giovedì 31 ottobre 2019

Venerdì 1 novembre, alle 20.30 al Teatro Alighieri, la nuova produzione della NORMA di Bellini



Un’opera-mito - mito del belcanto, della perfezione formale, dell’idea stessa di opera - apre la Trilogia d’Autunno a coronamento della XXX edizione di Ravenna Festival: la nuova produzione di Norma debutta venerdì 1 novembre, alle 20.30, inaugurando la straordinaria avventura lirica che anche quest’anno sceglie il Teatro Alighieri per nove appuntamenti con l’opera, sera dopo sera fino al 10 novembre. La prima del titolo belliniano rivela una natura dove la concretezza della materia si ammanta di leggenda, cosparsa di messaggi cifrati; come la luna che, inevitabilmente, domina la scena. Dirige l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” Alessandro Benigni, già sul podio di Nabucco l’anno scorso, mentre alla regia c’è Cristina Mazzavillani Muti; in palcoscenico un giovane cast per la prima volta nel ruolo, compresa la Norma del soprano coreano Vittoria Yeo, già applaudita Lady Macbeth. Al debutto anche il Coro “Luigi Cherubini”, preparato da Antonio Greco e integrato con elementi del Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. Norma, che sarà in scena anche martedì 5 e venerdì 8, sempre alle 20.30, è il primo passo di un percorso che arriva agli albori del verismo, passando per Aida e approdando a Carmen, anche queste nuove produzioni.


Accanto a Vittoria Yeo nei panni della figlia del capo dei druidi, sacerdotessa che ha violato i voti per amore di un romano, il tenore Giuseppe Tommaso è il proconsole Pollione, mentre il basso Antonio Di Matteo è Oroveso, padre di Norma, e il soprano turco Asude Karayavuz sperimenta i panni di Adalgisa, rivale in amore della protagonista. Completano la compagnia di canto Erica Cortese, la fida Clotilde, e Riccardo Rados, l’amico di Pollione Flavio. La Trilogia si conferma un vero e proprio “laboratorio” per talenti non soltanto nel cast: il Coro “Luigi Cherubini”, creato ad hoc da Fondazione Ravenna Manifestazioni per le proprie produzioni, attraverso un percorso di selezioni avviato nel 2018, è infatti composto di cantanti giovani e musicalmente versatili. In scena anche i DanzActori Trilogia d’Autunno, mentre gli strumentisti di palcoscenico - in collaborazione con gli Istituti Superiori di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna e “B. Maderna” di Cesena e con Romagna Brass - sono diretti da Alicia Galli.

Opera invece dietro le quinte un affiatato team creativo: lo scenografo e visual designer Ezio Antonelli, il light designer Vincent Longuemare, il video programmer Davide Broccoli e ai costumi Alessandro Lai. Il libro Preghiera, una creazione di Matteo Drudi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, è la prima delle due opere che gli spettatori potranno osservare in scena (la seconda apparirà
in Aida); altri lavori dei giovani artisti dell’Accademia sono invece esposti negli spazi del Teatro per l’intera durata della Trilogia. Sul fronte audio, per la prima volta un’opera si avvale di una “camera acustica virtuale”, creata da BH Audio utilizzando lo strumento Soundscape degli esperti tedeschi di d&b audiotechnik.

Fronde di un bosco, un fitto intreccio di radici, cavità sotterranee, poi l’acqua e la bruma di paludi che
riportano la Gallia romana a paesaggi nostrani…e simboli di un mondo perduto e misterioso: il libro che è al
tempo stesso parola, credo, codice; il teschio-totem della divinità pagana Irminsul; la luna che ora splende candida sulle note di Casta Diva, ora si tinge di rosso nella chiamata alle armi, quasi a preludio di quel rosso rogo che è l’orizzonte degli ultimi passi di Norma e Pollione sulla scena. Gli spazi esterni, invariabilmente notturni, si contrappongono alla cavità sotterranea dove Norma ha nascosto i propri figli: non avendo mai visto la luce non sono mai nati e possono quindi apparire in scena quindi come due manichini, un’idea di figli che Norma coltiva nel proprio antro. Così Norma paga la propria doppia vita - divisa fra amore e amor di patria, castità e maternità - con l’assenza di vita per i due innocenti, rappresentati in scena da due manichini, quasi a sottolineare la profonda e irrimediabile solitudine in cui versa Norma. E anche la protagonista, come la luna, muta vesti, dal candore sacerdotale al nero pece della segretezza, della gelosia, della terribile tentazione.  

Il pubblico potrà usufruire di Lyri, l’applicazione gratuita e multilingue che permette di visualizzare testi e
trama del libretto su smartphone e tablet: grazie allo sfondo nero, a un limitatissimo consumo di batteria e alla sincronizzazione in tempo reale, Lyri non disturba la visione dello spettacolo e sostituisce efficacemente i
sottotitoli. Si tratta di un gradito ritorno dell’app all’Alighieri, dove aveva debuttato nel 2015, e di un altro elemento che contribuisce alla funzionalità e al comfort dell’esperienza a Teatro.

La Trilogia d’Autunno è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Camera di Commercio, della Regione Emilia Romagna e del Ministero per i beni e le attività culturali, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e di Bper Banca. Accanto a Norma, debuttano le nuove produzioni di Aida (2, 6 e 9 novembre), sempre per la regia di Cristina Muti e diretta da Nicola Paszkowski, e Carmen (3, 7 e 10 novembre), regia di Luca Micheletti e direzione di Vladimir Ovodok.



mercoledì 30 ottobre 2019

La Nuova Orchestra Scarlatti da Bach a Webern e Hindemith: sul podio, Marco Attura


sabato 9 novembre 2019, ore 19.00
Sala Scarlatti del Conservatorio San Pietro a Majella – Napoli

 Bach          Ricercare a 6 per archi (dall’Offerta musicale BWV 1079)
Concerto brandeburghese n 3 in sol magg. BWV 1048
 Webern   Ricercata, fuga a 6 voci per orchestra
(dal Ricercare a 6 voci dell’Offerta musicale BWV 1079 di J. S. Bach)
Hindemith  Trauermusik per viola e archi
Webern        Concerto op. 24 per 9 strumenti
Hindemith  Kammermusik n. 1 per 12 strumenti, op. 24 n. 1

viola Piero Massa
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
direttore Marco Attura

