venerdì 19 gennaio 2024

Daniel Barenboim dirige la Filarmonica della Scala. Concerto alla Scala e Prova Aperta Straordinaria in Conservatorio. Lunedì 29 gennaio Daniel Barenboim dirige la Sesta e la Settima di Beethoven per il secondo concerto della Stagione. Sabato 27 gennaio Prova Aperta Straordinaria in Conservatorio in occasione del Giorno della Memoria. Il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione Figli della Shoah APS. Entrambi gli appuntamenti sono sold out.



Il concerto di lunedì 29 gennaio alle ore 20 segna il ritorno di Daniel Barenboim – socio onorario della Filarmonica – sul podio del Teatro alla Scala, con un programma tutto beethoveniano che include la Sinfonia n. 6 in fa magg. op. 68 Pastorale e la Sinfonia n. 7 in la magg. op. 92. In occasione del Giorno della Memoria sabato 27 gennaio alle ore 21 la Filarmonica della Scala e il Maestro Daniel Barenboim sono protagonisti di una Prova Aperta straordinaria alla Sala Verdi del Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione Figli della Shoah APS, di cui è presidente onoraria la Senatrice Liliana Segre. Entrambi gli appuntamenti sono già sold out.
Nel corso della sua lunga carriera musicale Daniel Barenboim si è distinto per il suo impegno nel costruire ponti tra i popoli. Ai prestigiosi incarichi alla testa di istituzioni come la Staatsoper di Berlino e il Teatro alla Scala di Milano ha affiancato premi e riconoscimenti internazionali come il Westfälischer Friedenspreis (2010) e la Medaglia Otto Hahn per la Pace conferita dalla Società Tedesca per le Nazioni Unite (2010). Ha recentemente ricevuto la sua quinta Légion d’honneur, questa volta affiancato dall’amica di una vita Martha Argerich. Dal 1999 Barenboim guida la West-Eastern Divan Orchestra, straordinaria compagine fondata insieme a Edward Said.
 
A proposito del programma l’autore delle note di sala Jacopo Pellegrini scrive: «Siffatti stati emozionali spasmodici e incontenibili sono legati a esperienze di scoperta, d’illuminazione, a epifanie dell’ignoto, in musica dell’inaudito. Difficilmente li si associa a composizioni ascoltate o suonate decine, centinaia di volte, quali appunto sono queste due Sinfonie di Beethoven. Eppure, ciò che riesce agli interpreti eccezionali (non ai bravi, ai molto bravi, ai più bravi, solo agli eccezionali) è proprio questo: conferire un fondamento di novità, di rivelazione a testi logorati dal troppo uso. Al novero di codesti fuoriclasse, oggidì ridotto al lumicino, appartiene indubitabilmente Daniel Barenboim. Lecito dunque attendersi anche da lui il medesimo scombussolamento interiore, gli stessi lucciconi occorsi anni or sono ai due amici miei, scossi, felici e contenti».
 
L’Associazione Figli della Shoah APS è stata fondata nel 1998 dai sopravvissuti alla Shoah e dai loro familiari. Ha avuto sin da subito rilevanza nazionale, dedicando tutte le sue energie e le sue risorse ad attività di sensibilizzazione della cittadinanza intorno alle tematiche della Shoah, ricevendo numerosi riconoscimenti istituzionali. La Prova Aperta è l’occasione per sostenere i progetti didattici e formativi dell’Associazione Figli della Shoah APS, incentrati sui temi della conoscenza dell’ebraismo e della storia della Shoah. Socio fondatore del Museo della Shoah di Roma e della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, l’Associazione Figli della Shoah ha contribuito, fin dalla sua fondazione, alla campagna per l’approvazione della Legge che ha sancito nel 27 gennaio, la data annuale commemorativa del Giorno della Memoria.
Conservatorio “G. Verdi” di Milano
Sabato 27 gennaio 2024, ore 21 Prova Aperta Straordinaria
in occasione del Giorno della Memoria
Lunedì 29 gennaio 2024, ore 20 Concerto
 
Filarmonica della Scala
Daniel Barenboim
 direttore
 
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 6 in fa magg. op. 68 Pastorale
Allegro ma non troppo
Andante molto mosso
Allegro
Allegro
Allegretto

 
Sinfonia n. 7 in la magg. op. 92
Poco sostenuto. Vivace
Allegretto
Presto
Allegro con brio

