giovedì 15 giugno 2023

Svelate le motivazioni della 42a edizione del Premio della critica musicale "Franco Abbiati".

 


Si è svolta la cerimonia di consegna del 42° Premio della critica musicale “Franco Abbiati”, assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, a Bergamo nella Sala Tremaglia del Teatro Donizetti. Tutti i premiati hanno partecipato alla cerimonia, molti in presenza, alcuni collegandosi in videoconferenza perché impegnati in produzioni all’estero. Durante la premiazione, sono state lette le singole motivazioni sotto riportate.  
«Quest’edizione - racconta Andrea Estero, presidente dell’Associazione - registra come i festival e le rassegne hanno mantenuto un livello di eccellenza grazie ad una continuità d'azione in questi anni, dovuta ad una maggiore prontezza di reazione alla pandemia: il festival Donizetti Opera di Bergamo, il Festival dei Due Mondi di Spoleto, il Festival della Valle d'Itria, la rassegna Romaeuropa Festival ne sono un chiaro esempio. Il Premio Abbiati da 42 anni è un sismografo della vita musicale italiana, indipendente ed autorevole e penso ci siano tutti gli elementi per poter continuare in questa direzione».
La commissione del Premio della critica musicale “Franco Abbiati” (critico musicale bergamasco, per decenni firma del «Corriere della sera»), presieduta da Angelo Foletto, si è riunita lo scorso 19 aprile ed era composta dal direttivo dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali (presidente Andrea Estero, Alessandro Cammarano, Carlo Fiore, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni e Stefano Nardelli) e da sette critici eletti dai soci dell’ANCM fra i suoi iscritti (Paolo Petazzi, Roberta Pedrotti, Alessandro Rigolli, Patrizia Luppi, Giancarlo Landini, Gregorio Moppi e Susanna Franchi).
 
Dalle ore 20.00 la premiazione è stata seguita in diretta su Rai Radio 3, mentre dalle 20.30, sempre in Sala Tremaglia, la serata è proseguita con un incontro, patrocinato dall’Associazione in collaborazione con il 60° Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, per ricordare il pianista, docente e saggista Piero Rattalino, scomparso lo scorso aprile che – oltre ad essere stato direttore artistico di diverse istituzioni musicali – fu consulente dello stesso Festival Pianistico. Ne hanno parlato i critici musicali Luca Chierici e Bernardino Zappa e la pianista Ilia Kim.
 
Di seguito le motivazioni dei premi:
 
Spettacolo
La favorite di Gaetano Donizetti
direttore Riccardo Frizza, regista Valentina Carrasco
(Bergamo, festival Donizetti Opera)
 
Per aver restituito una pietra miliare dell’opera ottocentesca e della produzione del compositore bergamasco nella sua forma integrale e originale, secondo edizione critica, e in una produzione in cui compagnia di canto, concertazione e regia hanno condiviso scrupolo stilistico e moderna interpretazione delle strutture e della drammaturgia da grand-opéra.
 
Premio “Piero Farulli”
Quartetto Goldberg
 
Jingzhi Zhang violino
Giacomo Lucato violino
Matilde Simionato viola
Martino Simionato violoncello
 
Direttore
Gianluca Capuano
(Alcina – Firenze, Maggio Musicale Fiorentino)
 
A Gianluca Capuano che sul podio dei Musiciensdu Prince-Monaco ha restituito la partitura con fantasiose gradazioni di colore, mobilità ritmica, morbidezza di legato, lucente bellezza di suono. La tensione drammatica della sua direzione si è espressa tanto nell’espansività virtuosistica del canto quanto nelle pagine introspettive, in completa consonanza con l’allestimento scenico creato per Salisburgo e il cast.
 
Novità per l’Italia
Jumalattaret di John Zorn
(Barbara Hannigan soprano, Stephen Gosling pianoforte;
Spoleto, Festival dei Due Mondi)
 
Al ciclo per voce e pianoforte Jumalattaret riscritto per la vocalità svagata, acrobatica e incantatoria di Barbara Hannigan, interprete anche del ciclo Split in the Dark su poesie di Emily Dickinson che ha riportato l’attenzione su John Zorn, autore rappresentativo di una tradizione musicale basata sulla complessità onnicomprensiva di linguaggi, da Ives a Bernstein, che ama le incursioni nella pura scrittura d’avanguardia e da cui filtrano in controluce maniere jazzistiche e riti sciamanici.
 