Un appuntamento di grande interesse e di forti suggestioni, che mette a confronto alcune delle più affascinanti ‘geometrie’ di J. S. Bach – l’altissimo Ricercare a 6 dall’Offerta Musicale e il perfetto e coinvolgente congegno sonoro del Terzo Concerto brandeburghese – con pagine di due tra i più grandi ‘architetti’ musicali del primo ‘900, Anton Webern e Paul Hindemith, diversissimi tra loro, ma che entrambi vedono in Bach un modello imprescindibile per costruire nuove strutture che diano senso e ordine al magma della modernità. Di Webern sono in programma la versione orchestrale dello stesso Ricercare a 6 bachiano di apertura (1934-35), rielaborazione splendida che scompone le linee astratte della polifonia originale in un prisma di pure emozioni timbriche, e il cristallino, concentrico gioco combinatorio del Concerto op. 24 (1931-34); di Hindemith ascolteremo l’avvolgente e profonda Trauermusik (1936) per viola e archi e l’energetica Kammermusik n. 1, un capolavoro dei primi anni Venti dello scorso secolo in cui il modello contrappuntistico dei Concerti brandeburghesi di Bach è allegramente stravolto in un meccanismo dinamico che accosta in elettrizzanti ‘costellazioni’ sonore gli echi più disparati: Stravinskij e Milhaud, il rag-time e il fox-trot, il cabaret berlinese, il jazz e le musiche militari.
biglietto € 12
prevendita:
– online su www.azzurroservice.net
– presso i punti vendita TicketOnline
vendita: botteghino da un’ora prima del concerto


Neuhold sul podio dell'OPV dirige Mozart, Beethoven, Schubert


Giovedì 31 Ottobre 2019
Auditorium Pollini, via Carlo Cassan 17, Padova
Ore 20:45

Günter Neuhold Direttore
Orchestra di Padova e del Veneto

FRANZ SCHUBERT
Ouverture in stile italiano D 590
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia n. 36 "Linz"
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 4

Con il sostegno di Mediagraf Spa

Il concerto rappresenta il primo appuntamento della Stagione musicale dedicato al dialogo tra alcuni dei capolavori della Prima Scuola di Vienna. Oltre alla prima Ouverture in stile italianodi Schubert, suscitata dal passaggio a Vienna di Gioachino Rossini, sarà infatti presente la Sinfonia K 425 di Mozart e la Quartadi Beethoven.
Scritta in soli quattro giorni mentre il genio salisburghese si trovava a Linz, la Sinfonia K 425 segna un punto di svolta tra i lavori sinfonici di Mozart, così come la Quartadi Beethoven diverrà l’anello di congiunzione tra l’imponenza strumentale dell’Eroicae la travolgente drammaticità della celebre Quinta Sinfonia, all’epoca già in fase di elaborazione. Per l'occasione, l’Orchestra di Padova e del Veneto sarà guidata dal M° Günter Neuhold, già direttore musicale presso l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini e al Teatro Regio di Parma, nonché interprete di riferimento del repertorio viennese. Dopo aver diretto i Wiener Philharmoniker e i Sächsische Staatskapelle di Dresda, il direttore austriaco sarà a Padova per alimentare il dialogo tra alcuni dei maggiori capolavori della storia della musica.

La stagione 2020 del Filarmonico di Verona: otto titoli d'opera e 14 concerti sinfonici


 La Fondazione Arena di Verona presenta la sua stagione artistica al Teatro Filarmonico per tutta la durata del 2020: dal 10 gennaio al 31 dicembre saranno 24 le alzate di sipario per la stagione lirica, 27 quelle per la sinfonica, e numerosi i progetti e le anteprime dedicati al mondo della scuola. Se il Festival areniano propone le opere più celebri in allestimenti colossali, per tutto l’anno i complessi artistici e tecnici areniani si cimentano al Teatro Filarmonico in capolavori meno rappresentati nell’anfiteatro ma noti in tutto il mondo, con diversi capisaldi del repertorio assenti da molti anni dai cartelloni lirici e sinfonici e molte rarità in prima esecuzione veronese.

«La stagione invernale al Teatro Filarmonico è una delle due colonne portanti del nostro Ente lirico – spiega il sindaco Federico Sboarina, Presidente di Fondazione Arena –. Se da un lato, infatti, abbiamo lavorato per alzare la qualità del nostro festival lirico, che ha registrato quest’anno numeri oltre le aspettative, dall’altro abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ossia garantire la stagione invernale. È una grande soddisfazione poter presentare quest’anno un cartellone unitario, con tutta la produzione artistica del 2020 al Filarmonico, frutto di un grande lavoro di squadra e di un controllo oculato dei conti da parte del Consiglio di Indirizzo».   
Il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia esprime profonda soddisfazione per l’offerta artistica: «Sono molto orgogliosa di presentare una Stagione lirica e sinfonica che torna a svolgersi per l’intero anno solare e che costituisce per me una grande scommessa. Infatti, parallelamente alle grandi opere proposte in Arena che hanno registrato un aumento delle presenze e un gradimento da parte della stampa, ho voluto proporre al Teatro Filarmonico alcuni titoli mai rappresentati a Verona e addirittura in prima esecuzione contemporanea come L’Amleto del compositore veronese Franco Faccio. Direttori, interpreti e solisti della Stagione sono stati scelti nell’ottica di affiancare artisti di fama internazionale a giovani scoperte di grande talento.
Credo fermamente che il Filarmonico debba essere terreno fertile per educare, come ho detto anche ai ragazzi pochi giorni dopo la mia nomina a Sovrintendente. Mi rivolgo a loro, alla città e a tutto il pubblico che ci segue con tanto affetto, invitandoli a Teatro per riscoprire la bellezza di una vita all’insegna della musica».

La stagione inaugura venerdì 10 e sabato 11 gennaio con un grande concerto sinfonico che ha come protagonista Alexander Lonquich, artista dalla carriera internazionale che si presenta nella duplice veste di direttore e pianista. Il programma, articolato interamente su musiche di Mozart, si inserisce all’interno di una serie di iniziative cittadine volte a celebrare i 250 anni dall’arrivo di Mozart a Verona.
Il concerto inizia con l’Ouverture da Le nozze di Figaro per proseguire con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595 per terminare con la Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter” K 551.

La prima produzione del cartellone 2020 ci porta subito “nel cuore dell’Opera” con il capolavoro drammatico di Donizetti, Lucia di Lammermoor, in scena per quattro recite dal 26 gennaio al 2 febbraio. Il titolo, assente dal 2014, ha registrato a Verona la presenza delle più grandi voci del Novecento, tra cui Toti Dal Monte, Renata Scotto, Mariella Devia, Luciano Pavarotti, Renato Bruson. L’allestimento, proveniente dal Teatro Verdi di Salerno, è firmato da Renzo Giacchieri per regia e costumi, con le scene ed il projection design di Alfredo Troisi e le luci di Paolo Mazzon. A concertare è il maestro ucraino Andriy Yurkevych, esperto direttore d’opera acclamato in tutti i più importanti teatri del mondo, mentre nel cast potremo apprezzare le voci di Ruth Iniesta e Enkeleda Kamani nel ruolo del titolo, Biagio Pizzuti come Enrico, Enea Scala e Pietro Adaini come Sir Edgardo e Simon Lim come Raimondo.

Il 7 e l’8 febbraio torna sul podio dell’Orchestra dell’Arena di Verona il maestro Michael Balke, dopo il fortunato debutto nella nuova Salome straussiana del 2018. Il programma del concerto comprende tre capolavori dell’Ottocento tedesco, l’Ouverture da Oberon di Weber, la Missa in honorem Sanctissimae Trinitatis in do maggiore K 167, gemma poco conosciuta che impegna orchestra e coro scritta da un Mozart poco più che diciassettenne al rientro dal suo ultimo viaggio in Italia, per terminare con la Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 36 di Beethoven, pagina sintesi della nuova concezione sinfonica del compositore che risente fortemente della lezione delle ultime sinfonie di Mozart.

