venerdì 5 dicembre 2025

Anche ad Andorra risuona il Cant de la Sibil·la. L’8 dicembre la rappresentazione nella cittadina di Encamp, gemellata con Alghero

 

Arriva anche a Encamp, cittadina del Principato di Andorra gemellata con Alghero, il “Cant de la Sibil·la”, canto profetico paraliturgico che da settecento anni viene eseguito ad Alghero e in tutta la Catalogna. Sarà ancora una volta l’Associazione culturale Arte in musica di Alghero a proporre lo storico Cant in lingua catalana, in una comunità in cui proprio il catalano è la lingua ufficiale. L’appuntamento è per l’8 dicembre alle 17 nella chiesa di Santa Eulàlia. Nella mattinata, alle 11, nella chiesa di Sant Miquel si terrà invece una conferenza su “Lo Senyal del Judici, dalla parola all’immagine e al canto. Dalle antiche profezie al Cant de la Sibil·la di Alghero”, con relatori Carmela Mura Monfardino e Giuseppe Calaresu.  Protagonista del concerto sarà il Coro Polifonico Algherese diretto da Ugo Spanu, con le voci narranti di Carmela Mura Monfardino e Giuseppe Calaresu, con l’alternanza di interventi musicali strumentali e corali, con il coro Joves Ensemble preparato da Maria Gabriella Mura, Fabio Frigato all’organo, Alessia Sassu al violoncello, Manuele Costantino alla tromba, Riccardo Collu alle percussioni e Gabriele Catalano nel ruolo del Sibil·ler. Le elaborazioni sulle melodie gregoriane, composte da Ugo Spanu, e i brani di polifonia contemporanea si affiancheranno a esecuzioni all’organo, accompagnando lo spettatore all’ascolto del Senyal del Judici di Alghero, nella versione per coro, solista e strumenti elaborata da Stefano Garau, come ancora oggi si canta nella cattedrale di Alghero. 
L’evento “Lo Senyal del Judici, l’Alguer e il Cant de la Sibil·la” fa parte del progetto trentennale dedicato alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo tesoro del patrimonio immateriale dell’umanità, iniziato nel 1995 con la registrazione e produzione del CD Estudi Polifònic – Dal Cant de la Sibil·la a Montserrat. Inoltre, l’evento è stato rappresentato in diversi luoghi internazionali: nel 2022 a Barcellona, nella cripta della Sagrada Familia, nel 2023 nella chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma e di nuovo a Barcellona, nella chiesa di Santa Maria de Gràcia, a Cagliari lo scorso anno.
Nel gennaio 2024, per la prima volta nella storia, le interpretazioni del Cant di Maiorca, Barcellona, Valencia e Alghero sono state riunite nella cattedrale di Palma di Maiorca, evento poi ripetuto nell'ottobre scorso nella cattedrale di Alghero.

giovedì 4 dicembre 2025

Suoni e Sapori del Garda 2025 - Salò, 8 dicembre 2025, MINIMAL CHRISTMAS

 
8 DICEMBRE 2025 – ORE 17
MINIMAL CHRISTMAS


Trio Fluxus
Alessandro Zezza - pianoforte
Serafino Tedesi - violino
Andrea Anzalone - violoncello

SALO’ – SALA DEI PROVVEDITORI
INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

Lunedì 8 dicembre, alle ore 17, nella Sala dei Provveditori a Salò, è in programma il penultimo concerto dell’edizione 2025 del Festival Suoni e Sapori del Garda. Alessandro Zezza al pianoforte, Serafino Tedesi al violino e Andrea Anzalone al violoncello – ovvero il Trio Fluxus – proporranno il concerto Minimal Christmas. Con il termine musica minimalista (nota anche come minimalismo, musica minimale o musica ripetitiva, in inglese minimal music) si indica un ramo della musica colta nato negli Stati Uniti negli anni Sessanta.
Alternativa al serialismo della musica europea di Anton Webern, il minimalismo scaturì dall’esigenza dei suoi compositori di rendere più accessibile l’avanguardia astratta dei primi anni Sessanta, da loro ritenuta “impossibile da ascoltare”. È generalmente caratterizzato dalla ripetizione costante di semplici schemi musicali, eseguiti da piccoli ensemble, con una forte eterogeneità dovuta alle diverse scelte stilistiche degli autori.
Il movimento Fluxus nacque tra il 1961 e il 1962. Il nome – fluxus è un termine latino che significa “flusso”, a indicare un fenomeno in continuo mutamento, privo di forma e di luogo definiti – fu coniato dall’artista lituano George Maciunas (1931-1978). I primi eventi Fluxus furono organizzati nel 1961 a Wiesbaden, in Germania, e a New York, in occasione del concerto sperimentale Musica antica et nova promosso dallo stesso Maciunas. Da lì il movimento si diffuse rapidamente in tutto il mondo: dall’America all’Europa, dal Giappone alla Corea, e successivamente anche in Francia, Italia e Gran Bretagna.
Il termine Fluxus rappresenta un progetto mirato alla fusione di tutte le arti, pur nel rispetto delle loro specificità. I due principali punti di riferimento del movimento sono Marcel Duchamp e John Cage. Sul piano storico ed estetico, Fluxus trova affinità nel dadaismo e nella poetica del ready-made. 

Al termine del concerto, grazie alla collaborazione con l’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori del Garda, gli spettatori potranno partecipare a una degustazione di vini a cura dell’Azienda Agricola Averoldi Francesco.

PREMIO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA A BRUNO GIURANNA

 

Questa mattina, giovedì 4 dicembre 2025, al Palazzo del Quirinale, il Presidente Sergio Mattarella ha consegnato i Premi “Presidente della Repubblica” per l’anno 2024 che vengono assegnati, oltre che dall’Accademia dei Lincei e dall’Accademia di San Luca, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a personalità o Enti italiani che si siano distinti per la loro attività artistica.
Nel corso della cerimonia, il Capo dello Stato ha assegnato il Premio per l’anno 2024 a Bruno Giuranna (Milano, 1933). Figlio della compositrice Barbara Giuranna, dopo gli studi musicali al Conservatorio di Santa Cecilia, ha avviato la sua carriera di violista presentando, con la direzione di Herbert von Karajan, la prima assoluta di Musica da Concerto per viola e orchestra d'archi di Giorgio Federico Ghedini. Ha suonato in qualità solista con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la Royal Concertgebouw Orchestra, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e molte altre, con direttori quali Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Sir John Barbirolli, Riccardo Muti e Sergiu Celibidache. Inoltre ha ricoperto l'incarico di professore di viola all’Istituto superiore delle arti di Berlino (1983-1998), alla Scuola superiore di musica di Detmold, al Conservatorio di Santa Cecilia, al Royal College of Music e alla Royal Academy di Londra, nonché presso il Conservatorio della Svizzera italiana di Lugano. È accademico di Santa Cecilia dal 1974, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana dal 1987, e cittadino onorario delle città di Asolo e Cremona.
A ritirare il premio, per conto di Bruno Giuranna impossibilitato per motivi di salute, è stato il Presidente-Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia Massimo Biscardi, che nella sua laudatio ha affermato: "Eccoci dunque, Signor Presidente, ad attendere dalle Sue mani un riconoscimento alla carriera per il maestro Bruno Giuranna il quale, per motivazioni dovute alla sua veneranda età, non potrà essere presente, ma che mi prega di esprimerle il suo più sentito ringraziamento per questo conseguimento con il quale […] egli viene così a coronare la sua brillante e inestimabile carriera. […] L’aver destinato quest’anno il premio a Bruno Giuranna ha riscosso il plauso e la gratitudine specificatamente delle sezioni delle viole, degli archi e in generale di tutta l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nella quale operano numerosi musicisti che di Giuranna furono allievi e ammiratori”.
 
