo Chailly e Gautier Capuçon la Filarmonica si prepara alla prima tournée del 2025, che tra fine febbraio e inizio marzo tocca le grandi capitali europee della musica: al Konzerthaus di Vienna (25 febbraio), alla Béla Bártok National Concert Hall di Budapest (26 febbraio), alle Philharmonie di Lussemburgo (28 febbraio) e Parigi (1° marzo), a Saragozza (3 marzo) e all’Auditorio Nacional di Madrid (4 marzo).
A proposito della sinfonia drammatica op. 17 da Roméo et Juliette di Hector Berlioz, Elisabetta Fava scrive sulle note di sala: «Proprio questa capacità di teatralizzare l’orchestra rende possibile al suo Roméo et Juliette, lavoro ibrido per eccellenza, il miracolo di ripercorrere la vicenda di Shakespeare rendendola palpabile attraverso la sola dimensione uditiva. […] da questa selezione emerge con particolare vivezza la straordinaria inventiva timbrica di Berlioz, il carattere avanzato e atipico della sua scrittura orchestrale, che solo nel Novecento poté trovare eredi. Di Beethoven coglie l’indifferenza al “bel” suono; della modernità anticipa la capacità di evocare spazi concreti attraverso il montaggio timbrico e la dislocazione degli strumenti, come farà Mahler. Berlioz stesso nella prefazione esalta il ruolo di queste sezioni puramente strumentali: “e nelle scene celebri del giardino e del cimitero il dialogo fra gli amanti, gli ‘a parte’ di Giulietta e gli slanci appassionati di Romeo non sono cantati, se infine i duetti d’amore e di disperazione sono affidati all’orchestra, [...] è perché la concretezza delle parole cantate” avrebbe necessariamente limitato la sua fantasia; mentre “la lingua strumentale [è] più ricca, più varia, meno condizionata e, per la sua stessa vaghezza, incomparabilmente più potente”».
Il confronto con il Novecento avviene con i Due pezzi per orchestra, che Luigi Dallapiccola scrisse avendo in mente due dei grandi affreschi realizzati da Piero della Francesca per il ciclo sulla Storia della vera Croce ad Arezzo.


sabato 1 febbraio 2025

Parte il BolognaFestival ’25, da Muti coi Berliner a Pappano con la London Symphony fino ai chiostri, le chiese, i musei, ma anche in birreria

