sabato 12 aprile 2025

Il Direttore Musicale di Santa Cecilia Daniel Harding inaugura il nuovo ciclo di sinfonie di Mahler. Con lui sul podio l’artista in residenza Joshua Bell.

 
Il nuovo direttore musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Daniel Harding (nella foto di Julian Hargreaves) inaugura il nuovo ciclo completo di concerti dedicato alle Sinfonie di Gustav Mahler, che proseguirà nel corso delle prossime stagioni presso la Sala Santa Cecilia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica). Il ciclo si apre giovedì 17 aprile alle ore 19.30 (repliche venerdì 18 aprile ore 20.30 e sabato 19 aprile ore 18), con la Prima Sinfonia “Titano”, alla quale Harding accosta anche il movimento Blumine, espunto dal compositore dalla struttura iniziale della sinfonia. Nella stessa serata, Joshua Bell, artista in residence a Santa Cecilia, interpreterà il Concerto per violino di Dvořák, tra le composizioni più note del maestro grazie alla sua ricchezza espressiva, intensità lirica e invenzione armonica. Questo programma sarà eseguito, tra il 5 e il 10 maggio, nella tournée europea in Spagna, Germania e per la prima volta a Katowice, in Polonia. Il primo concerto è in programma il 5 maggio al Palau di Barcellona, il 7 maggio l’Orchestra farà ritorno alla Elbphilharmonie di Amburgo, quindi seguiranno i concerti al Konzerthaus di Dortmund l’8 maggio, il debutto alla Nospr Hall di Katowice il 9 maggio e il 10 maggio il concerto alla Alte Oper di Francoforte. Il programma prevede il Concerto per violino di Dvořák con il solista e artist in residence Joshua Bell (nella foto in basso, di Phllip Knott), la Prima Sinfonia “Il Titano” di Mahler e, per la sola tappa di Francoforte Blumine, in origine il secondo movimento della Sinfonia n. 1 di Mahler in seguito espunto dall’autore.
 
L’Accademia di Santa Cecilia è stata l’unica istituzione musicale italiana che ha ospitato Mahler come direttore d’orchestra, il quale è salito sul podio ceciliano in ben quattro occasioni, tra il 1907 e il 1910. È inoltre notevole il numero di esecuzioni che l’Orchestra e il Coro hanno dato dei suoi capolavori, soprattutto a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, proprio in coincidenza con il successo di un film di Visconti: anche in quella occasione era l’Orchestra di Santa Cecilia ad eseguire la colonna sonora incentrata sull’Adagietto dalla Quinta Sinfonia. Questo percorso è proseguito sino ad oggi: attualmente la musica di Mahler ha quella popolarità che lo stesso compositore aveva profetizzato quando pronunciò la frase: “il mio tempo verrà”.
Con questa inaugurazione, Harding si impegna nell’esecuzione di un ciclo imponente, confrontandosi con la fine scrittura sinfonica di Gustav Mahler, che il pubblico ceciliano da sempre apprezza e applaude. Durante la stagione 2024-2025 saranno eseguite le prime due Sinfonie, la Prima ad aprile e la Seconda a giugno, in un programma che vedrà le sinfonie Mahler eseguite assieme alle musiche di altri autori.
 
Composta fra il 1884 e il 1888 la Prima Sinfonia (inizialmente intitolata dall’autore “Il Titano”, perché ispirata all’omonimo romanzo di Jean Paul) espone con chiarezza gli elementi principali del mondo poetico mahleriano: la predilezione per i temi popolari, la creazione di lunghe melodie, la suprema padronanza nell’orchestrazione e la capacità di edificare una costruzione estremamente vasta e complessa. Il finale, tumultuoso e maestoso, alterna momenti di battaglia interiore a una ricerca di redenzione, con richiami a Parsifal e al Messia di Händel. La conclusione sembra trionfante, ma il dubbio resta: la vittoria è davvero definitiva? Come scrive Adorno, «il dissidio interiore si potenzia in un'integrale disperazione», facendo di quest'opera un'esperienza musicale unica, dove trionfo e inquietudine si fondono in una tensione che non si risolve mai completamente.


L’UTOPIA DELL’IMPOSSIBILE Teodor Currentzis e l’ Utopia Orchestra tornano a Santa Cecilia, con musiche di Brahms e Mahler. Con loro il pianista Alexandre Kantorow.

 

Torna a Roma dopo poco più di un anno, mercoledì 16 aprile alle ore 20.30 (Auditorium Parco della Musica) in Sala Santa Cecilia uno dei direttori che più sta facendo parlare di sé nel mondo: Teodor Currentzis (nella foto in alto di Nadia Romanova). Nato in Grecia ma formatosi musicalmente anche in Russia, è Direttore Artistico dell'Orchestra e del Coro MusicAeterna e fondatore e Direttore artistico della neonata Utopia Orchestra. Currentzis, che dagli esordi si distingue per l’audacia interpretativa, la tensione artistica, l’approccio anticonvenzionale e il carisma magnetico, si esibirà sul podio ceciliano con la sua Orchestra Utopia, ospite dell’Accademia di Santa Cecilia, in un programma che prevede il Concerto per pianoforte n. 2 di Brahms - solista Alexandre Kantorow - e la Quarta Sinfonia di Mahler con il soprano svizzero Regula Mühlemann (nella foto in basso a sinistra di Shirley Suarez).
L’Orchestra Utopia, composta da più di cento musicisti provenienti da circa trenta Paesi, è stata fondata con lo scopo artistico di creare senza compromessi ciò che l’immaginazione musicale dei professori d’orchestra concepisce e unire le persone con un’idea musicale condivisa. “Questo sogno non è solo mio” - ha dichiarato il direttore nato ad Atene nel 1972. “Si tratta di un’idea a lungo coltivata da un gran numero di musicisti provenienti da tutti gli angoli del mondo: […] creare senza compromessi ciò che la nostra immaginazione musicale ci propone, […] alla ricerca del suono perfetto con musicisti di grande talento […]. La prima cosa che soffre della globalizzazione è l’intimità. L’emozione, l’unità e la dedizione di cui parlo si trovano molto probabilmente nel lavoro di un singolo musicista o di un piccolo collettivo. Vogliamo portare questa identità cameristica e questa intimità nella strumentazione completa di un grande concerto sinfonico. Quindi rinunceremo a ciò che conoscevamo e faremo un salto. Naturalmente, si tratta di un’idea utopica. L’utopia è qualcosa di impossibile, ed è questo che ci attrae: realizzare l’impossibile”.
 
Il programma si apre con il Concerto per pianoforte n. 2 di Brahms, che vede alla tastiera un beniamino del pubblico ceciliano, il francese Alexandre Kantorow (nella foto di Sasha Gusov). Considerato per la sua complessità tecnica uno dei concerti di più difficile esecuzione accanto al Secondo Concerto di Prokof'ev e al Terzo Concerto di Rachmaninov, questo concerto fu eseguito dallo stesso Brahms, pianista eccellente, durante la prima a Budapest il 9 novembre 1881 sotto la direzione di Sandor Erkel. Nella seconda parte del programma risuonerà la Quarta Sinfonia di Mahler, lavoro che chiude il primo periodo produttivo del compositore e, come la Seconda e la Terza, accoglie al proprio interno l’intervento vocale, a differenza delle sinfonie immediatamente successive, che segnano un ritorno verso la musica “pura”. Torna sul palco della Sala Santa Cecilia Regula Mühlemann che negli ultimi anni si è affermata, sia sui palcoscenici operistici che concertistici, come uno dei soprani più importanti della sua generazione.

