Sabato 22 febbraio 2025 ore 18
Auditorium di Milano, Largo Mahler
Ludwig van Beethoven
Estratti dalla Sinfonia n. 6 in Fa
maggiore op. 68 “Pastorale”
Nicola Campogrande
Urban Gardens for piano and orchestra
Stefano Mancuso Botanico e divulgatore
Nicola Campogrande Compositore in
Residenza Orchestra Sinfonica di Milano
Claudio Bonfiglio Pianoforte
Nicolò Jacopo Suppa Direttore
Orchestra Sinfonica di Milano
Un incontro che ci permette di interrogarci sul nostro rapporto con la natura, per immaginare un futuro in cui la presenza antropica minacci sempre meno la diversità della natura. Interrogativo alla base di Urban Gardens, per pianoforte e orchestra, di Nicola Campogrande (nella foto a destra), composizione ispirata agli orti urbani, una delle novità più affascinanti tra quelle che stanno trasformando le nostre città. “Ho immaginato il pianoforte come memoria cittadina, tenendo bene in mente le diverse declinazioni alle quali si presta oggi lo strumento (musica classica, jazz, pop) – afferma Campogrande - e, intorno, ho pensato di far vivere l’orchestra come una presenza vegetale, organica, in continua trasformazione.”
Ecco che la musica e le scienze naturali si interrogano sul delicato rapporto tra uomo e ambiente naturale, un rapporto impari, che vede da una parte la transitorietà di tutto ciò che è umano, e dall’altra la maestosa e irresistibile energia di tutto ciò che è naturale. Una visione che infonde l’intera produzione filosofica e artistica alla base del Romanticismo, tra cui senz’altro la Sinfonia n.6 di Beethoven, la “Pastorale”, in programma nell’ambito della lezione-concerto di sabato 22 febbraio, pagina sinfonica con cui il compositore sembra raccontare in musica una passeggiata nella natura.
Quella che separa l’uomo dalla natura che lo circonda, tuttavia, è un’asimmetria che afferma le sue radici a livello (anche) neurologico, Si parla del curiosissimo fenomeno della Plant blindness, come racconta Stefano Mancuso (nella foto a sinistra): “Si tratta di una disfunzione cognitiva per cui l’essere umano non vede le piante, ai suoi occhi diventano praticamente invisibili. Si tratta di un fenomeno che accomuna tutti gli esseri umani, e la cui spiegazione più plausibile risiede nel fatto che ci siamo evoluti e sviluppati in un mondo che era verde ed è sempre stato totalmente verde, e l’evoluzione ha fatto in modo che il nostro cervello selezionasse come rilevanti altre informazioni, quasi annullando la nostra percezione delle piante che ci circondano.”
Un paradosso, per certi versi, dal momento che, in percentuale, le piante rappresentano l’87% delle forme di vita sulla Terra, la quasi totalità di tutto quanto è vivo sul nostro pianeta. L’uomo, a dispetto di quanto si possa immaginare, è una assoluta minoranza, rappresentando lo 0,3% delle forme di vita. Eppure, il suo impatto è determinante. Si pensi alle città, creazioni umane che, se ben ci pensiamo, vengono semplicemente “accolte” dalla natura che ci circonda. Ma, così come vengono accolte, possono essere anche risucchiate in essa. Una sensazione che viene rappresentata efficacemente proprio in Urban Gardens di Nicola Campogrande, dove il pianoforte rappresenta l’elemento antropico, portatore della memoria cittadina, letteralmente avvolto dall’orchestra, che rappresenta una presenza vegetale, organica, in continua trasformazione.
Una sensibilità che è di casa all’Auditorium di Milano, quella legata alle tematiche ambientali. Basti pensare all’adesione dell’Orchestra Sinfonica di Milano a Forestami, l'iniziativa che si propone di coinvolgere tutti, cittadine, cittadini, comunità locali, istituzioni, associazioni e aziende nella responsabilità di mitigare il cambiamento climatico attraverso la piantagione di 3 milioni di nuovi alberi entro il 2030. L’istituzione di Largo Mahler ha tra i propri obiettivi la sostenibilità ambientale dei concerti e degli eventi prodotti ed essendo già impegnata nella transizione ecologica e nel contrasto al cambiamento climatico.
L’appuntamento del 22 febbraio insieme a Stefano Mancuso e Nicola Campogrande incarna perfettamente l’atteggiamento della Fondazione nei confronti della sensibilizzazione verso il rispetto dell’ambiente che ci circonda.
Nessun commento:
Posta un commento