 
Istituzione musicale ormai consustanziale all’identità culturale della città di Bologna, realtà quasi tutta al femminile guidata saldamente da Maddalena da Lisca, da decenni membro attivo dell’associazione, fucina di inesausta creatività che nel tempo ha ideato progetti innovativi dai grandi eventi nelle piazze principali della città alla rassegna in birreria, Bologna Festival anche quest’anno conferma la sua peculiare cifra stilistica nella diffusione del grande repertorio di tradizione, dalle celebrate orchestre di assoluto pregio internazionale ai migliori cameristi, come Sol Gabetta, Angela Hewitt, Lisa Batiashvili (nella foto a destra) fra i tanti.
In attesa degli eventi speciali del 19 febbraio con Stefano Bollani e con Evgeny Kissin il 30 e 31 marzo, la nuova stagione ripartirà invece in aprile con la rassegna Carteggi Musicali, prima capsule divulgativa tra parole, letture e note al Museo della Musica in tre appuntamenti con Fabio Sartorelli, Luca Ciammarughi ed Enzo Restagno dal 2 al 15 aprile.
Il 2 maggio poi si inaugurerà il cuore pulsante della stagione con la rassegna Grandi Interpreti al PalaDozza dove i Berliner Philharmoniker, vero culto del sinfonismo mondiale, verranno eccezionalmente guidati da un’altra icona vivente della cultura musicale internazionale, Riccardo Muti (nella foto a sinistra), il quale rinverdisce un rapporto che ormai conta ben 53 anni da quando Herbert von Karajan lo invitò sul podio della celebre compagine. L’impaginato della serata-evento dialoga poi tra le due anime musicali di Muti, quella italiana con Rossini e Verdi, e quella tedesca con Brahms. L’evento, sostenuto da Illumia, vedrà tutto l’incasso devoluto in beneficenza a favore di ANT, Fondazione Policlinico Sant'Orsola, Associazione La Mongolfiera odv.
Grandi Interpreti proseguirà poi il 7 maggio al Teatro Auditorium Manzoni, sua sede naturale, con il duo cameristico d’eccellenza Sol Gabetta al violoncello e Bertrand Chamayou al pianoforte con un originale programma da Mendelssohn fino ai meno frequentati Wolfgang Rihm e Jörg Widmann; quindi i Cameristi della Scala con l’ottima pianista Angela Hewitt (nella foto a destra) e il corno di Emanuele Urso, poi Andrea Lucchesini al pianoforte tra Berio, Schumann e Chopin; e ancora l’ensemble barocco di solida fama Europa Galante guidato al violino da Fabio Biondi per tornare poi al grande sinfonismo d’eccellenza il 9 giugno con la London Symphony Orchestra diretta da Antonio Pappano e Lisa Batiashvili al violino con Richard Strauss, Mozart e Berlioz, quindi gran chiusa della rassegna quasi in Ringkomposition, il 17 ottobre con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da Kirill Petrenko (nella foto in basso a sinistra), dal  2019 Direttore Musicale dei Berliner.
Ma già il 17 maggio partirà un altro dei fiumi musicali di Bologna Festival con il primo dei Progetti Speciali alla Chiesa di Santa Cristina della Fondazza: infatti in occasione del bicentenario della morte di Padre Stanslao Mattei, l’Officina San Francesco Bologna promuove una giornata di studi nonché la prima ripresa integrale della seconda versione - nella quale nel 1806 cantò anche il giovanissimo Rossini - dell’Oratorio della Passione, composto nel 1792 su libretto di Pietro Metastasio.
Dal 3 giugno al 8 luglio si snoderà poi la rassegna en plein air Talenti nello splendido Chiostro della Basilica di Santo Stefano, con sei appuntamenti cameristici dedicati ai giovani musicisti più brillanti del panorama europeo, seguendo le orme di alcuni dei concorsi più stimati quali, in questa edizione, Premio Trio di Trieste e Premio Venezia.
Infine la rassegna Il Nuovo, l’Antico, l’Altrove dal 18 settembre al 30 ottobre, composta da sette appuntamenti tra l’Oratorio di San Filippo Neri e la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza e dedicati alla musica antica, con una prima esecuzione in tempi moderni grazie a I Bassifondi Ensemble di Simone Vallerotonda; alla musica contemporanea con una nuova commissione di BolognaFestival e Ferrara Musica alla compositrice italiana Daniela Terranova, pluripremiata e già ben eseguita da realtà importanti come la London Sinfonietta e BBC; ma anche alla sperimentazione trasversale alle arti ed ai generi come il progetto di concerto teatrale “Pur Ti Miro” Caravaggio & Monteverdi. Musica e Tableaux Vivants o la serata “Il fiato che resta” Musiche erranti e voci di esilio dell’ensemble Ars Vulgaris con una formazione arricchita dall’uso di strumenti tradizionali del Medio Oriente.
Nel frattempo si lavora alacremente per l’ormai consueto programma Baby BoFe’ nella sua molteplice declinazione per famiglie, bambini e scuole, e si procede nella selezione dei giovani talenti che si sono candidati - quest’anno ben 48 - per l’originalissima rassegna Classica in Sneakers alla Birreria Popolare, esperimento ormai consolidato ma ancora oggi unico nel suo genere nel nostro paese, vera frontiera di avvicinamento al repertorio classico per un pubblico generalista e palco dedicato ai musicisti di domani, che proseguirà nel 2025 grazie al sostegno di Gruppo Hera e Lavoropiù.
Racconta così il Sovrintendente e Direttore Artistico Maddalena da Lisca: “Ogni anno la sfida per riempire di musica di qualità la nostra città, di lavorare con tutte le istituzioni del territorio, da quelle pubbliche alle private, di continuare nella necessaria opera di divulgazione del repertorio che amiamo, è per noi un impegno costante che non permette soste, ma ci sostiene la convinzione etica che di bellezza ed arte alla portata di tutti non ce ne sia mai abbastanza per migliorare la qualità della nostra vita e della nostra comunità. Ringrazio quindi di cuore tutti i nostri sostenitori che condividono con noi la passione e soprattutto la convinzione che questo lavoro sia semplicemente necessario.”.

SOSTENITORI 
Bologna Festival 2024 è realizzato con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, main partners Alfasigma, Illumia, mecenati oro  BCC EmilBanca, G.D a coesia company, Marposs, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna mecenati argento Valsoia, BPER Banca, Assintel, Confindustria Emilia Area Centro, Galotti, Fondazione Banco S. Geminiano e S. Prospero, Confcommercio Ascom Bologna, Maria Luisa Vaccari sponsor Aretè Cocchi Technology, Coop Alleanza 3.0, Gruppo Hera, Lavoropiù, Unicredit, Stefanelli-Automotive, Pir Group, Soci Mecenati, Benemeriti, Sostenitori e Amici di Bologna Festival partner tecnici Alternative Group, Isolani Meeting media partners RAI Radio3, Giornale della Musica, ERCreativa. 