Regia
Barrie Kosky (Evgenij Onegin di Pëtr Il’ič Čajkovskij – Napoli, Teatro di San Carlo; Die Dreigroschenoper di Bertolt Brecht e Kurt Weill – Romaeuropa Festival)
 
A Barrie Kosky per due spettacoli che, sebbene prodotti al di fuori dal nostro Paese, hanno rivelato per la prima volta al pubblico italiano modernità di sguardo e originalità di metodo drammaturgico nel misurarsi con due classici da parte di una delle grandi personalità registiche nel teatro musicale del nostro tempo.
 
Scene e costumi
Leila Fteita (Le joueur – Martina Franca, Festival della Valle d’Itria)
 
A Leila Fteita per le scene e i costumi capaci di proiettare l’azione letteralmente “dentro” una roulette deformata e straniante anche attraverso geniali rimandi alla poetica pittorica di Aristarch Lentulov e più in generale all’Avanguardia Russa, esaltando con sagace acutezza il dettato registico.
 
Solista
Alexander Gadjiev
 
Per l’equilibrio di tecnica, originalità di analisi, concentrazione e comunicativa che caratterizzano lo stile del pianista che in dieci anni, da giovane vincitore del Premio Venezia per i migliori diplomati dei Conservatori, ha spiccato il volo imponendosi nella vita musicale e nei concorsi internazionali più prestigiosi.
 
Ensemble
La fonte musica
 
All’ensemble “La fonte musica”, diretto da Michele Pasotti, felice connubio tra prassi esecutiva e musicologia, capace di accompagnarci tanto nelle dolci trasparenze del Trecento italiano quanto nei più fitti velami dell’Ars subtilior.
 
Cantante
Lisette Oropesa
(I Capuleti e i Montecchi – Milano, Teatro alla Scala, I puritani – Napoli, Teatro di San Carlo)
 
A Lisette Oropesa che ha confermato il suo rapporto privilegiato con il repertorio italiano del primo Ottocento. Alla bellezza della voce fuori dal comune per timbro e colore, alla competenza tecnica e dello stile, il soprano americano unisce un’incisiva personalità d’artista: doti che le hanno consentito di dare pieno rilievo alla vocalità di Giulietta e di Elvira e di rivelare la forza espressiva del belcanto che Bellini mette al servizio della drammaturgia.
 
Cantante
Andrew Staples
(Peter Grimes – Venezia, Teatro La Fenice)
 
A Andrew Staples, protagonista dell’opera di Britten che con linea di canto duttilissima e partecipe ha disegnato il tormento della solitudine che schiaccia Grimes, trovando accenti che passano dalla sognante liricità alla disperazione cruda e calandosi perfettamente nelle atmosfere opprimenti immaginate dal regista Paul Curran.
 
Premio speciale
Le sonate per pianoforte di Salvatore Sciarrino
(Divertimento Ensemble – Milano, Fabbrica del Vapore)
 
Per il progetto di esecuzione integrale delle Sonate per pianoforte di Sciarrino affidate a quattro allievi – Dmitry Batalov, Daniele Fasani, Maria Iaiza, Annalisa Orlando – dal virtuosismo straordinario: preparati e orientati da Maria Grazia Bellocchio, pianista e docente capace di trasmettere i segni della contemporaneità con intelligente analisi e strenua ricerca tecnica.
 
Premio “Filippo Siebaneck”
Opera accessibile – Orchestra Senzaspine
(Bologna)
 
Al progetto che ha coordinato produzione, divulgazione e musicoterapia intendendo la disabilità come una diversa abilità da cui trarre anche stimoli e risorse artistiche. Accanto a iniziative per ipo- e non vedenti, l’integrazione del linguaggio dei segni e della percezione dei non udenti, le rappresentazioni di Don Giovanni e Rigoletto hanno offerto una nuova prospettiva dell’esperienza musicale e teatrale, coinvolgendo chi normalmente pensa di non potervi accedere con i propri sensi.
 
Premio “Roberto Masotti”
 
Al Festival Aperto della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, per la capacità di offrire dal 2009, fondendo l’eredità dei precedenti Rec-Reggio Emilia Contemporanea e Red-Reggio Emilia Danza, una visione ampia e trasversale del panorama della musica e dei linguaggi espressivi contemporanei, proponendo cartelloni il cui tratto originale miscela generi e stili artistici in un’ottica feconda e multidisciplinare. Un carattere che ha contraddistinto lo sguardo acuto, profondo e curioso di Roberto Masotti, ispirato artista della fotografia dedicata alle musiche e alle arti del nostro tempo.

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