venerdì 3 gennaio 2025

L’ISA CHIUDE LA RASSEGNA “VERSO IL GIUBILEO”. SUL PALCO LE STELLE DELLA LIRICA CARMELA REMIGIO, FABIO ARMILLATO ERICCARDO ZANELLATO

 
Il soprano Carmela Remigio, il tenore Fabio Armillato e il basso Riccardo Zanellato sono le tre stelle della lirica internazionale protagoniste, con i professori dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese diretta da Luisella Chiarini (nella foto a sinistra), del “Gala Lirico. Le grandi arie d’opera” che si terrà domenica 5 gennaio alle 18.00 al Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” dell’Aquila con brindisi di augurio alla fine.
L’appuntamento conclude la rassegna “Verso il Giubileo”, promossa dalla Fondazione CREA Consiglio Regionale dell’Abruzzo in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo, che ha realizzato un percorso di speranza e bellezza trasformando la regione del Primo Giubileo in un luogo di celebrazione e riflessione guidata dall’arte e dalla musica, con eventi ospitati nei quattro capoluoghi che hanno visto la collaborazione di TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo, l’Ente musicale Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, il Conservatorio “Braga” di Teramo e l’Istituzione Sinfonica Abruzzese.
 
Per il concerto dell’ISA si è scelto di onorare un’eccellenza della tradizione artistica del nostro Paese: il canto lirico italiano iscritto nell’elenco del Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità dell'UNESCO nel 2023 affidando alle pagine più celebri del nostro repertorio l’augurio per un 2025 di armonia e condivisione.
In programma brani lirici e sinfonici di Wolfgang Amadeus Mozart, Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini e Giacomo Puccini a pochi giorni dalla chiusura dell’anno di celebrazione a cento anni dalla sua scomparsa, in un ideale itinerario attraverso pagine di assoluta bellezza, che accosta i brani più celebri ed eseguiti - da “Là ci darem la mano” del Don Giovanni a “E lucevan le stelle” di Tosca, da “La calunnia è un venticello” de Il Barbiere di Siviglia al brindisi de La Traviata “Libiamo ne’ lieti calici” - a quelli di ascolto più raro, offerti come doni preziosi agli ascoltatori.
Un vero viaggio nella storia dell’opera italiana, altissima espressione dell’arte del nostro Paese nel mondo la cui eccezionalità viene universalmente riconosciuta tanto nel passato – già nel Settecento, ad esempio, Mozart si ispira all’opera italiana per i suoi capolavori – come oggi, con esecuzioni in tutto il mondo delle nostre opere, che mantengono una vitalità ineguagliata anche a secoli di distanza dalla loro composizione.
 
Per la serata saliranno sul palco dell’ISA voci di assoluto prestigio nel panorama lirico internazionale: il soprano Carmela Remigio (a sinistra, nella foto di Mike Hoban), erede della migliore tradizione vocale, si distingue in particolare nel repertorio belcantistico ed è stata insignita del prestigioso “Premio Abbiati” nel 2016 per “tecnica, musicalità, convincente gioco scenico che le permettono di fornire prove di indubbio valore, sostenute dall’adeguata conoscenza dello stile di ogni partitura”.
Fabio Armillato (nella foto in alto a destra), da oltre tre decenni uno dei tenori più importanti della scena lirica internazionale, acclamato dal pubblico grazie alla sua particolare vocalità, al suo impressionante registro acuto e alla sua innata musicalità, senza dimenticare le sue qualità di attore, il suo istinto drammatico e il grande carisma che infonde ai suoi personaggi. Risale al 1993 il suo debutto al Metropolitan Opera House di New York con Il Trovatore.
Vincitore dell’Oscar della Lirica 2019, Riccardo Zanellato (foto qui a destra) è internazionalmente amato per la sua vocalità estesa e il canto morbido che lo portano ad essere interprete privilegiato del repertorio verdiano così come di quello di Bellini, Donizetti e Rossini serio. È regolarmente invitato nei teatri e istituzioni musicali più prestigiosi al mondo:
Sul podio dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese Luisella Chiarini, artista teramana dalla carriera internazionale: vincitrice nel 2006 del Concorso “Festival Mozart Giovani” di Milano, ha diretto varie orchestre in Italia e all’estero esibendosi negli anni sia come Direttore che Pianista in tutto il mondo collaborando con artisti di fama internazionale. Nel 2010 è entrata come Direttore d’Orchestra nel Faculty americano “Italian Operatic Experience” che si occupa di Lirica con cantanti stranieri.
 
