giovedì 20 giugno 2024




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mercoledì 19 giugno 2024

Estate al Maggio: il 20 e il 21 giugno 2024 al Teatro Goldoni “L’elisir d’amore” di Donizetti, una collaborazione con il Conservatorio e l'Accademia di Belle Arti


Prende il via, a pochi giorni dalla fine dell’86°Festival del Maggio, la stagione estiva del Teatro: nell’ambito dei quattro mesi dell’Estate Fiorentina 2024, Estate al Maggio! alza il sipario con una coproduzione fra il Teatro del Maggio, il Conservatorio Luigi Cherubini e l’Accademia di Belle Arti: giovedì 20 e venerdì 21 giugno 2024, alle ore 20, va in scena al Teatro Goldoni L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, fra le opere più conosciute e amate del compositore bergamasco. 
Sul podio, alla guida dell’ensemble del Conservatorio Cherubini Concetta Anastasi (nella foto a sinistra), che nelle stagioni del Maggio ha esordito nell’autunno del 2015 dirigendo Sebastiano all’opera di Mario Costanzi e Francesco Mugnai. La regia è firmata da Francesco Torrigiani. Scenografia e costumi sono curati dagli allievi della Scuola di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. Le luci sono di Lucilla Baroni.
Michele Manganelli è il maestro del Coro.
La compagnia di canto è formata dagli allievi del Conservatorio Cherubini: Beatrice Caterino e Dina Borisova (recita del 21 giugno) si alternano nella parte di Adina; Yukang Zheng e Bingchen Liu (recita del 21 giugno) vestono i panni di Nemorino; Gonzalo Godoy Sepulveda e Filiberto Francesco Bruno (recita del 21 giugno) nella parte di Belcore mentre Matteo Torcaso – talento dell’Accademia del Maggio – interpreta Dulcamara. Chiudono il cast nella parte di Giannetta Lucrezia Tacchi e Anna Vigori (recita del 21 giugno).
Come sottolineato dal regista Francesco Torrigiani (nella foto a destra), questo Elisir d’amore nasce proprio da un progetto didattico comune: “Il racconto risponde in primis a una progettazione didattica. È da tempo che abbiamo avviato una collaborazione tra studenti e docenti del Conservatorio Cherubini e dell’Accademia di Belle Arti; la produzione di Elisir d’amore arriva, quindi,  dopo un anno di lavoro didattico, tecnico e teorico, sulla funzione e sulle funzioni nel teatro. Con gli studenti di canto, di pratica dell’accompagnamento pianistico, di scenografia e di costume teatrali, abbiamo fatto un percorso di riflessione su cosa significa “fare teatro”, anche oggi, anche in questo momento tribolato della nostra storia, prima di addentrarci tutti insieme nel testo che stavamo per interpretare.Tutto questo raccontato nell’oggi, al nostro tempo, al nostro mondo, in cui come in una foto della fotografa iraniana Gohar Dashti che ritrae una coppia nell’intento di affrontare normali situazioni e sfide della vita quotidiana mentre attorno la guerra impazza. Oggi convivono combattendo questi due opposti valori e sembra che L’Elisir d’amore sia dunque una favola di un’età dell’oro irrimediabilmente passata, da cantare, con nel cuore un passato felice guardato dal nostro tempo.”  L’opera è ambientata in uno dei tanti e purtroppo attuali teatri di guerra mediorientali ed è dedicata ​a​gli studenti che, provenendo da parti del mondo in conflitto, da sistemi politici ed economici in competizione, da diverse culture religiose, portano avanti la loro silenziosa resistenza quotidiana, amandosi, rispettandosi, crescendo insieme nel nome del Teatro​. La storia è quella del libretto originale a firma di Felice Romani, con Nemorino, Adina, il sergente Belcore, il medico ambulante Dulcamara e Giannetta. Sullo sfondo la storia di Tristano e Isotta e del filtro d ́amore che li unirà per sempre.
 
La locandina:
 
L’ELISIR D’AMORE

Melodramma giocoso in due atti di Felice Romani
Musica di Gaetano Donizetti

Direttrice Concetta Anastasi
Regia Francesco Torrigiani
Scene e Costumi Scuola di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Firenze
Luci Lucilla Baroni

Adina Beatrice Caterino/Dina Borisova (21)
Nemorino Yukang Zheng/Bingchen Liu (21)
Belcore Gonzalo Godoy Sepulveda/Filiberto Francesco Bruno (21)
Dulcamara Matteo Torcaso
Giannetta Lucrezia Tacchi/Anna Vigori (21)
 

Coproduzione tra Teatro del Maggio, Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze, Accademia di Belle Arti
 
Maestro del Coro Michele Manganelli

L’Isidore String Quartet in concerto martedì 2 luglio alla Reggia di Monza


La vittoria nel prestigioso Concorso per quartetto d’archi di Banff nel 2022 ha rivelato l’Isidore String Quartet come una delle realtà giovani più interessanti del panorama quartettistico internazionale. Dopo Bologna, la formazione newyorkese farà tappa in Brianza: martedì 2 luglio la Sala degli Specchi della Villa Reale di Monza ospiterà, infatti, questo ensemble cameristico in rapida ascesa, nato nel 2019 con l’obiettivo di rivisitare, riscoprire e attualizzare il repertorio per quartetto d’archi. In programma musiche di Johann Sebastian Bach (L’arte della fuga), Felix Mendelssohn (Quartetto in mi bemolle maggiore op. 44 n. 3) e il contemporaneo Dinuk Wijeratne (The Disappearance of Lisa Gherardini, ispirato al furto della Gioconda e commissionato dal Banff Centre). Afferma Wijeratne: «La composizione di questo brano nasce dalla consapevolezza che sono stati proprio il furto e la successiva scomparsa del quadro a creare intorno alla Gioconda un’aura di leggenda». L’evento è organizzato dalla Fondazione Gioventù Musicale d’Italia e inizierà alle ore 18.30 (ingresso 12 euro; biglietteria in loco). Con il biglietto si potrà accedere solo alla Sala degli Specchi per assistere al concerto, dal primo piano nobile arrivando dall'Avancorte. È consigliata la prenotazione (tel: 3355492189).


I musicisti dell’Isidore String Quartet, i violinisti Phoenix Avalon e Adrian Steele, il violista Devin Moore e il violoncellista Joshua McClendon, hanno iniziato a suonare insieme alla Juilliard School, studiando con tutti i componenti del Julliard Quartet e con altri importanti insegnanti statunitensi ed europei. In seguito al trionfo al Concorso di Banff si sono cimentati in un lungo tour nelle maggiori sale da concerto e per le più importanti Stagioni in Nordamerica ed Europa e hanno ottenuto una residenza al Banff Centre. L’ISQ collabora con numerosi importanti solisti e, oltre all’attività concertistica, lavora al progetto “Music Heals Us”, che supporta le persone emarginate, in particolare anziani, disabili, persone in comunità di recupero, carcerati e senzatetto. Con altri artisti ed esperti la formazione newyorkese utilizza la “Tecnica Alexander”, che permette di esplorare e sviluppare consapevolezza del corpo e preparazione mentale, applicandola alla performance dal vivo. Il nome Isidore vuole rendere omaggio al legame musicale dell’ensemble con il Juilliard Quartet: uno dei primi membri di quel gruppo era infatti il leggendario violinista Isidore Cohen.

martedì 18 giugno 2024

Lady, Be Good! il musical firmato da George e Ira Gershwin arriva per la prima volta a Palermo nell’allestimento del Teatro della Zarzuela di Madrid


A cento anni dal primo clamoroso successo a Broadway, sarà in scena da martedì 18 giugno alle 20:00 al Teatro Massimo di Palermo, Lady, Be Good!, il musical in due atti di George Gershwin che ne compose le musiche lavorando per la prima volta insieme al fratello Ira, autore dei testi delle canzoni, su libretto di Guy Bolton e Fred Thompson. Lo spettacolo arriva al Teatro Massimo dopo aver girato il mondo nell’allestimento del Teatro della Zarzuela di Madrid con un cast di specialisti del musical ai quali si affiancano Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro. A dirigerlo è il regista spagnolo Emilio Sagi, con le scene di Daniel Bianco, i costumi da belle époque di Jesùs Ruiz, le luci di Eduardo Bravo, le travolgenti coreografie di Nuria Castejón, all’insegna del charleston e del tip-tap. Sul podio il direttore e compositore americano Timothy Brock, specialista del repertorio musicale della prima metà del ventesimo secolo e autore di musica per film. Il Coro e il Corpo di ballo sono diretti rispettivamente dal Maestro Salvatore Punturo e da Jean Sébastien Colau.


