venerdì 31 gennaio 2025

Sabato 8 e domenica 9 febbraio a Sassari "Così fan tutte" di Mozart apre il nuovo anno accademico del Conservatorio Canepa

 
Il Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari torna a proporre una produzione operistica originale per l’apertura dell’anno accademico. Così fan tutte, celeberrima opera buffa di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte, andrà in scena il prossimo sabato 8 febbraio al Teatro Comunale di Sassari, inserita nella cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025, a partire dalle ore 18. L’opera sarà proposta in replica domenica 9 febbraio alle 16,30 oltre che in un’anteprima riservata alle scuole venerdì 7 alle ore 10. Tutti gli spettacoli saranno a ingresso gratuito, con obbligo di prenotazione.
Dopo il successo dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, che inaugurò l’anno accademico nel 2023, il “Canepa” scommette nuovamente sulle proprie risorse interne per presentare al territorio un gioiello del melodramma, terza opera buffa italiana musicata dal genio di Salisburgo su testo di Lorenzo da Ponte nel 1790.
L’orchestra, composta da circa quaranta elementi, sarà formata dagli studenti dell’istituto, oltre ad alcuni ex allievi e docenti. Come due anni fa, maestro concertatore e direttore sarà Andrea Certa (foto più in basso, a sinistra), docente di Accompagnamento pianistico, e la regia è affidata a Giovanni Scandella (nella foto a destra), autore anche delle scene, docente di Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica. Saliranno sul palcoscenico i solisti Carlotta Doppiu (Fiordiligi), Aurora Carta (Dorabella), Filiberto Bruno (Guglielmo), Murat Can Guvem (Ferrando), Alessia Cozzolino (Despina), Marco Solinas (Don Alfonso) e il Coro del Conservatorio preparato dalla docente di Lettura della partitura Clara Antoniciello. I costumi sono di Carla Galleri e il disegno luci di Marcello D’Agostino.
Nell’allestimento sassarese il regista applica l’artificio del “teatro nel teatro”, con l’invenzione di un secondo pubblico collocato tra la vicenda dei quattro amanti e chi è seduto in platea. I partecipanti alla messinscena sono quindi spinti a un continuo recitare, taluni fingendosi spettatori, altri personaggi. In questo modo, l’attenzione dei protagonisti verso il finto pubblico crea un feedback interessante sia al fine del gioco interpretativo che a quello della comprensione dell’intricata vicenda amorosa, coinvolgendo il maggior numero possibile di studenti che partecipano allo spettacolo.
“Una sinfonia per…” a Filomena Moretti. Nella serata dell’8 febbraio, dopo gli interventi delle autorità accademiche e il saluto del sindaco di Sassari Giuseppe Mascia, tra i due atti dell’opera sarà consegnato per la quinta edizione il riconoscimento “Una sinfonia per…”, destinato a una personalità sarda della cultura che ha dato lustro al territorio. La prestigiosa onorificenza è stata assegnata quest’anno alla chitarrista Filomena Moretti. Fin da giovanissima grande talento, si diploma a 18 anni col massimo dei voti al Conservatorio sassarese con il docente Roberto Masala e si perfeziona poi con Ruggero Chiesa, prima di conseguire il diploma di merito all’Accademia Chigiana di Siena. Il riconoscimento sarà consegnato dalla prefetta di Sassari, S.E. Grazia La Fauci, che ha presieduto la commissione per l’assegnazione dell’onorificenza. Nelle precedenti edizioni erano stati premiati il trombettista Paolo Fresu, il tenore Francesco Demuro, l’ex ministro Luigi Berlinguer e il violinista Alessandro Moccia. La serata sarà presentata dalla giornalista Silvia Orrù.
La prenotazione dei biglietti. L’ingresso a teatro sarà gratuito, come nella tradizione dei concerti inaugurali dell’anno accademico del Conservatorio di Sassari, che vuole così incontrare la città per presentare la ricchezza della propria offerta culturale. Per partecipare alla serata di sabato 8 e domenica 9 febbraio è obbligatoria la prenotazione – massimo due biglietti a persona – direttamente al botteghino del Teatro Comunale che resterà aperto nei giorni 6 e 7 febbraio dalle ore 17 alle ore 20.