Il concerto è a ingresso libero fino a esaurimento posti, senza prenotazione.


giovedì 2 gennaio 2025

La Israel Philharmonic torna in Europa: Lahav Shani direttore e solista esplora l’universo russo

 

Giovedì 23 gennaio, alle ore 20:00, il direttore Lahav Shani è alla testa della Israel Philharmonic, la storica orchestra che torna in tournée con unica tappa a Lugano per il Sud Europa e un programma che esalta la più sublime musica russa. Il concerto si apre con il Preludio dall’opera Chovanščina di Modest Musorgskij, e prosegue con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa maggiore, op. 102 di Dmitrij Šostakovič, che vedrà Shani nella doppia veste di direttore e solista, e la Sinfonia n. 5 mi minore, op. 64 di Petr Il’ič Čajkovskij. 
La Israel Philharmonic Orchestra è nata da un sogno del violinista Bronislaw Huberman e a breve festeggerà 90 anni di attività. Nel 2020, dopo averne visto crescere il talento tra le sue fila, ha nominato Lahav Shani suo direttore musicale, dopo 50 anni di collaborazione con Zubin Mehta. 
Contrabbassista e pianista, classe 1989, Lahav Shani è divenuto negli anni una delle più richieste e acclamate bacchette della nuova generazione. Per la Warner Classics ha già inciso alcuni capolavori del vasto catalogo musicale russo, da Čajkovskij a Šostakovič.
Di quest’ultimo, come direttore e pianista, presenta ora il travolgente Secondo Concerto di Šostakovič, scritto in occasione del diploma in pianoforte del figlio Maksim. Il concerto è incorniciato da un capolavoro di Musorgskij e dalla Quinta Sinfonia di Čajkovskij, che tanto ha ossessionato il compositore di Votkinsk quanto oggi è amata. 

Associazione Filarmonica Umbra: a Terni il pianista Gabriele Strata, un viaggio sulle note di Chopin

 
Per iniziare il nuovo anno musicale 2025, domenica 5 gennaio alle ore 17:30, il Teatro Sergio Secci ospiterà il talentuoso pianista Gabriele STRATA in un concerto dedicato interamente all’opera di Frédéric Chopin. L’Associazione FIlarmonica Umbra invita il pubblico a un emozionante viaggio attraverso le pagine più celebri del compositore polacco, con un programma che spazia dai Notturni più intimi ai virtuosismi degli Scherzi e delle Polacche
Medaglia d’argento, premio del pubblico e premio di musica da camera al Concours Musical International de Montréal 2024, il giovanissimo Gabriele Strata (classe 1999) è riconosciuto dalla critica come “Un talento dalla sensibilità straordinaria e dalla tecnica perfetta” (Il Sole 24 Ore). Già vincitore del primo premio e del premio del pubblico al Rio de Janeiro International Piano Competition nel 2023 e del XXXV Premio Venezia, nel 2021 il Teatro la Fenice gli conferisce lo storico premio “Una vita nella musica – giovani” per meriti artistici.
Nel corso della serata, Strata interpreterà alcune delle composizioni più amate di Chopin, tra cui il celebre Notturno in Re bemolle maggiore op. 27 n. 2, il poetico Notturno in Do diesis minore op. postuma e l’energica Polacca in Do diesis minore op. 26 n. 1. Non mancheranno altre perle del repertorio chopiniano, come gli Scherzi, i Bolero e le Ballate.