Ad interpretare i protagonisti Dick e Susie Trevor che a Broadway resero celebri due straordinari interpreti come Fred Astaire e la sorella Adele sono gli inglesi Rhiannon Chesterman e Matt Blaker interprete quest’ultimo della serie televisiva Netflix The Crown. In scena insieme a loro Will Richardson (Jack Robinson), Ryan Heenan (Jeff White), Celia Graham (Josephine Wanderwater), Ian Virgo (Watty Watkins), Gary Trainor (Bertie Bassett), Jessica Daley (Daisy Parker), Devon-Elise Johnson (Shirley Vernon), Ashley Cavender (Parke /Estrada/ Uomo).


Lady, Be Good! debuttò nei “ruggenti anni 20” al Liberty Theater di Broadway. Sull’onda del successo di Rhapsody in blue, Gershwin compose Lady, Be Good! conquistando il pubblico con un miscuglio frenetico di jazz, marce nuziali, blues, pseudo-folk messicano e parodia yodel, che al suo esordio venne definito dai critici “spericolato”, “insensato”, “svitato”, “demenziale”, “fascinosamente assurdo”. La trama dello spettacolo, tra canzoni celebri, danze scatenate e colpi di scena, racconta con ironia e malinconia la storia di miseria e nobiltà di Dick e Susie Trevor, fratello e sorella sfrattati per morosità dalla casa in cui vivono nel Rhode Island. Nonostante le difficoltà economiche, i due restano molto uniti, si sostengono a vicenda e dopo avere attraversato una ingarbugliata serie di vicende sentimentali che coinvolgono i tanti personaggi in scena ritrovano attraverso il vero amore la soluzione ai problemi della vita. Ma sotto l’apparente ottimismo musiche e testi fanno trapelare tutto il lirismo e la malinconia dei Gershwin. Tra le hits più famose i brani Fascinating Rhythm, The man I love e la stessa canzone che dà il titolo alla commedia Lady, Be Good!, entrati a far parte del repertorio jazzistico e diventati cavalli di battaglia di cantanti come Areetha Franklin ed Ella Fitzgerald.


Lo spettacolo sarà in scena fino al 25 giugno con il seguente calendario: 18 giugno ore 20:00 (Turno Prime); 19 giugno ore 18:30 (Turno B); 20 giugno ore 18:30 (Turno C); 21 giugno ore 20:00(Turno F); 22 giugno ore 20:00 (Fuori abbonamento); 23 giugno ore 18:30 (Turno D); 25 giugno ore 18:30 (Turno Danza).

(foto di Rosellina Garbo)

“La mia danza unisce”: la fiaba contemporanea di Mehdi Kerkouche

 

La sezione danza del primo weekend del Festival dei Due Mondi inaugura con il nuovo lavoro del coreografo francese di origine algerina Mehdi Kerkouche: Portrait è in scena al Festival dei Due Mondi sabato 29 e domenica 30 giugno alle ore 21 al Teatro Romano. A soli trentotto anni, dal 2023 Mehdi Kerkouche è direttore del Centre Chorégraphique Nationale de Créteil et du Val-de-Marne, e la sua esperienza spazia dai programmi televisivi in Francia e in Europa al mondo del musical, al cinema e alla moda. Una storia di riscatto contemporaneo: Mehdi ha scoperto la danza da bambino copiando i video di Michael Jackson Prince, Britney Spears che vedeva in televisione. Poi si è iscritto a un corso di danza ma non ha mai smesso di prestare attenzione al dialogo tra le culture, in particolare tra quella araba e quella francese.



Kerkouche (nella foto sopra) racconta: «Nella mia infanzia c’era molta più tolleranza per la diversità rispetto alla società di oggi, frammentata e suddivisa per etichette. Prima era più semplice la coesistenza nei quartieri della periferia dove tutto si mescolava: ebrei e arabi, neri e bianchi, insieme senza problemi. Ho vissuto questa doppia cultura come una grande ricchezza che continua a ispirare le mie creazioni anche in modo sottile. Le differenze si sono amalgamate in me». E la sua danza parla di questo, anche grazie a una compagnia di danzatori e danzatrici (fondata nel 2017), dai venti ai sessantasette anni, provenienti dalle più diverse esperienze – hip hop, street jazz, cabaret, circo contemporaneo. Le relazioni umane sono al centro del suo nuovo lavoro Portrait. 


«Ho sviluppato l’idea di riunire in scena un gruppo di persone che non si sono scelte tra loro, ma che costituiscono un insieme nel quale le emozioni evolvono di continuo» – afferma. «Come in ogni famiglia, si può nutrire una rabbia profonda verso qualcuno e l’indomani sentire il bisogno di riabbracciarlo, perché quella persona resta tua madre, tuo padre, o un riferimento fondamentale della tua vita. C’è poi la “famiglia del cuore”, quella che ognuno di noi si costruisce al di là dei legami di sangue. Questi due tipi di famiglia coabitano nella vita di tutti». Una ricerca che è anche une festa, ballata sulla musica pop di Lucie Antunes. «Il ballo appartiene ai momenti più belli della vita: feste, nozze, celebrazioni. Perciò può toccare la gente, dagli spettatori più informati a quelli totalmente digiuni. Da direttore del Centro Coreografico Nazionale di Créteil colgo la sfida di creare in Francia, dove il sistema della danza è molto segmentato, un ponte tra contemporaneo e balletto, flamenco e danza di strada, e nel più ampio spettro possibile, dai musei al circo contemporaneo».



Memorare ‘24: danza e canto per la Pace nella Basilica di San Petronio

 
Dall’esperienza di Memorare del 2022 è nata la volontà di proporre un nuovo appuntamento spirituale e artistico nella Basilica di San Petronio a Bologna. Il prossimo lunedì 16 settembre, alle ore 20.30, Memorare ‘24, Danza e canto per la pace, tornerà a ricordare i fondamenti della nostra spiritualità. L’evento, promosso dalla Chiesa di Bologna su indicazione del cardinale Matteo Zuppi, dal Comune di Bologna e dal sindaco Matteo Lepore, dal Teatro Comunale di Bologna e dal sovrintendente Fulvio Macciardi, nasce da un’idea di Vittoria Cappelli, che ha realizzato il progetto artistico insieme a Valentina Bonelli e don Stefano Culiersi.
Una preparazione al Giubileo imminente, l’occasione di riconciliazione con Dio, con i fratelli e con la terra, che non possiamo disattendere. La risonanza è con l’appello di papa Francesco a essere “fratelli tutti”, in una cultura di pace, come il pontefice scrive nella sua enciclica sulla fraternità universale. Da Bologna, Memorare ‘24 lancerà l’invito del cardinale Matteo Zuppi a unirsi per dare speranza al mondo, nel segno della solidarietà. L’incontro della comunità che accoglierà l’appello vorrà essere un argine ai venti di guerra, antichi (ricordiamo tra le altre la strage di Monte Sole, Marzabotto – Bologna, nel 1944) e attuali, soprattutto i fronti aperti in Ucraina e in Palestina, che provocano e inquinano le nostre coscienze proponendo solamente vie di violenza.
 