TCBO: L’OMBRA DELLA MORTE IN “UN BALLO IN MASCHERA” DI VERDI 

 

Nasce dalla collaborazione del Teatro Comunale di Bologna con il Teatro Regio di Parma e con la Fondazione Rete Lirica delle Marche l’allestimento di Un ballo in maschera che ha debuttato a Busseto per il XXIV Festival Verdi, nella lettura del giovane regista in ascesa – con esperienza anche nel mondo della prosa – Daniele Menghini, e che arriva per la prima volta al Comunale Nouveau da domenica 13 aprile alle ore 18.00 e in replica fino al 19 aprile.    
   

Cast di pregio per questo titolo, il secondo della stagione lirica sotto la bacchetta di Riccardo Frizza dopo La fanciulla del West di Puccini inaugurale. Il tenore Fabio Sartori – che proprio sul palco bolognese, nel 1998, aveva cantato per la prima volta due parti verdiane come quella di Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra e il ruolo del titolo nel Don Carlo – interpreta il conte Riccardo; il soprano Maria Teresa Leva – che esordì nel teatro d'opera felsineo nel 2011 nell’Olimpiade di Mysliveček – è Amelia, sostituendo Anastasia Bartoli che a causa di un'indisposizione non prenderà parte alla produzione; il baritono Amartuvshin Enkhbat, artista pluripremiato nato in Mongolia, ospite dei maggiori teatri – dalla Scala al Metropolitan di New York – debutta invece al Comunale nelle vesti di Renato. Accanto a loro troviamo il mezzosoprano Silvia Beltrami come la maga Ulrica, mentre il soprano Silvia Spessot è il paggio Oscar. Con i cinque artisti si scambiano rispettivamente nelle diverse date Matteo Lippi, Laura Stella (giovane talento, allieva della Scuola dell'Opera del TCBO, al debutto nella parte di Amelia), Sebastian Catana, Chiara Mogini e Claudia Ceraulo. Completano la compagine vocale Andrea Borghini (Silvano), Zhibin Zhang (Samuel), Kwangsik Park (Tom), Cristobal Campos Marin (Primo giudice) e Sandro Pucci in alternanza con Alfredo Stefanelli (Un servo d’Amelia). Sul podio dell’Orchestra e del Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – del Teatro Comunale di Bologna torna Frizza, direttore artistico e musicale del Donizetti Opera Festival, che ha definito l’opera di Verdi un “enigmatico capolavoro” sia per l’atmosfera che precede lo smascheramento, dove il pubblico, scoprendo quali personaggi si nascondano dietro le maschere, diventa motore partecipe dell’azione arrivando a svelare l’enigma prima del crescendo drammaturgico finale, sia per il grande equilibrio fra la drammaticità musicale e la leggerezza da opera buffa che si esplicita, ad esempio, nella figura del paggio Oscar. 
 

Lo spettacolo, con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli, «ha un impianto visivo che nasce da un profondo ascolto di tutta la gamma dei colori della sua partitura – dice il regista Menghini, che al Comunale ha collaborato anche con Graham Vick nel 2021 per la ripresa della Bohème di Puccini del 2018 che vinse l’“Abbiati” – Verdi è affascinato dall’opera francese, ci gioca però con colori e toni che potremmo definire per certi versi nordeuropei. Del resto, tutto nasce dal Gustavo III svedese, c’è qualcosa di quel mondo e c’è il mondo cortigiano costantemente in fuga dove la festa diventa la chiave di volta per fuggire dall’oppressione costante della morte. La festa è il dispositivo che abbiamo fatto esplodere e che va a permeare tutta l’opera. […] L’orrido campo è un luogo terribile cosparso di teste mozzate, al confine fra realismo e allucinazione; […] il fatto che il duetto d’amore avvenga qui rappresenta già un cortocircuito potente. Ecco perché ho voluto visivamente giocare con l’immagine e la suggestione della morte».   
 
È infatti ispirato a un regicidio, quello di Gustavo III di Svezia durante un ballo mascherato, il melodramma in tre atti di Verdi su libretto di Antonio Somma da Gustave III ou Le bal masqué di Eugène Scribe, in cui l’intreccio politico fa da sfondo a quello amoroso che coinvolge i personaggi. Note sono le difficoltà che ebbe l’opera a vedere la luce a causa della censura, in particolare quella napoletana che fece tramontare l’idea di una rappresentazione al Teatro di San Carlo. Un ballo in maschera debuttò infine con successo al Teatro Apollo di Roma il 17 febbraio 1859, seppur con alcuni aggiustamenti: ne sono un esempio lo slittamento della vicenda dalla corte illuminista svedese al Massachusetts del XVII secolo e la trasformazione del protagonista da re a conte, governatore di Boston. La prima rappresentazione dell’opera negli Stati Uniti avvenne all’Academy of Music di New York City, con sette recite a partire dall'11 febbraio 1861: tra il pubblico, il 20 febbraio, era presente Abraham Lincoln, presidente eletto che avrebbe assunto l’incarico dopo poche settimane, il 4 marzo.   
   
Presenting partner di Un ballo in maschera è Marchesini Group, azienda leader negli impianti di confezionamento per l’industria farmaceutica e cosmetica. «Siamo felici di sostenere anche quest’anno un’opera della stagione lirica del Teatro Comunale di Bologna – commenta Maurizio Marchesini, Presidente di Marchesini Group –. Le opere dei grandi autori come Giuseppe Verdi, che apprezzo moltissimo, riescono a connettere le persone lontane nel tempo e nello spazio, ispirandole e stimolando riflessioni profonde. La musica e il teatro sono un patrimonio culturale da proteggere e da condividere perché rafforzano il nostro senso di comunità e appartenenza ad un territorio che da sempre promuove l’arte e la creatività».   
 
Le recite saranno precedute – circa 45 minuti prima dell’inizio – da una breve presentazione dell’opera nel Foyer del Comunale Nouveau.   

(foto di Andrea Ranzi /TCBO)

2 - 4 MAGGIO 2025 | TEATRO MUNICIPALE VALLI | La Bohéme


LA BOHÈME

Opera lirica in quattro quadri.
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
musica di Giacomo Puccini

Interpreti
Mimì, Roberta Mantegna
Musetta, Maria Novella Malfatti
Rodolfo, Atalla Ayan
Marcello, Alessandro Luongo
Schaunard, Roberto Lorenzi
Colline, Aleksei Kulagin
Parpignol, Francesco Congiu
Benoit e Alcindoro, Eugenio Maria Degiacomi
Sergente Dei Doganieri, Angelo Lodetti
Doganiere, Matteo Mazzoli
Venditore ambulante, Matteo Monni

Filarmonica di Parma
Banda degli allievi del Conservatorio Peri-Merulo
Coro del Teatro Regio di Parma
Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma

Direttore, Riccardo Bisatti
Regia e costumi, Marialuisa Bafunno
Scene, Eleonora Peronetti
Luci, Gianni Bertoli
Coreografie, Emanuele Rosa
Maestro del coro di voci bianche, Massimo Fiocchi Malaspina
Maestro del coro, Martino Faggiani
Nuovo allestimento
Coproduzione Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatri di OperaLombardia


L’opera che Giacomo Puccini dedica alla gioventù, ai sogni e all’amore sarà in scena con un nuovo allestimento nato dal bando per la selezione di un progetto di regia rivolto a giovani creativi, in occasione del centenario della morte del compositore.

