martedì 18 giugno 2024

STRAVINSKIJ MA COI PUPI SICILIANI: L’HISTOIRE DU SOLDAT SECONDO I FIGLI D’ARTE CUTICCHIO

 

mercoledì 19 giugno 
Teatro Rasi, ore 21
Figli d’Arte Cuticchio
Histoire du soldat

musica di Igor’ Stravinskij
libretto di Charles Ferdinand Ramuz

voce, adattamento scenico e regia Mimmo Cuticchio
direttore Giovanni Conti

Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Giani Federica violino
Boiardi Lucia contrabbasso
Broggini Riccardo clarinetto
Bocini Mariano fagotto 
Ulivi Francesco tromba 
Andreoli Andrea trombone 
Scopsi Tommaso percussioni 

Stravinskij, ma coi pupi siciliani: è questo, in nuce, l’Histoire du soldat secondo i Figli d’Arte Cuticchio, in scena per Ravenna Festival mercoledì 19 giugno, alle 21 al Teatro Rasi. Se la storia in musica che Stravinskij compose su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz è al cuore una fiaba popolare su uno dei grandi miti della modernità – quello faustiano del patto col diavolo – e concepita per essere itinerante, allora può ben essere raccontata dai pupi della tradizione siciliana, riconosciuti patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Al ritmo dell’impari contesa tra il demonio e il soldato per il possesso di un violino, che simboleggia l’anima, si intrecciano le vibrazioni della voce di Mimmo Cuticchio e le cadenze del cunto di cui è indiscusso maestro, finché i confini fra personaggi e opranti (coloro che manovrano i pupi) si fanno incerti e i pupi svelano altre possibili letture della multiforme, inesausta ricchezza dello spettacolo-gioiello che Stravinskij creò poco più di un secolo fa. 


La partitura, preziosa delle più disparate ispirazioni musicali, è affidata ai Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, con la guida di Giovanni Conti (nella foto in alto), che è stato allievo dell’Accademia dell’Opera Italiana di Riccardo Muti e ha lavorato con la Cherubini anche in occasione della Trilogia d’Autunno 2022. 
 
In un’Europa prostrata dalla guerra e dalla spagnola del 1918, Igor Stravinskij e l’amico scrittore Charles-Ferdinand Ramuz crearono e portarono in scena per la prima volta al Teatro Municipale di Losanna l’Histoire du soldat. Trasformando la carenza di mezzi in stimolo creativo – riunendo un’eterogenea compagine di musicisti, attori e danzatori e puntando su strumenti e scenografie facilmente trasportabili da una località all’altra – Stravinskij e Ramuz inclusero scene recitate, narrate, danzate e numeri esclusivamente strumentali. Il mito di Faust, ovvero l’intramontabile dilemma della compravendita dell’anima che in definitiva è uno scontro fra bene e male, è declinato nella forma delle antiche leggende russe (raccolte e pubblicate da Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev tra il 1855 e il 1864), ma la connotazione russa assume rapidamente dimensione universale.
Convinto dal diavolo a cedere il proprio violino in cambio di un libro che predice il futuro, il soldato in licenza ritorna al villaggio solo per scoprire che né la madre né la fidanzata lo riconoscono…e che le ricchezze ottenute non compensano la perdita degli affetti. Alla corte del re, che intende dare in sposa la principessa a colui che saprà guarirla, il soldato incontra di nuovo il diavolo: per riconquistare il violino, deve perdere ogni avere giocando a carte con il suo vecchio avversario. Il suono dello strumento guarisce la principessa e ne assicura la mano al soldato, ma l’epilogo è amaro: il soldato è trascinato nell’abisso. Alcuni passaggi risultano di particolare maestria nell’arte del manovrare, come la vestizione della principessa risanata o il ballo gioioso che Mimmo Cuticchio esegue in un momento d’illusoria felicità. Si avvertono, di volta in volta, la vibrazione dei sentimenti, lo slancio degli affetti, il bisogno di pace, ma anche il peso degli affanni e l’insidia delle tentazioni.
 
Mimmo (nella foto di Mario Virga), il maggiore dei figli maschi del Cav. Giacomo Cuticchio, nel 1971 si distacca dalla compagnia paterna e forma il gruppo Figli d’Arte Cuticchio. Nel 1973 apre il Teatro dei Pupi S. Rosalia a Palermo, dove ancora oggi si rappresenta il ciclo della storia dei paladini di Francia dove a conservazione del patrimonio di tecniche tramandate da padre in figlio o da maestro ad allievo è un valore essenziale. Nell’anno 1977 nasce l’Associazione “Figli d’Arte Cuticchio” che accorpa la compagnia omonima; per la prima volta una compagnia di pupari viene riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali. La compagnia salda tre principali linguaggi della comunicazione teatrale: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione. Oltre all’attività di produzione, il gruppo promuove e organizza mostre, rassegne e dal 1985 un festival teatrale dedicato al teatro di figura e alla narrazione intitolato La Macchina dei Sogni. Nel 1997 Mimmo Cuticchio apre i battenti del suo laboratorio e realizza la prima Scuola per pupari e cuntisti con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi ed al cunto. 


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