La Stagione dei concerti proseguirà il 19 gennaio (ore 17:30) con l’ORCHESTRA DELL’ISTITUZIONE SINFONICA ABRUZZESE, diretta da Ernesto COLOMBO, eseguirà la prima Serenata di Brahms e il primo Concerto di Bruch per violino, eseguito dal leggendario Ilya GRUBERT. 



mercoledì 1 gennaio 2025

Christian Arming dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice al Malibran: in programma valzer e musiche di Johann Strauss figlio e la suite del Rosenkavalier di Richard Strauss

 

Sarà il direttore d’orchestra Christian Arming (nella foto di Shumpei Ohsugi) ad animare il prossimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice, in programma al Teatro Malibran domenica 5 gennaio 2025 alle ore 17.00. Il maestro viennese, classe 1971, attualmente direttore ospite principale della Hiroshima Symphony Orchestra in Giappone, dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice in un concerto che in qualche modo farà ‘eco’ al tradizionale concerto di capodanno di Vienna, proponendo una carrellata di marce, polke e danze viennesi firmate dal ‘Walzerkönig’, il re del valzer, Johann Strauss figlio, abbinata alla suite per orchestra tratta dal Rosenkavalier di Richard Strauss. Il concerto è fuori abbonamento, ma sono previste riduzioni per abbonati e residenti.
  
Il programma del concerto si aprirà con l’ouverture dal Fledermaus (Il pipistrello): operetta ispirata alla commedia di Meilhac e Halévy Le réveillon, che a sua volta riprendeva il soggetto di una farsa del 1851 del drammaturgo tedesco Roderich Benedix, Das Gefängnis (La prigione). Trasformata in operetta dal ‘Walzerkönig’, Il pipistrello divenne un successo rimasto insuperato nella produzione di Strauss figlio. Seguirà Wein, Weib und Gesang! op. 333, composto nel 1869, scritto in origine come un lavoro per coro maschile e in seguito trascritto per sola orchestra. Il testo di Joseph Weyl, un popolare scrittore comico della vecchia Vienna che aveva fornito anche il testo originale per l’analogo valzer corale An der schönen blauen Donau, prende spunto da un motto tradizionalmente attribuito a Lutero: chi non ama il vino, le donne e il canto resta uno sciocco per tutta la vita. Poi si ascolterà il popolare valzer da concerto Rosen aus dem Süden op. 388, scritto nel 1880 e dedicato al re d’Italia Umberto i, basato sui temi dell’operetta Das Spitzentuch der Königin, Lo scialle della regina, dalla quale Strauss figlio ricavò il materiale per numerosi lavori. Éljen a Magyar! op. 332 è una polka veloce scritta nel 1869 per una serie di concerti a Pest: E ancora il famosissimo Wiener Blut op. 354, un grande valzer da concerto composto nell’aprile del 1873 in occasione delle nozze tra l’arciduchessa Gisela e il principe Leopold di Baviera.
            
La seconda parte sarà aperta dalla suite per orchestra dal Rosenkavalier di Richard Strauss, l’opera su libretto dello scrittore austriaco Hugo von Hofmannsthal che celebra nel modo più profondo la civiltà del valzer. Eseguita la prima volta il 26 gennaio 1911 alla Königliches Opernhaus di Dresda, diretta da Ernst von Schuch, ottenne subito un successo clamoroso, tanto che dopo la prima viennese di poco successiva, Strauss venne dichiarato ‘cittadino onorario’ di Vienna. Il valzer è chiaramente un anacronismo, ma quel tramonto sociale e personale raccontato nel Rosenkavalier non riguarda il Settecento bensì la Vienna di Francesco Giuseppe, destinata a inabissarsi insieme all’Impero millenario nel gorgo oscuro della storia. Il valzer era l’emblema di quel mondo, e Strauss ne fa il cuore della sua commedia per musica. Der Rosenkavalier generò un’intricata progenie di partiture, già dagli anni immediatamente successivi al debutto. Oltre la suite, infatti, Strauss preparò le due serie di valzer (Walzerfolge) e la musica di accompagnamento per il film muto di Robert Wiene, l’autore del Kabinett des Dr. Caligari. La suite fu composta alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, in un momento molto difficile per l’ottuagenario maestro, che temeva le conseguenze della sua posizione ufficiale nel regime nazista. La partitura mira a riunire i migliori temi dell’opera, più che a sviluppare un suo percorso autonomo.
            Il finale sarà di nuovo con la musica di Strauss e con tre brani in particolare: la Egyptischer-Marsch op. 335, che alludeva all’apertura del canale di Suez, presentata però come Marcia dei Circassi al pubblico russo di Pavlovsk, la residenza estiva degli Zar, dove gli Strauss si trovavano per la stagione estiva; la fulminea Pizzicato-Polka, nata anch’essa a Pavlovsk; e la Tritsch-Tratsch Polka, che prende il nome da un giornale satirico e di gossip dell’epoca.