I linguaggi artistici della danza, della musica, del canto, della parola, uniti nell’aspirazione a un’opera d’arte totale, torneranno ad abitare la Basilica di San Petronio sulla traccia di tre temi in forma di dittici: guerra (conflitto; lamento), transizione (preghiera; compassione), pace (riconciliazione; speranza).
All’appello a partecipare a un evento unico hanno risposto artisti di fama internazionale: l’attore Gabriele Lavia (nella foto a destra), interprete dell’enciclica Fratelli tutti, e i danzatori Jacopo Tissi, Maia Makhateli, Sergio Bernal, Sasha Riva e Simone Repele con Yumi Aizawa, Estelle Bovay e Arianna Kob di CCN/Aterballetto. Ad accompagnarli dal vivo i  professori d’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
Risuonante del canto della sua Cappella Musicale, diretta dal M° Michele Vannelli, la Basilica, fulgida di bellezza artistica e religiosa, non sarà semplicemente cornice, ma protagonista di Memorare ’24.
L’auspicio è un’esperienza che riesca da unire, nell’incanto dell’arte, persone, sensibilità, appartenenze diverse, per ricordare a tutti di essere fratelli.
Parteciparvi sarà un’occasione per contribuire alla pace in prima persona, esprimendo il proprio sostegno a un’iniziativa nata per toccare il cuore ma anche per lasciarvi un segno, aprendosi alla solidarietà attraverso un contributo libero alla Caritas bolognese, da destinarsi a progetti di accoglienza per i profughi ucraini a Bologna e per il soccorso delle popolazioni palestinesi attraverso la Custodia di Terra Santa.
L’ingresso è gratuito previa prenotazione sul canale Eventbrite e sul sito del Teatro Comunale di Bologna a partire dal 3 settembre. https://www.tcbo.it/

I GIARDINI DELLA FILARMONICA : "HARMONIAE" dal 21 giugno tradizioni dal mondo dall'Azerbaigian al Giappone, musica a tutto campo fra classica, jazz, fusion, incontri e presentazioni di libri. E la cucina di HummusTown

 

“Armonie intrecciate, in cui voci e strumenti danzano in perfetto accordo, dove la diversità è tesoro prezioso e la varietà fonte di ricchezza e di compimento”. Così Enrico Dindo, direttore artistico della presente stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, introduce il programma dei Giardini della Filarmonica, il festival estivo dell’istituzione romana, quest’anno in calendario dal 21 giugno al 4 luglio.
Il progetto è vincitore dell'Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” di Roma Capitale.
Harmoniæ, questo il titolo dell’edizione 2024, si presenta al pubblico della capitale con oltre venti appuntamenti fra musica, racconti e incontri, dislocati negli spazi verdi e tranquilli che circondano la Casina Vagnuzzi, sede della Filarmonica in via Flaminia 118, a due passi da piazza del Popolo, alle pendici di Villa Borghese.
Risuoneranno innanzitutto le tradizioni da ogni angolo della terra – dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Azerbaigian all’Argentina fino al Messico e all’Iran – grazie alla preziosa collaborazione con istituti di cultura, ambasciate e associazioni internazionali. In programma, poi, concerti con musiche da varie epoche, dal barocco al Novecento storico, fino al repertorio contemporaneo e dei giorni nostri, con incursioni verso la musica per film, il jazz, il pop e l’avanguardia. Infine un approfondimento su alcune novità editoriali in campo musicale. Esperienze molteplici per un pubblico di tutte le età e dai diversi gusti musicali.


NOTTE TRASFIGURATA PER L’APERTURA DEL 21 GIUGNO

Ad inaugurare il Festival, venerdì 21 giugno (Giardini, ore 21.30), Festa della musica, sarà Notte trasfigurata titolo che prende spunto dall’esecuzione di Verklärte Nacht di Schoenberg, partitura spartiacque fra due secoli, composta nel 1899, che guarda al tardo Ottocento, ma si proietta fortemente nel secolo avvenire. Audace sarà l’accostamento con i Beatles e i Radiohead, trascritti per piccolo ensemble, anche loro rivoluzionari per la musica rock del Novecento, come lo fu Schoenberg per la classica. Ne sono protagonisti Carlotta Proietti (voce recitante), il soprano Sarah Claudia Mueller e il giovane complesso da camera di Musica del Vivo.
 

TRADIZIONI DAL MONDO

Si parte il 22 giugno dagli Stati Uniti con Death Speaks in Palimpsests (ore 20), il concerto dell'Extended Music Collective e di alcuni musicisti italiani e statunitensi, un approfondimento sulla scrittura musicale di Baldwin Giang e David Lang, compositori associati all’American Academy in Rome. Nella stessa giornata nei Giardini (ore 21.30) Cuartetango, formazione nata dall’incontro tra interpreti argentini e italiani, rende omaggio ai grandi musicisti che hanno reso celebre il tango e l’Argentina nel mondo, fra Piazzolla e Gardel.
Dal Messico arriva il gruppo Mariachi Romatitlán (25 giugno), espressione della tradizione folcloristica messicana e in particolare della musica mariachi, dai ritmi vivaci e dal suono impetuoso, patrimonio culturale immateriale dell’Unesco dal 2011.
Una intera giornata sarà dedicata all’antichissima e moderna cultura persiana (26 giugno), fra presentazioni di libri (Più ci richiudono più diventiamo forti ultima pubblicazione dell’attivista premio Nobel Narges Mohammadi), mostre, concerti e spettacoli, fra cui Le mie tre sorelle scritto e diretto da Ashkan Khatibi che racconta la storia vera di Sadaf Baghbani, giovane donna e attrice iraniana che durante il movimento “Donna, Vita, Libertà” è stata colpita da 150 pallini di piombo sparati dalle Guardie della Rivoluzione, e che ritroveremo sul palco dei Giardini.
Alla pianista Olga Domnina (30 giugno) spetta il recital di musica classica di autori azeri, ponte fra Asia ed Europa, dal titolo “Tavolozze”: tavolozze musicali cangianti, come sono i colori e le sfumature del paese caucasico.
Atteso ritorno infine dei Munedaiko (2 luglio - nella foto), gruppo che tramanda la pratica millenaria del Taiko, i tradizionali tamburi giapponesi, dal suono potente e ancestrale che risuoneranno nello spazio verde e aperto dei Giardini.
 

