Storico happening diffuso e trasversale
alle arti in Val di Chiana, culla verde del Rinascimento Italiano, e
quest’anno per la prima volta anche a Pienza e al Museo Etrusco di
Chiusi a sostegno del progetto di candidatura della Valdichiana
Senese a Capitale Italiana della Cultura 2026
Precursore ante litteram di alcune
delle tendenze oggi più consolidate del fare musica in Europa, dalla
residenza artistica per un vero cenacolo di idee al lavoro comune tra
giovani, dilettanti e grandi artisti di fama, dalla trasversalità
delle arti alla capillare diffusione nelle campagne per una
riscoperta delle bellezze storiche e naturalistiche musicate fino ad
ottenere un impressionante successo, negli anni, sul fronte
dell’alfabetizzazione musicale, oggi il quasi cinquantenne Cantiere
Internazionale d’Arte dimostra tutta la sua sfidante vitalità con
ben quindici tra prime assolute e commissioni artistiche, due nuove
produzioni d’opera e la nascita, in totale controtendenza
nazionale, della Compagnia Cantiere Danza (
nella foto) coordinata da Azzurra Di
Meco, nonché una lista importante di grandi artisti internazionali
impegnati sul territorio per due settimane di vita e cultura
condivise
La banda del borgo di Montepulciano che
diventa portatrice di musica contemporanea su commissione per la
tradizionale apertura venerdì 14 luglio e il seguente concerto
sinfonico con l’Orchestra della Toscana diretta da Roland Böer con
gli eccellenti solisti Gabriel Schwabe al violoncello e Hellen Weiss
al violino per un impaginato tra grande Ottocento tedesco e James
MacMillan (
nella foto), assurto alle cronache mondiali per il suo inno al corteo
funebre della Regina Elisabetta e che sarà presente a Montepulciano:
sin dal primo giorno dunque il Cantiere mostra subito la sua
continuità etica, estetica ed artistica col dettato di Henze
mescolando, con l’unico criterio di autenticità e passione,
tradizione popolare e cultura alta, affermati professionisti e
giovani talenti, ma anche dilettanti, repertorio di tradizione e
novità assolute, affettuose memorie, come nel dialogo all’Enoliteca
del secondo giorno, ed impaginati sfidanti come il progetto Light
Percussion del Lugano Percussion Ensemble, tutto dedicato a
sfatare il cliché sulle capacità espressive delle percussioni.
Una rassegna senza routine, sempre
giocata sul rischio culturale, sulla sfida alle convenzioni, ancora
più d’impatto considerata la sua collocazione in borghi sempre
sotto i 15.000 abitanti, un festival che da quasi 50 anni capovolge
le aspettative del pubblico, come nel nuovo allestimento
dell’opera giovanile e primo Singspiel di Mozart Bastien und
Bastienne k 50 (
nell'immagine, un bozzetto dei costumi), che verrà diretto da Tito Ceccherini, stimato
interprete con solide collaborazioni con orchestre importanti come
BBC Symphony, qui sul podio della Wunderkammer Youth Ensemble, con la
regia dell’attore, regista e formatore Luca Fusi, esperto di teatro
popolare con lunghi periodi di approfondimento in terra d’Africa,
oggi docente alla Paolo Grassi di Milano. La messa in scena è
arricchita dal Guido Levi Lighting Lab con la giovane light designer
Giulia Bandera.
Un Cantiere che offre al suo interno
infiniti percorsi diversi in base anche al genius loci degli spazi di
spettacolo, a partire dal Bagno Grande di San Casciano dei
Bagni, luogo della recente e sensazionale scoperta dei bronzi di
epoca etrusca che ospita sabato 29 luglio Substrata, performance
elettroacustica dove la stratificazione della materia porta alla luce
i misteri delle culture antiche con il lirismo del flauto di Roberto
Pasquini (
nella foto) e la manipolazione elettronica di Davide Vannuccini;
la duecentesca chiesa di San Leonardo a Montefollonico presenta
invece sabato 15 un impaginato di rare composizioni barocche in trio
d’archi e clavicembalo nel toccante contesto architettonico della
sua unica, semplice navata, o la splendida Riserva Naturale di
Pietraporciana sul crinale tra Val d’Orcia e Val di Chiana per
le cui grotte, sentieri e faggete in cui l’occhio può spaziare dal
Trasimeno all’Amiata, si terrà il progetto Peripatetiche
all’ascolto, workshop di esplorazione sonora pensato al
dialogo tra suono naturale e suono riprodotto, ma soprattutto
incentrato sull’arte sempre più rara dell’ascolto come gesto
consapevole di civiltà.