(ph. Andrea Butti / Teatro Sociale di Como)

Lunedì 14 aprile Giovanni Sollima dirige la OTO al Teatro Comunale di Vicenza

 

Quando Giovanni Sollima sale sul palco in compagnia del suo inseparabile violoncello di scuola cremonese – uno splendido Francesco Ruggieri del 1679 – non ci si deve mai aspettare di assistere ad un concerto di routine. D'altronde il maestro siciliano, figlio d'arte, ha abituato il pubblico a performance decisamente fuori dall'ordinario, come quando ha imbracciato il suo violoncello nel deserto del Sahara o quando ha suonato lo strumento di ghiaccio costruito dallo scultore Tim Linhart.
Sollima è prima di tutto un violoncellista di gran vaglia molto stimato e richiesto da colleghi musicisti come Yo-Yo Ma, Riccardo Muti, Iván Fischer, Viktoria Mullova, Jurij Bashmet e da orchestre di impostazione decisamente “classica” come la Chicago Symphony, la Liverpool Philharmonic, la Royal Concertgebouw, l'Australian Chamber Orchestra l’Accademia Bizantina e la Budapest Festival Orchestra.
Ma all'eclettico violoncellista i rigidi confini dell'ambiente classico stanno un po' stretti e così lo abbiamo visto collaborare con i vari Stefano Bollani, Paolo Fresu, Patti Smith e, in veste di compositore per il cinema, il teatro e la danza, con personaggi del calibro di Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Marco Tullio Giordana, Lasse Gjertsen e Carolyn Carlson.
Come direttore, poi, Sollima è un autentico trascinatore. Ne darà prova lunedì 14 aprile alla sala maggiore del Teatro Comunale di Vicenza quando prenderà le redini della OTO nel penultimo appuntamento della sua stagione sinfonica. Per il debutto con la formazione vicentina Sollima ha scelto un programma davvero insolito che al centro presenta due autori misconosciuti: il napoletano Gaetano Ciandelli, pupillo di Paganini, e Francesco Zappa, violoncellista lombardo attivo nella seconda metà del Settecento al servizio di nobili e aristocratici di mezza Europa.
Di Ciandelli, fondatore nella sua Napoli di un'eccellente scuola violoncellistica che si irradiò in varie parti del mondo, ascolteremo il Concerto in Do maggiore per violoncello, archi e basso continuo. Di Francesco Zappa, musicista elogiato per la “bella cavata, dolce e piena di sentimento”, sarà eseguita la Sinfonia n. 5 in Re maggiore. I suoi lavori cameristici – scrisse un buon numero di Duetti, Trii, Quartetti, Sinfonie e Romanze, dimostrando notevole perizia – sarebbero ancora del tutto sconosciuti se nei primi anni Ottanta non fossero stati riscoperti dal suo “omonimo” Frank Zappa, il geniale compositore, chitarrista, cantante e polistrumentista statunitense di origini italiane. Nel 1984 fu proprio Frank a portare alla ribalta il suo presunto antenato incidendo con un Syntclavier – uno strumento elettronico a metà strada tra un sintetizzatore di suoni e un campionatore – un album che conteneva alcuni lavori di Francesco Zappa. Di qui la scelta di Sollima di inserire nel programma con la OTO anche un breve pezzo di Frank Zappa: Wild Love del 1979. Scopriremo infine Giovanni Sollima nella veste di compositore – suo padre Eliodoro
insegnò per molti anni composizione al Conservatorio di Palermo – ricordando che il musicista siciliano è attualmente uno degli autori italiani più eseguiti al mondo. Dopo Hell I per violoncello e orchestra da camera del 2014, Sollima e la OTO eseguiranno Fecit Neap 17 per violoncello, archi e basso continuo. Il brano del 2017 alterna momenti di cantabilità tipica del barocco napoletano, con un tema su basso ostinato, a passaggi dominati da ritmi insistenti, spesso irregolari e con un retrogusto “esotico”.

Vespri d'Organo in Santa Maria della Passione | Andrea Marchiol | 13 aprile

 

Domenica 13 aprile consueto appuntamento mensile della stagione Vespri d'Organo 2024-2025 nella Basilica di Santa Maria della Passione. Ospite sarà il M° Andrea Marchiol con un programma che farà risuonare i due organi monumentali della chiesa delle note di Giovanni Salvatore, Girolamo Frescobaldi, Michelangelo Rossi, Dietrich Buxtehude e Johann Sebastian Bach, per un incontro di opere tra le più rappresentative del repertorio organistico europeo. L'ingresso è gratuito.

Andrea Marchiol è un organista e clavicembalista udinese, attivo in qualità di solista e direttore d'orchestra in diversi continenti, nonché docente di Musica d’insieme per voci e strumenti antichi al Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Nel 2005 è stato insignito del Diapason d'Or per l’incisione delle sonate per violino e basso continuo di J. P. von Westhoff.




PROGRAMMA
 
Organo in cornu Evangelii

Giovanni Salvatore (1611 – 1688)
Toccata II del nono tuono naturale

Michelangelo Rossi (1601/2 – 1656)
Toccata settima
 
Gregorio Strozzi (1615 – 1692)
Toccata quarta per l’elevatione
 
Gerolamo Frescobaldi (1583 – 1643)
Toccata terza, libro I
 
 
Organo in cornu Epistolae

Georg Böhm (1611 – 1688)
Christ lag in Todesbanden
 
Dietrich Buxtehude (1637 – 1707)
Vater unser im Himmelreich BuxWV 207
 
Nikolaus Bruhns (1665 – 1697)
Preludio in Mi minore
 
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Fantasia super: Komm, Heiliger Geist BWV 651
O Mensch bewein dein Sünde Groβ BWV 62


Martedì 15 aprile nel Ridotto dei Palchi, Teatro alla Scala il Quartetto della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, composta dai musicisti scaligeri Andrea Pecolo, Matteo Amadasi, Stefano Lo Re e Alfredo Persichilli, apre la settimana di Pasqua presentando il nuovo CD Brilliant con il capolavoro scritto da Haydn per il Venerdì Santo. Introducono Giorgio Preda e Franco Pulcini


Martedì 15 aprile alle ore 18 nel Ridotto dei Palchi ‘Arturo Toscanini’ il Quartetto della Veneranda Fabbrica del Duomo presenterà la sua prima fatica discografica: “Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze” (“Le ultime sette parole del nostro Redentore sulla croce” di Joseph Haydn. Una presentazione con interventi di Giorgio Preda e Franco Pulcini ed esecuzioni musicali che apre la settimana pasquale alla Scala. Il Teatro infatti presenterà giovedì 17 per il ciclo delle Orchestre Ospiti la Johannes-Passion di Bach con l’Ensemble Pygmalion diretto da Raphaël Pichon. Il CD pubblicato da Brilliant Classics si avvale di una voce recitante d’eccezione: Aldo Cazzullo.
Il Quartetto nasce dalla volontà comune della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e di quattro musicisti che fanno parte dell’Orchestra del Teatro alla Scala: Andrea Pecolo, Matteo Amadasi, Stefano Lo Re e Alfredo Persichilli. L’iniziativa arricchisce il dialogo che prosegue negli anni fra il Teatro alla Scala e la Veneranda Fabbrica del Duomo attraverso conferenze e concerti.
Il Quartetto in residenza presso la Veneranda Fabbrica fa il suo debutto in aprile 2024 con la stagione Archi d’Incanto, svoltasi nei mesi di aprile e maggio nel Duomo di Milano con grande affluenza di pubblico. Si colloca quindi come presenza nelle iniziative culturali proposte che si svolgono nel Duomo di Milano. Nel mese di giugno, inaugurerà la stagione musicale delle aperture straordinarie delle Terrazze del Duomo al tramonto, previste fino a settembre. Nel 2025, inoltre, sarà presente con tre appuntamenti all’interno della stagione Sintonie presso la Fondazione Morandini di Varese. Nel mese di settembre 2025, infine, uscirà per la rivista Amadeus l’incisione dei due quartetti di Ferruccio Busoni.