MAIN PARTNERS 
«Anche per il 2025, Alfasigma rinnova il suo consueto sostegno al Bologna Festival, con l’obiettivo di avvicinare sempre più persone alla bellezza della musica, del teatro e dell’arte. L’azienda promuove non solo la cultura scientifica, che rappresenta il cuore del suo business, ma anche tutte le forme culturali che sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo sostenibile delle comunità in cui è presente.»  Silvana Spinacci, Corporate Image & Social Responsability di Alfasigma

«Quante volte abbiamo pronunciato le parole “più di così è impossibile” sospinti talvolta da un sentimento che pensavamo essere arrivato al suo culmine o di fronte a un’opera del genio umano o a un capolavoro della natura. E quante volte l’esperienza ci ha mostrato che ci ingannavamo perché l’amore e la bellezza, che ne è l’apparire, non hanno limite. Il programma di Bologna Festival 2025 è un esempio di questa meravigliosa dinamica e sostenerlo ancora una volta ci riempie di gratitudine e ammirazione» Francesco Bernardi, Founder di Illumia.


IL VIAGGIO DI JEAN-EFFLAM BAVOUZET NEL PIANOFORTE DI RAVEL

 

Lunedì 3 febbraio al Teatro Comunale “Claudio Abbado” la stagione 2024/2025 di Ferrara Musica prosegue con un atteso concerto, di cui sarà protagonista il pianista francese Jean-Efflam Bavouzet, cui toccherà il compito di riunire in un’unica serata tutta l’opera pianistica di Maurice Ravel. In considerazione della maggior lunghezza del programma musicale, sono previsti due intervalli. L’appuntamento è il quarto dei cinque recital pianistici proposti nella stagione.
Bavouzet è considerato un campione della musica francese, anche di quella meno nota, grazie alle sue pluripremiate incisioni discografiche che includono varie integrali: oltre all’opera pianistica di Ravel, quella di Debussy, le Sonate per pianoforte di Beethoven e di Haydn, i Concerti per pianoforte di Mozart e l’integrale dei Concerti per pianoforte di Prokof’ev e di Bartók.  Le sue impeccabili esecuzioni sono caratterizzate da grande eleganza e personalità e riscuotono sempre ampio successo di pubblico. Nato nella città bretone di Lannion, Bavouzet ha intrapreso lo studio del pianoforte a Metz, per poi completarlo a Parigi. Si è perfezionato con Paul Badura-Skoda, Nikita Magaloff e György Sándor. Nel 1986 si è aggiudicato il primo premio alla Beethoven International Piano Competition Köln, e nel 2008 è stato il primo vincitore assoluto dell’Elite Prize a Pechino per la sua integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven e ICMA Artist of the Year nel 2012. Collabora con le più prestigiose orchestre e con i direttori più rinomati.
Il concerto avvicenderà in ordine cronologico pagine brevi e di raro ascolto come Menuet antique (1985), À la manière de... Chabrier e À la manière de... Borodine, il Menuet sur le nom d'Haydn, fino a comprendere addirittura il piccolo Prélude, composto da Ravel come prova di lettura a prima vista per il Conservatorio di Parigi. Le altre composizioni sono tutti autentici capisaldi della musica del Novecento: come la celebre Pavane pour une infante défunte, la neoclassica nostalgica Sonatine, o i famosi Miroirs, suite raffinata e cristallina nata dall’appartenenza del compositore francese al gruppo degli Apache. Nella serata trovano spazio la raccolta Gaspard de la nuit: musica legata alle poesie di Aloysius, e i Valses nobles et sentimentales, scritti per pianoforte nel 1911 come omaggio a Schubert e «alle belle viennesi». Dopo il secondo intervallo, la terza parte del concerto prevede come penultimo brano in programma, la Tombeau de Couperin, un orgoglioso richiamo alle tradizioni nazionali in quanto scritto in memoria di alcuni amici caduti al fronte durante la Grande Guerra .

Riccardo Rossi sarà sul palco della Sala Santa Cecilia con la JuniOrchestra per narrare la fiaba di Pierino e il lupo, con musiche di Prokofiev.