MUSICA A TUTTO CAMPO

Spazio come sempre ai giovanissimi, con il concerto di apertura in Sala Casella (21 giugno, ore 20) del sedicenne Lorenzo Luiselli, pianista vincitore del contest LazioSound 2023 nella categoria “I love Mozart”.
A cent’anni dalla prima esecuzione di Rhapsody in Blue di Gershwin, il duo pianoforte-sax di Luca Ciammarughi e Jacopo Taddei propone un originale concerto il 23 giugno (ore 20) che ruota intorno alla celebre partitura del compositore americano, con i lavori di altri autori europei dei Novecento come Satie, Poulenc, Stravinskij e classici del Settecento nella trascrizione per i due strumenti. Nella stessa giornata Mai di lunedì (ore 21.30), titolo del concerto del Germano Mazzocchetti Ensemble (nella foto), che prende il nome dal fisarmonicista, compositore di tanta musica per film e per il teatro: musica fra sonorità popolari, mediterranee e nuove composizioni.
The smell of blue electricity (27 giugno) è il recente progetto del compositore Vittorio Moltalti con Blow Up Percussion, scritto in stretta relazione con gli esecutori puntando sulla creazione di un universo sonoro che attinga ai colori del mondo delle percussioni in relazione con l’elettronica.
Il 28 giugno Petrassi 120! (ore 20) è l’omaggio del soprano Rosaria Angotti e della pianista Tiziana Cosentino, con la voce recitante di Paolo Cutuli, a Goffredo Petrassi nella ricorrenza dei 120 anni della nascita: in programma una selezione dei 24 Canti della campagna romana che il compositore studiò e pubblicò alla fine degli anni Venti: vi ritroviamo stornelli, ninne-nanne, lamenti e canti di lavoro. A seguire (ore 21.30), ironia e divertimento con The Bass Gang, quattro contrabbassisti italiani, professionisti della musica classica che con originali trascrizioni sconfinano nel jazz, pop e rock.
Morricone, Rota e Sakamoto: tre compositori entrati nella leggenda insieme alle pellicole che hanno musicato. Paolo Vivaldi, anch’egli autore di colonne sonore per il cinema e la televisione, Prisca Amori (al violino) e Matteo Scarpelli (al violoncello), il 29 giugno trascineranno il pubblico in un viaggio attraverso le musiche per film di questi tre maestri, immergendo il pubblico nelle atmosfere delle loro partiture. 
Gradito ritorno del compositore e chitarrista Marco Sinopoli (30 giugno) con il suo quartetto, una sinergia tra jazz moderno e composizioni originali, musica dalle molte sfaccettature, con fitti incastri ritmici e melodici.
Agli amatori in musica, appassionati e virtuosi “dilettanti di musica”, che ricorda l’origine della Filarmonica nel 1821, è dedicata l’intera giornata del 3 luglio con i concerti in Sala Casella e nei Giardini: ritroviamo pianisti, formazioni da camera e l’Orchestra d’archi Ostiense.
L’ultima giornata di festival, il 4 luglio, si apre con Surfaces (ore 20), il progetto multimediale che coinvolge università americane ed europee, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata: in programma composizioni elettroacustiche in prima assoluta eseguite in un concerto multidisciplinare, dove musiche strumentali ed elettroniche incontreranno la video arte. Finale nei Giardini (ore 21.30) con il cantattore Angelo Maggi, il Quartetto d’archi Agape e il pianista Davide Annecchiarico: Questo amore (titolo della serata) spazierà tra poesie di Eugenio Montale e di Jacques Prévert, e le musiche da Chopin a De Gregori.
 
INTORNO A UN LIBRO

Ad arricchire il calendario, la Filarmonica chiama a raccolta musicisti e scrittori per la presentazione di alcune novità editoriali in campo musicale, alternandole a interventi strumentali. Si comincia con Stravinskij di cui viene presentata l’uscita, fresca di stampa per il Saggiatore, di un volume a cura di Massimiliano Locanto e Gianfranco Vinay (25 giugno). Vivaldi secondo Vivaldi di Federico Maria Sardelli (27 giugno) ci porterà dentro i manoscritti del Prete Rosso, mentre Nicola Campogrande racconta il suo Capire la musica classica ragionando da compositori (29 giugno) in cui per l’occasione verrà eseguita in prima assoluta la nuova versione per quartetto con pianoforte del suo pezzo Urban Gardens. Infine Bach e Prince. Vite parallele di Carlo Boccadoro (2 luglio), un ritratto di due musicisti appartenenti a epoche e culture diverse, che hanno difeso la coerenza della propria visione lasciandoci in eredità veri e proprio capolavori: “Mi piace credere – racconta Boccadoro – che se questi due grandi artisti avessero avuto la possibilità di incontrarsi si sarebbero stretti la mano”.
 
LA CUCINA
Chi vorrà ristorarsi nei Giardini, potrà gustare i piatti tipici della cucina siriana (ma non mancheranno anche menu syrian/italian fusion) preparati ogni giorno da HummusTown, progetto nato da qualche anno a Roma per far conoscere la tradizione culinaria della Siria, contribuendo all’integrazione di rifugiati nella società e dando loro una opportunità lavorativa.
 
I Giardini della Filarmonica 2024 sono realizzati in collaborazione Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, Ambasciata del Messico in Italia, Ministero della Cultura dell’Azerbaigian, Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian, American Academy in Rome, Università degli Studi di Tor Vergata con Temple University di Filadelfia, University of California-Irvine, Berkeley University-California, Istituto Giapponese di Cultura in Roma, LazioSound, Associazione Musica del Vivo, Associazione Fabrica
 
I luoghi del festival: Giardini, Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana (via Flaminia 118, Roma)

OPERETTE E ZARZUELAS CHIUDONO IL CICLO “RAI ORCHESTRA POPS” CON DAVID GIMENÈZ

 
È un’anteprima della Festa della Musica l’ultimo appuntamento della rassegna “Rai Orchestra Pops”, il ciclo di concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai che esplora i confini tra il linguaggio classico, il rock, la musica per il cinema, il crossover e lo swing. Il concerto, intitolato Operette e Zarzuelas, è in programma giovedì 20 giugno alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, ed è anche trasmesso in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. In accordo con il comitato organizzatore, la serata anticipa di un giorno la Festa della Musica che ogni anno celebra il solstizio d’estate in più di 120 paesi di tutto il mondo. Sul podio dell’OSN Rai torna lo spagnolo David Giménez, che, dal suo debutto avvenuto nel 1994, ha diretto in tutto il mondo le orchestre più importanti. Particolarmente versato nei confronti del repertorio vocale, collabora regolarmente con cantanti come José Carreras, Plácido Domingo, Anna Netrebko, Kiri Te Kanawa, Roberto Alagna, Angela Gheorghiu, Bryn Terfel e Diana Damrau.
 
Al centro della serata musiche di Johann Strauss jr. come l’Ouverture da Der Zigeunerbaron, la Polka schnell op. 324 Unter Donner und Blitz, l’Ouverture da Die Fledermaus e il valzer op. 410 Frühlingsstimmen. A Johann Strauss sono affiancati la Polka-schnell op. 271 Ohne Sorgen! di Josef Strauss e alcuni estratti da Die Lustige Witwe (La vedova allegra) di Franz Léhar. Dall’Austria si passa poi alla Spagna con il Preludio dalla zarzuela El Bateo di Federico Chueca e El Baile de Luis Alonso di Gerónimo Giménez, la Danza Ritual del Fuego da El Amor Brujo di Manuel de Falla e l’Intermezzo tratto da Goyescas di Enrique Granados. Di Gerónimo Giménez verrà eseguito inoltre La Boda de Luis Alonso nella versione con orchestrazione ridotta di David Giménez.