L’Orchestra Sinfonica Siciliana augura un sereno 2025 con il Concerto di Capodanno

 

Una grande festa della musica sarà il saluto di benvenuto all'anno 2025 dell'Orchestra Sinfonica Siciliana. Mercoledì 1 gennaio alle ore 18.00 al Politeama Garibaldi, il direttore Peter Guth (nella foto in basso di Nancy Horowitz) alzerà la bacchetta per dare vita al tradizionale Concerto di Capodanno per un programma scintillante all’insegna della famiglia Strauss (in particolare di Johann Jr. nella ricorrenza del 200° anniversario della nascita) che spazia dai valzer, polke e marce ai briosi brani di Léhar, Suppé, Arditi e Ziehrer. Soprano solista: Milena Arsovska (nella foto in fondo in basso) .

Il Concerto di Capodanno è già da giorni sold out.

(dal programma di sala)

Autentico capolavoro di Johann Strauss figlio, il famoso re del valzer, Voci di primavera (Frühlingsstimmen) fu composto nell’inverno 1882-1883 come valzer vocale su testo di Richard Genèe, già autore del libretto della sua operetta Eine Nacht in Venedig (Una notte a Venezia) per la splendida voce del soprano Bianca Bianchi, nome d’arte di Bertha Schwarz. A differenza di altri suoi valzer, Voci di primavera, di cui Strauss fece in seguito la versione esclusivamente orchestrale maggiormente diffusa oggi, non si affermò alla prima esecuzione, ma incominciò a essere apprezzato soltanto nel 1886 quando fu diretto dallo stesso compositore durante una tournée in Russia. Di grande effetto è la breve, ma energica introduzione di otto misure, che anticipa la straordinaria vitalità dell’intera composizione.  

Rappresentata il 5 aprile 1874 con grande successo al Theater an-der Wien, Die Fledermaus (Il pipistrello) è l’operetta più famosa e importante di Johann Strauss figlio, che, prima di questo lavoro, si era dedicato con scarso successo al teatro. Il clamoroso insuccesso, al quale era andata incontro la prima rappresentazione dell’operetta Der Karneval in Rom (Il Carnevale a Roma) nel 1873, aveva scoraggiato Strauss al punto tale da indurlo a non scrivere più per il teatro, nonostante Offenbach dieci anni prima gli avesse preannunciato un grande successo anche in questo campo. Il successo di questa partitura fu tale da indurre Strauss a ricavarne ben sei brani orchestrali tra cui questa Tik-Tak-Polka che, basata fondamentalmente sul tema del duetto degli orologi dell’atto secondo, da cui trae anche il titolo, si avvale anche di altri motivi dell’operetta e in particolare del coro del secondo atto Wie fliehen schnell die Stunden fort e di brevi accenni ad altri due passi del terzo atto (Kein Verzeih’n, Herr Eisenstein e Spiel' ich die Unschuld vom Lande). Tratto dal secondo atto è, invece, il frivolo couplet di Adele, Mein Herr Marquis, a ritmo di valzer.

Famoso soprattutto per la Radetzky-Marsch (Marcia di Radetzky), Johann Strauss senior, oltre ad essere il capostipite dell’importante famiglia di musicisti, fu anche considerato il padre del valzer viennese insieme a Joseph Lanner. Nonostante sia morto piuttosto giovane all’età di 45 anni dopo aver contratto la scarlattina, Johann Strauss fu autore di una notevole produzione che consta di quasi 300 lavori, tra i quali spicca questo brillante Gitana-Galopp, pubblicato nel 1839.