Il Presidente della Repubblica ha inoltre consegnato le Borse di Studio in memoria del Maestro Goffredo Petrassi e Giuseppe Sinopoli, due importanti figure della cultura musicale italiana di cui è responsabilità comune tramandare la lezione e l’esempio.
La borsa di studio “Goffredo Petrassi” per l’anno 2024 è stata assegnata a Mattia Clera (nato a Venezia nel 1987) il quale, dopo gli studi classici, si è diplomato con il massimo dei voti e la lode in Composizione al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e poi si è perfezionato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con il massimo dei voti e la lode (con i maestri Ivan Fedele e Alessandro Solbiati). Il premio “Giuseppe Sinopoli” per l’anno 2024 è stato invece assegnato a Marta Pacifici (Roma, 1999 - nella foto) diplomatasi con lode in Canto Rinascimentale e Barocco al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma nel 2021. Nel 2024 ha completato il corso di perfezionamento in Canto all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Sara Mingardo, ottenendo il massimo riconoscimento.

Il 5 dicembre Nuova Consonanza sonda le nuove frontiere dell'elettroacustica. Il Festival al Mattatoio - La Pelanda con i lavori più interessanti di una call internazionale per compositori under 40. 126 proposte da oltre 30 paesi di tutto il mondo

 
Concerto dedicato alle nuove frontiere della dimensione spaziale elettroacustica quello del Festival di Nuova Consonanza di venerdì 5 dicembre (ore 21) al Mattatoio – La Pelanda. Grazie a una call internazionale rivolta a giovani compositori under 40, sono state selezionate alcune delle opere più significative tra le 126 proposte ricevute da oltre 30 Paesi di tutti i continenti, a dimostrazione che l’interesse per la dimensione spaziale della musica è un fenomeno planetario. I compositori sono Elliot Hernandez (Messico), Shane Byrne (Irlanda), Liu Xizan (Cina), Chin Ting Chan (Hong Kong), Sara Marquez Ramirez (Colombia) e Connor Simpson (USA). Le composizioni presentate si distinguono non solo per l’uso avanzato di tecnologie immersive – dalla quadrifonia al Dolby Atmos e Ambisonic – ma soprattutto per il loro valore musicale. In programma anche una prima esecuzione assoluta di Angelo Benedetti Disordine apparente #2* per clarinetto basso ed elettronica, interpreti Alice Cortegiani (nella foto a destra) al clarinetto e lo stesso autore all’elettronica.
 
L’INCONTRO
La serata viene preceduta alle ore 19 dall’incontro “Musica, spazio, tempo” nell’ambito del ciclo “Prospettive della composizione oggi”. Il curatore Fabrizio Nastari dialoga con Luigi Ceccarelli e Gianni Trovalusci sul fare musica oggi, dove le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche pongono i musicisti di fronte a una conoscenza più vasta. Si parlerà su come suono, immagine, spazio, parola, siano oggi parte integrante di nuovi linguaggi artistici, in una realtà così complessa in cui i concetti di musica, di composizione, di esecuzione vanno completamente riconsiderati.
 

ENSEMBLE MULTILATÉRALE IN CONCERTO DOMENICA 7 DICEMBRE

Fra i gruppi più importanti della capitale francese, l’ensemble Multilatérale di Parigi arriva al Festival il 7 dicembre con un programma per strumenti inusuali come il flauto contrabbasso e il clarinetto contrabbasso insieme all’elettronica, per un concerto all’insegna della ricerca timbrica, con un omaggio a Luigi Nono e le prime assolute di Silvia Lanzalone e Nicoletta Andreuccetti.
 
Il 62° festival di Nuova Consonanza è realizzato con il contributo del Ministero della Cultura Direzione Generale Spettacolo e Direzione generale Biblioteche e istituti culturali, della Regione Lazio - Fondo Unico Spettacolo dal Vivo 2025; INPS – Fondo PSMSAD.
Il festival, promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura è vincitore dell’Avviso Pubblico Roma Creativa 365. Cultura tutto l’anno in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
 
Il 62° Festival di Nuova Consonanza è realizzato in collaborazione Accademia di Francia a Roma Villa Medici, Accademia tedesca Roma Villa Massimo, Azienda Speciale Palaexpo - Il Mattatoio Roma, Cineteca di Bologna, Ensemble Modern Patronatsgesellschaft e.V, Festival Resis de A Coruña, Fondazione Isabella Scelsi, Fondazione Musica per Roma, Fondazione Roma Tre - Teatro Palladium, Fondazione Teatro Vespasiano, Roma Sinfonietta, Tempo Reale
 
Media Partnership Rai Radio 3


Borse di studio per giovani musicisti “Maura Giorgetti” 2025, categoria Trombone e Tuba: i vincitori


Si è conclusa ieri pomeriggio al Teatro alla Scala la prova finale per l’assegnazione delle borse di studio “Maura Giorgetti” che ogni anno la Filarmonica riserva ai giovani musicisti, grazie al sostegno del Main Partner UniCredit. Dal 2011 il premio assegna due borse di studio del valore di 4.000€ ciascuna, cui si aggiunge l’UniCredit Award, ai talenti musicali delle più giovani generazioni per sostenerli nella loro formazione professionale. Quest’anno il bando è stato destinato ai giovani studenti europei di trombone e tuba, tra i 15 e i 24 anni d’età.
La giuria del concorso ha assegnato la borsa di studio per la categoria trombone a Massimiliano Nese (2009, Campobasso), quella per la categoria tuba è stata invece suddivisa ex aequo tra Sebastian Zani (2005, Bergamo) e Alessandro Sacripanti (2007, Roma). Massimiliano Nese ha ricevuto anche l’UniCredit Award, il riconoscimento economico del valore di 1000€ che UniCredit, da sempre attenta allo sviluppo della cultura in tutte le sue forme e alla crescita dei giovani talenti e Main Partner della Filarmonica, mette in palio per il più giovane ammesso alla prova finale.
Le Borse di Studio della Filarmonica della Scala hanno portato all’attenzione del pubblico talenti del violino quali Gennaro Cardaropoli, Teofil Milenkovic, Fabiola Tedesco, Lucilla Rose Mariotti, Francesco Papa; violoncellisti quali Elena Piccotti, Serena Fantini, Luca Giovannini, Francesco Stefanelli, Ettore Pagano, Tobias Ingrosso e Clemente Zingariello e ancora il flautista Emanuele Orsini e il clarinettista Giona Pasquetto, avviandoli alla carriera professionale.
Il concorso, istituito in occasione del trentennale della Filarmonica, è intitolato a Maura Giorgetti, per molti anni anima organizzativa dell’Associazione.  

Foto ©Annachiara Di Stefano 

Fenice: completati i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche grazie ai fondi PNRR dell’Unione Europea – Installato un pontile galleggiante per agevolare l’accesso dalla porta d’acqua del Teatro

 

La Fenice è accessibile a tutti.
Già in linea con le disposizioni legislative in materia ed al Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, adottato dalla Fondazione Teatro La Fenice, con obiettivo principale dell’eliminazione delle barriere architettoniche ancora esistenti all’interno del teatro, sono stati completati i lavori di abbattimento di quelle barriere architettoniche ancora residue.
Dopo il restyling che nel 2024 ha riguardato i locali del bookshop, della biglietteria, del bar del foyer completamente rinnovato negli arredi, alfine di renderli accessibili anche alle persone con disabilità motoria utilizzatori di carrozzina, ora sono finalmente giunti a compimento anche gli altri lavori parte integrante del progetto, vale a dire la sostituzione di un ascensore destinato al pubblico, la realizzazione di una rampa per l’accesso dalla porta San Gaetano in prossimità dell'ingresso principale e l’installazione di un pontile galleggiante per agevolare l’accesso dalla porta d’acqua, questo in particolare nonostante vi fosse la possibilità di accedere al teatro anche mediante l’utilizzo di mezzi nautici quali i taxi, non consentiva uno sbarco sicuro, poiché non esisteva un sistema galleggiante che seguisse l’andamento della marea.
E’ stato ora realizzato, in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Venezia e l’Ufficio Mobilità e Trasporti su acqua del Comune di Venezia, un pontile con rampa per consentire lo sbarco, soprattutto disabili, in completa sicurezza
         Il progetto è stato finanziato dai fondi del PNRR dell’Unione Europea – Next Generation EU  nell’ambito del Piano per l'Eliminazione delle barriere architettoniche; in particolare si tratta della Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Component 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 1 ‘Patrimonio culturale per la prossima generazione’, Investimento 1.2: ‘Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura’ nei musei e luoghi della cultura pubblici non appartenenti al Ministero della Cultura.
 


