venerdì 7 giugno 2024

CUNNINGHAM FOREVER: IL BALLETTO DI LIONE CELEBRA IL GENIO DI MERCE

 

Ha il sapore di un “evento” – in linea con gli events, gli “accadimenti” di danza e musica site specific tanto amati da Merce (ne creò più di ottocento) – la serata che il Ballet de l’Opéra de Lyon dedica al maestro indiscusso del contemporaneo. In Cunningham Forever, a Ravenna Festival in esclusiva italiana venerdì 7 giugno alle 21 al Teatro Alighieri, il nuovo direttore artistico della compagnia, Cédric Andrieux , riesce a curvare il tempo della lunga carriera artistica di Cunningham nell’arco di due soli titoli, Beach Birds e Biped. Il primo, creato nel 1991, in stretta sintonia con John Cage, è uno dei pochi lavori della storica coppia con un’eco non del tutto astratta. Ispirato alle movenze dei gabbiani sulla spiaggia (richiamati dai costumi di Marsha Skinner), mantiene il focus sul fraseggio della danza, lasciando liberi gli interpreti di trovare i loro spazi e i ritmi. L’abbagliante Biped del 1999 rappresenta invece la “svolta” artistica di Cunningham dopo la morte di Cage, avvenuta nel 1992. Un corpo a corpo fisico e virtuale che i danzatori intraprendono con i loro ologrammi proiettati sul fondale. A suggellarne la freschezza pioniera, la musica di Gavin Bryars e del suo ensemble che tornano a punteggiare dal vivo l’interazione fra danza e tecnologia. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di Publimedia Italia.
 
A distanza di quindici anni dalla sua scomparsa nel 2009, Merce Cunningham continua a lanciare bagliori geniali attraverso la memoria di chi l’ha conosciuto e interpretato – come Cédric Andrieux, che da danzatore nella sua compagnia ebbe modo di ballare dal 1999 al 2007, prima di entrare nel Ballet de Lyon, di cui oggi tiene le redini. Nato a Brest in Francia nel 1977, Andrieux ha consegnato al coreografo Jérôme Bel alcuni ricordi, non solo luminosi, della sua esperienza nella Merce Cunningham Dance Company da cui è nato un assolo autobiografico, portato da Cédric in tutto il mondo. Una magnifica ossessione, quella per il Maestro americano, che lo ha portato a celebrarlo in più occasioni da quando la compagnia è stata chiusa per volontà dello stesso Merce alla sua morte. Prima un monumentale evento nel 2019 al Festival d’Automne, Cunningham x 100, ora con il dittico della serata per il Ballet de Lyon, che arriva in prima italiana al Festival di Ravenna. “Ho danzato entrambi i titoli – racconta il direttore della compagnia francese – Biped è stato uno dei primi lavori che ho ballato a New York e che ho continuato a eseguire fino alla fine della mia permanenza lì”.
 

Cunningham Forever è la dimostrazione dell’eredità indelebile di un coreografo geniale che ha attraversato tutta la parabola americana della danza: dagli esordi con la modern dance di Martha Graham (che per Merce creò diversi ruoli) all’incontro del destino con John Cage, con il quale iniziò il suo lungo percorso di invenzione e sperimentazione del contemporaneo, dal forte sapore zen ispirato alla teoria del caos e del caso. Un qui e ora artistico, separando musica e danza (messe insieme solo al momento del debutto), imbastendo l’ordine delle sequenze coreografiche con il lancio delle monetine de I Ching ed eliminando il concetto di centro come fulcro della scena. Un percorso mozzafiato che ha scompaginato il modo di creare coreografie e che è stato fiancheggiato da artisti ugualmente di forte impatto come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Jasper Johns.
 

Tassello prezioso della serata Cunningham Forever è la presenza dal vivo del compositore britannico Gavin Bryars che con il suo ensemble torna sulle sue esecuzioni musicali ad accompagnare il dialogo fra danzatori e ologrammi di Biped, come ha fatto al debutto dello spettacolo il 23 aprile 1999 alla Zellerbach Hall dell’Università di Berkeley in California. Punteggerà inoltre al piano e con il bastone della pioggia anche i fraseggi di Beach Birds, in luogo dei suoni di Cage, di cui fu assistente negli anni Sessanta. Autore originale e con una forte componente sperimentale, Bryars appartiene alla musica post-minimalista britannica, pur avendo spaziato nell’ambito della sua carriera in molti altri ambiti, da opere come Marilyn Forever a partiture per quartetti, esplorazioni sonore singolari come il famoso Jesus’ Blood Never Failed Me Yet (curioso refrain riarrangiato dalla nenia di un mendicante e utilizzato anche in coreografie di Maguy Marin e William Forsythe) nonché collaborazioni con altri grandi protagonisti della danza contemporanea come Lucinda Childs e Carolyn Carlson.

(foto di Agathe Poupeney)

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