Dal 23 febbraio al 1° marzo per quattro recite l’aurea comicità di Gioachino Rossini diventa protagonista al Filarmonico con L’Italiana in Algeri, tra le massime opere del Pesarese. L’allestimento è firmato dal regista Stefano Vizioli per il Teatro Verdi di Pisa con le scene dell’artista Ugo Nespolo, i costumi del prestigioso Atelier Nicolao, le luci di Paolo Mazzon e la direzione di Francesco Ommassini, già più volte alla testa dei complessi artistici veronesi in occasioni sinfoniche e non. Carlo Lepore e Alessandro Abis daranno voce all’arrogante Mustafà, Daniela Cappiello sarà Elvira, il giovane soprano russo Vasilisa Berzhanskaya darà voce ad  Isabella, mentre il capitano Haly sarà il basso coreano Dongho Kim.

Negli stessi giorni il maestro Francesco Cilluffo si cimenta con l’Orchestra e il Coro areniani nel concerto del 28 e 29 febbraio nel segno di Mendelssohn e Ponchielli: si inizia con le onde atlantiche dell’Ouverture Le Ebridi e si conclude con il grandioso affresco shakespeariano del Sogno di una notte di mezza estate. Accanto a queste due vette della musica romantica sono proposte due pagine rare, entrambe affidate al dialogo tra due clarinetti e l’orchestra: il Konzertstűck n. 2 dello stesso Mendelssohn e Il Convegno di Amilcare Ponchielli. Come solisti si esibiranno la prima parte dell’Orchestra Giampiero Sobrino e il giovane veronese Alessandro Beverari, che ha brillato nell’ultima edizione del “Concorso internazionale Čajkovskij”.

Per il concerto del 6 e 7 marzo è la volta del debutto veronese del maestro Giampaolo Pretto, direttore e solista di due capolavori giovanili di Mozart: l’Andante in do maggiore K 315 e il Concerto n. 1 in sol maggiore K 313 entrambi per flauto e orchestra. La seconda parte del programma è invece dedicata alla Sinfonia 9 in do maggiore di Franz Schubert, “la Grande”, imponente ed estremo lascito sinfonico del grande viennese.

La settimana seguente, il 13 e 14 marzo, torna sul podio veronese per un concerto sinfonico il maestro Francesco Ommassini che ben conosce l’Orchestra areniana, per continuare l’esplorazione del repertorio tardo ottocentesco con due capolavori che vedono la luce a pochi anni di distanza l’uno dall’altro: la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Dvořák e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23 di Čajkovskij.
Al pianoforte, per la seconda parte del programma, debutterà Xiaolu Zang, vincitore del Concorso pianistico Città di Verona 2019 tra 57 giovanissimi candidati da tutto il mondo.

Grande attenzione è rivolta a Verona dal 29 marzo al 5 aprile per la riscoperta dell’Amleto di Franco Faccio: il musicista veronese (1840-1891), considerato il migliore direttore d’orchestra della sua generazione e preferito dallo stesso Giuseppe Verdi, fu anche compositore e l’opera tratta dalla tragedia shakespeariana (1865) doveva essere il suo lavoro più ambizioso, grazie anche al libretto del massimo letterato scapigliato Arrigo Boito. Per la prima rappresentazione in Italia in epoca contemporanea, Amleto risorge con la direzione esperta di Francesco Ivan Ciampa e un nuovo allestimento firmato da Paolo Valerio, altro talento veronese, Direttore del Teatro Stabile di Verona, esperto regista di prosa e profondo conoscitore dell’opera shakespeariana. Per questa nuova produzione, le scene ed il projection design sono affidate a Ezio Antonelli, il coordinamento dei costumi a Silvia Bonetti e le luci a Paolo Mazzon. Il cast è ricco di interpreti di altissimo livello, tra cui Saimir Pirgu e Samuele Simoncini nel ruolo del titolo a fianco di Damiano Salerno nel ruolo del Re e Marko Mimica come Spettro. Tra le interpreti femminili potremo apprezzare le voci di Ruth Iniesta ed Eleonora Bellocci come Ofelia e Annalisa Stroppa come Geltrude.

Per il concerto di Pasqua, il 17 e 18 aprile debutta a Verona il giovane maestro emergente Michele Gamba, alla guida di Orchestra e Coro areniani in un programma interamente dedicato a Luigi Cherubini: dopo l’Ouverture dell’opera Lodoïska verrà proposto il Requiem in do minore, grande e toccante pagina sinfonico-corale di non frequente esecuzione.

La musica di Giacomo Puccini è protagonista del quarto appuntamento della stagione lirica 2020: dal 10 al 17 maggio va in scena un dittico inedito, composto dal primo cimento operistico del genio lucchese, la breve opera-ballo Le Villi, ispirata alle fate vendicatrici d’amore, alla sua prima rappresentazione in assoluto a Verona, proposto insieme all’atto unico sensuale e verista Il Tabarro (assente dalle scene veronesi da vent’anni). I due diversi titoli, in replica per 4 recite, separati da un intervallo, sono diretti da Michele Gamba che prosegue la sua collaborazione con i complessi veronesi, mentre la realizzazione scenica è affidata ai registi Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, al debutto veronese, con le scene di Leila Fteita, i costumi di Silvia Bonetti e le luci di Paolo Mazzon. Le coreografie sono eseguite dal Ballo dell’Arena, con le coreografie di Gaetano Petrosino. Tra gli interpreti principali si segnalano in entrambe le produzioni Kiril Manolov (Michele e Guglielmo), Maria José Siri (Giorgetta e Anna) e Samuele Simoncini (Luigi e Roberto).

La stagione primaverile si conclude con il concerto del 22 e 23 maggio diretto da Orazio Sciortino, nella triplice veste di solista al pianoforte (nel poco eseguito Concerto per pianoforte n. 19 in fa maggiore K 459 di Mozart), maestro concertatore alla guida di due raffinate pagine del Novecento francese (Pastorale d'été di Honegger e la Sinfonietta di Poulenc) e compositore di una nuova creazione appositamente commissionata da Fondazione Arena e qui proposta in prima esecuzione assoluta.