(nella foto a sinistra, prove di regia al Comunale)

Nuovo appuntamento De Sono tra le Fantasie pianistiche di Schumann, Skrjabin e Debussy. Protagonista il giovane pianista Federico Gad Crema

Venerdì 14 febbraio 2025, ore 20.30
Teatro Vittoria, Torino
FANTASIE PIANISTICHE
Federico Gad Crema, pianoforte

Robert Schumann
Fantasia op.17
 
Aleksandr Skjabin
Fantasia op. 28

Claude Debussy
Images (1er livre)

Federico Gad Crema, talentuoso pianista sostenuto dalla De Sono, conduce il pubblico in un viaggio musicale attraverso le Fantasie dei tre grandi compositori Robert Schumann, Aleksandr Skrjabin e Claude Debussy, in occasione del concerto di venerdì 14 febbraio, alle 20.30 al Teatro Vittoria di Torino.
Pianista riconosciuto a livello internazionale, Federico Gad Crema, classe 1999, ha già suonato nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, tra cui la Carnegie Hall di New York, il Teatro alla Scala e la Sala Verdi di Milano, oltre al Teatro Castro Alves di Salvador, Bahia, lavorando al fianco di direttori e artisti del calibro di Roberto Abbado, David Coleman, Kimbo Ishii, Philippe Gérard, Ricardo Castro e Jean-Yves Thibaudet.

Di origine milanese, Gad Crema ha ottenuto il suo primo Master presso il Conservatorio di Milano con la votazione di 110 e lode e menzione speciale e ha perfezionato i propri studi alla prestigiosa Colburn Conservatory of Music di Los Angeles e all’Accademia Perosi di Biella. Grazie al sostegno della De Sono, ha conseguito un secondo Master presso la Haute École de Musique di Ginevra sotto la guida di Ricardo Castro. È attualmente sotto la guida di Kirill Gerstein a Berlino, in Germania.
È vincitore di vari premi, tra cui il 1° premio e il premio speciale per la migliore esecuzione del brano commissionato al “Concorso Internazionale André Dumortier - CIAD” in Belgio, il 3° premio e premio speciale al “Concorso Internazionale Alessandro Casagrande” in Italia, e il 2° premio, premio speciale per la migliore esecuzione del brano commissionato e premio speciale del pubblico al “Concorso Internazionale Olga Kern - OKIPC” negli Stati Uniti.
Al Teatro Vittoria propone un percorso musicale attraverso le visioni romantiche di Schumann, l’estatica profondità di Skrjabin e l’universo impressionista di Debussy.
La serata si apre con la Fantasia op. 17 di Robert Schumann, un’opera intensa e visionaria, scritta nel 1836 e dedicata a Franz Liszt. Capolavoro del Romanticismo, nato come un canto d’amore per Clara Wieck, intreccia passione, lirismo e virtuosismo, alternando momenti di struggente malinconia a slanci di gioiosa vitalità.
Segue la Fantasia op. 28 di Aleksandr Skrjabin (nella foto a destra), un’opera giovanile composta nel 1900. In questa pagina, Skrjabin fonde le influenze del tardo Romanticismo con il linguaggio armonico personale che lo condurrà alle sue future sperimentazioni. La Fantasia è pervasa da un’intensa spiritualità e da un lirismo inquieto, culminante in una scrittura pianistica di straordinaria bellezza e complessità.
Chiude il programma il primo libro delle Images di Claude Debussy. Composto tra il 1904 e il 1905, questo ciclo rappresenta una pietra miliare dell’Impressionismo musicale. Con i tre brani (Reflets dans l’eau, Hommage à Rameau e Mouvement), Debussy esplora sonorità nuove, evocando paesaggi sonori che sembrano dipinti con il pianoforte. Dal lirismo acquatico di Reflets dans l’eau all’intensità evocativa di Hommage à Rameau, fino al dinamismo ritmico di Mouvement, la musica evoca un universo sonoro unico e incantevole.