TCBO: CON “MANON LESCAUT” E L’OMAGGIO A PUCCINI SI INAUGURA LA STAGIONE D’OPERA 2024 - La nuova produzione, proposta in prima assoluta al Comunale Nouveau dal 26 al 31 gennaio, vede la direzione di Oksana Lyniv e la regia di Leo Muscato


Con Manon Lescaut di Giacomo Puccini, nel centenario della scomparsa del compositore, si apre la Stagione d'Opera 2024 del Teatro Comunale di Bologna. La nuova produzione, in programma in prima assoluta al Comunale Nouveau a partire da venerdì 26 gennaio alle 20.00 – anche con trasmissione in diretta su Rai Radio3 – è firmata dal regista Leo Muscato, al debutto nel teatro felsineo, e vede la Direttrice musicale Oksana Lyniv affrontare il titolo per la prima volta. Lo spettacolo è in replica fino al 31 gennaio. 
 
«Un anno fa, quando il teatro ha temporaneamente lasciato la sua sede storica per trasferirsi in un luogo inedito – racconta il Sovrintendente Fulvio Macciardi – siamo partiti per un’avventura che presentava molte incognite. Oggi il Comunale Nouveau è diventato il nuovo spazio della musica a Bologna: un luogo di produzione artistica, di incontro e di creatività che arricchisce l’intera città. Un sentito ringraziamento va al lavoro e all’impegno profuso da tutti i comparti del Teatro, e un grazie speciale va al nostro pubblico, che ci segue e dà fiducia, e a coloro che ci hanno sostenuto in questo percorso e continuano a farlo ogni giorno». 
  
«Nel 1889 il trentunenne Puccini firmò un contratto con Ricordi per Manon Lescaut – dice Oksana Lyniv – e contemporaneamente stava lavorando a una versione ridotta dei Meistersinger von Nürnberg di Wagner per La Scala di Milano, entrando in contatto con le sperimentazioni armoniche wagneriane. La partitura utilizza la tecnica del Leitmotiv – penso al suono orchestrale e al linguaggio armonico per la descrizione del mondo emotivo di Manon Lescaut e De Grieux, che si ispirano al Tristano e Isotta – ma è anche arricchita da citazioni dalle prime opere giovanili di Puccini, che rispecchiano lo spirito dell’epoca in cui la vicenda è ambientata».   
  
Secondo la visione del regista, nei quattro atti dell’opera i protagonisti sono sempre sul punto di partire, o di fuggire da qualcosa, o da qualcuno. «È come se la terra bruciasse sotto i loro piedi – racconta Leo Muscato – e impedisse loro di fermarsi e ragionare sulle conseguenze delle loro azioni. Per questa ragione, ciò che tiene insieme i quattro differenti luoghi della nostra messa in scena è proprio la terra che brucia, è proprio il deserto, un luogo metaforico che nell’opera di Puccini arriva nel IV atto. Il personaggio di Manon è un'anima in costante oscillazione tra estremi emotivi opposti. A volte è una forza della natura, animata da una gioia contagiosa e da un desiderio irrefrenabile di avventura e amore; altre volte sprofonda in un'oscurità emotiva che la fa apparire tormentata e vulnerabile e bisognosa di protezione. Ci impiega pochi secondi per decidere di fuggire al proprio destino seguendo uno sconosciuto che ha incontrato qualche minuto prima. La sua fuga scapicollata con Des Grieux – conclude il regista – si trasforma in stupefacente alchimia sessuale che travolgerà entrambi in un turbine di emozioni e impulsi, e che trasformerà il loro amore in una relazione tossica, in cui ognuno riesce a tirare fuori il peggio dell’altro».  
 
Premiato come miglior regista prima dalla critica teatrale, nel 2007, e poi dalla critica musicale, nel 2012, oggi Muscato collabora con i palcoscenici operistici italiani più prestigiosi: dal Teatro dell’Opera di Roma alla Scala di Milano. Nella nuova produzione bolognese le scene dello spettacolo sono curate da Federica Parolini, i costumi sono di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi.  
  
