Sabato 24 giugno ai Giardini della Filarmonica, festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana, la giornata si apre in Sala Casella (ore 20) con Francesco Maria Colombo, direttore d’orchestra, scrittore, fotografo e giornalista, che presenta, con Andrea Penna, il suo ultimo libro L’aristocratico di Leningrado (Ponte delle Grazie, 2022). Una sorta di passeggiata tra costellazioni, in cui le stelle sono le arti, gli artisti e le loro creature; e a mostrarci le costellazioni che li uniscono, tra un segreto svelato e un gioco del caso, è l’autore: che ci guida a fare, con i nostri occhi e le nostre orecchie, le sue stesse scoperte. Billy Wilder e il Tristano, Rodenbach e Vertigo di Hitchcock, Karajan e Brigitte Bardot, Šostakovič e Truffaut, Nabokov e Brassens: che cosa li collega? Mentre osserviamo una nuova costellazione ci sembra di sentire quella musica, di leggere quelle pagine, di guardare quel film, di ricordare quella fotografia. Non di rado, la notte delle costellazioni si rovescia in un sottosuolo doloroso. Ma intanto sotto quel cielo abbiamo passeggiato, in buona compagnia… Ad accompagnare l’incontro il giovane duo pianistico Bravi-Scapicchi (nella foto), che esegue musica di Stravinskij, Debussy e Čajkovskij.
Alle ore 21.30 ci si sposta nei Giardini per il concerto Fanti e Santi del Germano Mazzocchetti Ensemble (nella foto). Poliedrico compositore, dedito alla musica per il teatro, la commedia musicale, il cinema e la televisione, virtuoso di fisarmonica, Mazzocchetti torna ai Giardini con il suo ensemble in un concerto con alcuni brani dal suo ultimo album Muggianne e altri da precedenti produzioni. La musica di Mazzocchetti si distingue per uno spiccato sincretismo linguistico, che bene si allinea ad alcune tra le più originali esperienze della musica d’oggi. Lo racconta bene l’amico e collega Nicola Piovani: «La musica di Mazzocchetti è incatalogabile […]. Sono presenti le radici fortissime dell’Abruzzo, della sua Città Sant’Angelo, e della musicalità della lingua angolana (così si chiama il suo dialetto). […] Una passionale competenza per il jazz, una conoscenza approfondita del classico sinfonico-cameristico, la frequentazione del melodramma, del musical, della canzone classica napoletana, fanno di Mazzocchetti un multiforme ingegno musicale, che frequenta con perizia e disinvoltura Puccini, Mingus, Stravinskij, Cicognini, Pärt, Cioffi-Pisano... Tutto questo si sente nella sua scrittura, pur essendo in essa quasi inesistenti le citazioni dirette delle fonti e pur restando nei binari di una rigorosa compattezza stilistica».
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