LO SCHIACCIANOCI al Teatro Olimpico dall'11 dicembre con il Balletto di Milano. Fra magia fiabesca e scene Art Déco la nuova produzione debutta a Roma con la coreografia neoclassica di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti

 

TEATRO OLIMPICO
da giovedì 11 a domenica 14 dicembre
giovedì e venerdì ore 20.30, sabato ore 16.30 e 20.30, domenica ore 16
LO SCHIACCIANOCI
Balletto di Milano
Balletto fantastico in due atti su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij
liberamente ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann
 
coreografia Federico Veratti, Agnese Omodei Salè
scenografie Marco Pesta
costumi Agnese Omodei Salè, Mario Ferrari, Fabrizio Marinello
 

personaggi e interpreti principali
 
Drosselmeyer  - Alessandro Orlando (11, 12, 13s) / Francis Morgan (13p, 14)
Clara - Annarita Maestri (11, 13s, 14) / Sinthya Pezzoli (12, 13p)
Fata confetto - Sofia Gironi (11, 13s, 14) / Giusy Villarà (12, 13p)
Il Principe - Gianmmarco Damiani (11, 12, 13s, 14) / Pavel Petrosyan (13p) 
Fritz - Jack Farren / Gabriel Hadi (13p)
Lo Schiaccianoci - Francis Morgan (11, 12, 13s)/Yoni Martin (13p)/Pavel Petrosyan (14)
Re dei topi - Haruto Onoda
 
Corpo di Ballo e solisti Balletto di Milano
 
Nuova produzione 2025
In collaborazione con Teatro Olimpico

Non è Natale se non è Schiaccianoci… Al Teatro Olimpico l’Accademia Filarmonica Romana ospita il Balletto di Milano in una nuova, raffinata produzione de Lo Schiaccianoci, titolo fra i più amati dal pubblico di ogni età, in scena da giovedì 11 a domenica 14 dicembre.
Le scenografie di Marco Pesta, direttore della Compagnia, amplificano la magia dello spettacolo creando una visione elegante e poetica del grande classico di Čajkovskij, ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann. La coreografia neoclassica firmata da Agnese Omodei Salè e Federico Veratti percorre la celebre fiaba e il primo atto scorre tra le danze dei bambini e quelle dei genitori sotto l’albero di Natale nel salone d’ispirazione Art Déco, per concludersi con l’incantevole danza dei fiocchi di neve, in cui lo spettatore viene guidato in un bosco incantato, dove luci e atmosfere rarefatte trasformano la scena in un vero gioiello visivo. Il viaggio culmina in un salone fiabesco dedicato al Divertissement, con le sue danze spagnola, araba, cinese e russa, è un'esplosione di gioia e colori e culmina nell'emozionante pas de deux.
In scena tutti i primi ballerini e solisti del Balletto di Milano a partire da Alessandro Orlando, tra i danzatori più affermati e rappresentativi della Compagnia, che vestirà i panni di Drosselmeyer, figura cardine del balletto. Si alternerà con Francis Morgan, giovane talento inglese neodiplomato alla prestigiosa Elmhurst Ballet School.
Sensibile, raffinata e tra le danzatrici di punta del Balletto di Milano Annarita Maestri torna come Clara, mentre è al suo debutto Sinthya Pezzoli, già apprezzata come Cenerentola e Micaela in Carmen. Debuttano anche Sofia Gironi e Giusy Villarà, entrambe ballerine dalla tecnica solida e dalla forte presenza scenica, scelte per il ruolo della Fata Confetto. Per il ruolo del Principe il Balletto di Milano accoglie per la prima volta in Italia il ventenne armeno Pavel Petrosyan che si alternerà a Gianmarco Damiani.

foto Aurelio Dessi

LAC: Hayato Sumino, un recital da Guinness dei Primati

 

Un talento visionario, un programma magnetico, un artista capace di reinventare il ruolo del pianista del XXI secolo. Domenica 14 dicembre alle ore 17:00, il LAC accoglie Hayato Sumino, in arte Cateen, il giovane e carismatico pianista giapponese che sta conquistando le sale da concerto e il web di tutto il mondo. Virtuoso sorprendente, capace di fondere classica, jazz e contemporanea, Sumino è oggi uno dei nomi più interessanti della scena internazionale, inserito da Forbes tra i 30 Under 30, artista Steinway, e star digitale con oltre 1,5 milioni di follower su YouTube. Dal 29 novembre 2025 è nel Guinness dei Primati per il record mondiale di 18.564 biglietti venduti per un recital pianistico (indoor) alla K-Arena Yokohama. 
A gennaio 2026 uscirà per Sony Classical il suo nuovo disco Chopin Orbit, che conferma la sua centralità interpretativa nel repertorio chopiniano. Icona di stile e artista di straordinario impatto scenico, al LAC Sumino approda dopo una stagione trionfale: il debutto alla Carnegie Hall, tournée sold out in Giappone, collaborazioni con orchestre come la Chicago Symphony, Vienna Radio Symphony Orchestra e NHK Symphony, presenze nei maggiori festival europei e americani. Anche l’Italia fa parte del suo viaggio, con tappe a Torino (10 dicembre) e Roma (13 gennaio). 
Il recital offre un viaggio musicale di rara ampiezza, specchio della visione totalizzante del pianista-compositore-improvvisatore che Hayato Sumino incarna in modo contemporaneo e personale.
La serata si apre con due capolavori di Frédéric Chopin: lo Scherzo n. 1 op. 20, opera visionaria scritta da un ventenne che reinventa radicalmente il genere, e il Notturno op. 48 n. 1, vertice di introspezione romantica. A seguire, Sumino presenta i suoi 3 Nocturnes – Pre Rain, After Dawn, Once in a Blue Moon – dove dialogano lirismo, sensibilità moderna e un linguaggio che fonde classica, pop e jazz. La prima parte si chiude con la Partita n. 2 BWV 826 di Johann Sebastian Bach, pagina monumentale che unisce solennità, invenzione e brillantezza. Nella seconda parte il pianista torna a Chopin attraverso le sue Recompositions: New Birth e Recollection, reinvenzioni rispettose e al tempo stesso audaci, che rileggono armonie e temi chopiniani con libertà creativa e raffinatezza contemporanea. Segue un omaggio all’archetipo del musicista totale: Bach, con il Präludium und Fuge BWV 870 da Das Wohltemperierte Klavier II. Il contrappunto bachiano trova un affascinante contrappunto moderno nel Prélude und Fuge di Friedrich Gulda, che intreccia jazz, be-bop e rigore accademico. Tre Études di Nikolai Kapustin (op. 40), tra virtuosismo, swing e lirismo, conducono al gran finale: l’acclamato Boléro di Maurice Ravel nella spettacolare versione per due pianoforti suonati simultaneamente da Cateen. Un’esperienza musicale e visiva unica, che ha già incantato milioni di spettatori online e che dal vivo diventa pura adrenalina estetica.
Nato a Tokyo nel 1995, uomo di scienza oltre che musicista, Sumino ha conseguito un Master in Ingegneria informatica all’Università di Tokyo, con un progetto di ricerca all’IRCAM di Parigi sull’elaborazione dell’informazione musicale. La sua doppia identità di studioso e performer si riflette nel suo approccio rigoroso e insieme immaginifico alla musica, capace di parlare ai puristi come alle nuove generazioni. In pochi anni ha ottenuto riconoscimenti internazionali prestigiosi: Grand Prix PTNA Piano Competition (2018); Terzo premio al Concorso Pianistico Internazionale di Lione (2019); Semifinalista al XVIII Concorso Chopin di Varsavia (2021). Il 29 novembre 2025 è entrato nel Guinness dei Primati per aver stabilito il record mondiale di biglietti venduti (18.564) per un recital di pianoforte indoor alla K-Arena Yokohama. 


