giovedì 29 giugno 2023

STEFANO BOLLANI, KRISTJAN JÄRVI E LA FILARMONICA TOSCANINI: VARIOPINTE RIFLESSIONI IN MUSICA - Venerdì 30 giugno, alle 21 al Pala De André per la Doctor Atomic Symphony, 50/50 e il Concerto azzurro

“È il colore del cielo e del quinto chakra, che è quello della gola e quindi della comunicazione e dell’espressione creativa; è pieno di informazioni, di idee e di cambi di tempo. Prendo in prestito le parole di Lucy dei Peanuts: fare il cielo azzurro è stata una buona idea!”: così Stefano Bollani racconta il suo Concerto azzurro, felicemente sospeso tra scrittura e improvvisazione, classica e jazz. La partitura-non-partitura del Concerto azzurro è…l’azzurro dopo la tempesta (radioattiva): il programma dell’appuntamento di venerdì 30 giugno, alle 21 al Pala De André, quando a Bollani si uniscono la Filarmonica Toscanini (nella foto, di Luca Pezzani) e il direttore Kristjan Järvi, si apre infatti con la Doctor Atomic Symphony di John Adams, compendio della sua opera ambientata nei laboratori di Los Alamos (e parte del fil rouge di Ravenna Festival attorno alla bomba atomica). Incastonata fra l’atomica e l’azzurro, la prima esecuzione assoluta di 50/50, brano per pianoforte e orchestra creato a quattro mani da Bollani e Järvi per festeggiare il significativo traguardo condiviso dei cinquant’anni. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di Quick Spa.

Il concerto si apre con la Doctor Atomic Symphony, che condensa per orchestra alcuni dei momenti salienti dell’opera Doctor Atomic di John Adams. Ne è protagonista il fisico Robert Oppenheimer, artefice del Manhattan Project, ritratto come un uomo dilaniato dal dilemma morale proprio nel momento in cui il successo dei suoi studi – la creazione della bomba atomica – è ormai vicinissimo. Quello composto da Adams è un horror psicologico dove momenti dal sapore rinascimentale (l’aria Batter My Heart è composta su un sonetto del poeta John Donne) si alternano a una violenza di ottoni e timpani reminiscente di Varèse, per un risultato di continue pulsazioni e onde ritmiche cariche di energia.
 
Alla testa della Filarmonica Toscanini, Kristjan Järvi (nella foto, di Franck Ferville), già ospite di Ravenna Festival nel 2021, condivide con Stefano Bollani la generosità di musicista senza confini né pregiudizi: nato a Tallinn ma cresciuto a New York, ha diretto in concerto formazioni prestigiose e ha all’attivo collaborazioni con Arvo Pärt e Steve Reich, Anoushka Shankar e i fratelli Wachowski. “Con Kristjan siamo amici da tempo – ricorda Bollani – Ci siamo conosciuti una decina d’anni fa a Torino in occasione di un Prix Italia e da allora abbiamo avuto spesso occasione di lavorare insieme”: da questa felice collisione di creatività nasce 50/50, che debutta proprio a Ravenna. Articolata in quattro parti, ognuna delle quali unisce una scrittura trasversale a inserti più estemporanei, questa variegata materia musicale è arricchita da un impianto orchestrale che prevede una ricca sezione ritmica.
 
E quando in scena c’è uno Stefano Bollani, uno di cui non si finirebbe mai di dir bene e che ha inciso di tutto, la tentazione è quella di lasciarlo smontare e rimontare tutto il canone e il non-canone musicale, per il puro gusto di ascoltare le invenzioni del suo incorreggibile genio. Il Concerto azzurro è la conferma della brillante disobbedienza di Bollani, un brano che scardina le regole che impongono a un pianista che suona con un’orchestra di rispettare rigorosamente una partitura immutabile. Al contrario, il Concerto azzurro si riscrive a ogni nuova esecuzione, grazie alla fantasia dei suoi interpreti e alla complicità che si crea sul palcoscenico fra orchestra e solista. Una complicità ancor più naturale quando sul podio c’è Järvi; è stato proprio lui che, in qualità di direttore della MDR Sinfonieorchester di Lipsia, ha commissionato il Concerto azzurro nel 2017.

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