Composta nell’estate del 1869, la Polca francese Im Krapfenwald‘l (Nel bosco di Krapfen) op. 336 aveva in origine come titolo Im Pavlovsk-Walde (Nei boschi di Pavlovsk) facendo riferimento alla città russa nella quale il 6 settembre 1869 fu eseguita con grande successo. In seguito Strauss decise di modificare il titolo nell’attuale su consiglio dell’editore e per ragioni commerciali, sperando in questo modo d’ingraziarsi il pubblico viennese che ebbe modo di ascoltarlo per la prima volta il 24 giugno 1870. È una pagina briosa nella quale è presente un fischietto che imita onomatopeicamente il verso del cuculo.

Al 1870 risale la composizione di Freuet euch des Lebens (Godetevi la vita) op. 340, il cui titolo si riferisce a una frase dello stesso Strauss: Godetevi la vita, e lamentatevi solo quando c'è qualcosa di cui ci si debba lamentare per forza. Eseguito, per la prima volta, il 15 gennaio 1870 in occasione del ballo dato per l’inaugurazione della Sala d’oro del Musikverein di Vienna, che oggi ospita i concerti di capodanno e il cui edificio era stato inaugurato 10 giorni prima dell’imperatore Francesco Giuseppe, questo valzer, dopo un’introduzione grandiosa, si segnala per l’eleganza delle sue melodie.  

Operetta in tre atti su testo di Ignaz Schnitzer, tratto dal romanzo Saffi dello scrittore ungherese Mór Jókai, conosciuto da Strauss durante il suo soggiorno a Budapest, Der Zigeunerbaron (Lo zingaro barone) vide, per la prima volta, le scene il 24 ottobre 1885 al Theater an-der Wien con grande successo. Tra i brani di quest’operetta, la Einzugsmarsch (Marcia d’ingresso) è entrata nel repertorio per il carattere brioso dei suoi temi.

Operetta preferita da Franz Lehár perché tra le sue è quelle che maggiormente si avvicina all’opera, ma poco apprezzata dalla critica, Giuditta, in realtà, una musikalische Komödie (commedia musicale), fu composta su libretto di Paul Knepler e di Fritz Löhner-Beda e rappresentata, per la prima volta, il 20 gennaio 1934 alla Staatsoper di Vienna. Tratta dalla quarta scena, che vede la protagonista, dopo essere stata abbandonata dal suo amante Octavio, trasformarsi in una ballerina di night club, è l’aria di Giuditta Meine Lippen, sie küssen so heiß (Le mie labbra baciano così calde).

Rappresentata, per la prima volta, al Carltheater di Vienna il 24 marzo 1866, Die leichte Cavallerie (La cavalleria leggera) è una delle operette più importanti di Suppé, nella quale è presente un carattere parodistico essendo ridicolizzata la vita militare dell’Impero. L’ouverture si apre con una maestosa e, al tempo stesso, ironica fanfara con le due trombe che intonano un motivo pieno di accenti militareschi. La deformazione ironica, che investe questa rappresentazione della vita militare, è immediatamente evidente in questa ouverture dove motivi di danze e briosi temi degli archi si mescolano ai magniloquenti interventi degli ottoni e dei legni.

Conseguì una grande notorietà per tutto l'Ottocento, il valzer cantato Il bacio, composto da Luigi Arditi su testo di Gottardo Aldighieri, intorno al 1860, data di pubblicazione a Londra e dedicato al soprano Marietta Piccolomini che, come ricordato dal compositore nelle sue memorie, era presente nel momento in cui ne improvvisò la melodia al pianoforte: “Una sera dopo cena al Quenn’s Hotel di Manchester, mi sedetti al pianoforte, mentre le mie dita scivolavano quasi in modo incosciente sui tasti. Suonavo un’arietta per me stesso, e Piccolomini, che chiacchierava con mia moglie, volse rapidamente lo sguardo e disse ‘Cos’è che stai suonando? È affascinante. Per favore, annotalo, o lo dimenticherai”. Feci così su una vecchia bustina, annotandovi alcune note e poi gettai la carta in tasca”.