GIOVEDI' 20 GIUGNO APPUNTAMENTO NELLA SPLENDIDA CANTINA MONTECI A PESCANTINA PER LA TERZA DATA DI CALICI DI JAZZ. PROTAGONISTI DELLA SERATA FABRIZIO BOSSO e LORENZO TUCCI. Special guest DANIELE SORRENTINO IN “DRUMPET”


Calici di Jazz, la rassegna estiva del Teatro Ristori di Verona, conquista il pubblico e prosegue con gli appuntamenti nelle più affascinanti dimore del vino veronesi. Ogni giovedì di giugno le stelle del jazz si esibiscono su speciali palchi naturali sotto le stelle. Concerti dal sound e dall’atmosfera indimenticabili. Dopo l’omaggio all’amore e ai Beatles, il tuffo negli anni ’70 con Tony Esposito, protagonisti della terza data saranno Fabrizio Bosso e Lorenzo Tucci. Uno alla tromba, l’altro alla batteria, giovedì 20 giugno il progetto musicale “Drumpet” (special guest Daniele Sorrentino al contrabbasso) prenderà vita negli spazi ecosostenibili della Cantina Monteci a Pescantina. Il format Calici di Jazz, con inizio alle 19:30, prevede proposte di eccellenze vitivinicole, scelte da ognuna delle cantine ospitanti, accompagnate da un vario menù di stuzzicherie e, a seguire, il concerto. Il servizio catering viene realizzato in collaborazione con A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici) sezione di Verona e il personale dell’osteria sociale Mangiabottoni. 

DRUMPET, ALLE ORIGINI DEL RITMO. Fabrizio Bosso, tromba, e Lorenzo Tucci, batteria, porteranno in scena Drumpet.  Un album in duo che nasce dal lungo sodalizio artistico e personale tra i due musicisti che, in un quarto di secolo, hanno condiviso numerosi progetti di successo, come High Five Quintet e Latin Mood Sextet. Drumpet è un mix di sonorità inedite ed accattivanti che, nel corso del tempo, si sono evolute trovando, grazie al coinvolgimento del contrabbassista Daniele Sorrentino, un supporto armo-melodico imprescindibile per una formazione senza piano. Bosso, con la sua tecnica impeccabile, sviscera ora sonorità cristalline ora profonde e calde, facendo un sapiente uso anche dell’elettronica. Tucci sceglie sonorità gravi e allo stesso tempo asciutte. I ritmi sono tribali, serrati quanto delicati. Sorrentino, con talento e intelligenza, crea le trame necessarie dove i due si muovono a proprio agio. I temi affrontati in Drumpet vanno dalla tradizione jazz
all'improvvisazione totale, da ambientazioni filmografiche all’R&B e a sbalzi repentini più romantici.

CANTINA MONTECI è un’azienda a gestione famigliare appartenente alla famiglia Righetti. Giunta alla quinta generazione, Monteci è situata nel cuore della Valpolicella e rappresenta l'emblema di come l'innovazione tecnologica e l'attenzione alla tradizione possano vivere in perfetta armonia. La proprietà conta oggi una superficie di circa 200 ettari vitati dislocati nelle varie denominazioni, tra cui Valpolicella Classica, Bardolino e Lugana. A partire dalla vendemmia del 2018 tutti questi vigneti sono stati completamente convertiti al biologico. Monteci abbraccia infatti a 360 gradi la filosofia dell’ecosostenibilità: nei vigneti vengono utilizzate tecniche che rispettano i delicati equilibri naturali, mentre la cantina e i fruttai sono alimentati da fonti di energia rinnovabile. I vini proposti in degustazione saranno spumante Bellebolle, Lugana e Valpolicella classico. In abbinamento, un menù di stuzzicherie assortite, in base ai prodotti di stagione che possa dare rilievo anche alle eccellenze gastronomiche del territorio veronese: quiches, torte salate, mini-sandwiches e primi piatti freddi.

Protagonista della prossima e ultima data sarà Gegè Telesforo in “Big Mama Legacy” nei giardini di Villa Quaranta (27 giugno).
Info e biglietti. I biglietti del costo unico di 50 euro, comprensivi di degustazione e, a seguire, concerto, sono in vendita al Box Office di via Pallone e online nella sezione dedicata: https://www.teatroristori.org/calici-di-jazz-2024 
. In caso di maltempo degustazioni e concerti si svolgerà negli spazi interni della Cantina Monteci.

La classica si fa green nel cuore della Tuscia: talk, conferenze e musica a ingresso gratuito. Dal 21 al 23 giugno tornano i Tramonti di Tinia, la rassegna di concerti nel cuore verde della Tuscia. Tra gli ospiti internazionali Beatrice Rana ospite della serata benefica promossa da Alba Onlus sabato 22 giugno.


Creare un dialogo tra e musica e natura: questo è lo spirito del Festival I Tramonti di Tinia che dal 21 al 23 giugno torna in versione itinerante tra Sutri e Bassano Romano. La quarta edizione della rassegna vede protagonisti dei concerti Beatrice Rana, Sylvia Schwartz, Massimo Spada, Mario Montore, David e Diego Romano, per citarne alcuni. 
“Il viaggio è il fil-rouge di questa quarta edizione del festival e lega tutte le attività in programma durante questi tre giorni di cultura”spiega Massimo Spada, direttore artistico e fondatore della rassegna. “Tutti i brani sono stati composti in una cornice lontana da quella domestica come lo è la musica classica in questo contesto di natura incontaminata delle terre viterbesi”.
 
* Tutti i concerti sono a ingresso gratuito previa prenotazione. Il concerto serale del 22 prevede una donazione minima di 10 € a favore di ALBA Onlus, promotrice dell’evento
 
Il Festival I Tramonti di Tinia è organizzato in collaborazione con AvosProject – Scuola Internazionale di Musica 

 

Il programma

Il primo appuntamento del festival è dedicato all’agricoltura sostenibile.Venerdì 21 giugno alle 19.30, presso il Museo di Palazzo Doebbing di Sutri, il Prof. Piero Bevilacqua presenta il suo ultimo libro “Un’agricoltura per il futuro della Terra”. Alla serata parteciperà anche la Prof.ssa Laura Marchetti . A seguire, sempre nella stessa location, il primo concerto: il Quartetto Klem (nella foto) esegue il Quartetto per archi No. 2di Prokof’ev, il duo composto da Matteo Baldoni e Augusta Giraldi esegue la Fantaisie in la maggiore per violino e arpa, Op. 124 del compositore francese Saint-Saëns e un ensemble composto da Salvatore Terracciano (co-direttore del Festival), MireiYamada, Augusta Giraldi, Carlotta Libonati e Sofia Bellettiniaffronta il Quintetto per arpa, flauto e trio d’archi di Jean Cras, compositore e ufficiale di marina britannico in attività  fino alla prima metà del XX Secolo.


Sabato 22 alle 11.00, nella cornice esclusiva di Villa Giustiniani a Bassano Romano il Quartetto Alfieri è protagonista di una matinée da camera con un programma che include la Sonata a quattro di Scarlatti, la Serenata op. 87 di Joaquín Turina e il Quartetto no. 2 op. 13 di Mendelssohn. Alle 17.30 ci si sposta nelle campagne di Sutri, alla Azienda Agricola Spada, dove la musicologa Gaia Vazzoler, affronta una conversazione pubblica partendo da "Il viaggio in musica", filo conduttore di questa edizione del Festival. Alle 19 sul palco salgono il pianista Mario Montore e il soprano Sylvia Schwartz accostando due brani dagli echi baltici come le Cigánskémelodie - Melodie gitane per voce e pianoforte, Op. 55 di Dvořáke Dieci Melodie Basche di Guaridi. Il concerto della seconda serata di festival si conclude con un brano della letteratura virtuosistica del ‘900, le Danze sinfoniche per due pianoforti, Op. 45, eseguite da Beatrice Rana (nella foto) – tra le più autorevoli figure internazionali del pianismo contemporaneo e a poche settimane dal debutto con i Berliner Philharmoniker – e Massimo Spada, raffinato pianista, docente e direttore artistico del Festival I Tramonti di Tinia. Le Danze Sinfoniche sono l’ultima composizione nel catalogo di Rachmaninoff che, insieme alla partitura orchestrale, ne trascrisse una versione per due pianoforti che eseguì egli stesso per la prima volta insieme al leggendario pianista Vladimir Horowitz a Beverly Hills nel 1942. Il concerto è promosso da Alba Onlus - l'associazione senza scopo di lucro che dal 2008 porta avanti il lavoro e i progetti di Loredana Battaglia, scomparsa prematuramente, occupandosi delle categorie più svantaggiate della società attraverso attività sostenibili e inclusive. Il ricavato del concerto sarà devoluto all’associazione Make-A-Wish Italia, la cui mission è quella di realizzare desideri che cambiano la vita a bambini e ragazzi affetti da gravi malattie.
 