Dopo il denso Festival 2020 all’Arena di Verona (54 appuntamenti dal 13 giugno al 5 settembre), l’Orchestra e il Coro torneranno all’opera, letteralmente, al Teatro Filarmonico con altri due atti unici eseguiti la stessa sera per quattro recite, dal 18 al 25 ottobre. Viene proposto in prima esecuzione assoluta sulle scene veronesi il divertente Il Segreto di Susanna, elegante intermezzo del compositore veneziano Ermanno Wolf-Ferrari. A seguire, con Suor Angelica, raffinatissima elegia poco rappresentata, si compie la presentazione al pubblico delle tre opere che compongono il Trittico pucciniano (1918) comprendente Gianni Schicchi e Il Tabarro. L’allestimento è affidato ad una squadra di creatrici, comprendendo due titoli dal cast interamente femminile, con l’eccezione di un baritono: l’atto unico pucciniano ha la regia di Giorgia Guerra, mentre l’intermezzo di Wolf-Ferrari è firmato dall’erede dell’autore Federica Zagatti Wolf-Ferrari con le luci di Paolo Mazzon. Entrambi i titoli hanno le nuove scene di Serena Rocco e i costumi di Lorena Marin; sul podio sale il maestro Erina Yashima, giovane direttrice al debutto veronese. Lavinia Bini e Vittorio Prato saranno rispettivamente la Contessa e il Conte del Segreto di Susanna, mentre Donata D’Annunzio Lombardi, recentemente vincitrice del Premio Puccini, interpreterà Suon Angelica a fianco di illustri comprimarie.

Il Coro areniano sarà impegnato anche nel concerto del 23 e 24 ottobre in un ricco programma diretto dal maestro stabile del Coro Vito Lombardi, che delizierà il pubblico con alcune tra le più belle pagine di Bellini, Donizetti e Verdi.

Il 30 e il 31 ottobre torna sul podio areniano Vittorio Bresciani, proseguendo la propria ricerca lisztiana con tre Rapsodie ungheresi (composte originariamente per pianoforte e qui proposte nella trascrizione di Doppler per grande orchestra) inserite in un programma autenticamente ungherese, con Kodály (le rare Danze di Marosszék) e Bartók, di cui viene proposto il poco eseguito Concerto per viola e orchestra con la partecipazione della prima parte Giuseppe Mari come solista.

Il mese di novembre è interamente dedicato alla stagione sinfonica, con concerti ogni settimana volti a fare conoscere e riscoprire pagine orchestrali e forme sinfoniche nate intorno a Beethoven (1770-1827), di cui nel 2020 si celebrano i 250 dalla nascita e a cui il Festival areniano dedica una spettacolare esecuzione della Nona sinfonia con solisti e coro, il 23 agosto, diretta da Ezio Bosso.

L’appuntamento dei giorni 6 e 7 novembre è diretto dal maestro Alessandro D’Agostini al suo esordio veronese e presenta tre sinfonie di diversa provenienza e destinazione: quella di Gluck per la sua opera Alceste (1767), quella di Spontini per La vestale (1807) e quella rarissima in re minore di Bellini (1801-1835). La seconda parte del concerto è invece tutta dedicata alla celeberrima Messa “dell'incoronazione” (Krönung-messe) per soli, coro e orchestra in do maggiore K 317 di Mozart.

Il 13 e il 14 novembre si entra nel pieno Ottocento con la direzione del giovane talento Nikolas Nägele per la prima volta a Verona con un programma dedicato allo Schubert maturo (Ouverture da Rosamunde op. 26) e al primo cimento sinfonico di Robert Schumann, la Sinfonia n. 1 in si bemolle maggiore op. 38 nota anche come “Primavera”.  Al centro del concerto c’è spazio per dialogare con i solisti Gűnther Sanin al violino e Sara Airoldi al violoncello (prime parti dell’Orchestra areniana) per il raffinato Doppio concerto in la minore op. 102 di Johannes Brahms.

Per il concerto dei giorni 20 e 21 novembre, in occasione della celebrazione di Santa Cecilia, patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti, torna a Verona Fabrizio Maria Carminati con la grande Messa solenne in sol maggiore in onore di Santa Cecilia, composta da Charles Gounod nel 1855 per tre solisti, coro, orchestra e organo, preceduta dalle Antiche danze e arie per liuto, Suite n. 1 e dalle Vetrate di chiesa P 150 di Ottorino Respighi.

Il 27 e il 28 novembre avrà luogo l’ultimo concerto in abbonamento, che vede il ritorno del direttore Andriy Yurkevych alla guida dell’Orchestra areniana nell’Ouverture Leonore n. 3 di Beethoven e della monumentale Sinfonia 1 in do minore op. 68 di Brahms, che più di tutte raccoglie il testimone della Nona del genio di Bonn. La prima parte Peter Szanto sarà impegnata come solista nel raro Poème di Ernest Chausson per violino e orchestra.

L’opera torna in scena dal 13 al 20 dicembre con una attesissima produzione di Un Ballo in maschera di Giuseppe Verdi, firmata dal grande baritono verdiano Leo Nucci, leone del palcoscenico ed esperto conoscitore della musica e della drammaturgia di Verdi, eppure esordiente alla regia di questo allestimento del Teatro Comunale di Piacenza, che si avvale delle scene di Carlo Centolavigna e dei costumi di Artemio Cabassi. Sul podio del Filarmonico fa il suo atteso ritorno il maestro Daniel Oren. Il cast sarà impreziosito da esperti conoscitori del repertorio verdiano: Murat Karahan, dopo i grandi successi areniani delle ultime stagioni, farà il suo ritorno al Filarmonico come Riccardo, Simone Piazzola sarà Renato, mentre Anna Pirozzi, soprano dalla brillante carriera richiesta dai maggiori teatri internazionali, vestirà i panni di Amelia in alternanza al soprano albanese Enkeleda Kamani.

Il 2020 si conclude come da tradizione con l’atteso appuntamento del 31 dicembre: Orchestra e Coro dell’Arena di Verona, insieme a prestigiosi solisti, daranno vita a un inedito Concerto di Capodanno (fuori abbonamento) sulle più celebri arie d’operetta, diretti da Steven Mercurio, che ha recentemente brillato a Monaco nel maggio 2019 alla guida dell’orchestra areniana occasione del concerto “Amore & Amicizia”.

Le produzioni della Stagione Artistica 2020 vedono impegnati Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona.



Dindo e De Maria al Verdi di Padova










5 Nov 2019
Padova / Teatro Verdi, sala del ridotto

Enrico Dindo, violoncello
Pietro De Maria, pianoforte

Programma
Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) – Notturno sull’acqua op. 82a (1935)
Silvio Omizzolo (1905-1991) – Concerto per violoncello archi e pianoforte (1957-58) (trascrizione per violoncello e pianoforte dell’autore)
Fryderyk Chopin (1810-1849) – Sonata in sol minore op. 65 (1845-46)