Debutta nel ruolo della protagonista il soprano Erika Grimaldi, recentemente applaudita a Bologna nell’Andrea Chénier di Giordano e nella Forza del destino di Verdi, affiancata sul palco dal tenore Luciano Ganci (come Renato Des Grieux) e dal baritono Claudio Sgura (come Lescaut). Nelle recite del 27 e 31 gennaio questi tre personaggi sono invece interpretati da Lana Kos, Roberto Aronica e Gustavo Castillo. Completano il cast Giacomo Prestia nei panni di Geronte di Ravoir, Paolo Antognetti in quelli di Edmondo, Kwangsik Park nelle vesti dell'Oste e in quelle del Sergente degli arcieri, Bruno Lazzaretti come Il maestro di ballo, Aloisa Aisemberg come Un musico, Cristiano Olivieri come Un lampionaio e Costantino Finucci come Il comandante di marina. L'Orchestra e il Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – sono quelli della Fondazione lirico-sinfonica bolognese.  
  
Dopo il grande successo della prima rappresentazione assoluta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893, il 4 novembre di quello stesso anno Manon Lescaut debuttò al Comunale di Bologna con esiti altrettanto positivi (e ben diciotto repliche). Si trattava della terza opera di Puccini, dopo l’esordio convincente con Le Villi e l’incerta accoglienza riservata a Edgar. Il dramma lirico in quattro atti su libretto di autore anonimo, cui collaborarono lo stesso Puccini, Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Marco Praga e Giulio Ricordi, fu scritto tra il 1889 e il 1892. Il soggetto, tratto dal romanzo Histoire du Chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut di François-Antoine Prévost, aveva già suscitato l’interesse di altri due compositori prima di Puccini: i francesi Daniel Auber e Jules Massenet. Manon Lescaut manca dalla Stagione del teatro bolognese dal 2002.  
  
Opening partner dello spettacolo è Gruppo Hera. «Confermiamo con convinzione il nostro sostegno il Teatro Comunale di Bologna, una delle più significative eccellenze culturali del territorio – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Comunicazione e Relazioni Esterne della multiutility – e siamo molto lieti di tenere a battesimo l’opera che inaugura la stagione 2024 del Comunale Nouveau, nella sede temporanea che abbiamo contribuito ad allestire per permettere alla città di continuare a godere di un’offerta artistica e musicale ricca, stimolante e di assoluto valore». 
  
I biglietti – da 25 a 150 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio. Info: https://www.tcbo.it/eventi/manon-lescaut/ 
 
A partire dalle recite di Manon Lescaut, sul soffitto del Foyer del Comunale Nouveau sarà visibile la nuova installazione permanente site-specific composta di specchi realizzata dal duo Antonello Ghezzi, dal titolo Ed intanto la mia testa, a cura del Teatro Comunale. L’opera vuole idealmente accompagnare il pubblico verso la platea: «Siamo spettatori ma anche protagonisti – spiegano i due artisti – perché se alziamo lo sguardo ci siamo noi tra le parole della Cenerentola di Rossini, e quel nodo avviluppato è l'amore ma è anche la nostra vita, nella quale tutti andiamo a tentoni verso l'aria oscura. Per fortuna, grazie ai sentimenti che proviamo e grazie al teatro, possiamo finalmente cominciare a delirare, a sognare e a ricordarci che siamo allo stesso tempo spettatori, protagonisti, comparse e drammaturghi. Siamo qui e ora, siamo in un teatro nuovo ma che porta con sé tutta la storia del Teatro Comunale di Bologna». 

le foto sono di Andrea Ranzi

Sabato 20 gennaio il ricordo di Claudio Abbado nella giornata a lui dedicata da FERRARA MUSICA e dal Teatro Comunale di Ferrara

 
“Il mio rapporto con Ferrara è iniziato nel 1989. Da allora qui torno regolarmente e in questi luoghi mi sento ‘a casa’”. In un’intervista del 2013 Claudio Abbado sintetizzava così la sua esperienza ferrarese. Con grande immediatezza queste parole raccontano il senso più profondo del legame che per oltre 25 anni ha visto i luoghi della cultura della città incrociarsi con l’esperienza artistica di questo straordinario maestro. Nel decimo anniversario della sua scomparsa, sabato 20 gennaio l’Associazione Ferrara Musica, da lui fondata nel 1989, e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, che gestisce il teatro a lui intitolato, ricordano la figura del grande direttore d’orchestra con una giornata di appuntamenti guidati dal desiderio di rimarcare l’eredità del suo percorso artistico e umano: vivacità culturale, coraggio intellettuale, attenzione per le nuove generazioni e senso civile. 
"Abbiamo ricordato Claudio Abbado - spiega Francesco Micheli, presidente di Ferrara Musica - invitando in questa stagione le orchestre da lui fondate e residenti a Ferrara Musica: la Mahler Chamber Orchestra, la Chamber Orchestra of Europe e l'Orchestra Mozart, che è attualmente in residenza, impegnata nell’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven. Le iniziative di sabato 20 gennaio sono un arricchimento ulteriore, realizzato grazie alla memoria visiva del fotografo Marco Caselli Nirmal, e mettono in luce anche altri aspetti della sua figura oltre a quello musicale".