Sabato 6 dicembre ore 21 alla Sala Pellerini di Palazzo Gradari a Pesaro, lo Yūgen Quartet chiude la stagione concertistica 2025 dell’associazione Wunderkammer Orchestra Ets.

 

Un programma speciale dove si intrecciano le voci di giovani compositori destinati a segnare la storia e quelle di autori già pienamente maturi, chiude a Pesaro la stagione concertistica dell’associazione Wunderkammer Orchestra ets. L’appuntamento sabato 6 dicembre ore 21 alla Sala Pellerini di Palazzo Gradari (Via Gioachino Rossini 26), protagonista lo Yūgen Quartet su musiche di Beethoven, Mahler/Schnittke e Fauré. L’evento, in collaborazione con Comune di Pesaro e Amat, si avvale del sostegno di Sistemi Klein (main sponsor), Morfeus, Valli Pianoforti, Giardino di Santa Maria.
Formato da Simona Cavuoto (violino), Małgorzata Maria Bartman (viola), Ulyana Skoroplyas (violoncello) e da Nicola Pantani (pianoforte), lo Yūgen Quartet si propone di divulgare opere, note ed inedite, del repertorio scritto per la formazione di violino, viola, violoncello e pianoforte, del periodo romantico, moderno e contemporaneo. Di diversa provenienza geografica (Italia, Polonia e Ucraina), culturale e anagrafica, i componenti del quartetto credono che l’ascolto e l’esecuzione della musica classica dal vivo mantenga inalterato nel tempo un fascino non assimilabile a nessuna riproduzione digitale o meccanica.
Nel programma della serata, il Quartetto per pianoforte n. 3 in Do maggiore, Wo036 n.3 di Ludwig van Beethoven, un’espressione giovanile e spontanea di musica da camera scritta dal grande compositore a soli quattordici anni, nel 1785; la scrittura ancora lontana dai tratti autoriali che caratterizzeranno il suo secondo periodo, ricorda lo stile mozartiano, in una freschezza di invenzione melodica e uno stato d'animo sereno, cordiale ed educato.
Segue il Quartetto per pianoforte e archi in La minore, opera incompiuta di un giovane Gustav Mahler, quindicenne allievo di Conservatorio nel 1876, sul quale oltre un secolo più tardi, nel 1988, intervenne il compositore russo Alfred Schnittke affrontandone i frammenti come tracce da interrogare più che da restaurare. Ne nasce un dialogo attraverso il tempo, in cui la voce acerba del giovane Mahler viene riletta, amplificata e messa in prospettiva dalla sensibilità del tardo Novecento
Infine, di Gabriel Fauré, il Quartetto in Do minore n. 1 per pianoforte, violino, viola e violoncello, Op. 15, il suo quartetto più maturo, composto tra il 1876 e il 1879. L’opera riflette una tradizione musicale fatta per il piacere dell’intimità, un piacere che non ha bisogno di grandi platee, ma di orecchie attente e di una sensibilità pronta ad accogliere il canto discreto degli archi e il tocco del pianoforte.


mercoledì 3 dicembre 2025

Domenica 14 dicembre – in Sala Zubin Mehta – il concerto dell’Orchestra del Mare con il violoncellista Mario Brunello, il violinista Sergej Krylov e i musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana. L’ensemble utilizza strumenti ricavati dai legni delle barche dei migranti e realizzati dalle persone detenute del carcere di Milano-Opera nell’ambito del progetto “Metamorfosi” della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

 


Domenica 14 dicembre 2025 alle ore 20, nella Sala Mehta del Teatro del Maggio, il concerto dell’Orchestra del Mare composta per l’occasione dal violoncellista Mario Brunello, il violinista Sergej Krylov e i musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole. Un concerto dal grande valore sociale a favore della “Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti”.
Il programma della serata mette in cartellone il “Concerto per 2 violini in re minore” di Johann Sebastian Bach; Campanella, estratto dal “Concerto per violino e orchestra n. 2” di Niccolò Paganini; Adios Nonino di Astor Piazzolla e Violoncello vibrez! di Giovanni Sollima.
In occasione di questo importante evento, ai maestri Brunello e Krylov saranno donati - dalle stesse persone detenute coinvolte nel lavoro di costruzione degli strumenti musicali - un violoncello e un violino costruiti nella liuteria del carcere di Milano-Opera.
I due artisti diventeranno dunque “ambasciatori” di questa iniziativa che pone al centro il dramma contemporaneo dei migranti e la necessità di rendere concreto, all’interno delle carceri, l’articolo 27 della Costituzione italiana secondo il quale “...le pene non possono consistere in trattamenti disumani ma devono tendere alla rieducazione del condannato”. Il concerto è un progetto di Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti; gode dei patrocini del Comune di Firenze e della Fondazione Cariplo e il contributo di Fondazione CR Firenze. Si ringrazia per il sostegno l’Hotel Anglo American e Toscana Aeroporti.
 
“L’Orchestra del Mare” spiega il presidente della “Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti”, Arnoldo Mosca Mondadori – “cerca di trasformare ciò che viene ritenuto, come diceva Papa Francesco, scarto, in armonia e speranza: barche destinate a essere rottamate, persone migranti che scappano dalla fame e dalla guerra, e infine persone detenute che trasformano questo legno in strumenti musicali. Sono grato al Maggio Fiorentino per dare voce a tutto questo”.
“Questo concerto è un vero e proprio messaggio” ha sottolineato Mario Brunello parlando di questo evento speciale “Questi strumenti, costruiti con il legno dei barconi dei migranti raccolti dalle rive dopo aver attraversato il mare, suoneranno insieme all’Orchestra Giovanile Italiana per trasmettere un appello di speranza da condividere con il pubblico.
Al nostro fianco, in un ideale passaggio di testimone per questo messaggio, ci saranno anche Maria Salvatori al violoncello e Angela Tempestini al violino”.
 

Il ricavato della serata sostiene il progetto Metamorfosi - il cui esito è l'Orchestra del Mare - aiutando a finanziare non solo i laboratori di liuteria nelle carceri di Opera e Secondigliano, ma anche quelli di Rebibbia e Monza, dove con i legni delle barche vengono realizzati anche oggetti di carattere sacro, come i rosari. Tutte le persone detenute che lavorano al progetto sono assunte in coerenza con l'articolo 27 della Costituzione Italiana.

Venerdì 5 e sabato 6 dicembre, il maestro Enrico Fagone debutta sul podio dell’Orchestra areniana. In programma due rarità: la raffinata Aubade di Poulenc, la Sonatina per fiati di Strauss e la prima esecuzione di Sentieri della memoria, con il compositore stesso al pianoforte, Orazio Sciortino

 

Per l’ultimo doppio appuntamento della Stagione Sinfonica 2025, Fondazione Arena prosegue nella sua proposta di repertorio meno frequentato, capolavori da scoprire, prime esecuzioni a Verona, anche prime assolute. È il caso del concerto di venerdì 5 (alle 20) e sabato 6 dicembre (alle 17), con legni e ottoni dell’Orchestra di Fondazione Arena in prima linea: insieme ad archi e percussioni in numero studiatamente ridotto, daranno vita ad Aubade, un “concerto coreografico per pianoforte 18 strumenti” di Francis Poulenc (1899-1963) scritto nel 1929 su soggetto di Jean Cocteau per un nuovo balletto sul mito di Diana e Atteone, ma con un particolare e molto moderno focus sulla solitudine della dea. La sperimentazione timbrica e l’ispirazione neoclassica di Aubade sono contrapposte alla seconda parte del programma, con la prima Sonatina per 16 strumenti a fiato di Richard Strauss (1864-1949), titolata dall’autore stesso “dallo studio di un invalido” con riferimento autobiografico alla propria salute e alla percezione di sé come “grande inattuale”: il brano, insieme all’immediatamente successiva seconda Sonatina per lo stesso organico, appartiene alla produzione estrema dell’ottantenne Strauss, scritta nel 1943 come fuga ideale nella grazia dell’Harmoniemusik settecentesca, proprio negli anni peggiori per la storia tedesca. Il programma sarà diretto da Enrico Fagone, Associate Conductor del Teatro Grattacielo di New York, già virtuoso contrabbassista e maestro in ascesa, con particolare attenzione al repertorio contemporaneo. Solista del concerto di Poulenc è Orazio Sciortino, Compositore dell’Anno 2024 agli International Classical Music Awards (ICMA), già applaudito a Verona anche come esecutore di proprie opere, che siederà al pianoforte per la prima esecuzione assoluta di Sentieri della memoria, un concerto dagli inediti spunti autobiografici, nato su commissione di Fondazione Arena di Verona e presto edito da Curci, come le altre creazioni del compositore.