Di seguito un estratto dalle note di Franco Pulcini sulle “Ultime parole”.
Musiche per il Venerdì Santo
“Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze” è un’opera musicale del 1787, sulla quale Haydn è tornato varie volte. Il titolo originale era in italiano: “Musica instrumentale sopra le ultime 7 parole del nostro Redentore in croce”: era stato scritto su richiesta del sacerdote José Saenz de Santamaría, marchese di Valde-Íñigo, per la cappella di Santa Cueva della chiesa parrocchiale di Cadice Nuestra Segñora del Rosario.
L’autore ci ha lasciato spiegazioni sull’ambientazione dell’esecuzione: «… I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A un’ora precisa le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e restava inginocchiato davanti all'altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni commento su di essa. La musica da me composta dovette adattarsi a queste modalità».
In origine si trattava di pagine per orchestra che invitassero i fedeli alla meditazione per la Passione, in particolare per la cerimonia del Venerdì Santo. Haydn ne fece subito una versione per quartetto d’archi. Ne trarrà in seguito un oratorio per quattro soli, coro e orchestra, eseguito a Vienna nel 1796.
L’autore era molto legato a queste pagine, che lo allontanavano dalla schiettezza rurale e dai ritmi spigliati per i quali è ricordato, per concentrarsi sull’immagine straziante della morte di Cristo, quasi un crocifisso fattosi musica. Una serie di tempi lenti grondanti onomatopee del dolore, scritti per evocare l’agonia del Salvatore e la sua divina dignità. La musica ne accompagna il lento trapasso, coglie il senso di abbandono da lui provato, descrive il progressivo calare del suo respiro e lo spegnersi della sua parte umana, fra quelle sette frasi di poche parole ricordate nei Vangeli. Il cristianesimo è scuola di pietà per la sofferenza altrui, e l’immedesimazione nei dolori di Dio fattosi uomo è il primo passo per riscattarci dall’indifferenza e dall’egoismo.
Franco Pulcini

Domenica 13 aprile ore 11 - al Ridotto dei Palchi - Musica da camera con Professori dell'Orchestra del Teatro alla Scala


 
Domenica 13 aprile 2025 - ore 11
Ridotto dei Palchi - Teatro alla Scala
 
Musica da camera
con Professori dell’Orchestra del Teatro alla Scala
 
Kaori Ogasawara, Antonio Mastalli, violini
Joel Imperial, viola
Gabriele Garofano, violoncello      
 
Franz Joseph Haydn
Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce
 
Wolfgang Amadeus Mozart
Quartetto n. 12 in si bemolle magg. K. 172 
 
Il 13 aprile alle ore 11 nuovo appuntamento del ciclo di Concerti da camera che vedono protagonisti Professori dell’Orchestra del Teatro alla Scala la domenica mattina al Ridotto dei Palchi.
I violini Kaori Ogasawara e Antonio Mastalli, la viola Joel Imperial e il violoncello Gabriele Garofano eseguiranno due composizioni emblematiche del Classicismo viennese, entrambe caratterizzate da una raffinata introspezione emotiva. Le ultime sette parole di Cristo sulla croce di Haydn è una sequenza di sette sonate in forma tripartita, ognuna delle quali elabora in stile patetico una delle frasi evangeliche di Cristo, concludendosi con un “terremoto” finale. L’opera, concepita per la liturgia del Venerdì Santo, si distingue per l’uso espressivo della tonalità e del silenzio come elementi drammatici.
Segue il Quartetto n. 12 in si bemolle maggiore K. 172 di Mozart, appartenente al ciclo dei sei quartetti viennesi del 1773, che rivela l’influsso haydniano nella scrittura contrappuntistica e nella coesione formale, e nei suoi quattro movimenti alterna eleganza galante a momenti di più marcata intensità espressiva.
(ph. Brescia e Amisano / Teatro alla Scala)

Tutto Čajkovskij per Diego Ceretta ed Ettore Pagano. Due straordinari talenti ospiti dell’OFB

 

Quinto e penultimo appuntamento dell’11esima Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Benevento. A dirigere la compagine orchestrale sannita, presso il Teatro Comunale «Vittorio Emmanuele» di Benevento domani sera domenica 13 aprile 2025 alle ore 19.00, sarà il maestro Diego Ceretta, classe 96, direttore principale dell’ORT - Orchestra della Toscana, in un concerto dedicato interamente al grande compositore russo Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893).
Un programma monografico che spazia dall’elegante e malinconico lirismo del Nocturne in re minore per violoncello orchestra (trascrizione del n. 4 dei Six Morceaux per pianoforte, op. 19) alla Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 Sogni d’inverno (che anticipa i caratteri più tipici del miglior sinfonismo ciaikovskiano), passando per le celeberrime Variazioni su un tema Rococò op. 33, brano caratterizzato dalla brillante scrittura del violoncello e dall’amabile linguaggio della strumentazione. Solista d’eccezione sarà il violoncellista Ettore Pagano, uno tra i più interessanti giovani talenti musicali del panorama internazionale odierno, acclamato dal pubblico e dalla critica. Romano, classe 2003, ha già vinto il primo premio assoluto in oltre 40 concorsi nazionali e internazionali.

venerdì 11 aprile 2025

FERRARA MUSICA AL RIDOTTO: DOMENICA 13 APRILE VIVALDI E IL MANDOLINO CON L’ORCHESTRA GINO NERI E TRE SOLISTI D’ECCEZIONE

 

“Vivaldi e il mandolino”: una matinée dedicata dall’Orchestra a Plettro "Gino Neri" allo straordinario compositore veneziano, domenica 13 aprile alle 10.30. L’Ensemble  diretto da Pierclaudio Fei eseguirà, nell’ambito di "Ferrara Musica al Ridotto", il Concerto in do maggiore per mandolino e orchestra, il Concerto in sol maggiore per orchestra e due mandolini soli e il Concerto in re maggiore per liuto. Saranno proposti inoltre, La Follia, una delle variazioni più celebri della musica barocca, e l'altrettanto famoso Concerto alla Rustica. 
Il mandolino che Vivaldi conosceva a Venezia era praticamente un piccolo liuto accordato all'ottava sopra (mandolino cosiddetto “lombardo” dagli addetti ai lavori). E’ probabile che le putte della Pietà lo suonassero abitualmente e che i suoi lavori per mandolino e orchestra abbiano avuto origine all’interno dell’Ospedale della Pietà, come la maggior parte della sua produzione. Una seconda ipotesi è che Vivaldi abbia avuto occasione di committenze per mandolino anche all’esterno alla propria città: i fitti rapporti di scambio col mecenate ferrarese marchese Guido Bentivoglio, che di mandolino si dilettava, possono far pensare che abbia scritto per lui il Concerto RV 425.
Anche con l’obiettivo di rinnovare il legame tra Vivaldi e Ferrara, l’Ensemble Gino Neri si unisce al percorso iniziato, alcuni anni fa, da parte della Fondazione Teatro Comunale, volto alla riscoperta di importanti e poco conosciute opere di Antonio Vivaldi. Fu proprio questa città che nel 1739 gli vietò di rappresentare la sua opera Farnace, considerata immorale dall’arcivescovo locale. Questo divieto segnò una delle pagine più oscure della vita del musicista. Eppure, secoli dopo, fu proprio un bondenese, Luigi Torri, a riscoprire le sue partiture. 
Con gli strumenti a pizzico dell’Orchestra - qui utilizzati nell’esecuzione delle parti orchestrali degli archi - parteciperanno a “Vivaldi e il mandolino” tre solisti di rango assoluto: Maria Cleofe Miotti (nella foto a destra), mandolinista diplomata con Ugo Orlandi al Conservatorio "Pollini" di Padova, dove è attualmente docente, Francesco Tomasi, esperto di liuto, chitarra barocca e tiorba, (formato con Rolf Lislevand alla Musikhochschule di Trossingen e docente al Conservatorio Frescobaldi di Ferrara) e Nicola Marzanati, componente dell’Orchestra Gino Neri e promettente allievo al Frescobaldi.