La rassegna si conclude domenica 23 giugno alle 19.00 sempre all’Azienda Agricola Spada con due brani di rara esecuzione. Il primo, Metamorphosen di Richard Strauss nella versione per settimino d’archi di Rudolf Leopold eseguito dall’ensemble composto da David e Diego Romano (nella foto), Mirei Yamada, Riccardo Savinelli, Chiara Mazzocchi, Alice Romano e Vieri Piazzesi. Il secondo, la Sonata per due pianoforti e percussioni, BB 115, SZ 110 di Bartók eseguito dai pianisti Francesco Bravi, Adriano Leonardo Scapicchi e i percussionisti Cristiano Menegazzo e Francesco Nataloni.
 
Durante tutti i concerti presso l’Azienda Agricola Spada, dalle 18.00 sarà possibile svolgere una degustazione di prodotti d'eccellenza tipici della Tuscia. Inoltre durante il Festival, l’Azienda Agricola Spada ospita l’esposizione delle opere dell’artista Stefano Iraci.




STRAVINSKIJ MA COI PUPI SICILIANI: L’HISTOIRE DU SOLDAT SECONDO I FIGLI D’ARTE CUTICCHIO

 

mercoledì 19 giugno 
Teatro Rasi, ore 21
Figli d’Arte Cuticchio
Histoire du soldat

musica di Igor’ Stravinskij
libretto di Charles Ferdinand Ramuz

voce, adattamento scenico e regia Mimmo Cuticchio
direttore Giovanni Conti

Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Giani Federica violino
Boiardi Lucia contrabbasso
Broggini Riccardo clarinetto
Bocini Mariano fagotto 
Ulivi Francesco tromba 
Andreoli Andrea trombone 
Scopsi Tommaso percussioni 

Stravinskij, ma coi pupi siciliani: è questo, in nuce, l’Histoire du soldat secondo i Figli d’Arte Cuticchio, in scena per Ravenna Festival mercoledì 19 giugno, alle 21 al Teatro Rasi. Se la storia in musica che Stravinskij compose su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz è al cuore una fiaba popolare su uno dei grandi miti della modernità – quello faustiano del patto col diavolo – e concepita per essere itinerante, allora può ben essere raccontata dai pupi della tradizione siciliana, riconosciuti patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Al ritmo dell’impari contesa tra il demonio e il soldato per il possesso di un violino, che simboleggia l’anima, si intrecciano le vibrazioni della voce di Mimmo Cuticchio e le cadenze del cunto di cui è indiscusso maestro, finché i confini fra personaggi e opranti (coloro che manovrano i pupi) si fanno incerti e i pupi svelano altre possibili letture della multiforme, inesausta ricchezza dello spettacolo-gioiello che Stravinskij creò poco più di un secolo fa. 


La partitura, preziosa delle più disparate ispirazioni musicali, è affidata ai Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, con la guida di Giovanni Conti (nella foto in alto), che è stato allievo dell’Accademia dell’Opera Italiana di Riccardo Muti e ha lavorato con la Cherubini anche in occasione della Trilogia d’Autunno 2022. 
 
In un’Europa prostrata dalla guerra e dalla spagnola del 1918, Igor Stravinskij e l’amico scrittore Charles-Ferdinand Ramuz crearono e portarono in scena per la prima volta al Teatro Municipale di Losanna l’Histoire du soldat. Trasformando la carenza di mezzi in stimolo creativo – riunendo un’eterogenea compagine di musicisti, attori e danzatori e puntando su strumenti e scenografie facilmente trasportabili da una località all’altra – Stravinskij e Ramuz inclusero scene recitate, narrate, danzate e numeri esclusivamente strumentali. Il mito di Faust, ovvero l’intramontabile dilemma della compravendita dell’anima che in definitiva è uno scontro fra bene e male, è declinato nella forma delle antiche leggende russe (raccolte e pubblicate da Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev tra il 1855 e il 1864), ma la connotazione russa assume rapidamente dimensione universale.
Convinto dal diavolo a cedere il proprio violino in cambio di un libro che predice il futuro, il soldato in licenza ritorna al villaggio solo per scoprire che né la madre né la fidanzata lo riconoscono…e che le ricchezze ottenute non compensano la perdita degli affetti. Alla corte del re, che intende dare in sposa la principessa a colui che saprà guarirla, il soldato incontra di nuovo il diavolo: per riconquistare il violino, deve perdere ogni avere giocando a carte con il suo vecchio avversario. Il suono dello strumento guarisce la principessa e ne assicura la mano al soldato, ma l’epilogo è amaro: il soldato è trascinato nell’abisso. Alcuni passaggi risultano di particolare maestria nell’arte del manovrare, come la vestizione della principessa risanata o il ballo gioioso che Mimmo Cuticchio esegue in un momento d’illusoria felicità. Si avvertono, di volta in volta, la vibrazione dei sentimenti, lo slancio degli affetti, il bisogno di pace, ma anche il peso degli affanni e l’insidia delle tentazioni.
 
Mimmo (nella foto di Mario Virga), il maggiore dei figli maschi del Cav. Giacomo Cuticchio, nel 1971 si distacca dalla compagnia paterna e forma il gruppo Figli d’Arte Cuticchio. Nel 1973 apre il Teatro dei Pupi S. Rosalia a Palermo, dove ancora oggi si rappresenta il ciclo della storia dei paladini di Francia dove a conservazione del patrimonio di tecniche tramandate da padre in figlio o da maestro ad allievo è un valore essenziale. Nell’anno 1977 nasce l’Associazione “Figli d’Arte Cuticchio” che accorpa la compagnia omonima; per la prima volta una compagnia di pupari viene riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali. La compagnia salda tre principali linguaggi della comunicazione teatrale: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione. Oltre all’attività di produzione, il gruppo promuove e organizza mostre, rassegne e dal 1985 un festival teatrale dedicato al teatro di figura e alla narrazione intitolato La Macchina dei Sogni. Nel 1997 Mimmo Cuticchio apre i battenti del suo laboratorio e realizza la prima Scuola per pupari e cuntisti con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi ed al cunto. 