Al Teatro Ristori di Verona Francesca Tandoi in trio per la prima tappa italiana 2025 del suo Bop Web Tour

 

Teatro Ristori
stagione 2024/2025
rassegna jazz
venerdì 7 febbraio, ore 20:30

FRANCESCA TANDOI
Francesca Tandoi pianoforte e voce
Stefano Senni contrabbasso
Giovanni Campanella batteria

È riconosciuta da pubblico e critica come l’astro nascente del panorama jazzistico internazionale. Francesca Tandoi arriverà in formazione trio al Teatro Ristori di Verona il 7 febbraio, ore 20:30, per quella che sarà anche la prima tappa italiana 2025 della nuova tournée mondiale “Bop Web Tour”. Pianista, cantante, compositrice e band leader dotata di tecnica impeccabile, ha intrapreso una carriera che l'ha già portata a esibirsi in teatri, tournée e festival di riferimento. Definita a più voci “rising star” del jazz, in soli pochi anni di carriera la sua musica e le sue performance, con un innato senso dello swing, sono sempre state accolte con grande entusiasmo. Al Ristori, prima volta per lei a Verona sarà accompagnata da Stefano Senni al contrabbasso e da Giovanni Campanella alla batteria. Seguitissima sui social, riferimento per le donne del mondo jazz, ha collaborato, fra i tanti, con Scott Hamilton, Philip Harper, Joe Cohn, Owen Hart jr., Darius Brubeck, Anthony Pinciotti, Lee Pearson, Jason Brown, Darryl Hall, Dave Blankhorn, Marjorie Barnes, Florin Nicolescu, Sergey Manukyan. Memorabile la sua partecipazione nel 2023 con gli Snarky Puppy, invitata da Michael League, durante il loro concerto live a Umbria Jazz 50th Anniversary.
Negli ultimi anni è stata la formula del trio ad esserle più congeniale, permettendole una libertà espressiva ad ampio raggio e di originale intensità in cui mantiene ben saldo il legame con la tradizione ma con la mente sempre proiettata al futuro. Come leader del suo trio, dal 2014 ad oggi ha già all’attivo sette album e Winddance appare nella classifica “Top10 Best Jazz albums of 2017” della rivista giapponese Jazz life che per prima la definì uno dei giovani talenti più interessanti del panorama jazzistico europeo. In questi anni il pianista Monty Alexander ne ha elogiato il gusto musicale e il senso dello swing, sottolineando la sua capacità di comporre melodie indimenticabili e di arrangiarle in modo sofisticato. Il musicista David Alston ha inoltre affermato che "Francesca Tandoi possiede una tecnica pianistica a dir poco perfetta e un incredibile senso dello swing. Il pubblico è totalmente affascinato dal suo modo di suonare".

giovedì 30 gennaio 2025

Per ModenaDanza FOLIA, con la compagnia Cie Käfig di Mourad Merzouki

 

Va in scena mercoledì 5 febbraio 2025 alle 20.30 al Teatro Comunale Pavarotti-Freni Folia, spettacolo per dodici danzatori, sei strumentisti e un soprano che unisce danza e musica dal vivo nato dalla concezione del coreografo Mourad Merzouki per la sua compagnia Cie Käfig e dal direttore d’orchestra Franck-Emmanuel Comte alla guida del complesso Le Concert de l’Hostel Dieu.


La compagnia Cie Käfig di Mourad Merzouki ha portato la street dance in tutto il mondo, con 31 creazioni originali presentate in 700 città e 65 paesi, 4000 spettacoli per oltre 2 milioni di spettatori. Figura di spicco della scena hip-hop fin dagli anni ’90, Merzouki ha saputo unire arti marziali, circensi, visive, video e musica dal vivo in una esplorazione artistica che lo ha reso fra i protagonisti della danza contemporanea francese.  

Folia è una delle tappe lungo le quali Merzouki ha portato la danza hip-hop verso nuovi orizzonti, stimolato dal confronto fra diversi ambiti e universi musicali, in un incontro insolito che fa parte da sempre del suo processo artistico e di tutte le sue creazioni. Il coreografo francese è noto per aver liberato la danza e la cultura hip-hop dal suo ambito sociale di appartenenza facendone un linguaggio artistico ‘totale’ e adeguato al palcoscenico. È stato il primo in Europa a dare una struttura drammaturgica compiuta ad uno spettacolo costruito sulla danza di strada, sviluppandolo lungo una trama coerente e senza tradire l’effetto virtuosistico di questo genere coreutico. 


Merzouki è anche riuscito nell’intento di unire l’hip-hop ad altre discipline come il circo, nello spettacolo Terrain vague, la realtà digitale in Pixel e la musica classica live in Récital. In Folia, che ha debuttato nel 2018 al Théâtre antique de Fourvière di Lione, la danza hip-hop incontra non solo le musiche barocche de Le Concert de l’Hostel Dieu, ma anche la danza contemporanea, il balletto e i dervisci rotanti, in un crescendo di emozioni che prende vita dall’energia incontenibile della Compagnie Käfig. Questa insolita fusione di generi nasce sotto il segno della condivisione e di un generoso impulso alla comunicazione. 