 

domenica 2 febbraio ore 16
lunedì 3 febbraio ore 10.30
venerdì 7 febbraio ore 10.30
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
JuniOrchestra Young dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Simone Genuini
voce recitante Riccardo Rossi
 

Prokofiev
Marcia Op. 99
Bernstein
Ouverture Candide
Dvorak
Danza Slava op. 46 n. 1
Prokofiev
Pierino e il lupo

Dopo il grande successo delle scorse edizioni, domenica 2 febbraio alle ore 16 (con repliche lunedì 3 febbraio alle ore 10.30 e venerdì 7 febbraio alle ore 10.30), torna nel cartellone della stagione curata dal settore Education dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia la favola sinfonica Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev, in Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica). L’esecuzione è affidata ai giovani musicisti alla JuniOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Simone Genuini, mentre Riccardo Rossi si cimenterà nel ruolo del Narratore.


L’attore romano da quasi due decenni è tra gli attori più amati del piccolo e del grande schermo, vantando una lunga carriera da attore, che l’ha visto lavorare con registi come Enrico e Carlo Vanzina, Massimiliano Bruno, Fausto Brizzi.
Eseguita per la prima volta a Mosca nel 1936, Pierino e il lupo gode di un successo che non conosce età. Stefano Fresi ci accompagnerà a conoscere le gesta di Pierino, l’intrepido eroe di questa favola, che allontanatosi da casa nonostante i rimproveri del nonno, passeggia intorno a un laghetto, luogo di ritrovo di un uccellino, di un’anatra e di un gatto che un lupo cercherà di catturare e divorare. Ogni personaggio della fiaba è caratterizzato da un tema e un gruppo di strumenti: Pierino dagli archi, l’uccellino dal flauto cinguettante, l’anatra dall’oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno da borbottanti fagotti e il lupo dal suono dei corni, cupi e inquietanti. Il concerto si aprirà con la Marcia op. 99 di Prokofiev alla quale seguiranno l’Ouverture Candide di Bernstein e la Danza Slava op. 46 n.1 di Dvorak.

L’ACCADEMIA D’ARTE LIRICA D’OSIMO ETS IN CONCERTO A POTENZA PICENA

 

Domenica 2 febbraio, alle ore 18.00, presso la sede dell’Associazione “Amici della Musica F.lli Clementoni” di Potenza Picena, i solisti dell’Accademia d’Arte Lirica con il pianista Alessandro Benigni eseguiranno arie, duetti e scene scritti da alcuni tra i più celebri compositori italiani: pagine dal Barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e La Bohème, Gianni Schicchi, Edgar e Madama Butterfly di Giacomo Puccini, del quale nel 2024 si è celebrato il centenario della morte. È questo un appuntamento ricorrente, che rinnova la collaborazione dell’Accademia osimana con l’Associazione picena che da anni promuove la musica.
Protagonisti del concerto Invito all’opera saranno i soprani Antonella Granata e Laura Khamzatova, il tenore Wooseok Choi, il baritono Agshin Khudaverdiyev e il basso Aleksandr Utkin.

Rigoletto di Giuseppe Verdi ( regia di Damiano Michieletto direttore Daniele Callegari nel cast Luca Salsi, Ivan Ayon Rivas e Maria Grazia Schiavo) in scena al Teatro La Fenice nell’ambito del Carnevale di Venezia

 

Rigoletto di Giuseppe Verdi torna in sena al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025. Questo amatissimo titolo del grande repertorio sarà ripreso in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam, poi presentato a Venezia nel settembre 2021 in un regime anti-covid segnato dal distanziamento sociale e da limitazioni di capienza: viene ora finalmente riproposto affinché un pubblico ancora più vasto ne possa godere. In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano, coadiuvato dallo scenografo Paolo Fantin, dal costumista Agostino Cavalca, dal light designer Alessandro Carletti e dal video designer Roland Horvath, ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il buffone di corte è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice ci sarà uno specialista del repertorio quale è Daniele Callegari, che guiderà un cast composto da tre interpreti principali di grandissimo richiamo: Luca Salsi in alternanza con Dalibor Janis nel ruolo del titolo; Ivan Ayon Rivas in alternanza con Davide Giusti nel ruolo del duca di Mantova; e Maria Grazia Schiavo in alternanza con Lucrezia Drei nel ruolo di Gilda. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro La Fenice il 7, 9, 11, 14, 16, 19, 23, 25 e 28 febbraio 2025.
           