DOPPIO DEBUTTO PER CARLO VISTOLI ALLA SAN FRANCISCO OPERA E ALLA WIENER STAATSOPER

 

Si preannuncia un’estate all’insegna della musica di Georg Friedrich Händel e su palcoscenici prestigiosi quella di Carlo Vistoli, protagonista di un doppio debutto - alla San Francisco Opera e alla Wiener Staatsoper - cantando in due titoli del grande compositore barocco.  
Nel teatro californiano ospitato nel War Memorial Opera House, dal 15 al 28 giugno il controtenore interpreta per la prima volta Arsace
 nella pluripremiata produzione di Partenope, che il regista Christopher Alden ambienta in un salotto parigino degli anni ’20. Lo spettacolo segna il debutto scenico di Vistoli negli Stati Uniti. Sul podio Christopher Moulds e nel ruolo del titolo il soprano francese Julie Fuchs. La recita di domenica 23 giugno è inoltre trasmessa in diretta streaming alle 14 (orario di San Francisco, quindi le 23 in Italia) e sarà disponibile on demand per 48 ore dal giorno successivo. Informazioni su sfopera.com/digital. 
Dopo il successo dello scorso gennaio all’Opéra di Monte-Carlo, dal 6 al 9 luglio Vistoli torna a vestire i panni del dittatore romano in quella stessa produzione del Giulio Cesare in Egitto firmata da Davide Livermore - che si è ispirato al celebre film Assassinio sul Nilo” - e diretta da Gianluca Capuano, salendo per la prima volta sul palco del più celebre teatro di Vienna. Accanto a lui, nuovamente, Cecilia Bartoli nella parte di Cleopatra.
Sempre alla Wiener Staatsoper, l’11 luglio, il controtenore sarà inoltre protagonista del Gala “Farinelli & Friends” diretto da Capuano, insieme alla stessa Bartoli e a 
Varduhi Abrahamyan, Julie Fuchs, Ann Hallenberg, Sara Mingardo, Regula Mühlemann, Anne Sofie von Otter, Max Emanuel Cenčić, Peter Kálmán, Kangmin Justin Kim, Maxim Mironov, Rolando Villazón e Bruno de Sá.
Vistoli sarà nuovamente impegnato in Italia dal 26 settembre al 5 ottobre per il suo debutto nella stagione del Teatro alla Scala di Milano, cantando Alidoro in una nuova produzione dell'Orontea di Cesti con la regia di Robert Carsen diretta da Giovanni Antonini, e il 18 e 19 ottobre al Teatro Farnese di Parma con Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi per il Festival Verdi.

(le foto sono di Nicola Allegri)


BOLOGNA FESTIVAL /19 giugno - Talenti / Valentina Benfenati

 

Mercoledì 19 giugno ore 21
Chiostro della Basilica di Santo Stefano
Valentina Benfenati violino
Leonardo Pierdomenico pianoforte
 
Nadia Boulanger 
Soleils couchants
Gabriel Fauré 
Sonata in la maggiore n.1 op.13
Lili Boulanger 
Deux morceaux pour violon et piano: Nocturne, Cortège
César Franck 
Sonata in la maggiore

Mercoledì 19 giugno ore 21, Chiostro della Basilica di Santo Stefano, terzo appuntamento della rassegna TALENTI, parte della programmazione di Pianofortissmo&Talenti, nell’ambito di Bologna Estate.
Bolognese, classe 1996, a ventidue anni Valentina Benfenati  (nella foto in alto) diventa primo violino di spalla dell’Orchestra Luigi Cherubini di Riccardo Muti; torna a suonare nella sua città, come solista, proponendo un raffinato e ricercato programma “francese”, insieme al pianista Leonardo Pierdomenico (nella foto a destra). Accanto ad un capolavoro della letteratura cameristica come la Sonata in la maggiore di César Franck, spiccano le pagine delle sorelle Boulanger, Nadia e Lili, di raro ascolto nelle nostre sale.
Primo brano in programma, Soleils couchants di Nadia Boulanger – celebrata maestra di tre generazioni di musicisti. Gershwin, Bernstein, Piazzolla e il jazzista Herbie Hancock sono solo alcuni dei frequentatori della cosiddetta boulangerie (panetteria), ossia la scuola di composizione di Nadia Boulanger. Si ascoltano inoltre i Due pezzi per violino e pianoforte di Lili Boulanger, la prima Sonata di Gabriel Fauré, insegnante di Nadia e di Lili, e la Sonata in la maggiore di César Franck, padre della musica da camera francese, anche lui stimato didatta. Capolavoro della letteratura cameristica, scritto per il violinista Eugène Ysaÿe, sin dalla prima esecuzione questa sonata per violino e pianoforte affascinò molti, primo fra tutti, Marcel Proust che ne trasse ispirazione per la sua Recherche du temps perdu.
 
Biglietto € 15

LES ÉTOILES: IL MONDO IN UN GALA DI DANZA, TRA VIRTUOSISMI IN VOLO E SULLE PUNTE



Tessere di squisita fattura che formano un mosaico in movimento, come se la volta celeste del Mausoleo di Galla Placidia si animasse e le sue stelle cominciassero a danzare: c’è tutta la meraviglia e la luminosità di Les étoiles nelle parole con cui Daniele Cipriani, che ne è direttore artistico, saluta il ritorno del suo iconico gala internazionale di danza a Ravenna Festival. Domenica 19 giugno, alle 21.30 al Pala De André, Les étoiles ci invita ad attraversare le età del balletto, con splendidi compagni di viaggio come Eleonora Abbagnato e Joaquin de Luz, che oggi guidano rispettivamente il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e la Compañía Nacional de Danza di Madrid, ma anche Maia Makhateli, Julian MacKay (nella foto di Andrew Arthur), Leroy Mokgatle, Mira Nadon, Giorgi Potskhishvili, Davide Riccardo, Giada Rossi, Daniil Simkin, Simone Repele e Sasha Riva – uno sciame di stelle provenienti dalle maggiori compagnie del mondo, a riprova che Les étoiles è un rara e ghiotta occasione per ammirare tanti fuoriclasse sullo stesso palcoscenico. Dai passi a due e assoli tratti dai capisaldi del repertorio dell’Ottocento e del Novecento a brani di sofisticata modernità, il gala include anche qualche piacevole escursione nella danza contemporanea e folclorica, incluse nuove coreografie create appositamente per Les étoiles. La serata è possibile grazie al sostegno di Quick Spa.
 
Alla testa del dispiegamento stellare ci sono due artisti oggi alla guida di grandi compagnie di balletto: Eleonora Abbagnato, già étoile dell'Opéra di Parigi e ora direttrice del Corpo di Ballo e della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma, e Joaquin de Luz, già principal del New York City Ballet e attualmente direttore della Compañía Nacional de Danza di Madrid. Il pubblico ritroverà alcuni "beniamini" di Les étoiles come Daniil Simkin (già Staatsballett Berlin e American Ballet Theatre) e la coppia georgiana Maia Makhateli e Giorgi Potskhishvili (nelle fila dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam), che fra salti disinvolti e giochi di ventagli sfidano le leggi della gravità e dell'equilibrio nel passo a due da Don Chisciotte, incarnando il noto slogan del gala: virtuosismi in volo e sulle punte. In scena dopo il debutto a Les étoiles nell’edizione romana, anche l’interprete non-binary Leroy Mokgatle (Staatsballett Berlin - nella foto di Yan Revasov), che mette in discussione i rigidi ruoli di genere nel balletto classico.
 
Gli spettatori del Pala potranno inoltre scoprire per primi astri che già brillano all'estero e fanno nella città dei mosaici il loro debutto sulla scena italiana: è il caso di due interpreti statunitensi, ovvero Julian MacKay (Bayerisches Staatsballett), solo ballerino americano ad aver completato l'intero corso di studi al Bolshoi, e Mira Nadon (New York City Ballet). È invece un ritorno a Ravenna quello dei coreografi/danzatori Simone Repele e Sasha Riva con due nuove creazioni: Sipario, in cui danzeranno accanto a Eleonora Abbagnato, e I’m on Your Side sulle note della celeberrima Bridge over Troubled Water di Simon & Garfunkel. Punto d'onore di Les étoiles è far conoscere al pubblico nostrano talenti italiani le cui carriere si svolgono all'estero; in quest'occasione Davide Riccardo, unico italiano in forza al New York City Ballet, e Giada Rossi e Alessandro Riga della Compañía Nacional de Danza di Madrid. A quest’ultima appartengono anche Yanier Gomez e Felipe Domingos (nella foto) che insieme a Riga interpretano Remanso, in cui alle danze popolari di Enrique Granados (eseguite dal vivo dal pianista Marcos Madrigal) il coreografo Nacho Duato fa corrispondere un uso dinamico dello spazio e delle forme, alternando atletismo e fragilità, morbidezza e disimpegno.
 