“Questo spettacolo è una vera sfida, – racconta Merzouki – ho voluto contaminare una musica antica poco conosciuta dal grande pubblico con suoni elettronici per offrire un approccio completamente nuovo alla coreografia. Il dialogo è unico e inaspettato e il contributo della musica elettronica dà a Folia la dinamica che cerco in ogni mia creazione. Ho voluto anche superare la barriera che spesso separa danzatori e musicisti, integrando questi ultimi nella coreografia. La sfida di questa nuova avventura è quella di sorprendere il pubblico e di abbattere gli stereotipi”.

(foto di Julie Cherki e Gilles Aguilar)

Al CISIM sabato 1 febbraio il live di Johnny Marsiglia

 
Sabato 1 Febbraio
CISIM | Viale Parini 48, Lido Adriano RA
ore 22
Johnny Marsiglia live
Opening: Kesmo e EquipeDeRA

Sabato 1 Febbraio sul palco del CISIM  si esibirà Johnny Marsiglia, rapper italiano classe ’86 nato a Palermo da padre palermitano e madre capoverdiana. Il 18 marzo 2014, pubblica “Fantastica Illusione”, terzo album prodotto da Big Joe per l’etichetta Unlimited Struggle. Nel settembre del 2017, Johnny Marsiglia e Big Joe entrano a far parte del roster dell’etichetta Sto Records. Dopo una lunga attesa, a quattro anni dal precedente lavoro, esce nel 2018, il nuovo album “ Memory”, firmato dall’etichetta Sto Records/Atlantic, distribuito da Warner Music Italy. “Memory” conferma il talento del duo palermitano e lo stile unico e caratteristico di Marsiglia che unisce la città in cui è cresciuto, Palermo, con la sua cultura e la sua tradizione, e le radici multiculturali della sua famiglia: fattori importanti e indelebili nel suo rap. Nel 2023 pubblica Gara 7, un album molto personale e profondo, che affronta temi importanti come la ricerca della serenità e del tempo. Il titolo dell’album, ispirato al mondo del basket, suggerisce che c’è molto di più dietro le parole e le metafore scelte per ogni traccia.
 
In apertura avremo diversi artisti tra cui Kesmo e la crew locale EquipedeRa. 

Kesmo
, classe 2000, si approccia al pop e al rap già da giovanissimo, all’età di 12 anni, sperimentando la scrittura da autodidatta. L’inclinazione all’arte e alla letteratura gli consente di allargare i propri orizzonti e lo porta alla realizzazione dei primi progetti tra il 2014 e il 2016, cimentandosi nelle prime esperienze live. Nel 2019 Kesmo pubblica 4 singoli “Boston George”, “Male”, “Butterfly” e “Anche Questo”. Nel 2020 pubblica “Halo rmx” mentre nel 2021 avvia una collaborazione con l’etichetta Bagana.

EquipedeRa
, negli ultimi anni si è distinta sui palchi della regione e non solo. EquipedeRa è un collettivo della provincia di Ravenna formato dai rapper Amber, El Ale e D-Weak e dal producer S-Powa. Hanno pubblicato i loro primi singoli Puffin Blunts e One Step Up all'inizio del 2023, contenuti nel primo Ep "Edra I", uscito nella primavera dello stesso anno.


Duettango all’Aquila e Alba Adriatica per i concerti dell’ISA del fine settimana

 

