Prosegue la terza edizione di
“Ferrara Musica a Casa Romei”, lunedì 26 giugno alle 21,
con il secondo dei tre concerti organizzati nella magnifica residenza
signorile (situata in via Savonarola al numero 30). Protagonista
della serata, organizzata in collaborazione con la Direzione
Regionale dei Musei dell’Emilia Romagna e con la Fondazione
Toscanini – il concerto rappresenta infatti l’apertura della
sezione cameristica del Festival Toscanini 2023 - sarà il Quintetto
della Filarmonica Arturo Toscanini, impegnato in un programma che
vuole portare l’attenzione sulla cameristica italiana di fine
Ottocento e in particolare su due personalità coeve del grande
direttore italiano come Giovanni Bottesini e Franco
Faccio.
A seguire, lʼattore Claudio Pellerito (nella foto) leggerà al
pubblico alcuni testi di Arrigo Boito. Bottesini, Faccio e Boito – tutti di
formazione milanese, designati su suggerimento di Verdi – furono i
primi direttori del Conservatorio di Parma: tre nomi di prima
grandezza, figure affascinanti. Innanzitutto, Bottesini, ovvero il
“Paganini del contrabbasso”, camerista e direttore d’orchestra
(in un ciclo di concerti al Covent Garden di Londra si alternò alla
direzione con Johann Strauss), organizzatore di stagioni sinfoniche e
liriche internazionali ma anche illustre didatta: morì sei mesi dopo
aver assunto l’incarico nel 1889. A succedergli fu Franco Faccio –
ai tempi, la più celebre e talentuosa bacchetta d’Italia – ma
per l’acuirsi di disturbi psichici, non riuscì a svolgere il suo
ruolo, quindi Boito venne nominato direttore onorario fino alla morte
di Faccio avvenuta nel 1891. Boito fu anche librettista
di Ero e Leandro, una delle opere di Giovanni Bottesini di
maggior successo all’epoca, e scrisse anche un Amleto per
il compagno di studi Franco Faccio, poi divenuto suo direttore
d’orchestra di riferimento.
Tornando alle due rarità in programma, ad aprire la serata sarà il Quartetto in sol maggiore per due violini, viola e violoncello di Faccio (nella foto a sinistra), che con questʼopera – di artigianato già ottimamente assimilato e solida ispirazione – si aggiudicò nel 1864 il secondo premio assegnato dal Concorso della Società del Quartetto di Milano, di cui sarebbe poi diventato uno dei primi direttori. Curioso il motto scelto per metterla in busta e preservarne lʼanonimato: “ognuno è matto a modo suo”.
A seguire verrà eseguito il Gran Quintetto in do minore di Bottesini, che si caratterizza come opera di rarissimo ascolto, colossale, ricca di slanci romantici e di virtuosismo strumentale, soprattutto per il primo violino; il musicista di Crema vi fece confluire tutta la sua perizia compositiva, trovando molti momenti di autentica grazia autoriale e creando nei fatti quasi un Concerto per violino e archi. Il Gran Quintetto fu composto a Napoli nella primavera del 1858, dedicato a Saverio Mercadante e venne eseguito per la prima volta a Venezia dallo stesso Bottesini assieme al grande violinista e compositore Antonio Bazzini, il tutto in presenza di Niccolò Paganini, il quale lo apprezzò pubblicamente.
Completerà la serata la lettura di uno scritto polemico di stupefacente attualità firmato da Arrigo Boito (nella foto qui accanto), grande amico di Faccio, A sua Ecc. il Ministro della Istruzione publica. Lettera in quattro paragrafi, apparso su “Il Pungolo” il 21 maggio 1868 e rivolto al Ministro Emilio Broglio, in cui il compositore invita Rossini ad assumere la presidenza di una società per risollevare lo stato della musica in Italia e gestire i Conservatori. Divertentissima l’ironia con la quale Boito commenta la dichiarazione d’ignoranza in materia musicale da parte del Ministro e nel contempo l’assurda affermazione che, nei quarant’anni precedenti, non c’erano state in Italia opere di valore.
Tornando alle due rarità in programma, ad aprire la serata sarà il Quartetto in sol maggiore per due violini, viola e violoncello di Faccio (nella foto a sinistra), che con questʼopera – di artigianato già ottimamente assimilato e solida ispirazione – si aggiudicò nel 1864 il secondo premio assegnato dal Concorso della Società del Quartetto di Milano, di cui sarebbe poi diventato uno dei primi direttori. Curioso il motto scelto per metterla in busta e preservarne lʼanonimato: “ognuno è matto a modo suo”.
A seguire verrà eseguito il Gran Quintetto in do minore di Bottesini, che si caratterizza come opera di rarissimo ascolto, colossale, ricca di slanci romantici e di virtuosismo strumentale, soprattutto per il primo violino; il musicista di Crema vi fece confluire tutta la sua perizia compositiva, trovando molti momenti di autentica grazia autoriale e creando nei fatti quasi un Concerto per violino e archi. Il Gran Quintetto fu composto a Napoli nella primavera del 1858, dedicato a Saverio Mercadante e venne eseguito per la prima volta a Venezia dallo stesso Bottesini assieme al grande violinista e compositore Antonio Bazzini, il tutto in presenza di Niccolò Paganini, il quale lo apprezzò pubblicamente.
Completerà la serata la lettura di uno scritto polemico di stupefacente attualità firmato da Arrigo Boito (nella foto qui accanto), grande amico di Faccio, A sua Ecc. il Ministro della Istruzione publica. Lettera in quattro paragrafi, apparso su “Il Pungolo” il 21 maggio 1868 e rivolto al Ministro Emilio Broglio, in cui il compositore invita Rossini ad assumere la presidenza di una società per risollevare lo stato della musica in Italia e gestire i Conservatori. Divertentissima l’ironia con la quale Boito commenta la dichiarazione d’ignoranza in materia musicale da parte del Ministro e nel contempo l’assurda affermazione che, nei quarant’anni precedenti, non c’erano state in Italia opere di valore.
I biglietti per il concerto sono acquistabili alla biglietteria del Teatro Comunale e direttamente a Casa Romei la sera del concerto a partire dalle 20.15. I biglietti a tariffa intera sono in vendita anche online. Prezzi: intero 10 euro, ridotto 7 euro (abbonati Ferrara Musica, possessori Carta Romei, riduzioni di legge).
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