Mario Castelnuovo-Tedesco è uno dei compositori italiani costretti a lasciare il suo paese a causa delle leggi razziali. Rifugiatosi a Los Angeles nel 1939, diviene cittadino americano nel 1946 e rimane negli Stati Uniti fino alla morte. La sua produzione mostra una leggerezza melodica nuova, attenuata da un’eleganza che richiama i francesi. Il suo è un linguaggio moderno che sa recepire, ad esempio, i movimenti di danza contemporanea (fox-trot, blues, ecc.) ma non respinge il recupero di un’espressività tradizionale, neoromantica. Gli anni trenta, l’ultimo decennio trascorso in Italia, vedono la sua affermazione nel campo del teatro musicale e il proliferare di opere, musiche di scena, composizioni sinfoniche e cameristiche. Fra queste il Notturno sull’acqua che dipinge un quadro di sognante malinconia in riva all’Arno, alla Gonfolina, in una sera di giugno. È musica scritta con eleganza e fascino e con scorci di magia. L’inizio ombroso e modale del pianoforte precede il tema del violoncello che sembra trattenuto nel suo blando tentativo di slancio incompiuto. L’atmosfera è sconsolata anche quando il violoncello si sposta nel registro acuto, e un senso di stasi pervade la composizione fino all’impeto centrale che funge da culmine del brano. Il risveglio è di breve durata e l’andamento ritorna alla sognante malinconia dell’inizio, vivificata alla fine da un tenue senso di speranza.
Tra il 1957 e il 1958 Omizzolo compone il Concerto per violoncello, archi e pianoforte (Premio Marzotto 1958), lavoro scritto per il violoncellista Max Cassoli e l’Orchestra Tartini di Padova, che lo eseguono per la prima volta il 3 febbraio 1959 presso la Sala dei Giganti al Liviano. Il Concerto si articola in tre tempi distinti e di carattere contrastante. Nel primo il solista domina sicuro, sostenendo quasi tutto l’arco di un discorso che il pianoforte accompagna, punteggia e commenta. Il secondo è costituito da una melodia, raccolta e accorata, divisa in alcuni episodi connessi, più che dal dipanarsi di un filo tematico, dallo snodarsi di una trama sonora. Il terzo tempo propone un brioso e spigliato Rondò, strumentalmente indovinato, che conclude degnamente il concerto. Anche in questo lavoro si sente la presenza di un pensiero musicale che si è creato il proprio vocabolario. L’autore si riassume nei suoi caratteri essenziali e, pur valendosi di temi costituiti da cellule dodecafoniche, non modifica sostanzialmente il suo tipico linguaggio e non rinuncia a quella libertà fantastica di cui si è sempre avvalso. (Bruno Coltro).
La Sonata op. 65 per violoncello e pianoforte è una delle ultime composizioni scritte da Chopin, in quanto risale al 1847 ed è dedicata al violoncellista Auguste Franchomme, grande amico del compositore polacco con il quale tenne l’ultimo concerto a Parigi il 16 febbraio 1848. In questa occasione furono eseguiti tre tempi (Scherzo-Largo-Finale) della Sonata op. 65, pubblicata poi anche in una versione per violino e pianoforte (la trascrizione è di Ferdinand David) e in una versione per pianoforte solo di Moscheles. La Sonata op. 65 è in un certo senso un omaggio ad una forma musicale settecentesca che vede il pianoforte accompagnato da un altro strumento, quasi che l’autore, pianista eccelso, voglia evidenziare una nuova ricerca timbrica. Va detto però che Chopin afferma sempre la sua personalità pianistica, tanto che nell’Allegro moderato del primo tempo la ricchezza della scrittura e il predominio del pianoforte sono molto evidenti e pongono in una posizione secondaria la parte del violoncello. Il tema principale ha una chiara linea melodica e offre al pianoforte i migliori spunti per affermare il proprio ruolo dominatore. Più equilibrati nel rapporto e nel dialogo concertante fra i due strumenti sono il brillante Scherzo e il nostalgico e conciso Largo, mentre nel Finale il pianoforte torna ad essere protagonista, impegnato in passaggi vigorosi e tecnicamente anche difficili, tanto da fugare la diceria secondo cui la malattia, entrata in una fase acuta nel 1847, abbia dissuaso Chopin dal perseguire un pianismo ad alto livello. Si può dire che questa Sonata, raramente inclusa nei programmi concertistici, rientri a pieno diritto in quello scelto repertorio della musica da camera con pianoforte che avrebbe avuto ampia diffusione nell’epoca romantica, sino a Brahms.

martedì 29 ottobre 2019

Como: la QUEENMANIA continua,corsa ai biglietti disponibili nei palchi




Teatro Sociale di Como
venerdì, 8 novembre – ore 20.30
sabato, 9 novembre – ore 20.30

È aperta la vendita dei biglietti nei palchi per la doppia data di Queenmania Rhapsody che arriva al Teatro Sociale di Como, venerdì 8 e sabato 9 novembre alle ore 20.30, grazie a MyNina Spettacoli.
C’è grande attesa da parte del pubblico per il tributo più acclamato in Europa ai Queen e a Freddie Mercury che torna a Como con uno spettacolo nello spettacolo, dove video, musica e favola si intrecciano in un crescendo di emozioni, una vera rapsodia pop, dagli esordi a A Night at the Opera, dal Live Aid a Wembley.
Una vera e propria Queen-mania che si è scatenata ancora di più dopo il film campione di incassi “Bohemian rhapsody”, ma che è anche il nome della straordinaria tribute band nata nel 2006 e definita “The European number one tribute to Queen”.
Due serate dedicate a Freddie Mercury, che ancora oggi, a quasi 30 anni dalla scomparsa, è ricordato come uno dei più grandi, se non il più grande, show man della storia.
Lo spettacolo Queenmania Rhapsody prende spunto proprio dalla canzone manifesto dei Queen Bohemian rhapsody, l’azzardo più incredibile della storia della musica rock, che dopo quarantaquattro anni dalla sua pubblicazione, nessuno è ancora riuscito a svelare il segreto del suo significato e a comprenderne appieno i meccanismi del suo successo. “Più che una canzone è un mostro – la band italiana descrive così il brano - una specie di Frankenstein creato e cantato da un brutto anatroccolo che si era trasformato in un dio e suonata con una chitarra eccezionale, scolpita nella trave di un caminetto, proprio come era successo a Pinocchio.”
Forse il segreto dei Queen è proprio questo: aver giocato a tenere un piede sulla terra e l’altro nel mondo delle favole.
Non ci sono messaggi sociali nelle loro canzoni eppure ancora oggi sono potenti, affascinanti, credibili, per nulla superati dalla realtà. La loro arte è sempre stata la messa in scena di una favola… romantica, malinconica, ironica, straziante, gioiosa, sensuale e trasgressiva. Per comprenderli non serve la ragione, bisogna solo arrendersi alla loro straordinaria capacità di affabulare… dai dischi, ai live, alle loro vite, in particolare quella di Freddie.
Diretti da Daniele Sala, i Queenmania fanno rivivere sul palco la leggenda di una band che ha scritto la storia (del Rock e non solo), regalando agli spettatori l’illusione di poter “vivere per sempre”.

FREDDIE MERCURY E QUEEN ICONA DI STILE
Tute luccicanti, piume, glitter, sneaker, mantelli regali, pantaloni a zampa e giubbe militari: l'estetica dei Queen dagli anni '70 agli anni '90 è passata attraverso trasformazioni, sperimentazioni, eccessi e mode passeggere. Gli spettatori che avranno voglia di mettersi in gioco e si presenteranno con uno dei look stravaganti in stile Freddie, potranno vincere due biglietti per uno spettacolo a scelta della rassegna prosa off.