Dal 18 al 20 aprile a Lecce torna il FESTIVAL DI PASQUA di Opera Prima (direzione artistica Ludovica Rana)

 
Anche la Puglia ha il suo Festival di Pasqua, noto format che accomuna grandi realtà europee. Torna per la seconda edizione, sempre a Lecce, nella Sala Convegni “Teatrino” dell’ex Convitto Palmieri, dal 18 al 20 aprile 2025 (ore 19.30), realizzato dall’Associazione Musicale Opera Prima, con la direzione artistica di Ludovica Rana, violoncellista e camerista - si è formata nei centri artistici più autorevoli d’Europa -  docente di Musica da Camera presso il Conservatorio di Bari e direttrice artistica di SMA - Sistema Musica Arnesano, progetto sociale nato nel 2017 nel suo paese d'origine, nella provincia leccese.
Sempre fedele al suo slogan “La musica da camera è giovane”, il Festival di Pasqua vedrà protagonista delle tre serate grandi artisti internazionali e giovani talenti che già calcano importanti palcoscenici, pronti a farsi interpreti di una giostra di repertori che spaziano dai grandi autori classici ai contemporanei.
Tre serate di note “preziose” che faranno brillare Lecce, la città simbolo del barocco, in un intenso fine settimana all’insegna della musica da camera! Saranno proposte le pagine più straordinarie del repertorio cameristico di Bartok, Mozart, Pärt, Schumann, Shostakovich, Reger: programmi che celebrano la creatività e l’arte in tutte le sue massime espressioni. (Ludovica Rana)
 
Tra gli interpreti, oltre alla stessa direttrice artistica Ludovica Rana (nella foto a destra), ci sarà il pianista Roberto Prosseda, uno dei musicisti italiani più versatili e attivi sulla scena mondiale, la cui fama è cresciuta soprattutto grazie all'integrale delle opere pianistiche di Felix Mendelssohn, registrata per Decca in 10 CD (2005-2014) e raccolta in un cofanetto nel 2017. Poi, tornano al Festival di Pasqua di Lecce il Quartetto Adorno (Edoardo Zosi - violino, Liù Pelliciari - violino, Benedetta Bucci - viola, Stefano Cerrato - violoncello), i violinisti Riccardo Zamuner e Gabriele Ceci e la pianista Maddalena Giacopuzzi. Il gruppo degli artisti protagonisti di questa edizione 2025 si arricchisce inoltre della presenza della violista Alice Bisanti, della violinista Annastella Gibboni, del contrabbassista Angelo Santo Loisi e del violista Matteo Mizera.

IMPROMPTUS: ARIE, DANZE E IMPROVVISAZIONI ALLE ARTIFICERIE ALMAGIÀ

 
Grazie al dialogo con il Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto, quest’anno la Stagione Danza del Teatro Alighieri di Ravenna ha superato i propri tradizionali confini per esplorare nuovi modi di interazione tra movimento e suono: il progetto Impromptus permette di dare forma a sorprendenti performance attraverso l’improvvisazione e la reciproca ispirazione, favorendo una relazione fluida e spontanea tra le due discipline in uno spazio creativo dove coreografi e musicisti lavorano fianco a fianco. A conclusione della
Stagione, il secondo appuntamento di Impromptus è martedì 15 aprile, alle 21 alle Artificerie Almagià, dove i violoncellisti Christian Barraco (nella foto in alto a sinistra) e Francesco Angelico (nella foto qui a destra) dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini entreranno in conversazione con i danzatori Leonardo Farina e Arianna Ganassi. La scelta di un palcoscenico come l’Almagià, fra i luoghi più caratterizzanti e vivaci della Darsena di città, sottolinea la volontà di ricollocare l’esperienza della danza – tanto per gli interpreti quanto per il pubblico – in uno spazio devoto al dialogo e alla sperimentazione.
 
La Stagione d’Opera e Danza 2025 è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Lo Stabat Mater, il brano musicale più rappresentativo della Passione, in due diverse versioni: quella settecentesca e famosissima di Pergolesi e quella contemporanea di Matteo D’Amico su testo di Vincenzo Consolo. A RomaSinfonietta,Università Tor Vergata.

 

Lo Stabat Mater, cantato durante il rito della Via Crucis e le processioni del Venerdì Santo, è un momento emblematico della Settimana Santa e uno dei brani musicali più importanti della liturgia cattolica. È stato messo in musica da innumerevoli compositori, tra cui Palestrina, Vivaldi, Haydn, Rossini e Verdi. Ma lo Stabat Mater più celebrato e più popolare è quello composto da Giovan Battista Pergolesi nel 1736, pochi giorni prima della sua scomparsa ad appena ventisei anni d’età. Verrà ora eseguito nella settimana di Pasqua, precisamente il 16 aprile alle 18. 00 nell’ambito dei concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Lo Stabat Mater ha ispirato anche molti musicisti dei nostri giorni, tra cui Matteo D’Amico (nella foto a sinistra), uno dei compositori italiani più noti e ammirati in campo nazionale e internazionale, eseguito nelle più prestigiose sale da concerto di Londra, Parigi, Amsterdam, Atene, Francoforte, Tokyo e altre grandi città. Nel 1999 ha composto un suo Stabat Mater su testo di Vincenzo Consolo, che ha tradotto dal latino all’italiano il testo medioevale attribuito tradizionalmente a Jacopone da Todi e vi ha aggiunto alcuni Salmi latini di carattere penitenziale per il tempo di Quaresima, inserendoli all’interno di un testo in italiano derivato dal suo romanzo Lo Spasimo di Palermo. Con una sottile venatura autobiografica, Consolo narra di un intellettuale siciliano costretto, all'indomani della fine della guerra, a lasciare una Palermo stritolata dall'aggressività della mafia rampante. Quarant'anni dopo, al ritorno nella sua città, si accorge che il suo degrado è ancor più evidente e si trova ad essere testimone dell'omicidio di Paolo Borsellino: il giudice assassinato e la sua vecchia madre, sotto la cui finestra si compie l'eccidio, rinnovano l'immagine secolare del compianto di Maria ai piedi del Cristo crocefisso.
Musica, poesia, prosa, voci si alternano in questo moderno Stabat Mater per amplificare una tragedia antica, eppure moderna e contemporanea. In quest’esecuzione le voci sono quelle del soprano Giulia Peri, del mezzosoprano Lucia Napoli e dell’attore Francesco Trifilio, a cui si aggiunge un’orchestra austera formata solo da strumenti ad arco e dalle percussioni. Sul podio un direttore particolarmente versatile, Gabriele Bonolis (nella foto a destra), che ha diretto un ampio repertorio di musica operistica e sinfonica dei secoli scorsi e contemporanea in Italia, Germania, Repubblica Ceca, Bulgaria, Norvegia, Oman, ecc. Molteplici le sue esperienze anche nella musica per il teatro e per il cinema: in quest’ultimo campo si segnala la sua lunga collaborazione con Ennio Morricone.