E ancora il rinascimentale Tempio di
San Biagio a Montepulciano che ospiterà fra gli altri il concerto
dell’affermato basso Riccardo Zanellato in un percorso dedicato
all’arte della trascrizione musicale, Santa Maria delle Grazie il
cui prezioso organo secentesco a canne di cipresso accoglierà il
virtuoso Adriano Falcioni (
nella foto), Palazzo Ricci tra musica da camera ed
elettronica, l’austero Cortile delle Carceri la cui splendida
acustica a cielo aperto sarà cornice perfetta di molte nuove
commissioni di musica da camera senza dimenticare l’omaggio a Berio
e al suo milieu o il virtuoso della chitarra Giulio Tampalini; e
ancora il primo violoncello della Scala Sandro Laffranchini
nel Chiostro della Fortezza di Montepulciano oppure l’imponente
Castello di Sarteano, le cui scabre mura medievali saranno cornice di
un progetto tra teatro, installazione o tableau vivant contemporaneo
dedicato a Shakespeare a cura della Nuova Compagnia degli
Arrischianti, colonna portante del teatro popolare. Anche se da
sempre il cuore pulsante rimarrà la poliziana Piazza Grande,
dove oltre agli eventi dell’apertura ed al concerto di
chiusura con Daniele Giorgi sul podio di fronte ad un organico
di ampie proporzioni con l’Orchestra Poliziana, due pianoforti e
due cori su musiche di Elgar e Bizet, si avrà anche il debutto
della Compagnia Cantiere Danza, guidata da Silvia Azzoni e Oleksandr
Ryabko con i Solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e la
coreografia di Kristina Paulin dedicata alla vita di Mozart, oltre
allo spettacolo di danza jazz Agata con Sosta
Palmizi, mentre un ulteriore appuntamento con l’arte coreutica
si terrà in una delle storiche cantine poliziane.
Il settecentesco Teatro Poliziano,
vera anima del Cantiere e dell’attività musicale, didattica e
culturale della cittadina per tutto l’anno, ospiterà non solo
l’opera giovanile di Mozart ma anche la prima assoluta di Cronache
del bambino anatra, drammaturgia di Sonia Antinori traslata in teatro
musicale, con la partitura commissionata all’autorevole Antonio
Giacometti (
nella foto) e la regia affidata all’esperienza di Luca Valentino.
Insieme al soprano in carriera Tiziana Tramonti, sono in scena il
Coro di voci bianche e i piccoli protagonisti selezionati nel locale
Istituto di Musica, a conferma di come la vera sperimentazione
passi non solo dalla scelta dei repertori, ma anche dalla coraggiosa
intuizione etica ed estetica di Henze di far lavorare con stimati
professionisti giovani ragazzi che un giorno forse faranno altre
carriere, ma rimarranno sicuramente per tutta la vita un pubblico
attento, consapevole, educato e ricettivo, ciò che oggi manca alla
cultura musicale europea e che Montepulciano coltiva invece ogni anno
con meticolosa dedizione, creando così l’orizzonte d’attesa più
preparato ad accogliere con favore e curiosità i suoni dell’oggi.
Importante anche quest’anno lo spazio
dedicato alla musica folklorica in dialogo con la scrittura
accademica, dal progetto East Side Story che esplora
l’Oriente attraverso lo sguardo di compositori classici e
contemporanei con Paolo Marzocchi al pianoforte e I Canti dal
Mondo nel rinascimentale Chiostro di Sant’Agnese, che spazia
dai Folk Songs di Berio ai canti contemporanei dell’iraniano Reza
Vali, tra i compositori più stimati nel panorama anglosassone, fino
alla prima assoluta di Vincenzo Parisi Canti di Filatrici.
Chiosa così il suo Cantiere 2023 il
Direttore Artistico Mauro Montalbetti (
nella foto): “Ogni anno la sfida di
ricreare a Montepulciano il sogno di Henze, cioè un vero cenacolo
d’arte trasversale non solo alle discipline artistiche ma anche
alle competenze dei protagonisti, facendo vivere e lavorare insieme
grandi artisti di fama internazionale con studenti e bravi
dilettanti, pare sempre più grande di noi, ma alla fine tutto
magicamente va al suo posto ed i grandi artisti sono sempre più
felici di prendere parte a questa utopia terrena che è prima di
tutto un’esperienza umana ed artistica imperdibile, poi, molto ma
molto dopo, un’occasione professionale. Ringrazio la generosità ed
il coraggio di tutti i protagonisti e soprattutto ringrazio la storia
di educazione e crescita collettiva che ho ereditato e che voglio
fortissimamente traghettare col mio lavoro verso un futuro sempre più
solido, perché credo che mai come oggi le utopie siano l’ossigeno
di cui la nostra società ha bisogno per continuare a vivere
civilmente. E ringrazio anche tutta la comunità che vive tutto
l’anno attorno al Cantiere e che con la sua fedeltà e passione lo
protegge, in primis le istituzioni cittadine e regionali che
condividono con noi intenti e ideali”.