INFO
Biglietti a 25€ + prev. in vendita alla biglietteria del Teatro oppure online su www.teatrosocialecomo.it

#grandivoci 07 MARIA CEBOTARI



MARIA CEBOTARI
(Chisinau, 10 febbraio 1910 – Vienna, 8 giugno 1949)


dal film ‘Solo per te’ di Carmine Gallone (1938) – nella scena si intravede anche Beniamino Gigli
Ti voglio tanto bene (De Curtis – Furnò)



Stagione Lirica 2019/20 di VoceAllOpera nel nome di Monteverdi e Bizet



Stagione Lirica 2019/20
in memoria di Francesco Bonelli Scarampi
Dittico Monteverdi - Bizet
Il combattimento di Tancredi e Clorinda & Carmen


L’appuntamento per il primo titolo della Stagione Lirica 2019/20 di VoceAllOpera è fissato per il 7 e l’8 novembre 2019, ore 20:00, presso lo Spazio Teatro 89 (Via F.lli Zoia, 89) di MILANO. Il direttore artistico Gianmaria Aliverta ha scelto un dittico per inaugurare la ottava stagione lirica di VoceAllOpera, associazione impegnata sin dalla sua nascita a portare l’opera lirica  a tutti e a dare ad artisti giovani e meritevoli la possibilità di debutto. Il combattimento di Tancredi e Clorinda, madrigale rappresentativo di Claudio Monteverdi del 1624, su testo di Torquato Tasso, sarà unito a Carmen, titolo più rappresentativo di Georges Bizet, in una riduzione musicale drammaturgica ispirata a La tragedie de Carmen di Peter Brook.

Il combattimento di Tancredi e Clorinda (20 minuti)

Regia, scene e costumi saranno prerogativa del giovane Daniele Piscopo (classe 1986), artista poliedrico e reduce dalla regia del Gianni Schicchi al Capri Opera Festival, che si avvarrà della collaborazione dello scultore Saverio Bonelli. Il dramma narra del cavaliere cristiano Tancredi, innamorato della guerriera musulmana Clorinda, che viene costretto dalla sorte a battersi in duello proprio con lei e ad ucciderla. Quest’ultima si convertirà in punto di morte e grazie al battesimo affronterà con serenità il trapasso. «Clorinda entra in un labirinto che la porterà alla morte» dice Piscopo «una morte terrena che sull’estremo anelito implora il battesimo per salvare l’anima. L’acqua purifica il sangue che scorre sul campo di battaglia, nell’arcaico scontro tra uomini che credono in un dio diverso. L’anima di Clorinda vaga tra gli altri spiriti dannati, rinchiusa in quel labirinto cristiano in attesa del suo amato Tancredi». Aliverta e Piscopo hanno affidato i ruoli di Il Testo, Clorinda e Tancredi al soprano italo-colombiano Isabel Lombana Mariño e ai ballerini Francesco Rodilosso e Carola Puglisi. Accompagnerà al pianoforte il M° Andrès Gallucci.

Carmen (70 minuti)

Dell’allestimento di Carmen invece si occuperà il regista Gianmaria Aliverta. «Scordatevi sigaraie, grandi scene corali, arene, corride e folklore» mette in guardia Aliverta. «Riprendendo in punta di piedi Brook, riscrivendolo e recuperando il finale di Bizet, metterò in luce il fortissimo carisma di Carmen, donna libera e appassionata, che incarna l’amore intenso e totalizzante, ben diverso da quello bigotto di Micaela. Carmen insegnerà cosa vuol dire amare a Don José, a Micaela e anche al grande seduttore Escamillo». Le scenografie di Danilo Coppola, i costumi di Sara Marcucci e le luci di Elisabetta Campanelli ci porteranno negli anni Cinquanta ma proiettandoci nel futuro. Il mezzosoprano Elena Caccamo vestirà i panni di Carmen, Leon De La Guardia sarà Don Josè, Isabel Lombana Mariño farà anche Micaela, Omar Camata sarà Escamillo e Gianluca Cavagna Lillas Pastia. L’Orchestra di VoceAllOpera sarà diretta dal M° David Levi.

laVerdi in un concerto straordinario in omaggio alla Polonia


Stagione Sinfonica 2019/20
Concerto straordinario
Serata Polacca
Con il patrocinio del Presidente
della Repubblica di Polonia Andrzej Duda
nel Centenario della Riconquista dell’Indipendenza

Domenica 17 novembre 2019, ore 20.30
Auditorium di Milano, largo Mahler



Arcangelo Corelli            Sonata in Re minore op. 5 n. 12 "La Follia"
Ludwig van Beethoven  Sonata per violino e pianoforte n. 5 "La Primavera"
Ignacy Paderewski         Sonata per violino e pianoforte in La minore op. 13
Henryk Wieniawski         Pieśn Polska op.12 n.2 "Canto Polacco"
Henryk Wieniawski         Obertas op. 19 n. 2 "Danza Popolare"
Henryk Wieniawski         Scherzo-Tarantella op.16

Violino Aleksandra Kuls
Pianoforte Marcin Koziak

Continua l’ormai pluriennale collaborazione tra laVerdi e il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano e il Circolo Culturale Italo-Polacco, con il tradizionale concerto straordinario che quest’anno si avvale del patrocinio nazionale del Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda nel Centenario della Riconquista dell’Indipendenza. Il concerto in programma all’Auditorium di Milano, largo Mahler, domenica 17 novembre (ore 20.30), affidato al talento della violinista Aleksandra Kuls e del pianista Marcin Koziak propone due grandi compositori polacchi, che il pubblico italiano avrà l’occasione di scoprire: Ignacy Paderewski (1860-1941) pianista, compositore e illustre voce politica della Polonia, di cui fu anche Primo Ministro e Henryk Wieniawski (1835-1880) considerato il più grande violinista polacco, grande virtuoso acclamato in tutta Europa e autore di più di trenta opere dedicate esclusivamente al violino. Del primo verrà eseguita la Sonata per violino e pianoforte in La minore op. 13; del secondo saranno proposti tre brani di stampo popolare: Pieśn Polska, "Canto Polacco", Obertas "Danza Popolare" e Scherzo-Tarantella op.16.
Oltre ai due compositori  connazionali di Chopin, durante la serata il pubblico avrà l’occasione di ascoltare altri due brani famosi del repertorio per violino e pianoforte: la Sonata in Re minore op. 5 n. 12 detta "La Follia" di Arcangelo Corelli (1653-1713) compositore e violinista italiano del periodo barocco e la Sonata per violino e pianoforte n. 5 detta "La Primavera”, una delle dieci sonate composte da Ludwig van Beethoven (1770 - 1827), dedicata all’amico e mecenate  conte Moritz von Fries ed eseguita per la prima volta a Vienna nel 1801. Per questo concerto laVerdi è lieta di accogliere sul palco dell’Auditorium due artisti della nuova generazione di musicisti polacchi: la violinista Aleksandra Kuls 28 anni e il pianista Marcin Koziak,30 anni, i quali, dopo avere vinto numerosi premi in patria, sono bene avviati a una brillante carriera internazionale.