L’opera va in scena nel contesto delle manifestazioni per il Carnevale di Venezia 2025. Inoltre, in concomitanza della replica che cade nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2025, la Fenice propone, al termine dello spettacolo, una cena romantica per gli innamorati nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice per informazioni e prenotazioni, info@festifenice.it, telefono 041 786672.
Rigoletto esordì al Teatro La Fenice l’11 marzo 1851. Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma storico di Victor Hugo Le Roi s’amuse, l’opera giunse sulla scena dopo una serie di vicissitudini legate alle interdizioni della censura, che riteneva inaccettabile il ruolo negativo attribuito a un sovrano, indecoroso il soggetto ed empia la maledizione. Ma Verdi era entusiasta della pièce di Hugo – «è il più gran soggetto e forse il più gran dramma de’ tempi moderni. Tribolet è creazione degna di Shakespeare!» – e riuscì a portare in scena il lavoro incontrando subito il favore del pubblico, anche se non quello della critica, disorientata dall’eccentricità del testo.
Prima opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ con Il trovatore e La traviata, l’opera segna una svolta nell’evoluzione artistica di Verdi; lo stesso personaggio di Rigoletto, buffone ma triste, rancoroso e provocatore ma dolorosamente afflitto, dipinto da Verdi in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana, rappresenta una vistosa eccezione in un panorama operistico che distingueva con molto maggior rigore fra misera abiezione e immacolata virtù. Proprio dalla necessità di potenziare la caratterizzazione del personaggio principale muove il rinnovamento operato dalla drammaturgia verdiana intorno a convenzioni radicate: «Cortigiani, vil razza dannata» è l’esempio memorabile che sancisce la nascita di una nuova voce per il melodramma italiano, quella ‘spinta’ del baritono verdiano, dal potente declamato.


«Al centro di questo progetto sta il rapporto tra un padre e una figlia – spiega il regista Damiano Michieletto –. Di tutti gli elementi che si possono sottolineare in una lettura registica di Rigoletto, quello che ho scelto come motore di tutta la storia è la maledizione, che è anche il titolo originale dell’opera e viene ripetutamente evocata fino alla fine. La maledizione si collega al fatto che Rigoletto scopre di essere responsabile della morte della figlia. Il piano che lui ha ordito per uccidere il duca gli si ritorce contro e provoca la morte della sua amata Gilda. Quindi lui si sente colpevole di aver distrutto l’unica cosa preziosa che aveva nella sua vita. Mi sono chiesto che reazione può provocare in un uomo una tragedia come questa. In più l’uomo in questione vive in una condizione di estrema solitudine, non ha parenti né amici, ha solo questa figlia sulla quale riversa tutte le sue attenzioni in maniera morbosa. La consapevolezza di essere causa della sua morte produce in lui la perdita di qualsiasi possibilità di tornare a essere quello che era prima, alla vita precedente, che peraltro lui odiava con tutto se stesso. Odiava il duca, così come detestava la sua condizione di idiota o buffone che dir si voglia. E dunque provoca in lui la follia: rivive tutta la storia come una sorta di lungo flashback. L’impostazione dunque è questa: tutta la vicenda è vista dal punto di vista di Rigoletto, che ricorda con l’ossessione di una mente malata questa tragedia di cui si sente responsabile. Non riesce a liberarsi del senso di colpa che lo opprime e perde ogni contatto con la realtà diventando per così dire il buffone di se stesso. È come se, pur respirando ancora, non fosse più vivo ma solo il fantasma di quello che era stato».


«Il tema della maledizione ricorre con insistenza – commenta il direttore d’orchestra Daniele Callegari – e lo si avverte durante tutto il percorso che conduce al finale. Insiste sul ‘pedale’ di do. Tutti coloro che vi hanno a che fare presentano una scrittura scura, a cominciare da Monterone, che la introduce e che guarda caso è un basso. Ma è la tinta predominante di Rigoletto a essere scura, è sufficiente pensare al duetto tra Sparafucile e il protagonista. La mia intenzione, vista anche l’impostazione forte e marcata della regia di Damiano Michieletto, è di darne una lettura moderna e contemporanea. Se ci si basa, come io faccio abitualmente quando dirigo un’opera di Verdi, sul materiale dell’edizione critica, fuoriesce maggiormente la verità verdiana, e ci si discosta dalle puntature di tradizione».
Nel cast di Rigoletto alla Fenice figureranno Luca Salsi in alternanza con Dalibor Janis nel ruolo del titolo; Ivan Ayon Rivas in alternanza con Davide Giusti nel ruolo del duca di Mantova; e Maria Grazia Schiavo in alternanza con Lucrezia Drei nel ruolo di Gilda. Mattia Denti sarà Sparafucile; Marina Comparato, Maddalena; Carlotta Vichi, Giovanna; Gianfranco Montresor, il conte di Monterone; Armando Gabba, Marullo; Roberto Covatta, Matteo Borsa; Matteo Ferrara e Rosanna Lo Greco, il conte e la contessa di Ceprano. Maestro del Coro Alfonso Caiani. Regia ripresa da Eleonora Gravagnola.
Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 7 febbraio 2025 ore 19.00 (turno A); domenica 9 febbraio ore 15.30 (turno B); martedì 11 febbraio ore 19.00 (turno D); venerdì 14 febbraio ore 19.00; domenica 16 febbraio ore 15.30 (turno C); mercoledì 19 febbraio ore 19.00; domenica 23 febbraio ore 15.30; martedì 25 febbraio ore 19.00 (turno E); venerdì 28 febbraio ore 19.00.