Questo il programma della giornata. Alle 11 verrà presentato il libro per bambine e bambini “Radici, maestro!”, pubblicato da Carthusia, a cui parteciperanno Patrizia Zerbi, editrice di Carthusia, Pamela Pergolini, autrice del testo, Daniela Iride Murgia, illustratrice del libro, con l’introduzione di Dorota Kusiak, assessore all’Istruzione del Comune di Ferrara. Abbado si definiva “un giardiniere prestato alle note”, sottolineando la passione per il giardinaggio e l’ecologia: da lì nasce l’idea di una storia dove musica e ambiente si fanno metafora di una visione diversa di futuro.
Alle 12 verrà inaugurata la mostra fotografica “Il sorriso di Claudio. Fare musica insieme: Abbado a Ferrara nelle immagini di Marco Caselli Nirmal, 1990-2013”, con la partecipazione dello stesso fotografo, di Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, e del presidente di Ferrara Musica Francesco Micheli. Dodici pannelli nella Rotonda Foschini, dodici sotto i portici del Teatro, e un grande pannello “extra” sullo scalone del Ridotto, illustrano la relazione del direttore con le sue orchestre. 
Alle 15 è in programma un incontro a cura del Garden Club di Ferrara, “Un giardiniere prestato alle note”, con gli interventi di Manfredi Patitucci, progettista del Bosco Abbado; Santo Scalia, che parlerà del “valore naturalistico ed educativo dell’oasi di Alghero”; Cinzia Ammirati, che racconterà la figura della madre di Abbado,  ‘Linuzza’ Savagnone Abbado, e l’introduzione di Paola Roncarati, Presidente del Garden Club Ferrara. 
Alle 16 verrà proiettato il film “L’Orchestra. Claudio Abbado e i musicisti della Mozart”, di Helmut Failoni e Francesco Merini, con la partecipazione di Helmut Failoni. Seguendo l'orchestra nel tour italiano ed europeo della stagione 2012/2013, il documentario offre uno sguardo privilegiato sul lavoro di Claudio Abbado e sul significato dell'essere un musicista classico nel nuovo Millennio. Nell’occasione verranno mostrati alcuni spezzoni del film precedente curato da Failoni e Merini, “L’altra voce della musica. Il viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e l'Avana”.
Infine, alle 17.30, la musicologa Lidia Bramani presenterà il suo libro “La musica scorre a Berlino”, con la partecipazione di Daniele Abbado, Moni Ovadia, Marcello Corvino. Il volume di Bramani, edito da Bompiani, è il frutto di una conversazione tra l'autrice e Claudio Abbado sui suoi anni alla guida dei Berliner Philharmoniker, e sarà lo spunto per allargare il discorso sulle produzioni liriche firmate dallo stesso Abbado a Ferrara. 
Tutte le iniziative si svolgeranno al Ridotto del Teatro - a eccezione dell'inaugurazione della mostra, che avverrà nella Rotonda Foschini -  e sono a ingresso libero. 

La Fenice celebra la Giornata della Memoria con una cerimonia cittadina e un concerto dedicato a Erwin Schulhoff e Victor Ullmann, due grandi compositori ebrei del Novecento