LIRICA JESI / Al via dal 5 dicembre le prove de “La bohème” di Puccini per un allestimento ispirato al film "Moulin Rouge!"

 

Al via dal 5 dicembre, al Teatro Pergolesi di Jesi, le prove per il quarto titolo della 58/a Stagione Lirica di Tradizione, “La bohème” di Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, che andrà in scena venerdì 19 dicembre ore 20,30 e domenica 21 dicembre ore 16 con anteprima giovani il 17 dicembre ore 16. La riunione di compagnia, le prime prove musicali e di regia, segnano l’inizio di una nuova produzione mentre in palcoscenico ci si prepara al montaggio delle scene e in sartoria si sistemano costumi e accessori.


Dopo i successi del “Don Giovanni” di Mozart/Da Ponte, “L’Olimpiade” di Pergolesi/Metastasio, e dell’opera al debutto assoluto “Il giudizio di Paride” di Marchettini/Ceresa, il cartellone prosegue ora sotto il segno del grande repertorio lirico e do uno dei titoli più amati dal pubblico.
Il capolavoro pucciniano si avvale della coproduzione dell’Opéra-Théâtre de l’Eurométropole de Metz, teatro francese che da tempo collabora con la Fondazione Pergolesi Spontini.
La regia è di Paul-Émile Fourny, le scene di Valentine Bressan, i costumi di Dominique Louis, luci di Patrick Méeüs, assistente alla regia Noah Vannei. La direzione è affidata a Jacopo Rivani sul podio della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, cantano il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” (maestro del coro Massimo F. Malaspina) e i Pueri Cantores “Domenichino Zamberletti” (maestro del coro Gian Luca Paolucci).
Nella compagnia di canto sono Elisa Verzier (Mimì), Matteo Roma (Rodolfo), Giulia Mazzola (Musetta), Daniele Terenzi (Marcello), al debutto in questo ruolo, Giacomo Medici (Schaunard), Eugenio di Lieto (Colline); completano il cast Stefano Gennari (Benoit/Alcindoro), Andrea Pistolesi (Sergente dei Doganieri), Alessandro Pucci (Parpignol e venditore), Bruno Venanzi (Doganiere), figuranti Andrea Altini, Yassine Barri, Renato Moiso, Giulia Salvarani.


“Sia nella produzione che nella regia ci siamo ispirati all’universo del film “Moulin Rouge!” di Baz Luhrmann; alcune scene saranno del tutto allucinatorie. I miei personaggi non saranno ‘ben presentabili’, ma veri! In questo rispetto la volontà di Puccini, che desiderava essere il più vicino possibile alla realtà sociale dell’epoca”, fa sapere il regista Paul-Émile Fourny.
Uno stile industriale, con vetrate da atelier, bulloni, lampadine nude e lampioni, e costumi tra Belle Époque (piume, reti, cilindri e pince-nez) e universo steampunk, evocano nell’allestimento le folli serate di festa parigine, ma anche i disagi vissuto dai giovani protagonisti nelle loro anguste mansarde. Un panorama che fa da sfondo – aggiunge Fourny – ad un “affresco sociale che tratta del passaggio dalla vita studentesca a quella professionale, del confronto talvolta brutale con il mondo reale. L’opera parla dei tormenti della giovinezza che passa dalla spensieratezza all’angoscia, un periodo di transizione ricco di emozioni e sentimenti. È una radiografia vivente della gioventù dell’epoca, nella Parigi negli anni '30 dell'Ottocento, ma anche di una gioventù che esiste ancora oggi, ed esita, alle soglie dell’età adulta, tra ragione e sentimenti… un tema senza tempo”.
 

Per la recita domenicale di Bohème è previsto un servizio di “Opera accessibile” con audiodescrizione per persone cieche e ipovedenti, sopratitoli per persone sorde e ipoudenti, percorsi e guide inclusive prima dello spettacolo. Grazie alla collaborazione tra Fondazione Pergolesi Spontini e AXESS Associazione per l’Accessibilità alla Cultura, gli utenti del servizio saranno anche coinvolti in un percorso inclusivo e multisensoriale alla scoperta dell’opera.

It’s Christmas Time…in Musical! - Gli Alti & Bassi insieme alle formazioni di largo Mahler tra canti natalizi e musical scintillanti


Sabato 6 dicembre 2025 ore 20
Auditorium di Milano, Largo Mahler
 
Lory Campbell, Jesus Gave me Water  
Medley “I Love America”  
Singin' in the rain - Cheek to cheek - Night and day - New York, New York  
Ira & George Gershwin/ Edwin DuBose Heyward Summertime  
Renato Carosone Tu vuo’ fa l’americano  
Medley “Platters Forever” 
My Prayer - Sixteen Tons - Only You - Smoke Gets In Your Eyes  
Giovanni D’Anzi Quando canta Rabagliati  
Medley “Quartetto Cetra”  
Che centrattacco - Nella vecchia fattoria - In un palco vecchio della Scala - Il gettone del Juke-Box – Donna - Vecchia America - Un bacio a mezzanotte 
Medley “Ennio Morricone”  
C’era una volta il West - Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto - Il buono, il brutto, il cattivo - Per un pugno di dollari - Deborah’s Theme - Giù la testa - Gabriel’s oboe - The river 
Dueling voices  
Medley “Disneyiade” 
Who’s Afraid of the Big Bad Wolf? da I tre porcellini - A Dream Is a Wish Your Heart Makes da Cenerentola - Heigh Ho da Biancaneve e i sette nani - A Spoonful of Sugar da Mary Poppins - The Bare Necessities da Il Libro della giungla - Bibbidi-Bobbidi-Boo da Cenerentola 
Medley “Christmas”  
Go, tell it to the mountain -  Down by the riverside -  Merry Christmas - Carol of the bells - A Christmas festival - Stille Nacht  
 
 
Orchestra Sinfonica di Milano 
Coro di Voci Bianche di Milano, Coro I Giovani di Milano 


Alti & Bassi  
Paolo Bellodi 
Andrea Thomas Gambetti 
Diego Saltarella 
Giorgio Tiboni 
Filippo Tuccimei 
 
Maria Teresa Tramontin Maestro del Coro I Giovani 
Arianna Lodi Maestro del Coro di Voci Bianche 
Massimo Fiocchi Malaspina Direttore 
 
Con il contributo del Ministero della Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno di Fondazione Cariplo