"Violoncello Appassionato" lunedì 3 febbraio alla Sala Filarmonica di Rovereto.


Lunedì 3 febbraio 2025 ore 20.30 | Rovereto, Sala Filarrmonica
Caterina Isaia, violoncello
Yukino Kaihara, pianoforte

Beethoven 
7 Variazioni WoO 46 sul tema "Bei Männern, welche Liebe fühlen" da Die Zauberflote di W.A. Mozart
Lutosławski
Grave (Metamorfosi per violoncello e pianoforte)
Prokof'ev
Sonata per violoncello e pianoforte op. 119
Chopin
Introduzione e Polacca brillante op. 3

Giovanissimo talento del violoncellismo internazionale, a soli 22 anni Caterina Isaia si è già esibita in sale importantissime come il Teatro Alla Scala e il Teatro La Fenice, condividendo il palcoscenico con artisti del calibro di Alexander Gilman e Giovanni Sollima. Per l’occasione, è accompagnata dalla giapponese Yukino Kaihara, musicista di solida esperienza laureata all’Università di Tokyo come migliore studentessa di pianoforte. Il programma prevede opere di Ludwig van Beethoven, Witold Lutoslawski,Sergej Prokov’ev e Friedrich Chopin.


La violoncellista Caterina Isaia, nata nel 2002 in una famiglia di musicisti, sta attualmente conseguendo il “Bachelor of Music” presso la Hochschule für Musik Franz Liszt di Weimar sotto la guida del Maestro Wolfgang Emanuel Schmidt. Inizia il suo percorso musicale con Marianne Chen e Monika Leskovar, e dal 2017 al 2021 è borsista alla prestigiosa Yehudi Menuhin School di Londra, dove ha studiato con Bartholomew LaFollette e Matthijs Broersma. Caterina ha partecipato in numerose competizioni nazionali e internazionali, vincendo primi premi al Concorso Internazionale Di Violoncello Antonio Janigro nel 2016, al Concorso Internazionale di Violoncello Vychytil a Praga nel 2020, al Concorso Internazionale per strumenti ad arco Rudolf Barshai a San Pietroburgo e al Concorso Internazionale di Musica E. Sollima a Enna. Inoltre, ha ricevuto il premio speciale "Prix du Musee Bonnat-Helleu" al Festival Ravel nel 2021. Come solista, Caterina si è esibita in prestigiosi luoghi come il Teatro La Fenice, il Teatro alla Scala, il Teatro Politeama di Palermo, la Menuhin Hall, la Sala Alfredo Piatti, il Vienna Stadtpalais Liechtenstein, il Theater Casino Zug, il Montforthaus Feldkirch, la Residenz di Monaco, il Festival di Lubiana, l'Elbphilharmonie di Amburgo, il Wimbledon Festival e la Philharmonie di Lussemburgo. Una performance notevole , include la sua apparizione nel 2022 all'EXPO di Dubai, al Padiglione Italia, dove ha suonato “Violoncelle Vibrez” per due violoncelli insieme al compositore Giovanni Sollima. Nella stagione 2024, Caterina si esibirà con Alexander Gilman e gli LGT Young Soloists nel Concerto per Violoncello No. 2 di Vasks alla Großer Saal della Tonhalle Zurich, oltre a esibirsi con i Solisti di Zagabria al Festival Janigro 2024. Dal 2022 è membro attivo dei rinomati LGT Young Soloists e nel 2023 è diventata testimonial ufficiale delle Jargar strings. Caterina è anche un'entusiasta musicista da camera, avendo partecipato a varie accademie e festival, tra cui il Gstaad Festival and Academy, i Kronberg Academy Cello Masterclasses, il Ravel Festival and Academy e l'Accademia di Villecroze. È inoltre borsista presso la Music Academy del Liechtenstein. Caterina suona un violoncello F. Gagliano del 1753.