Biglietti: da €9.00 a €15.00 Concerto fuori abbonamento.
Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, 

Biografie
Aleksandra Kuls, violino
Aleksandra Kuls è nata nel 1991. Vincitrice di numerosi concorsi internazionali, come il premio internazionale József Szigeti per violino e viola a Budapest (2012, primo premio); il Concorso Internazionale di violino di Henryk Wieniawski a Poznań (2011) , il Premio Wanda Wiłkomirska per la migliore interpretazione di un'opera di Karol Szymanowski e il Premio speciale della Critica. Nel 2015 si è diplomata alla Krakow Music Academy con Kaja Danczowska. Aleksandra Kuls ha suonato come solista in Polonia (Warsaw Philharmonic Orchestra, Kraków Philharmonic Orchestra, Polish National Radio Symphony Orchestra of Katowice, Sinfonia Varsovia), negli Stati Uniti, Italia, Francia, Spagna (Real Filharmonia de Galicia and Orquesta Sinfónica de Navarra), Germania (Zielona Gora Philharmonic Orchestra), Brasile (Orquestra Sinfonica do Paraná), Turchia (Istanbul Devlet Senfoni Orkestrası), Ungheria (Orchestra Sinfonica Radio Ungherese e Orchestra Sinfonica Duna), Ucraina (Lviv Philharmonic Orchestra), Cina (China Philharmonic Orchestra) e ha preso parte a numerosi festival internazionali: Chopin and his Europe (2012-2015), Festival della cultura polacca di Pechino (2014), Krzysztof Penderecki Festival in Warsaw (2013), International Kaposvár Chamber Music Festival in Ungheria (2013), Music in Old Krakow (2012), and International Festival di giovani laureati di Katowice (2012). Ha lavorato con grandi direttori d’orchestra tra cui Krzysztof Penderecki, Tadeusz Strugala, Antoni Wit, Jerzy Maksymiuk, Michał Dworzynski, Andrés Mustonen, Yan Pascal Tortelier, Yang Yang. Inoltre ha partecipato a varie master class con Maxim Vengerov. Negli ultimi anni Aleksandra Kuls ha ottenuto molte borse di studio e premi per risultati artistici, tra cui il "Passaporto Polityka 2011" nella categoria della musica classica, un premio e una borsa di studio dal Ministro della Cultura e del Patrimonio Nazionale (2011, 2012), una borsa di studio del Ministro of Science and Higher Education (2012), borsa di studio “Młoda Polska”. Dal 2013 l'artista ha registrato due album CD per l’etichetta  DUX (uno con la pianista Justyna Danczowska, l'altro con pezzi solo per violino) e anche un concerto per violino del compositore polacco  Ignac Waghalter (registrato con Andres Mustonen e la Sinfonia Varsovia).

Marcin Koziak, piano

Marcin Koziak è nato nel 1989 a Cracovia, in Polonia, da una famiglia di musicisti. All'età di dieci anni ha vinto la sua prima competizione in Polonia, e a soli undici anni ha debuttato con l’Orchestra Sinfonica Filarmonica di Cracovia. Nonostante la sua giovane età, si è esibito in 23 paesi in Europa, Asia e Nord America tra cui Giappone, Cina, Stati Uniti, Russia, Israele, Ucraina, Austria, Italia, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Islanda, Svezia, Romania, Croazia, Isole Canarie, Georgia, Estonia e Ungheria in molte prestigiose sale da concerto di tutto il mondo tra Europa, America, Asia. E’ stato diretto da grandi Maestri quali  Alexander Lazarev, Antoni Wit, George Tchitchinadze, Xieyang Chen, Jerzy Maksymiuk, Maximiano Valdes, Yip Wing-sie, Charles Olivieri-Munroe, Massimiliano Caldi, Brian Wright, Marek Pijarowski, Boguslaw Dawidow, José Maria Florêncio, Maciej Tworek, Michal Dworzynski, Ernst van Tiel  e ha lavorato con molte importanti orchestre tra cui la Chinese National Symphony Orchestra, Orchestra sinfonica filarmonica di Varsavia, The Polish National Radio Symphony Orchestra, Hong Kong Sinfonietta, Sinfonietta Cracovia, Orchestra filarmonica di Zagabria, Orquestra Filarmonica de Gran Canaria, Cracovia Philharmonic Orchestra, Poznan Philharmonic Orchestra, Beethoven Academy Orchestra ... 
Marcin Koziak ha tenuto concerti in importanti festival e cicli di concerti in tutto il mondo. 
Nel 2016 è andato in tournée negli Stati Uniti d'America dove ha suonato con la Polish Baltic Symphony Orchestra in 33 concerti con la musica di Beethoven, Chopin e Ciajkovskij.
Koziac ha partecipato a concerti di musica da camera con Aleksandra Kuls, Bartosz Koziak, Magdalena Bojanowicz e Agata Szymczewska. Il 4 maggio 2011 ha avuto il privilegio di tenere un recital a Varsavia per sua maestà la regina Silvia di Svezia e la First Lady della Repubblica di Polonia Anna Komorowska; due mesi dopo ha preso parte a un grande concerto alle Terme di Caracalla a Roma organizzato in occasione dell'inizio della presidenza polacca nell’ Unione europea. È stato anche invitato al Gala di apertura del Museo Frederic Chopin a Varsavia il 1 ° marzo 2010 (nel giorno del 200 ° anniversario di Compleanno di Chopin). Ha inciso due CD con la musica di Frédéric Chopin. È vincitore di numerosi concorsi pianistici internazionali; 1 ° premio al 2 ° Concorso Internazionale Chopin per giovani pianisti a Budapest (2006), 2 ° premio e tre premi aggiuntivi al 7 ° Concorso internazionale per giovani pianisti “Arthur Rubinstein in memoriam” a Bydgoszcz (Polonia, 2007) e 3 ° premio al 10 ° al Concorso internazionale per concerti di pianoforte di Hastings (Regno Unito, 2014), semifinalista e vincitore di tre premi extra-statutari del XVI Concorso pianistico internazionale a Varsavia Chopin (2010) e semifinalista del 14 ° Concorso internazionale di master di pianoforte Arthur Rubinstein a Tel Aviv (2014) e 16° al Concorso pianistico internazionale Gina Bachauer per artisti a Salt Lake City (2014).
Marcin Koziak ha studiato con due grandi insegnanti: il professor Stefan Wojtas all'Accademia di Musica a Cracovia (Polonia) e il professor Tamas Ungar nella Texas Christian University di Fort Worth (Stati Uniti).  Dal 2016 lavora come insegnante presso la Karlowicz School of Music di Cracovia, in Polonia. Vive a Cracovia, in Polonia, con sua moglie Aleksandra, il figlio Jan e la figlia Marianna.
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“Amor, ch’a nullo amato amar perdona”: Bignamini dirige laVerdi in Čajkovskij e Richard Strauss

Stagione Sinfonica 2019/20
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona”
Grandi storie d’amore con la musica
di Čajkovskij e Strauss