Il Natale all’Auditorium di Milano si apre con un appuntamento che profuma di luci, atmosfere soffuse e melodie intramontabili: Christmas in Musical. Le formazioni di Largo Mahler propongono un concerto che intreccia la tradizione delle festività con l’energia del musical internazionale, trasformando il palco in un luogo sospeso tra ricordo, immaginazione e festa. A rendere questa serata ancora più speciale, la presenza degli Alti & Bassi, uno degli ensemble vocali italiani più interessanti, capaci di unire eleganza, ironia e una sorprendente versatilità. 
Il programma si costruisce come una piccola storia di Natale raccontata attraverso la musica: le prime note di White Christmas evocano scenari innevati e atmosfere cinematografiche, mentre brani come Let It Snow! e Jingle Bells portano con sé l’allegria delle feste vissute in famiglia. Accanto ai classici più conosciuti trovano spazio melodie più intime, come Silent Night, e pagine tratte dal grande repertorio dei musical, che regalano colori teatrali e un ritmo narrativo vivace. 
Un viaggio musicale che attraversa l’anima dell’America per arrivare al cuore del Natale. Dai canti gospel all’energia di Broadway, dai ritmi anni '50 alla magia dei più amati film d’animazione, ogni brano prepara il terreno all’incanto delle festività. Il concerto si conclude con il Christmas Festival of Carols: un’esplosione di emozioni natalizie dove spirituals, classici americani e colonne sonore si intrecciano in un finale festoso e scintillante, per celebrare insieme la musica e la magia del Natale. 
Gli Alti & Bassi, fondati nel 1994, sono una formazione vocale a cappella unanimemente riconosciuta per la qualità timbrica e la precisione stilistica. Nel corso della loro carriera hanno ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il Premio Carosone e una Nomination ai CARA Awards (Contemporary A Cappella Recording Awards). La loro attività comprende produzioni discografiche dedicate alla musica leggera italiana, al jazz vocale e alla tradizione “close harmony”, con un lavoro costante sugli arrangiamenti e sulla ricerca di un suono d’ensemble curato e immediatamente riconoscibile. L’incontro con l’Orchestra Sinfonica di Milano valorizza ulteriormente la loro versatilità, creando un equilibrio inedito tra vocalità a cappella e scrittura orchestrale. 
Christmas in Musical vuole essere soprattutto un invito a ritrovare il gusto dell’ascolto condiviso. Le sonorità luminose dell’orchestra e delle formazioni corali giovanili, unite alla freschezza e alla vivacità degli Alti & Bassi, accompagnano il pubblico in un concerto che parla al cuore prima ancora che all’orecchio. È un’occasione per vivere il Natale attraverso una colonna sonora che appartiene a tutti e che, di anno in anno, continua a rinnovare la sua capacità di emozionare. 


 

PRENDONO IL VIA I CONCERTI “MISSA NOA” CON 4 APPUNTAMENTI IN TUTTA LA SARDEGNA

 

Venerdì 5 dicembre 2025 prende il via la tournée isolana del trio composto da Sandra Ligas (voce), Peo Alfonsi (chitarra) e Sandro Fontoni (contrabbasso) con il concerto “Missa Noa” inserito nella produzione concertistica “Musica ad Iubilaeum” organizzata dall’Associazione Culturale Musicale “Ennio Porrino” di Elmas in occasione dell’Anno Giubilare 2025.
Il 5 dicembre 2025 alle ore 18.30  è previsto il primo concerto a Selargius presso il Santuario di San Lussorio (in loc. San Lussorio Via Chiara Lubich), a seguire il 6 dicembre alle 19.00 a Tempio Pausania presso la Chiesa del Rosario, il 7 dicembre alle 18.30 a Santa Giusta presso la Basilica Santa Giusta Vergine e Martire e infine l’8 dicembre a Galtellì presso la Chiesa San
Pietro alle ore 18.30.
Il concerto Missa Noa nasce dal progetto ideato e realizzato dalla cantante Sandra Ligas, che da anni approfondisce la dimensione musicale e poetica della lingua sarda nella sua variante campidanese. L’opera raccoglie una serie di brani sacri originali che compongono una vera e propria
messa in lingua sarda, frutto di una ricerca artistica e spirituale maturata negli anni e sviluppata durante il periodo della pandemia. Si parte da una riflessione profonda sul valore della lingua come espressione identitaria e come veicolo di cultura. L’uso del sardo nel contesto liturgico, in linea con lo spirito del Concilio Vaticano II, rappresenta una forma di riscatto e di rinascita: un modo per restituire alla lingua del popolo la dignità che le spetta anche nel dialogo con il sacro.  Il concerto propone un percorso che unisce spiritualità, musica d’autore e identità linguistica, in un equilibrio tra tradizione e contemporaneità. Il concerto prende il titolo Missa Noa (“Messa nuova”) con l’intento di offrire alla liturgia una nuova voce, quella della lingua sarda, nella quale si esprime con naturalezza la fede, la preghiera e il sentimento collettivo di una terra.
I concerti sono prodotti dall’Associazione Culturale Musicale “Ennio Porrino” di Elmas, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della P.I., Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport) e con la compartecipazione finanziaria e la collaborazione dei Comuni di Selargius, Tempio Pausania, Santa Giusta e Galtellì e della Fondazione Sardegna Isola del Romanico, nell’ambito del progetto “Suoni e Voci per l’Isola” e della produzione, distribuzione e circuitazione concertistica che l’Associazione sta realizzando in Sardegna nell’anno 2025 (la cui Direzione Artistica è a cura del Maestro Ignazio Perra). La collaborazione artistica è a cura di Salvatore Svezia, mentre la produzione è coordinata da Maria Elena Garau.
L’ingresso sarà gratuito.


Palermo, per la FOSS Piraino, Chopin e Beethoven diretti da Günter Neuhold con solista al piano Nelson Goerner

 
Il mese di dicembre della 66ª Stagione concertistica della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana inizia al Politeama Garibaldi con il consueto doppio appuntamento settimanale venerdì 5 dicembre alle ore 20.30 e sabato 6 dicembre alle ore 17.30 con un programma, diretto da Günter Neuhold, che accosta una nuova commissione a un compositore palermitano – Canto notturno di Simone Piraino – a una delle pagine pianistiche più amate del romanticismo – il Concerto n. 2 in fa minore op. 21 di Fryderyk Chopin con Nelson Goerner (nella foto) come solista – e a un capolavoro sinfonico dal valore universale, la Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale” di Ludwig van Beethoven.

IUC: 9 dicembre - Canti del mare con ETNOMUSA ORCHESTRA diretta da FRANCESCO BERRAFATO, special guest TONY ESPOSITO

 

Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
Martedì 9 dicembre . ore 20.30 
CONCERTO FUORI ABBONAMENTO 
Canti del mare 
ETNOMUSA ORCHESTRA 
FRANCESCO BERRAFATO direttore 
Special guest 
TONY ESPOSITO percussioni

Canti dei battipali / canto dei pescatori di Chioggia (Tradizionale veneziano)
Bully in the alley (Tradizionale irlandese)
Canto dei Salinari trapanesi (Tradizionale siciliano)
Madonna de lu mare (Giuseppe Massimo Marangio)
Le grand coureur (Tradizionale bretone)
Alla riva de lu mare (Giovanna Marini)
Danza dell'acqua (Tony Esposito) 
E a su mari m'arriscu (Tradizionale sardo)
Peixinhos do mar (Milton Nascimento)
Lu mari è lia (Tradizionale/EtnoMuSa)
Leva leva (Tradizionale calabrese)

Chiude la sezione Jazz e oltre di questa 81°stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, martedì 9 dicembre alle 20.30 in Aula Magna, un CONCERTO FUORI ABBONAMENTO dal titolo Canti del mare con la EtnoMuSa Orchestra diretta da Francesco Berrafato, unica orchestra universitaria in Europa di musica di tradizione orale, sociale ed etnica, special guest il percussionista Tony Esposito. Un progetto che esplora i canti di tradizione orale legati all’esperienza diretta del mare: canti delle tonnare calabresi, della tradizione piratesca Bretone ed Irlandese, musiche provenienti dal Brasile, canti dei raccoglitori del sale siciliani e dei pescatori veneziani. Il repertorio prevede una prima esecuzione assoluta: Lu mari è lia, raccolto dall’etnomusicologo e musicista Virgilio Savona, a cui l’orchestra EtnoMuSa ha dato voce e respiro.
EtnoMusa è stata fondata nel 2013 da Letizia Aprile e dal 2023 è diretta da Francesco Berrafato. Nell’orchestra si suona ad orecchio utilizzando qualsiasi strumento, dall’organetto ai tamburi a cornice, dagli strumenti di altre culture internazionali agli strumenti di matrice classica. Ha debuttato alla IUC nel giugno 2024 nell’ambito della rassegna Classica al Tramonto al Museo Orto Botanico di Roma. 