Due gli appuntamenti in programma nel primo fine settimana di febbraio per la Cinquantesima Stagione dei Concerti dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese.
Sabato 01 febbraio alle 18 al Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila e Domenica 02 febbraio all’Auditorium dell’Istituto “E. Fermi” di Alba Adriatica, sempre alle 18, si esibirà il Duo Duettango formato dal pianista e direttore d’orchestra Filippo Arlia e dal bandoneonista Cesare Chiacchiaretta che i critici di settore considerano uno dei migliori interpreti dello strumento in letteratura.
In programma brani celeberrimi di Astor Piazzolla (nella foto a destra), il compositore che con la sua opera ha elevato il tango a musica d’arte, portandolo dai locali della periferia di Buenos Aires alle sale da concerto di tutto il mondo.
Il programma musicale del concerto segna un viaggio nella musica del compositore, celebrata con alcuni dei suoi brani più rappresentativi: tra questi i più famosi sono sicuramente Oblivion, melodia utilizzata nella colonna sonora del film Enrico IV di Marco Bellocchio del 1984, Adiós Nonino, scritto nel 1959 dopo la morte improvvisa del padre, Escualo del 1979, La muerte del Ángel tratta dalla Suite del Ángel del 1965.
A incorniciare il programma due brani celeberrimi che rappresentano altrettante espressioni della musica argentina del XX secolo. Il primo è Por una cabeza del 1935, portata al successo da Carlos Gardel (nella foto a sinistra) e ancora oggi canzone simbolo dell’era dell’espansione planetaria del tango. Il secondo è il tema principale tratto dalla colonna sonora del film Il postino con la quale Luis Bacalov vinse il premio Oscar nel 1996; il brano fu registrato da Héctor Ulises Passarella, uno dei più grandi bandoneonisti viventi che nel 2021 si è esibito come solista e direttore dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese proprio in un programma che celebrava il centenario della nascita di Astor Piazzolla.

A RAVENNA 'PEOPLE': DACRU DANCE COMPANY ESPLORA LE DISTANZE SOCIALI

 

Vi siete mai sentiti soli? È questo l’interrogativo sollevato da People della DaCru Dance Company, che apre la Stagione Danza 2025 del Teatro Alighieri di Ravenna. Sabato 1 febbraio alle 20.30 e domenica 2 alle 15.30, torna in scena all’Alighieri la compagnia nata dal sodalizio fra Marisa Ragazzo e Omid Ighani e votata a esplorare le possibilità di incontro fra danza urbana e teatro – uno urban theatre all’insegna della contaminazione. Dopo aver dato prova del loro approccio in occasione della produzione di Tamerlano che ha debuttato nella Stagione Opera 2023, con People i DaCru analizzano un’umanità sempre più esposta a contatti fittizi, fatti di gradimento, status, condivisione sui social…e solitudine. 


La scena è semplice, senza effetti speciali; frammentata in camere che diventano un’allegoria di case, corpi e menti. All’interno di questi spazi ben delimitati, ognuno disegna la propria comfort zone, scegliendo di non vedere quanto accade oltre il confine. Così si indaga sulla straordinaria potenza (e a volte violenza) delle distanze sociali. La Stagione d’Opera e Danza 2025 è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
 

La DaCru Dance Company nasce come compagnia indipendente nel 1996, fondata da Marisa Ragazzo e Omid Ighani. Dal 2017 è costituita da artisti associati della Compagnia Naturalis Labor. Compagni d’arte e di vita, Ragazzo e Ighani dirigono i danzatori attraverso una personale e singolare visione, unendo diverse radici culturali per creare un vero e proprio progetto di emancipazione da tecniche e schemi performativi. Nel loro linguaggio senza margini si mescolano sistematicamente tecniche e gestualitàdiversificate; quelli della DaCru sono quindi danzatori eclettici, dotati di un linguaggio personale fisico ed emotivo, un codice espressivo metropolitano e un’anima poetica. La compagnia si è esibita in contesti quali Graf-Zeppelin House in Germania, Hangartfest a Pesaro, Fonderia a Reggio Emilia, Teatros Del Canal a Madrid, New Italian Dance Platform, Sheen Center a New York e il Teatro Malibran a Venezia.


A Palazzo Maffei, a Verona, domenica 2 febbraio il quartetto di fiati dell’Orchestra di Fondazione Arena propone le rare Sonate a quattro di Rossini per la rassegna da camera Musei in Musica

 