 
La Fenice celebra il Giorno della Memoria 2024, in ricordo delle vittime delle persecuzioni e dello sterminio nazista, con un evento di riflessione e musica che si svolgerà domenica 21 gennaio 2024 ore 11.00 nella sala grande del Teatro di Campo San Fantin. Nella prima parte dell’evento si svolgerà una cerimonia cittadina cui si succederanno gli interventi istituzionali del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro; di Dario Calimani, presidente della Comunità Ebraica di Venezia; e di Fortunato Ortombina, sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice. Seguirà un concerto a cura dell’associazione musicArtemia dal titolo Super Flumina Babiloniae, un omaggio a Erwin Schulhoff e Victor Ullmann, due grandi compositori ebrei del Novecento, che vedrà come interpreti il mezzosoprano Valeria Mela, la sassofonista Valentina Renesto, il pianista Giusepe Bruno e l’attore Delfo Menicucci.
Il forte di Terezin, alle porte di Praga, fu un campo di prigionia in cui si ritrovarono moltissimi artisti, che spesso assunsero in prima persona l’onere di sostenere il morale dei prigionieri (molti bambini) e di dare un senso al loro esistere anche nelle condizioni che possiamo immaginare (fame, malattie). L’opera di Ullmann, Kraša ed altri rimane a testimonianza della resilienza dell’essere umano nonostante tutto. Ma Victor Ullmann (nella foto), praghese di lingua tedesca, era già un compositore importante prima della Guerra e occupa un suo spazio originale nel panorama europeo: di grande interesse è constatare come il suo linguaggio si sia fatto più vicino negli anni finali a quello di Weill e anche di Mahler, nella ricerca del massimo di comunicabilità, a far sì che la musica portasse luce anche là dove la speranza era morta. Allievo di Schönberg, amico di Berg, vinse un importante concorso di composizione con le Variazioni sul Klavierstück op. 19 n. 4 del suo Maestro. La Rapsodia per saxofono e orchestra del 1940, composizione di taglio folclorico dedicata al grande Sigurd Rascher, non fu eseguita all’epoca; tre anni dopo, durante la prigionia, Ullmann scrisse il Kaiser von Atlantis, forse la satira più potente e amara della dittatura. Infine, nell’estate del 1944, dedicò alla moglie il Melodram su testo di Rilke, un’altra opera in cui l’amarezza e l’inutilità della guerra si palesano con un’intensità commovente. Il 17 ottobre di quell’anno Viktor Ullmann e la moglie furono uccisi ad Auschwitz.
Erwin Schulhoff (nella foto) esordì giovanissimo (i Lieder op. 5 sono stati scritti a quindici anni), modellando il suo stile su quello di Richard Strauss. Successivamente, fu uno dei primi compositori mitteleuropei ad adottare una scrittura fortemente improntata al jazz (come nella famosa Hot Sonata per sax). Le composizioni popolari che saranno eseguite nel programma mostrano una capacità vicina a quella di Bartók nell’inglobare elementi folclorici in un linguaggio comunque moderno. L’adesione al Partito Comunista fu origine di varie composizioni di carattere propagandistico, che però non lo protessero dall’essere ‘ceduto’ dall’URSS ai nazisti, all’indomani del Patto. La sua vita si concluse nel 1942 nel campo di Wülzburg.
L’ingresso all’evento, realizzato in collaborazione con il Comune di Venezia, con la Presidenza del Consiglio della Città di Venezia e con il comitato Il giorno della Memoria. 27 gennaio, è su invito e prenotazione www.bit.ly/fenice21gennaio
 
 
VALERIA MELA, MEZZOSOPRANO
Laureata a pieni voti in Canto al Conservatorio Vittadini di Pavia, è stata protagonista di concerti e di produzioni operistiche, di musica sacra e da salotto, di Lieder e di musica barocca in tutta Italia, in Cina, a Singapore, in Giappone, in Svizzera, in Tagikistan, in Russia e in Crimea.
 
VALENTINA RENESTO, SASSOFONO SOPRANO E SASSOFONO CONTRALTO
Inizia lo studio del sassofono presso il Conservatorio di Parma per poi diplomarsi col massimo dei voti al Conservatorio della Spezia conseguendo altresì il diploma abilitante all'insegnamento e il diploma di secondo livello in sassofono. Ha tenuto masterclass e seminari presso prestigiosi enti in Italia, Polonia, Germania e USA. Nel 2010 inizia l'attività con il quartetto ExclusIVe col quale effettua registrazioni radiofoniche e discografiche. Attualmente è docente presso il Liceo Musicale Cardarelli della Spezia.
 
GIUSEPPE BRUNO, PIANOFORTE
Diplomato a pieni voti in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra, ha suonato con importanti complessi in Italia, USA, Grecia, Ucraina, Polonia, Bosnia, Romania e Germania. Vincitore di numerosi concorsi, ha effettuato registrazioni radiofoniche, televisive per enti europei. Attivo come direttore d'orchestra e autore di composizioni da camera e per il teatro, attualmente è direttore del Conservatorio G.Puccini di La Spezia.
 
DELFI MENICUCCI, RECITANTE
Diplomato a Lucca con la massima votazione in canto. È da sempre attivo in teatro come attore e regista, oltre a essersi esibito come direttore di coro e di orchestra. Ha tenuto masterclass di canto in tutto il mondo.