EtnoMuSa è l’unica orchestra universitaria ed istituzionale in Europa di musica di tradizione orale, memoria delle cosiddette “culture subalterne” e di musica sociale ed etnica. Fondata nel 2013 da Letizia Aprile, dal 2023 l’orchestra è diretta da Francesco Berrafato. EtnoMuSa è parte del più ampio progetto di MuSa Sapienza, ossia Musica Sapienza, che accoglie altre tre orchestre (MuSa Classica, MuSa Jazz, Musa Blues). In questi anni l’impegno costante dell’orchestra è sempre stato quello di mantenere viva una pratica musicale legata ad una memoria antica e collettiva della quale è portatrice e che trova la sua espressione proprio nella musica di tradizione orale. Una musica che per sua natura non è mai uguale poiché sempre in divenire, pronta a modificarsi in base alle sensibilità e ai momenti storici nei quali viene ascoltata. I membri di EtnoMuSa sono studenti, studentesse e personale dell’Università Sapienza di Roma e provengono da varie parti del mondo: Nicaragua, Spagna, Egitto, Turchia, Iran e portano dai loro paesi le proprie musiche tradizionali che vengono insegnate all’orchestra, in un continuo scambio culturale e sonoro. Si è esibita, oltre che in frequenti e importanti eventi istituzionali legati all’Università Sapienza, anche in contesti fra i quali si ricordano il Teatro dell’Opera di Roma, Il Festival La Cuccuvascia di Galatina, Il Festival Ville Aperte di Treviso, Il Festival Pifferi, Muse e Zampogne di Arezzo, Il Festival IMUN all’Auditorium della Conciliazione di Roma. A maggio 2024 è stata invitata a suonare al Festival International de la Musique Universitaire (FIMU) di Belfort, Francia.

Francesco Berrafato è un organettista impegnato nella ricerca e nello studio della musica di tradizione orale e nell’esplorazione dei punti di contatto con altri generi musicali come la musica classica e la musica elettronica. 
Francesco ha suonato in Italia e all’estero in contesti fra cui l’Auditorium Parco della Musica, L’Auditorium della Conciliazione, la Basilica di Massenzio (Roma), l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo (Norvegia), la SOAS University  e il The Fundling Museum(Londra), Il Theatre du Temp
(Parigi), il FIMU Festival (Belfort).
E’ cofondatore del duo Duoende insieme alla pianista Giulia Grassi e membro dell’ensemble BandaJorona, fondato da Bianca Giovannini. Dal 2022 Francesco dirige l’Orchestra EtnoMuSa di Sapienza Università di Roma.
Come compositore, arrangiatore ed esecutore Francesco ha preso parte a diversi lavori discografici fra cui l’album Rosa&Dmitri, Musaica, Drops (editi da RadiciMusic Records), Storia di un antico suonatore di organetto (edito da Emons Libri&Audiolibri), Noi de borgata. Le canzoni di Armandino Liberti ( prodotto dal Circolo Gianni Bosio e Nota Edizioni. L’almbum è stato fra i 5 finalisti del Premio Tenco 2025 - categoria Miglior Album a Progetto).
Nel marzo del 2025 Francesco è stato invitato a tenere una conferenza sulla musica di tradizione orale presso l’Accademia di Egitto (Roma). Inoltre, ha preso parte con i suoi progetti programmi radiofonici  e televisivi come Piazza Verdi - Rai Radio 3, Notte Sicura - Rai Isoradio, Sereno Variabile - Rai2. 
Francesco ha suonato e  collaborato con artisti fra cui si ricordano Giovanna Marini, Lucilla Galeazzi, Gabriella Aiello, Antonello Salis, Ambrogio Sparagna, Moni Ovadia, Ellade Bandini, Nando Citarella.
Oltre all’attività concertistica, Francesco insegna organetto presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio e si dedica all’insegnamento della Musica Infanzia, tenendo anche corsi di alta formazione per musicisti interessati all’insegnamento della propedeutica musicale.
Francesco  è laureto in Filosofia presso L’Università Sapienza di Roma.

TONY ESPOSITO(musicista/ compositore) è sicuramente il percussionista italiano più conosciuto nel mondo, e ne mantiene tutt’oggi la leadership. E’ stato il primo musicista italiano che ha amalgamato sapientemente la sua cultura mediterranea, quella africana, con le esperienze jazz/rock, associando questo ad una attività di sperimentazione, che lo ha condotto alla creazione di originali strumenti musicali. (::::con cui svolge oltre alla sua attività di concerti,  esperienze teatrali e di musica contemporanea. Toni debutta nel 1977 con: ROSSONAPOLETANO (disco strumentale con notevole successo di vendita), PROCESSIONE SUL MARE, LA BANDA DEL SOLE, etc dove alla ricerca ritmica /sonora, si affiancava l'uso di strumenti a percussione caraibici, africani, sudamericani molto spesso sconosciuti,o comunque inconsueti. Una produzione precursoria di quella che in seguito sarà la “WORLD MUSIC” e la “NEW AGE”. Nello stesso periodo oltre al suo ansamble, militava nel gruppo italiano piu’ famoso di jazz :IL PERIGEO,con il quale e’ stato piu’ volte ospite al famoso MONTREUX  jazz festival. Protagoniste delle performance di Tony sono le sue percussioni fatte da oggetti comuni come bidoni vuoti, padelle, scatole di latta,  che condotte in un contesto di protagoniste protagoniste, hanno anticipato movimenti musicali come “STOMP!” e LES TAMBURES DU BRONX. Già alla fine degli anni ’70 Tony ospite di programmi televisi crea sonorità urbane ed industriali a dimostrare che il ritmo puo’ essere prodotto da qualsiasi corpo fisico e suoni affascinanti si possono ricavare da essi. Anche per questo tony e' considerato un riferimento importante per coloro che suonano e che si vogliono avvicinare a questi strumenti. Tony ha inventato e brevettato strumenti unici come il TAMBORDER (tamburo di frontiera) il cui suono unico e riconoscibile ha contribuito in maniera fondamentale al grande successo delle sue  composizioni: KALIMBA DE LUNA,SINUE’PAGAIA..etc, strumento che si e’ rivelato molto efficace anche negli stage di musicoterapia che Tony ha tenuto in varie citta’ d’italia in scuole, conservatori, luoghi di detenzione minorile etc.
E’ convinzione costante di Tony che il “tamburo” “il ritmo” compagno di sempre dell’uomo, attraverso le epoche, sia il miglior “conduttore” per dialogare con popoli e culture diversissime tra loro, e che grazie alla apparente semplicità ed immediatezza del ritmo si crea  il luogo ed il clima ideale per un linguaggio basato sulla emozionalità e visceralità necessari per stabilire affettività e  fratellanza. Il Ritmo come cura per il corpo e la mente, il Tamburo come connessione tra  natura e cosmo,  porta di dialogo dell’uomo tra conscio ed inconscio.  
 Oltre alla sua attività discografica e dal vivo,TONY ha contribuito al “SOUND RITMICO“ di famosi artisti italiani tra cui: EDOARDO BENNATO, LUCIO DALLA, FRANCESCO DE GREGORI,LUCIO BATTISTI, GINO PAOLI, ROBERTO VECCHIONI, FRANCESCO GUCCINI, EUGENIO BENNATO,ENZO GRAGNANIELLO ed insieme  a PINO DANIELE, TULLIO DE PISCOPO, JAMES SENESE ,sono stati per oltre 20 anni,il punto di riferimento di quella  musica fatta di varie influenze di seguito soprannominata: NAPLES POWER.


martedì 2 dicembre 2025

DANIELE GATTI CON L’ORCHESTRA MOZART. Il grande direttore porta a Modena un programma di capolavori sinfonici, con Beethoven, Stravinskij e Prokof’ev.