Orchestra d’archi e trombone solista a San Giacomo - Lunedì 14 aprile evento speciale per I concerti di primavera


La grande musica torna nella suggestiva chiesa di San Giacomo a Sassari per un evento speciale nel giorno di Lunedì Santo. L’Orchestra d’archi Ellipsis, insieme al trombone solista Cheol-Woong Lee, diretti da Cristian Lombardi, saranno i protagonisti del concerto del prossimo 14 aprile alle 20.30, inserito – fuori abbonamento – nella rassegna “I concerti di primavera” dell’Associazione culturale musicale Ellipsis.
L’appuntamento prevede l’esecuzione della Sinfonia in sol maggiore e del Concerto n.2 in re minore op. 9 di Tommaso Albinoni, della Sinfonia al Santo Sepolcro RV 169 di Antonio Vivaldi, del Divertimento in re maggiore K136 di Wolfgang Amadeus Mozart e della Sinfonia n. 9 di Felix Mendelssohn-Bartholdy.
L’Orchestra d’archi Ellipsis è formata da 15 elementi e sarà diretta da Cristian Lombardi, violino di spalla Fortunato Casu. 
I biglietti potranno essere acquistati direttamente all’ingresso. “I concerti di primavera” è una rassegna patrocinata e col contributo del Ministero della Cultura, della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, del Comune di Sassari e dell’ERSU, Ente regionale per il diritto allo studio, con la collaborazione del Conservatorio Canepa.

Cheol-Woong Lee, trombonista di origine coreana, è entrato a far parte della Bucheon City Symphony Orchestra quando ancora frequentava il college. Si è perfezionato alla Essen Folkwang National University of Music, in Germania, dove ha ottenuto i diplomi in Trombone solo, Trombone ensemble e Brass ensemble e si è presto laureato con la massima votazione. Si è esibito in tutta Europa da solista e come direttore della Marl Symphony Orchestra, in Germania. “Poem à la Carte”, un pezzo per trombone e orchestra di fiati composto dal tedesco Manfred Schneider, è stato da lui presentato in anteprima mondiale alla KBS Hall nel 2000. Cheol-Woong Lee è stato direttore della KBS Symphony Orchestra e attualmente dirige la Korea Music Association; insegna inoltre a Yewon, Yego, alla Yonsei University, alla Seoul City University e alla Korea National University of Arts.
Cristian Lombardi ha studiato Flauto al Conservatorio della Svizzera Italiana con Felix Renggli e Musica da camera con Alessandro Moccia. Dopo un’intensa attività concertistica, fin da giovanissimo come solista e in formazioni cameristiche in tutta Europa, si avvicina prima allo studio della composizione con Gaetano Panariello, poi della direzione d’orchestra con Giacomo Sagripanti e all’Accademia di alto perfezionamento di Saluzzo con Donato Renzetti. Dal 2023 insegna Flauto al conservatorio Perosi di Campobasso. Dirige la Rotary Youth Chamber Orchestra e dal 2024 l’Orchestra Filarmonica “Caracciolo” di cui è fondatore.


Classica e dintorni: dal 29 maggio al 6 settembre l’ottava edizione del festival Onde musicali sul Lago d’Iseo

 

È tutto pronto per l’ottava edizione di Onde musicali sul Lago d’Iseo, il festival organizzato dall’Associazione Luigi Tadini di Lovere in collaborazione con Visit Lake Iseo (l’ente di promozione turistica del Lago d’Iseo), che dal 2017 anima nei mesi estivi (ma non solo) le due sponde del Sebino e alcuni Comuni limitrofi. Fitto di appuntamenti, come sempre, il cartellone con 42 appuntamenti in programma dal 29 maggio al 6 settembre in una ventina di località: in agenda concerti di lirica, cameristica, sacra, antica, jazz e crossover, ma anche spettacoli, concorsi e conversazioni musicali, con la partecipazione di giovani selezionati di particolare talento provenienti da Conservatori italiani e Accademie estere, vincitori di concorsi internazionali e artisti affermati.
La manifestazione è resa possibile grazie al contributo di Regione Lombardia e al supporto di GF-Elti, Bertoni Antinfortunistica Industriale, Rotary Club Lovere-Iseo-Breno, Lions Club Lovere, Navigazione Lago d’Iseo e Comisa.
Tutti  gli eventi sono a ingresso libero, ad eccezione dell’ultimo, che si svolgerà sull’Isola di Loreto e che vedrà protagonisti il violinista Enzo Ligresti e il violoncellista Giorgio Fiori (ingresso 80 euro con prenotazione, posti limitati). Molti concerti sono ospitati in suggestivi siti d’arte e in affascinanti contesti naturalistici: un’occasione imperdibile per (ri)scoprire il fascino e la bellezza di questo angolo di Lombardia, che sta richiamando un numero crescente di visitatori, turisti, curiosi e melomani.
Afferma Claudio Piastra (nella foto), direttore artistico del festival e chitarrista di fama internazionale che, in veste di solista, collabora con orchestre, direttori e artisti prestigiosi in tutto il mondo: «È per me un grande orgoglio “firmare”, per l’ottavo anno consecutivo, il cartellone di Onde musicali, che fin dalla prima edizione dedica particolare attenzione ai giovani esecutori di talento. Sono tante le formazioni e sono numerosi i programmi che mi vengono segnalati nel corso dell’anno dai Conservatori italiani, dalle Accademie estere e dagli organizzatori dei Concorsi. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di proposte di alto profilo artistico e di qualità e, quindi, il mio lavoro diventa ogni anno più impegnativo. Il mio compito è quello di selezionare, tenendo anche conto delle location e delle predisposizioni acustiche in cui si svolgeranno i concerti. In ogni caso, posso affermare con soddisfazione che fino a oggi il festival ha offerto la possibilità di esibirsi a circa un migliaio di giovani musicisti».
Gli fa eco Roberto Forcella (nella foto), il fondatore della manifestazione: «Quando è iniziata l’avventura di Onde musicali c’era molto scetticismo intorno a noi, perché gli obiettivi apparivano troppo ambiziosi. L’idea di organizzare una cinquantina di concerti di giovani talenti emergenti è piaciuta subito, ma c’era il timore che il genere da noi proposto, la musica classica, potesse non risultare gradito ai più. Per fortuna, invece, la nostra scelta è stata apprezzata da un numero sempre maggiore di spettatori. C’era scetticismo anche per quanto riguardava l’organizzazione del festival e la selezione delle proposte musicali. Saremmo stati in grado di affrontare questa sfida? A distanza di otto anni, la risposta non può che essere positiva. Infine c’erano non poche perplessità sull’adesione dei 16 Comuni rivieraschi del Lago d’Iseo. Questi dubbi sono stati presto superati grazie all’atteggiamento costruttivo degli enti locali aderenti, che nel frattempo sono cresciuti di numero. Ora siamo giunti all’ottava edizione con una macchina organizzativa che sta già guardando al futuro. Una macchina ben oliata, che governa i vari aspetti del festival e la sua pianificazione, grazie alla pluriennale esperienza dell’Accademia Tadini di Lovere, alla competenza della direzione artistica e al ruolo determinante del consorzio Visit Lake Iseo per quanto riguarda l’attività di promozione e comunicazione della rassegna. Onde musicali sul Lago d’Iseo dimostra che si può lavorare insieme, raggiungendo risultati lusinghieri».
 
