giovedì 13 giugno 2024

LE MUSICHE DELL’ANIMA: UN DOPPIO APPUNTAMENTO A VILLA MASINI

 

Ancora tra gli alberi centenari risuonano le parole del guru italiano Baba Cesare, la sua storia narrata nella notte dalla voce di Elio Germano ai bagliori del fuoco sacro curato dal sadhu, e le inconfondibili inflessioni del suono classico indiano, ed ecco che venerdì 14 giugno, alle 19, il parco di Villa Masini a Massa Castello è pronto per ospitare un nuovo evento: Le musiche dell’anima. Anche in questo caso si tratta di indagare territori inesplorati o poco frequentati e soprattutto quelle aree feconde in cui differenti linguaggi e stili si incontrano, come è per le protagoniste di questo doppio concerto affidato a due diversi ensemble. Prima quello che fa capo alla flautista, vocalist e compositrice franco-siriana Naïssam Jalal, che in trio con Leonardo Montana al pianoforte e Apostolos Sideris (nella foto in alto) al contrabbasso propone il suo Quest of the Invisible. Alle 21.30 invece l’eclettica cantante di origine albanese, ma cresciuta in Svizzera, Elina Duni, insieme a Rob Luft, uno dei più interessanti chitarristi europei, in quartetto con Kiril Tufekcievski al contrabbasso e Viktor Filipovski alla batteria, con un programma di brani raccolto sotto il titolo di Songs of Love and Exile. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con Agrisofia aps.
 

Nello straordinario parco della settecentesca dimora appartenuta al leggendario tenore Angelo Masini, Naïssam Jalal (nella foto, di Alexandre Lacombe) apre la serata tenendo fede a quella capacità virtuosistica di tessere legami tra culture musicali diverse che da sempre caratterizza i suoi originali progetti artistici. Quest of the Invisible si muove, come spiega il titolo, alla “ricerca dell’invisibile”: con un repertorio al crocevia tra la musica mistica extraoccidentale e tradizionale e il jazz modale. E nel quale il silenzio ha un posto centrale, mentre il ritmo conduce sempre verso la trance in forma ripetitiva e ipnotica, e a volte la voce dà una mano agli strumenti per prendere appunto contatto con l'invisibile, nominandolo. Così il pubblico è proiettato in una dimensione che oscilla tra contemplazione e trance, tra silenzio e suono.
 

Tocca poi a Elina Duni e alle sue “canzoni di amore e di esilio”, insieme al chitarrista londinese Rob Luft (i due artisti nella foto sopra), straordinario improvvisatore di rigorosa formazione accademica che con lei ha collaborato agli ultimi album, Lost Ships e A Time to Remember, entrambi pubblicati dalla prestigiosa etichetta ECM. Quelli da cui appunto prende le mosse questo concerto, che secondo gli stessi protagonisti «fa i conti con l’attualità: la tragica storia della crisi migratoria in Europa e l’imminente tragedia ecologica causata dalla distruzione della natura». Elina canta in 9 diverse lingue attingendo al repertorio tradizionale di Albania, Kosovo e Armenia, e anche a quello del Sud italiano, ma proponendo pure composizioni originali e cover di Serge Gainsbourg, Nina Simone, Billie Holiday. Sempre sviluppando la sua personale ricerca espressiva grazie alla fusione delle melodie della tradizione con sonorità jazz e dipingendo un quadro sonoro nel quale si intersecano storie musicali diverse che, «sono l'eco della mia infanzia, del mio esilio e della mia riconciliazione con i due mondi che mi hanno formata».

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