Nato nel 1827 a Vienna, Joseph Strauss non raggiunse mai in campo musicale la stessa notorietà del fratello maggiore Johann che, da parte sua, lo incoraggiò a seguire la sua vocazione di musicista. Joseph, infatti, pur essendo dotato di uno straordinario talento artistico, che non manifestò solo nella musica, ma anche nella pittura e nella poesia, in un primo tempo, decise di intraprendere gli studi di architettura adeguandosi alle scelte paterne e nel 1853, quasi a ribadire la sua diffidenza nei confronti della carriera di musicista, intitolò la sua prima opera, una serie di valzer, Der ersten und die Letzen (I primi e gli ultimi). Convinto dal fratello, Joseph decise di dedicarsi completamente alla composizione e alla direzione d’orchestra soltanto nel 1856, anche se la morte, sopravvenuta nel 1870 quando aveva appena quarantatré anni, ha limitato certamente la sua produzione musicale che consta di Valzer, Polche, Quadriglie e Marce, nelle cui melodie traspare una bellezza poetica. Tra le numerose composizioni va segnalata questa brillante Polka veloce Ohne Sorgen! (Senza preoccupazioni!), composta nel 1869.

Risale al 1874 la composizione del valzer Wo die Citronen blühen (Dove fioriscono i limoni), il cui titolo originale era Bella Italia. La nostra penisola rimane comunque la protagonista di questo valzer che, eseguito per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 9 maggio 1874, si apre con uno splendido assolo del corno, a cui seguono il flauto, l’oboe e gli archi. Il brano, poi, si snoda in 4 valzer, dei quali il primo è caratterizzato da una melodia elegante che evoca le bellezze paesaggistiche italiane.

Fratello minore di Johann e Joseph, Eduard Strauss fu maggiormente attivo come direttore d’orchestra che come compositore. Nella sua non vasta produzione spiccano le polke veloci (schnell), di cui un esempio è Vergnügen (Divertimento), op. 228, composta nel 1884 che si segnala per il suo brio.

Rivale di Eduard Strauss tanto da creare un’orchestra che chiamò Ex Orchestra Eduard Strauss, Carl Michael Ziehrer, nonostante una sentenza gli avesse proibito di usare in modo ingannevole il nome degli Strauss, raggiunse una grande popolarità a Vienna già alla fine dell’Ottocento soprattutto dopo la morte di Johann e di Joseph Strauss e nel 1909 ottenne dall’imperatore Francesco Giuseppe la nomina a direttore dei balli imperiali. All’interno della sua sterminata produzione, che conta, oltre a numerosi valzer e polke, anche diverse operette, si segnala Der Fremdenführer (La guida turistica), composta su libretto di Leopold Krenn e Karl Lindau e rappresentata per la prima volta l’11 ottobre 1902 al Theater an-der Wien di Vienna. Cantata da Maria di Casserolli, una bellissima cantante della quale Rajah Tagala, bizzarro miliardario indiano che stranamente parla il dialetto viennese, è perdutamente innamorato, Liebe schöne, alte Donaustadt (Cara bella, vecchia città del Danubio) è una pagina spensierata a ritmo di valzer dalla piacevole melodia.

Composto da Johann Strauss nel 1867 su commissione della Wiener Männergesangverein, un’associazione corale di Vienna di cui era direttore Johann Herbeck, Sul bel Danubio blu, scritto su un testo di J. Weyl e F. Gernerth, ebbe una destinazione corale. L’opera, eseguita nella versione per coro e orchestra a Vienna nella Sala Diana il 13 febbraio 1867, ebbe un grande successo che, tuttavia, fu minore rispetto a quello tributatogli qualche mese dopo dal pubblico dell’Esposizione Universale di Parigi che apprezzò la versione per sola orchestra diretta dallo stesso autore. Diventato un classico nei programmi del famoso Concerto di Capodanno, tenuto il primo giorno dell’anno nella mitica sala del Musikverein di Vienna, Sul bel Danubio blu si distingue per la freschezza e l’eleganza delle melodie che hanno ispirato coreografie altrettanto belle e raffinate.

Riccardo Viagrande