venerdì 7 giugno 2024

AGLI ALBORI DELL'OPERA: L'AMFIPARNASO DI ORAZIO VECCHI - Venerdì 7 giugno, alle 21 al Teatro Rasi, con La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci


È al tramonto del Cinquecento che germogliano i semi del teatro musicale, una varietà di sperimentazioni, anche ardite, che nel secolo successivo daranno poi vita al melodramma. Ma prima che l'opera dilagasse nei teatri europei, l'accostamento di musica e azione era ancora tutto da inventare. Tra i più riusciti e innovativi traguardi di quegli anni ci fu l'Amfiparnaso del modenese Orazio Vecchi, ovvero l'inedito tentativo di mettere in musica i caratteri della commedia dell’arte italiana. Ravenna Festival offre la rara possibilità di ascoltare questa “Comedia harmonica” per coro, cinque voci e attori nell'appuntamento di venerdì 7 giugno alle 21 al Teatro Rasi di Ravenna. A guidare questa raffinata riscoperta è Sergio Balestracci, che ha curato la revisione dell'Amfiparnaso e ne dirigerà il singolarissimo sincretismo stilistico con le voci de La Stagione Armonica, accompagnate dal cembalo (Carlo Rossi), dalla viola da gamba (Silvia De Rosso) e dagli attori Alessia Donadio e Alessandro Bressanello, che firma anche la regia. La Stagione Armonica ritorna in scena sabato 8 giugno alle 21 alle Artificerie dell'Almagià, nel concerto celebrativo per i 100 anni della nascita di Luigi Nono (alle cui musiche saranno accostati brani di Tomás Luis de Victoria).
 
Il madrigale, la canzone, la villanella, la mascherata. E poi lingue differenti: il veneziano di Pantalone, il suo servo Predolino, il bolognese del dottor Graziano, lo spagnolo caricaturale del capitano Cardone, personaggi seri e comici, compresa la coppia di innamorati Lello e Nisa. C'è tutto nell'Amfiparnaso di Orazio Vecchi (1550-1605), compositore e presbitero che nel 1597 riuscì ad adattare l’espressività del madrigale polifonico verso il comico, arricchendolo così di teatralità popolare. I suoi modelli letterari, infatti, non furono Tasso o Petrarca, ma poeti dialettali come Giulio Cesare Croce, autore delle avventure di Bertoldo. Un teatro che si nutre di continue allusioni, mentre la musica asseconda la commistione di suono, canto, recitazione, danza e mimo, la specialità dei comici dell’arte. La visionarietà dell'Amfiparnaso è nel suo stesso titolo, che rimanda al Parnaso (il monte greco prediletto da Apollo e dalle Muse), raddoppiato (“amfi”) in due vette gemelle, quelle della tragedia e della commedia. Vecchi si sforzò infatti di combinare in uno stesso lavoro il tragico e il comico, in una via di mezzo tra madrigale e melodramma, in un'epoca in cui il primo stava esaurendo la sua persuasività e il secondo doveva ancora camminare sulle sue gambe. La modernità di questo lavoro non sfuggì ad Alfredo Casella, che nel 1927 ne organizzò uno storico allestimento a Padova.
 
La Stagione Armonica viene fondata nel 1991 dai madrigalisti del Centro di Musica Antica di Padova e nella sua pluridecennale attività si specializza nel repertorio rinascimentale e barocco. Dal 1996 l’Ensemble è preparato e diretto dal suo direttore artistico Sergio Balestracci. Nei propri organici si avvale della collaborazione di solisti tra i più qualificati e ha collaborato con formazioni quali Hespèrion XX, Accademia Bizantina, Accademia degli Astrusi, Akademie für Alte Musik Berlin, Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti e Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Sotto la direzione di Riccardo Muti, il Coro della Stagione Armonica ha eseguito nel 2009 e nel 2011 la Missa Defunctorum di Paisiello e il Requiem in do minore di Cherubini al Festival di Pentecoste di Salisburgo.
 

Nato a Torino nel 1944, Sergio Balestracci si è diplomato in flauto al Trinity College of Music di Londra. Ha iniziato molto presto un’intensa attività concertistica, sia come strumentista che come vocalista, nel campo della musica rinascimentale e barocca, contribuendo tra i primi in Italia alla riscoperta di questo repertorio. Fondatore dell’Accademia del Flauto dolce e dell’Accademia del Santo Spirito di Torino, ha curato la revisione di diverse composizioni sei-settecentesche in prima esecuzione moderna. È stato tra i fondatori dell’orchestra barocca Academia Montis Regalis.

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