Venerdì 15 novembre 2019, ore 20.00
Domenica 17 novembre 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler

Petr Il'ič Čajkovskij Francesca da Rimini op. 32
Richard Strauss Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegels)
Richard Strauss Don Juan op. 20
Petr Il'ič Čajkovskij Romeo e Giulietta (Versione 1880)
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Jader Bignamini


Sono i versi immortali di Dante, Shakespeare e Molière a fare da filo conduttore del nuovo appuntamento dell’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta per l’occasione dal suo direttore residente, il Maestro Jader Bignamini, che proprio a laVerdi ha esordito come clarinetto piccolo e ormai vanta una carriera internazionale che spazia dall’opera lirica alla musica sinfonica. Venerdì 15 novembre (ore 20.00) e domenica 17 novembre (ore 16.00) all’Auditorium di largo Mahler risuoneranno le note di due grandi compositori: Petr Il'ič Čajkovskij (1840-1893) e Richard Strauss (1864-1949).
Ispirato alla tragica vicenda dei due amanti Paolo e Francesca, la Fantasia sinfonica in mi minore “Francesca da Rimini” di Čajkovskij trae ispirazione dal V Canto dell'Inferno nel quale Dante colloca i due sfortunati amanti diventati, in epoca romantica, la coppia simbolo della passione irrefrenabile. L’altro brano in programma, considerato come il primo capolavoro di Caikovskij, è l'ouverture-fantasia Romeo e Giulietta, centrata anch’essa sulla famosa e tragica storia d’amore, raccontata da William Shakespeare. 
Al seduttore per eccellenza, Don Giovanni, nato dalla penna del drammaturgo francese Molière, si ispira invece l'altro compositore in programma, Richard Strauss con il suo Don Juan, il primo dei suoi sette poemi sinfonici, composto tra il 1887 e il 1888 dal musicista appena ventiquattrenne, ed eseguito per la prima volta sotto la sua stessa direzione al Teatro di corte di Weimar l'11 novembre 1889.  L’altro brano in programma sempre del grande Richar Strauss, è Till Eulenspiegels lustige Streiche, il poema sinfonico che racconta i tiri burloni e le avventure di un contadino ribelle del Trecento, personaggio di fantasia molto popolare in Germania e anche lui a suo modo, vittima dell’amore.

Conferenza
Il concerto di venerdì 15 novembre sarà preceduto alle ore 18.00 dalla conferenza: “Eroine di Cajkovskij”. Relatore Lorenzo Casati.
Foyer della balconata dell’Auditorium. Ingresso libero. 

Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, 

Jader Bignamini, direttore

Dopo essere stato scelto nel ’98 dal Maestro Riccardo Chailly come clarinetto piccolo dell’Orchestra Sinfonica laVerdi di Milano, inizia il suo percorso all’interno dell’Istituzione che lo vedrà passare dall’Orchestra al podio, fino ad essere nominato nel 2010 Direttore Assistente e dal 2012 Direttore Associato. Negli stessi anni avvengono i debutti ufficiali nel repertorio sinfonico con la Quinta di Mahler, mentre per l’opera con Andrea Chenier di Umberto Giordano e Carmen di George Bizet, che segnano l’inizio della sua carriera internazionale. Nel 2013 Bignamini inaugura il Festival Verdi di Parma con Simon Boccangra e immediatamente dopo questa prima significativa esperienza diviene ospite a livello internazionale di numerosi istituzioni in Italia e all’estero: il Teatro dell’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Torino, il Rossini Opera Festival di Pesaro, Il Festival di Martinafranca e all’estero a Francoforte, New York, Los Angeles, Toronto, Mosca, Tenerife, in Giappone e in Sud America. Il vasto repertorio sinfonico rappresenta la sua ecletticità come direttore con i grandi autori in ambito russo, tedesco e austriaco quali Čajkovskij, Glinka, Musorgskij, Rimskij-Korsakov, Prokof’ev, Stravinskij, Brahms, Beethoven, Strauss e Mahler, senza tralasciare i francesi Debussy e Ravel, e ovviamenti gli italiani Respighi, Paganini e Vivaldi. Collabora con solisti di primo piano quali Maximilian Hornung, Kian Soltani, Joshua Roman, Isabelle Faust, Karen Gomyo, Francesca Dego, Natasha Korsakova, Kolya Blacher, Lylia Zilberstein e Sergei Babayan. Nel 2013 ha anche l’occasione di fare da assistente al M° Riccardo Chailly per l’VIIIa Sinfonia di Mahler. Fra i successi dell’ultima stagione in ambito operistico, Madama Butterfly al Metropolitan di New York e alla Staatsoper di Vienna, i concerti di gala al Festival di Salisburgo, allo Schleswig-Holstein Music Festival di Lubecca con l’orchestra Radiophilharmonie di Hannover e alla Royal Albert Hall di Londra. Dirige anche Trovatore al Teatro dell’Opera di Roma e a Francoforte, Manon Lescaut al Bolshoi di Mosca con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la prima assoluta del titolo in Russia e con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Puritani al Festival di Montpellier e al Teatro Massimo di Palermo e Don Carlo all’Opera di Tenerife. Per il repertorio sinfonico nell’ultima stagione da segnalare i debutti con orchestre quali: San Diego Symphony, Detroit Symphony, Milwaukee Symphony, Yomiuri Nippon Symphony, Osaka Philharmonic e Lubijana Philharmonic Orchestra. Bignamini dirige il primo tour asiatico del soprano Anna Netrebko e del tenore Yusif Eyvazov a Hong Kong, Seoul, Taipei, Tokyo e Nagoya e la scorsa estate il tour sud americano in Cile, Brasile, Perù, Argentina, in Florida e Dubai. Subito dopo torna nuovamente in Giappone in tournée con il Teatro dell’Opera di Roma per dirigere la Traviata con la regia di Sofia Coppola e i costumi di Valentino. La sua carriera, in costante ascesa sia in ambito operistico che sinfonico, questa stagione lo vede ospite di importanti teatri e istituzioni in Europa e all’estero quali il Neue Oper di Francoforte per una nuova produzione di Forza del destino, Dutch National Opera di Amsterdam per Madama Butterfly e dopo il successo di Rigoletto nel 2015 il ritorno al Festival di Santa Fe in New Mexico per La Bohème la prossima estate in attesa di preparare il suo debutto con l’opera russa con Eugene Onegin. Il prossimo anno tornerà poi sul podio della Canadian Opera Company a Toronto per una nuova produzione di Aida e per concerti sinfonici con la Toronto Symphony Orchestra per poi debuttare con la Dallas Symphony Orchestra e con la Houston Symphony Orchestra. Il maestro ha da poco terminato di incidere un cd dedicato al Belcanto con il soprano Marina Rebeka per l’etichetta americana Prima Record oltre che arie d’opera con Anna Netrebko e Yusif Eyvazov per la Deutsche Grammophon. Da gennaio 2017 Jader Bignamini è testimonial e face brand di Etalon Sound. Jader Bignamini è Direttore residente dell’Orchestra Sinfonica G.Verdi di Milano