La nuova edizione del festival scatterà, come detto, giovedì 29 maggio a Iseo (Bs): nel suggestivo chiostro del Castello Oldofredi (nella foto) andrà in scena lo spettacolo di teatro-canzone Storie di lago (ore 21), protagonisti il chitarrista Max Peroni, il fisarmonicista Fazio Armellini e l’attore Francesco Pellicini (voce recitante), con la partecipazione straordinaria dello scrittore Andrea Vitali, che ambienta i suoi romanzi a Bellano, località sulla sponda lecchese del lago di Como, dove vive e lavora. Canzoni, racconti, monologhi, improvvisazione e squarci di malinconia si mescoleranno in una pièce dedicata al lago e ai suoi abitanti, in un percorso che «intrattiene con lucida simpatia e spontanea comicità la platea - afferma Pellicini - regalando momenti di vera poesia, cantata e narrata». 
Nel mese di giugno sono ben 12 gli appuntamenti del festival. Domenica 1, sempre a Iseo, ma sul sagrato della Pieve di Sant’Andrea (ore 21 - nella foto), andrà in scena il concerto lirico Arie sul lago tra Opera ed Operetta che celebra la bellezza e l’emozione della musica lirica, mescolando arie famose dell’opera con melodie gioiose dell’operetta. Il concerto offre un viaggio attraverso le opere di compositori come Puccini, Lombardo, Lehár, Benatzky e Dvorak. La soubrette e soprano Elena D’Angelo, il comico Matteo Mazzoli e i cantanti lirici Roberto Kim e Carmen Lopez, accompagnati al pianoforte da Sem Cerritelli, interpreteranno brani che evocano passione, nostalgia e leggerezza, creando un’atmosfera magica.
Sabato 7 giugno, a Tavernola Bergamasca, la monumentale Villa Capuani (ore 21 - nella foto) ospiterà l’esibizione dell’Ensemble Neuma e del fisarmonicista  Marcello Grandesso, che daranno vita all’evento intitolato Estaciones Porteñas: in programma alcune delle pagine più note del grande compositore argentino Astor Piazzolla (le quattro Estaciones Porteñas, Oblivion, Adiós Nonino e Café 1930 e Nightclub 1960 da Histoire du Tango) e una composizione di Richard Galliano (Tango pour Claude). Il progetto è incentrato sulla riscoperta e sulle valorizzazione delle musiche di Piazzolla, l’inventore del Nuevo Tango, riviste in una strumentazione classica per quartetto di legni (Giacomo Barone al flauto, Tommaso Gasparoni all’oboe, Nicolò Andriolo al clarinetto e Matteo Dal Toso al fagotto) e fisarmonica che regala all’interpretazione una nuova sfumatura sonora.
Due gli appuntamenti, entrambi imperdibili, in programma domenica 15 giugno: a Sarnico (Bg), presso il sontuoso Palazzo La Rocchetta (ore 18 - nella foto), sarà di scena il duo composto dalla violoncellista Dorina Laro e dalla pianista Kristina Petrollari Laco: le due interpreti albanesi, entrambe docenti presso l’Università delle Arti di Tirana, collaborano insieme dal 2008, suonando costantemente le opere più importanti del repertorio per violoncello e pianoforte (si sono esibite in Svizzera, Grecia, Germania, Corea del Sud, Macedonia, Kosovo, Italia e Macedonia): Laro e Petrollari Laco eseguiranno pagine di Beethoven (7 variazioni su un tema di W. A. Mozart per violoncello e pianoforte), Grieg (Sonata in la minore, op.36) e Stravinsky (Suite italienne).
Poco dopo (ore 21), il Parco delle Erbe Danzanti di Paratico (Bs) - nella foto -  sarà la location di Piani diversi, conversazione in musica con i pianisti Massimiliano Motterle ed Enrico Intra: il primo, grande esponente del mondo accademico, dialogherà con il secondo, figura storica del jazz italiano, stimolato dal musicologo e moderatore Maurizio Franco. La conversazione si svilupperà attraverso tre gruppi di brani, di durata breve e riuniti in modo coerente, scelti dal pianista “accademico” ed eseguiti in alternanza con le improvvisazioni che Intra (ignaro del repertorio proposto da Motterle) realizzerà su ognuno di essi, partendo da spunti di ogni genere e tipo (dalla tonalità alla forma, dall’idea espressiva a un particolare ritmo) per realizzare la sua creazione estemporanea.
Il primo mese di programmazione del festival si concluderà nel segno delle arie d’opera con la quarta edizione del Concorso internazionale di canto lirico Franco Ghitti Tenore, che si svolgerà presso la sala culturale De Lisi di Pisogne (Bs) - nella foto - da venerdì 27 a domenica 29 giugno con il concerto finale aperto al pubblico (domenica 29/6, ore 16.30) e la proclamazione dei vincitori. La giuria è impreziosita dalla presenza di Barbara Frittoli, soprano di fama mondiale. Il concorso è organizzato in memoria del grande tenore iseano Franco Ghitti dalla Federazione Musicale Internazionale Onlus con il patrocinio e il contributo del Comune di Pisogne, Brawo Spa, Comunità Montana Sebino, Onde Musicali e Associazione Musica in Lemine.


giovedì 10 aprile 2025

L’ALTRO SUONO: YOUSSU NDOUR. Il musicista africano di fama mondiale apre il Festival crossover con la prima italiana del nuovo disco.

 

Avrà inizio giovedì 17 aprile alle 20.30 l’Altro suono Festival al Teatro Comunale Pavarotti-Freni con il concerto in prima italiana di Youssou Ndour & Le Super Étoile de Dakar. Cantante e musicista poliedrico, Youssou Ndour è partito dalla tradizione musicale del suo Senegal per approdare a un originale afro-pop fino a collaborare con musicisti come Paul Simon e Neneh Cherry. Con il gruppo Étoile de Dakar, alla fine degli anni Settanta diventa il pioniere del mbalax, genere che intreccia il wolof sabar con la musica latina, il rock e l’afro-pop. 
Il musicista guadagna un posto tra i big della musica mondiale quando nel 1988 si esibisce insieme a Peter Gabriel, Bruce Springsteen, Sting e Tracy Chapman nel Amnesty International Human Rights Now! tour. Diventa il musicista africano più conosciuto dal grande pubblico, anche grazie alla hit 7 seconds, associato alla fusione fra le radici della sua terra e il panorama contemporaneo. Éclairer le Monde, il nuovo album uscito a febbraio 2025 e viene presentato in prima italiana a Modena, porta sul palco strumenti tradizionali africani e arrangiamenti contemporanei curati dal produttore americano Michael League (già leader degli Snarky Puppy). Un album che celebra la world music nel segno del legame fra tradizione e innovazione. 

L’Altro Suono festival proseguirà con un cartellone di dieci spettacoli fino al 27 luglio con appuntamenti al Teatro Comunale Pavarotti-Freni, al Teatro delle Passioni e, nel periodo estivo, al Cortile del Melograno dell’Istituto Venturi, in centro a Modena (via dei Servi, 21). I prossimi appuntamenti saranno con Carmino (6 maggio), giovane cantante ambasciatrice della musica portoghese, e Petra Magoni (9 maggio), con un progetto nuovo in prima italiana e commissionato dall’Altro Suono dedicato ai grandi cantautori francesi.