Yukino Kaihara è nata in Giappone (Hiroshima). Nel 2015 è stata semifinalista al Concorso Internazionale Long-Thibaud-Crespin (Parigi). Nel 2016 ha vinto il terzo premio al 14° Concorso musicale di Tokyo. Nel 2021 ha partecipato alle eliminatorie del Concorso Internazionale Chopin. Si è esibita come solista con orchestre come la Tokyo Symphony e la Tokyo Philharmonic. Nel 2018 ha debuttato alla Suntory Hall con il Concerto per pianoforte e orchestra di Ravel. Ha suonato anche i concerti di Schumann e Chopin, in altri concerti. Yukino Kaihara si è diplomata all'Istituto di Musica dell'Università delle Arti di Tokyo e all'Università delle Arti di Tokyo come miglior studente di pianoforte con 4 premi speciali. Yukino Kaihara ha ricevuto una Munetsugu Angel Fundraising Scholarship nel 2014 e nel 2015 e dal 2017 è membro della YAMAHA Music Scholarship. Dal 2021 riceverà una borsa di studio Rohm Music. Yukino Kaihara ha studiato con il Prof. Kei Itoh in Giappone e all'Università delle Arti di Berlino con il Prof. Björn Lehmann. Ha accompagnato violino e violoncello al Concorso musicale giapponese, al Concorso internazionale Long-Thibaud-Crespin e al Concorso internazionale Queen Elisabeth. È stata assunta dall'Università delle Arti di Berlino come pianista accompagnatrice , attività che continua tuttora.

venerdì 31 gennaio 2025

Sabato 8 e domenica 9 febbraio a Sassari "Così fan tutte" di Mozart apre il nuovo anno accademico del Conservatorio Canepa

 
Il Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari torna a proporre una produzione operistica originale per l’apertura dell’anno accademico. Così fan tutte, celeberrima opera buffa di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte, andrà in scena il prossimo sabato 8 febbraio al Teatro Comunale di Sassari, inserita nella cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025, a partire dalle ore 18. L’opera sarà proposta in replica domenica 9 febbraio alle 16,30 oltre che in un’anteprima riservata alle scuole venerdì 7 alle ore 10. Tutti gli spettacoli saranno a ingresso gratuito, con obbligo di prenotazione.
Dopo il successo dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, che inaugurò l’anno accademico nel 2023, il “Canepa” scommette nuovamente sulle proprie risorse interne per presentare al territorio un gioiello del melodramma, terza opera buffa italiana musicata dal genio di Salisburgo su testo di Lorenzo da Ponte nel 1790.
L’orchestra, composta da circa quaranta elementi, sarà formata dagli studenti dell’istituto, oltre ad alcuni ex allievi e docenti. Come due anni fa, maestro concertatore e direttore sarà Andrea Certa (foto più in basso, a sinistra), docente di Accompagnamento pianistico, e la regia è affidata a Giovanni Scandella (nella foto a destra), autore anche delle scene, docente di Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica. Saliranno sul palcoscenico i solisti Carlotta Doppiu (Fiordiligi), Aurora Carta (Dorabella), Filiberto Bruno (Guglielmo), Murat Can Guvem (Ferrando), Alessia Cozzolino (Despina), Marco Solinas (Don Alfonso) e il Coro del Conservatorio preparato dalla docente di Lettura della partitura Clara Antoniciello. I costumi sono di Carla Galleri e il disegno luci di Marcello D’Agostino.
Nell’allestimento sassarese il regista applica l’artificio del “teatro nel teatro”, con l’invenzione di un secondo pubblico collocato tra la vicenda dei quattro amanti e chi è seduto in platea. I partecipanti alla messinscena sono quindi spinti a un continuo recitare, taluni fingendosi spettatori, altri personaggi. In questo modo, l’attenzione dei protagonisti verso il finto pubblico crea un feedback interessante sia al fine del gioco interpretativo che a quello della comprensione dell’intricata vicenda amorosa, coinvolgendo il maggior numero possibile di studenti che partecipano allo spettacolo.
“Una sinfonia per…” a Filomena Moretti. Nella serata dell’8 febbraio, dopo gli interventi delle autorità accademiche e il saluto del sindaco di Sassari Giuseppe Mascia, tra i due atti dell’opera sarà consegnato per la quinta edizione il riconoscimento “Una sinfonia per…”, destinato a una personalità sarda della cultura che ha dato lustro al territorio. La prestigiosa onorificenza è stata assegnata quest’anno alla chitarrista Filomena Moretti. Fin da giovanissima grande talento, si diploma a 18 anni col massimo dei voti al Conservatorio sassarese con il docente Roberto Masala e si perfeziona poi con Ruggero Chiesa, prima di conseguire il diploma di merito all’Accademia Chigiana di Siena. Il riconoscimento sarà consegnato dalla prefetta di Sassari, S.E. Grazia La Fauci, che ha presieduto la commissione per l’assegnazione dell’onorificenza. Nelle precedenti edizioni erano stati premiati il trombettista Paolo Fresu, il tenore Francesco Demuro, l’ex ministro Luigi Berlinguer e il violinista Alessandro Moccia. La serata sarà presentata dalla giornalista Silvia Orrù.
La prenotazione dei biglietti. L’ingresso a teatro sarà gratuito, come nella tradizione dei concerti inaugurali dell’anno accademico del Conservatorio di Sassari, che vuole così incontrare la città per presentare la ricchezza della propria offerta culturale. Per partecipare alla serata di sabato 8 e domenica 9 febbraio è obbligatoria la prenotazione – massimo due biglietti a persona – direttamente al botteghino del Teatro Comunale che resterà aperto nei giorni 6 e 7 febbraio dalle ore 17 alle ore 20.