 

Prosegue venerdì 5 dicembre 2025 alle 20.30 la stagione di concerti del Teatro Pavarotti-Freni con L’Orchestra Mozart diretta da Daniele Gatti. In programma, la Sinfonia in Do di Igor Stravinskij, la Sinfonia “Classica” di Sergej Prokof’ev e la Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Nata a Bologna nel 2004 come progetto speciale dell’Accademia Filarmonica, l’Orchestra Mozart è una realtà d’eccellenza internazionale e unica nel panorama italiano. Claudio Abbado, suo fondatore e direttore artistico per dieci anni, ne ha costruito l’identità affiancando grandi solisti e prime parti di prestigiose orchestre a giovani talenti provenienti da ogni parte del mondo, promuovendo occasioni di incontro e di trasmissione di esperienze e conoscenze tra artisti di generazioni diverse. L’orchestra ha collaborato con importanti istituzioni musicali, come il Teatro alla Scala di Milano, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Musikverein di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam, la Royal Festival Hall di Londra e la Salle Pleyel di Parigi. Negli ultimi anni, con Daniele Gatti come direttore musicale, ha sviluppato un importante progetto che ha visto l’esecuzione integrale delle nove sinfonie di Beethoven in collaborazione con Ferrara Musica. 
Fra i più prestigiosi direttori d’orchestra al mondo, Daniele Gatti ha ricoperto ruoli di rilievo presso importanti realtà musicali come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orchestre National de France, la Royal Opera House di Londra, il Teatro Comunale di Bologna, l’Opernhaus di Zurigo e la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. I Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker e la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks sono solo alcune delle rinomate istituzioni sinfoniche con cui collabora regolarmente. Per tre volte è stato insignito del Premio “Franco Abbiati” della critica musicale italiana come miglior direttore dell’anno. Nel 2016 ha ricevuto l’onorificenza di Chevalier de la Légion d’honneur della Repubblica Francese e, tra i riconoscimenti ottenuti, figura anche quello di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

(foto Marco Caselli Nirmal)


Musica Antica a Palazzo Regio - Concerto del 5 dicembre: "Due violini sotto falso nome"

 
Il nome di Luigi Boccherini (1743–1805) non richiama immediatamente alla mente opere come i duetti per violini, ma oltre alla sua ampia produzione di trii, quartetti e quintetti per strumenti ad arco, l'opera di Boccherini comprende anche due raccolte di sei pezzi per due violini. Una raccolta fu composta all'inizio della sua carriera compositiva, nel 1761 – cioè prima del suo ventesimo compleanno – e pubblicata qualche anno dopo, nel 1768, a Parigi da Louis-Balthazar de La Chevardière, con il titolo Six dues pour deux violons, con il numero d'opus 5. In seguito, la stessa raccolta viene descritta dal compositore come Opus 3. E poi c'è una seconda raccolta, molto più tarda, con arrangiamenti per due violini di altre sue composizioni originariamente scritte per tre o cinque strumenti ad arco. Quest'ultima raccolta fu pubblicata da Ignace Pleyel a Parigi nel 1799 – pochi anni prima della sua morte – con il titolo simile di Six dues pour deux violons, con il numero d'opus 46. Non sorprende che le due raccolte abbiano un carattere molto diverso.
I Duetti Op. 3 di Boccherini sono tutti composti da tre movimenti. Cinque di essi iniziano con un movimento veloce, in tonalità maggiore. Segue poi un movimento lento in una tonalità diversa, a volte maggiore, a volte minore. E, infine, c'è il più delle volte un minuto, in un caratteristico tempo di 3/4, con un tempo tra il lento e il veloce. Il primo duetto della raccolta, tuttavia, segue un modello diverso: inizia con un movimento lento, segue un movimento veloce e infine c'è un leggero "Presto".
Conosciamo l'anno di composizione dei Duetti Op. 3 e sappiamo per certo che sono opere di Boccherini. Per quanto riguarda i Duetti per violino Op. 46, tuttavia, ci sono ancora alcuni punti interrogativi. Sappiamo che furono pubblicati nel 1799 dall'editore parigino Ignace Pleyel, ma mancano dal catalogo compilato dallo stesso Boccherini delle sue opere. Ciò non significa necessariamente che non siano di sua mano. Boccherini arrangiava regolarmente le proprie composizioni per altre formazioni strumentali, e queste mancano sistematicamente dal suo catalogo. E questi arrangiamenti non sono semplici riduzioni delle composizioni originali per due violini: in molti casi si tratta di vere e proprie ricomposizioni basate sul materiale originale. Quest'ultimo aspetto in particolare contribuisce a supporre che l'arrangiatore fosse Boccherini stesso: gli arrangiatori che non sono il compositore originale di solito lasciano intatta la struttura della composizione nei loro arrangiamenti. Nel caso dei Duetti Op. 46 di Boccherini, furono create, per così dire, nuove composizioni.


Nel 2017 Francesca Mulas, su Amadeus, ebbe a scrivere: “Può accadere così che un giovane nato a Cagliari nel 1722, Giuseppe Agus, si trasferisca a Londra, fulcro insieme a Parigi della vita culturale del tempo, affiancando grandi nomi come Haendel e Johann Christian Bach;  può accadere che, quasi trecento anni dopo,  quasi per caso, la sua figura venga riscoperta dopo l’oblio e diventi oggetto di una ricerca, finanziata dalla Fondazione Banco di Sardegna, presentata poco prima di Natale dall’Associazione Echi Lontani in partenariato col Conservatorio “G.P. da Palestrina” di Cagliari. Un’indagine, condotta dalla musicologa Myriam Quaquero, intrigante sia per il valore musicale che per lo spaccato della vita settecentesca che offre.
Tutto inizia nel 1991, quando il M°Enrico Di Felice, nel mettere in piedi un programma da concerto dedicato a Luigi Boccherini, si imbatte nel nome di Agus, vero autore dei Duetti op. 37 per due violini per decenni attribuiti al compositore lucchese; poi nel 1995 un Convegno dedicato; nel 2001 l’uscita di un saggio (a cura dello stesso Di Felice, di Roberto Milleddu, del genealogista Fanni e dell’esperto di musica napoletana Maione) e di un’incisione sulla figura del misterioso musicista sardo; infine, oggi, un ulteriore passo avanti.
Si delinea così un quadro che vede l’immigrato Giuseppe Agus e suo figlio Joseph Francis, spesso confusi e dei quali anche Fétis o il Grove danno notizie incerte, destreggiarsi fra l’Inghilterra e la Francia, in mezzo a torbide vicende (Joseph Francis è addirittura accusato di stupro niente meno che da Elisabeth Billington, all’epoca una ragazzina ma destinata a diventare il più famoso soprano inglese del tempo), disastri finanziari, mestieri “alternativi” (i due si improvvisano mercanti) ma, nel frattempo, comporre ottima musica.
Lentamente si sta districando l’annoso nodo delle attribuzioni e stanno emergendo lavori di ottima fattura,  come i Twelve Solos for a Violin del 1758, probabilmente la seconda opera di Agus senior, o i Six Trios pour deux violons et basse op. 9. Ma altri indizi ci fanno capire quanto gli Agus, e soprattutto Giuseppe, siano in auge nelle sfavillanti metropoli europee: primo fra tutti, l’introduzione di una sua aria (Was a ever poor fellow) nel pasticcio A love in a village del 1763, accanto a brani di Geminiani, Galuppi e Haendel.


Queste pagine di Boccherini e quelle di Agus saranno al centro del al terzo appuntamento con Musica Antica a Palazzo Regio di Cagliari. Venerdì 5 dicembre alle 19.30 i due violinisti Sara Meloni e Gabriele Pro ci racconteranno in musica la storia affascinante di Luigi Boccherini (1743-1805), acclamato violoncellista, e del suo "falsario" Joseph Francis Agus (1749-1803) violinista, figlio di Giuseppe Agus, cagliaritano, violinista a sua volta.  Ingresso libero con prenotazione preventiva.