venerdì 7 giugno 2024

Milano, Festival dell'Ascensione | DE BEATA VIRGINE, una Messa di Josquin

 

Basilica di San Calimero, Milano
Via S. Calimero 9 - MM3 Crocetta - bus 94 - tram 14, 24
Concerto ore 20.30 | introduzione ore 20.10
9 giugno 2024
DE BEATA VIRGINE
Una messa di Josquin
Ensemble Vocale Harmonia Cordis

Alexander Agricola (1457 – 1506)
SUSCEPIMUS, introito
Josquin Desprez (1450 ca. – 1521)
MISSA DE BEATA VIRGINE
Kyrie. Gloria. Sanctus. Benedictus. Agnus Dei
O bone et dulcis Domine Jesu
mottetto a quattro

Pagine strumentali del XV secolo


Ensemble Vocale Harmonia Cordis
Peppe Frana, pizzichi antichi - Lorenzo D'Erasmo, percussioni antiche
Angelo Basile, viella - Kersten Cottyn, organo gotico
Salvatore Sciammetta, direzione


“Lo diceva già Glareanus secoli fa: Difficilmente troveremo musica più bella."
È la chiusura del podcast introduttivo curato da Laura Mazzagufo per questa messa di Josquin Deprez, De beata Virgine. E la citazione ha un valore enorme se consideriamo che il Dodekachordon (1547), il trattato più famoso di Glareanus, è tra i più diffusi e influenti di tutto il Rinascimento. 
L'esordio del podcast rivela l'oggetto del commento: "In termini di fama, di celebrità, di abilità compositiva, nel XVI secolo c'era un nome che svettava su tutti gli altri: Josquin Desprez." 
Con una delle sue messe più tarde, assemblata in modo che ancora non infrange tutti i dubbi sulla sua paternità, chiudiamo il festival dell'Ascensione 2024. È una conclusione importante, affidata non solo all'Ensemble Harmonia Cordis, ma a musicisti di straordinaria competenza e alla visione di un direttore che a quelle fonti coeve alla musica si affida con forza, consapevolezza e cognizione.
Entreremo nella sintesi del percorso di questo festival e nel suo sviluppo verso il Rinascimento con tutti gli elementi abbracciati durante gli scorsi concerti: il suono come materia che modifica lo spazio; la vibrazione viva come parte fondamentale della musica; il corpo come percettore essenziale e unico dell'evento sonoro e soggetto e veicolo di cambiamento; ritmo e mensura come mezzi espressivi fondamentali del lungo e cangiante periodo medievale; l'espressività come affresco oggettivo della musica, che precede la percezione dei singoli; la vita, nella sua estrema varietà e mutevolezza, come palette della gamma di colori utilizzabili; la teologia come pilastro di contenuto. A nostro parere, nessuno meglio di Josquin poteva condurre questa sintesi in modo più completo, denso di significato e varietà, e al contempo rilanciarla nel secolo che doveva compiersi.
Attendiamo il suono, domenica 9 giugno in San Calimero.

Giuditta Comerci, direttore artistico

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