(nella foto a sinistra, prove di regia al Comunale)

Nuovo appuntamento De Sono tra le Fantasie pianistiche di Schumann, Skrjabin e Debussy. Protagonista il giovane pianista Federico Gad Crema

Venerdì 14 febbraio 2025, ore 20.30
Teatro Vittoria, Torino
FANTASIE PIANISTICHE
Federico Gad Crema, pianoforte

Robert Schumann
Fantasia op.17
 
Aleksandr Skjabin
Fantasia op. 28

Claude Debussy
Images (1er livre)

Federico Gad Crema, talentuoso pianista sostenuto dalla De Sono, conduce il pubblico in un viaggio musicale attraverso le Fantasie dei tre grandi compositori Robert Schumann, Aleksandr Skrjabin e Claude Debussy, in occasione del concerto di venerdì 14 febbraio, alle 20.30 al Teatro Vittoria di Torino.
Pianista riconosciuto a livello internazionale, Federico Gad Crema, classe 1999, ha già suonato nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, tra cui la Carnegie Hall di New York, il Teatro alla Scala e la Sala Verdi di Milano, oltre al Teatro Castro Alves di Salvador, Bahia, lavorando al fianco di direttori e artisti del calibro di Roberto Abbado, David Coleman, Kimbo Ishii, Philippe Gérard, Ricardo Castro e Jean-Yves Thibaudet.

Di origine milanese, Gad Crema ha ottenuto il suo primo Master presso il Conservatorio di Milano con la votazione di 110 e lode e menzione speciale e ha perfezionato i propri studi alla prestigiosa Colburn Conservatory of Music di Los Angeles e all’Accademia Perosi di Biella. Grazie al sostegno della De Sono, ha conseguito un secondo Master presso la Haute École de Musique di Ginevra sotto la guida di Ricardo Castro. È attualmente sotto la guida di Kirill Gerstein a Berlino, in Germania.
È vincitore di vari premi, tra cui il 1° premio e il premio speciale per la migliore esecuzione del brano commissionato al “Concorso Internazionale André Dumortier - CIAD” in Belgio, il 3° premio e premio speciale al “Concorso Internazionale Alessandro Casagrande” in Italia, e il 2° premio, premio speciale per la migliore esecuzione del brano commissionato e premio speciale del pubblico al “Concorso Internazionale Olga Kern - OKIPC” negli Stati Uniti.
Al Teatro Vittoria propone un percorso musicale attraverso le visioni romantiche di Schumann, l’estatica profondità di Skrjabin e l’universo impressionista di Debussy.
La serata si apre con la Fantasia op. 17 di Robert Schumann, un’opera intensa e visionaria, scritta nel 1836 e dedicata a Franz Liszt. Capolavoro del Romanticismo, nato come un canto d’amore per Clara Wieck, intreccia passione, lirismo e virtuosismo, alternando momenti di struggente malinconia a slanci di gioiosa vitalità.
Segue la Fantasia op. 28 di Aleksandr Skrjabin (nella foto a destra), un’opera giovanile composta nel 1900. In questa pagina, Skrjabin fonde le influenze del tardo Romanticismo con il linguaggio armonico personale che lo condurrà alle sue future sperimentazioni. La Fantasia è pervasa da un’intensa spiritualità e da un lirismo inquieto, culminante in una scrittura pianistica di straordinaria bellezza e complessità.
Chiude il programma il primo libro delle Images di Claude Debussy. Composto tra il 1904 e il 1905, questo ciclo rappresenta una pietra miliare dell’Impressionismo musicale. Con i tre brani (Reflets dans l’eau, Hommage à Rameau e Mouvement), Debussy esplora sonorità nuove, evocando paesaggi sonori che sembrano dipinti con il pianoforte. Dal lirismo acquatico di Reflets dans l’eau all’intensità evocativa di Hommage à Rameau, fino al dinamismo ritmico di Mouvement, la musica evoca un universo sonoro unico e incantevole.