A proposito di Spagna, è una nuova creazione anche Lo fuimos… di Joaquin De Luz, che lui stesso interpreta accanto a Giada Rossi – alla fine di una festa, una coppia rimane sola: in passato sono stati amanti e quella che raccontano è la storia del rapporto vissuto, ora trasformatosi in un amore diverso. Fra i passi a due non può mancare quello da Le Corsaire di Petipa, grand ballet romantico-esotico ispirato all’omonimo poema di Lord Byron, nell’anno in cui ne ricorrono i 200 anni dalla morte; in scena Mokgatle e Simkin, a cui ben si addicono i salti felpati e vorticosi giri richiesti. Di grande intensità emotiva i passi a due da Spartacus di Yuri Grigorovich sull’epica partitura di Aram Khachaturian (Rossi e Riga) e Le Parc di Angelin Preljocaj (Abbagnato e MacKay), che culmina in un bacio "volante". Purezza neoclassica, invece, in Apollo di Balanchine in cui Davide Riccardo veste il peplo bianco del dio delle arti, mentre Mira Nadon è Tersicore, musa della danza; interpretano anche Valse Triste di Alexei Ratmansky, che richiede grande alchimia della coppia sulle struggenti note di Sibelius. Maschili i tre assoli in programma: lo stravagante Pacopepepluto di Alejandro Cerruto con il magnetico e giocoso Simkin (nella foto), in prima italiana Farruca, firmata e interpretata da De Luz all’incontro fra chitarra e flamenco, e Cuban Nutcracker di Alisher Azanov, in cui MacKay dovrà declinare il linguaggio di Čajkovskij a ritmo di salsa.
 
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 20 a 60 Euro (ridotti da 18 a 55)
I giovani al Festival: under 18 5 Euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni) III e IV settore: sconto 50%
 
Danzano
Eleonora Abbagnato
(già étoile dell’Opéra di Parigi, oggi Direttrice del Corpo di Ballo e della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma)
Joaquín De Luz
(Direttore Compañía Nacional de Danza di Madrid)
Felipe Domingos
(Compañía Nacional de Danza di Madrid)
Yanier Gomez
(Compañía Nacional de Danza di Madrid)
Maia Makhateli
(Het Nationale Ballet, Amsterdam)
Julian MacKay
(Bayerisches Staatsballett, Munich)
Leroy Mokgatle
(Staatsballett Berlin)
Mira Nadon
(New York City Ballet)
Giorgi Potskhishvili
(Het Nationale Ballet, Amsterdam)
Davide Riccardo
(New York City Ballet)
Alessandro Riga
(Compañía Nacional de Danza di Madrid)
Giada Rossi
(Compañía Nacional de Danza di Madrid)
Daniil Simkin
(già Staatsballet Berlin e American Ballet Theatre)
Simone Repele e Sasha Riva
(Riva & Repele)
pianoforte Marcos Madrigal
disegno luci Alessandro Caso
direttore di scena Annamaria Bruzzese
 


“OMAGGIO A LUDOVICO EINAUDI” CON LA PIANISTA IRIS HOND È IL TERZO DEI PANORAMI SONORI PROPOSTI DAI POMERIGGI MUSICALI PER LA RASSEGNA DI GIUGNO 2024

 
Terzo appuntamento dei “Panorami sonori” con i quali a giugno, per il terzo anno consecutivo, si confronta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali: giovedì 20 giugno (ore 20.30) al Teatro Dal Verme protagonista è la musica di Ludovico Einaudi (nella foto a destra) con una scelta di partiture del celebre compositore milanese, spesso “di casa” al Teatro Dal Verme, che saranno dirette da Alessandro Cadario. La pianista Iris Hond sarà impegnata in Domino per pianoforte, archi e arpa del 2015, concerto commissionato dalla WDR di Colonia e ispirato all’omonimo gioco cinese e al modo con cui le diverse parti sono connesse tramite processi di analogia, eco e allitterazione; quindi, in Run Suite; in programma anche la Purple Suite, una sorta di medley delle canzoni di Prince, artista molto apprezzato dal compositore.
 
 
Iris Hond, nata nel 1987, ha iniziato lo studio della musica all'età di tre anni, entrando poi a 14 al Conservatorio Reale dell'Aia, dove ha studiato sotto la guida del celebre professore Naum Grubert, laureandosi nel 2013 con il massimo dei voti. Ben presto Iris Hond ha affascinato il pubblico di tutto il mondo sia interpretando il repertorio classico che con le sue composizioni originali. È inoltre molto impegnata in attività musicali a favore di comunità emarginate: attraverso la sua Fondazione porta la musica a coloro che ne hanno bisogno, dai ricoveri per senzatetto agli ospedali e ai centri per rifugiati. Nel 2012, il suo album di debutto con opere di Scriabin, Chopin e Rachmaninov per l'etichetta Decca del 2016 il primo con sue composizioni "Dear World," prodotto da Patrick Leonard. Nell’album "Home" ha presentato le pagine scritte descrivendo situazioni domestiche straordinarie, dalla senzatetto all'isolamento. È uscito qualche settimana fa il suo ultimo album, "Dust Awakened by Dawn”. Pianista prediletta da Ludovico Einaudi ha interpretato l'unico concerto per pianoforte del compositore italiano, Domino, nella prima olandese, «una delle esibizioni più belle della mia musica», come più volte ha dichiarato lo stesso Einaudi.
 
Alessandro Cadario, musicista eclettico nel repertorio e attento alla prassi esecutiva dei diversi stili, ha diretto nel corso della sua carriera concerti sinfonici, opere e balletti nelle stagioni dei principali enti lirici e festival italiani ed internazionali, salendo sul podio di importanti orchestre come l’Orchestra del Teatro Mariinskij, il Coro e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, l’Orchestra Filarmonica della Fenice, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, il Coro e l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, il Coro e l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, l’Orchestra Regionale della Toscana, l’Orchestra Haydn, la Filarmonica Toscanini. Nel 2015 ha diretto al Teatro alla Scala, nella cornice del Festival delle Orchestre Internazionali e, dal 2016, è Direttore ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. Nel 2017 è stato scelto dalla Presidenza del Senato per dirigere il concerto istituzionale, trasmesso in diretta su Rai 1 dall’Aula del Senato. Nel 2018 ha debuttato al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e nel 2019 ha inaugurato al Teatro Filarmonico la stagione sinfonica della Fondazione Arena di Verona. Nella stagione 2020-2021 ha debuttato al Rossini Opera Festival con Il viaggio a Reims e ha diretto al Teatro Carlo Felice di Genova L’elisir d’amore e una nuova produzione della Serva padrona abbinata a Trouble in Tahiti. Tra gli impegni recenti il ritorno alla Royal Opera House di Muscat, la prima assoluta di Opera italiana di Nicola Campogrande al Festival della Valle d’Itria e quella di Jeanne Dark di Fabio Vacchi al Festival del Maggio Musicale.