58^ Stagione Lirica di Tradizione del teatro Pergolesi di Jesi


Nel triennio 2025-2027 la Fondazione Pergolesi Spontini afferma la propria identità di teatro innovativo dove, accanto a titoli di repertorio, si producono anche opere di più rara esecuzione (tra cui le opere di Pergolesi e di Spontini) e nuove commissioni d’opera capaci di avvicinare nuovo pubblico e riflettere sul futuro dell’opera lirica. Il connubio di contemporaneo e barocco, unito alla capacità di creare gli allestimenti a km zero, nei suoi laboratori di scenografia e di sartoria, fanno di Jesi un unicum nel panorama lirico nazionale. Un centro di “Slow Opera” dove, accanto alla qualità, conta la sostenibilità della messa in scena, la crescita dei giovani talenti al fianco di solidi interpreti di carriera internazionale, il clima di serenità che si crea durante la produzione all’interno di una città “a misura” d’uomo. L’attenzione agli artisti emergenti si concretizza anche nella scelta di bandire ogni anno il concorso per giovani scenografi e costumisti dedicato a “Josef Svoboda”, uno dei più grandi scenografi del ‘900; i vincitori hanno modo di realizzare nei laboratori i costumi e le scene per le nuove commissioni contemporanee, e dunque di confrontarsi con compositori, librettisti e registi.
Il cartellone 2025 aumenta gli spettacoli proposti al pubblico, con quattro titoli d’opera e, novità della 58esima edizione, un titolo di balletto classico.
 
La Stagione Lirica del Teatro Pergolesi inaugura venerdì 17 ottobre ore 20,30 con “Don Giovanni” di Mozart in coproduzione con teatri italiani ed europei (Francia e Svizzera): Teatro Marrucino di Chieti, Teatro Coccia di Novara, Opéra-Théâtre de l’Eurométropole de Metz, NOF Nouvel Opéra Fribourg - Neue Oper Freiburg. Replica domenica 19 ottobre ore 16, mentre il 15 ottobre ore 16 si tiene l’anteprima riservata ai giovani coinvolti nel progetto di formazione “Musicadentro”. L’edizione è Bärenreiter. Nuovo l’allestimento firmato da Paul-Émile Fourny alla regia, Benito Leonori per le scene, Giovanna Fiorentini ai costumi. La direzione è affidata all'americano Arthur Fagen (nella foto), già Direttore Musicale di Atlanta Opera House. Accanto a loro un cast prevalentemente under 35, di valore internazionale: Maria Mudryak (Donna Anna), Valerio Borgioni (Don Ottavio), Christian Federici (Don Giovanni), Stefano Marchisio (Leporello), Louise Guenter (Donna Elvira), Gianluca Failla (Masetto), Eleonora Boaretto (Zerlina). Under 35 anche l’orchestra, il Time Machine Ensemble, orchestra giovanile nata 8 anni fa in seno alla Fondazione. In scena anche il Coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.
 
Venerdì 21 novembre ore 20,30 e domenica 23 novembre ore 16 con anteprima giovani il 19 novembre ore 16, torna nella città natale di Giovanni Battista Pergolesi, “L’olimpiade”, dramma per musica in tre atti su libretto di Pietro Metastasio, nell’edizione critica di Francesco Degrada e Claudio Toscani per l’Edizione Fondazione Pergolesi Spontini. Nuova la produzione, con la regia affidata a Fabio Ceresa. Scene e costumi sono dei vincitori della quinta edizione del concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato ad iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera. Il cast si compone di specialisti del repertorio barocco quali José Maria Lo Monaco (Licida), Silvia Frugato (Argene), Anicio Zorzi Giustinaini (Clistene), Carlotta Colombo (Aristea), Theodora Raftis (Megacle), Matteo Straffi (Aminta), Francesca Ascioti (Alcandro). La direzione è affidata a uno dei più importanti specialisti del repertorio antico, Giulio Prandi (nella foto), e all’Orchestra Ghislieri.
 
Con lo stesso team creativo ed un unico impianto scenico in continuità con quello di Olimpiade, prende vita, la settimana successiva (sabato 29 novembre ore 20,30 e domenica 30 novembre ore 16, anteprima il 27 novembre ore 16) un titolo d’opera al debutto assoluto: “Il giudizio di Paride. Processo a un deicida”, libretto di Fabio Ceresa (nella foto), e musica di Paolo Marchettini, compositore italiano, oggi residente a New York, docente presso la Manhattan School of Music. Anche questo titolo sarà eseguito dal Time Machine Ensemble, diretto da Gianluca Martinenghi. La storia, ambientata nella monumentale sala di un tribunale ultraterreno, chiama Paride a rispondere dell’assassinio di Achille, eroe di sangue divino. Sullo scranno del giudice siede Hera, a rappresentare l’accusa è Atena, alla difesa Afrodite, testimoni il dio Apollo e Ananke, la Necessità. Ma la sentenza non spetta agli dèi. Sarà il pubblico a decidere se Paride sia colpevole o innocente.
 
Quarto titolo è “La bohème” di Puccini, in scena venerdì 19 dicembre ore 20,30 e domenica 21 dicembre ore 16 con anteprima giovani il 17 dicembre ore 16. L’allestimento è dell’Opéra-Théâtre de l’Eurométropole de Metz, la regia di Paul-Émile Fourny, le scene di Valentine Bressan e i costumi di Giovanna Fiorentini. Nel cast spiccano under 35 con una consolidata carriera internazionale: Matteo Roma (Rodolfo), Elisa Verzier (Mimì), Daniele Terenzi (Marcello), al debutto in questo ruolo, Giulia Mazzola (Musetta), Eugenio di Lieto (Colline). La direzione è affidata a Jacopo Rivani (nella foto) alla guida della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana, cantano il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” e i Pueri Cantores “Domenichino Zamberletti”.
 
Chiude la stagione, lunedì 29 dicembre ore 21, il balletto in due atti “Romeo e Giulietta” di Tchaikovsky, coreografia e costumi di Federico Veratti e scenografia di Marco Pesta, sul palcoscenico Il Balletto di Milano.
 
La Stagione lirica, che ha il suo cuore nel Teatro Pergolesi, si diffonde inoltre nelle scuole con il progetto Scuola InCanto 2025 che, dal 28 al 30 maggio, porta in scena un “Barbiere di Siviglia” di Rossini a misura di bambini, con il maestro concertatore e direttore Germano Neri, che ne cura anche la regia, e l’adattamento e drammaturgia di Nunzia Nigro, scene Fabio Marroncelli, costumi Giusi Giustino, Orchestra Europa InCanto – EICO. Partecipano cantanti professionisti e gli alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado del territorio che hanno aderito al progetto di eccellenza in ambito musicale e teatrale per l’apprendimento dell’opera lirica organizzato da Europa InCanto in collaborazione con Fondazione Pergolesi Spontini.
 
Per il progetto “Opera nei Borghi”, va in tournée il 16 luglio ad Urbania (Cortile d’onore di Palazzo Ducale) e il 18 luglio a Morro d’Alba (Piazza Barcaroli) un agile allestimento d’opera, con “Le gare generose” di Giuseppe Paisiello nella revisione critica di Lorenzo Mattei, per una nuova produzione in collaborazione con Centro Studi Italiani Opera Festival di Urbania e FIO Italia - Festival of International Opera. Suona il Time Machine Ensemble, maestro concertatore e direttore è Kristin Ditlow, la regia di Nicole Kenley-Miller.