Domenica 2 febbraio, alle 11, torna Musei in Musica, la rassegna da camera di Fondazione Arena, con un nuovo appuntamento al teatrino di Palazzo Maffei Casa Museo, con la suggestiva vista su piazza Erbe e la ricchezza artistica della collezione Carlon. I professori dell’Orchestra areniana interpreteranno quattro Sonate a quattro giovanili di Gioachino Rossini, nella trascrizione per quartetto di fiati (flauto, clarinetto, corno, fagotto), composti a soli dodici anni per i suoi amici, non particolarmente amati dall’autore ma in realtà assai apprezzati sin dal loro primo apparire e trascritti per diversi ensemble. Contengono già le tracce di una vena melodica facile e una varietà ritmica che, in pochi anni, faranno del Pesarese il più richiesto autore d’opera, sia buffa sia seria, di tutta Europa. Prerogativa di Musei in Musica è l’abbinamento del concerto con la visita libera omaggio al museo un’ora prima dell’evento. La rassegna proseguirà nelle diverse sedi museali della città, tra cui il Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, alla tomba di Giulietta, e la Sala Maffeiana, grazie alla collaborazione con i Musei Civici del Comune di Verona e l’Accademia Filarmonica, con programmi che spaziano da Bach alla contemporaneità, tra grandi classici e prime esecuzioni.

Sulla scena di Modena Danza CARMEN, il celebre balletto flamenco firmato per il cinema e per il teatro da Antonio Gades e Carlos Saura

 

Dopo il successo di Nozze di Sangue e Suite Flamenca del 2023, la Compagnia Antonio Gades torna al Teatro Comunale di Modena domenica 2 febbraio 2025 alle 17.30 con Carmen, reinterpretazione in chiave flamenca di un celebre titolo di repertorio. Cantore di una Spagna aspra e primitiva, Gades ne ha ritrovato l’autenticità in un flamenco dallo stile asciutto e dall’anima classica, sublime espressione artistica della cultura popolare andalusa. Insieme al regista Carlos Saura ha concepito lo spettacolo nel 1983 in forma cinematografica, realizzando con Carmen Story un’opera in cui finzione e realtà si confondono nella passione tra il direttore di una compagnia e la giovane protagonista di un nuovo balletto. Coreografo, danzatore e attore spagnolo, Gades è stato uno dei principali interpreti del flamenco del XX secolo. Nel 1978 ha fondato il Balletto Nazionale Spagnolo.

“Carmen ha preso forma dalla mano di Mérimée e di Bizet, ambedue francesi, che hanno saputo interpretare così bene il nostro temperamento ed il nostro costume - spiegavano Antonio Gades e Carlos Saura all’uscita del film, nel 1983 - . Creata da Mérimée, resa eterna dalla musica di Bizet: questi due inscindibili lavori sono alla base della nostra opera. La nostra versione di Carmen è interamente ballata, la danza qui è protagonista assoluta, e per danza intendiamo ritmo, musica, movimento. Il nostro intento è stato quello di estrarre dalla nostra etnia, dalle nostre caratteristiche, gli elementi che costituiscono Carmen, e per questo motivo, abbiamo utilizzato il ballo e il canto flamenco, non tralasciando tuttavia la meravigliosa partitura di Bizet, che anzi ci è servita da contrappunto. Il nostro desiderio è quello di trasmettere a chi assiste a questo spettacolo l’allegria e la passione con cui abbiamo lavorato alla realizzazione di Carmen”.
 Se Gades disprezzava quel flamenco d’intrattenimento, fasullo e volgare, venduto ai turisti, e danzò tutta la vita per imporre la verità del ballo andaluso, Saura in egual misura era nemico dell’effetto cinematografico, del colore saturo delle immagini, dell’artificio vorticoso della macchina da presa, tante volte inutilmente utilizzati per filmare la danza. Così, nel film come nello spettacolo - anch’esso co-firmato da Saura - l’ambientazione è un teatro dove una compagnia di flamenco prova il balletto Carmen, mentre la vita dei ballerini principali si intreccia drammaticamente alla vicenda della sinossi. Se il set cinematografico è un edificio teatrale, sul palcoscenico sono sufficienti pochi oggetti per definire un ambiente e creare un’atmosfera, perché così vuole l’estetica scabra di Gades. Una sedia, una lampada, un letto, bastano a scandire lo spazio, le luci sono naturali, i costumi veristi, senza lustrini né pois, come dovevano essere allora quelli del popolo andaluso.


mercoledì 29 gennaio 2025

Per gli Amici della Musica di Firenze, sabato l’atteso ritorno dell’Hagen Quartett

 
Sabato 1° febbraio, ore 16.00, al Teatro della Pergola, torna in stagione uno dei più importanti quartetti in attività a livello internazionale, l’Hagen Quartett (a sinistra, foto di Andrej Grilc), che eseguirà il Quartetto in sol maggiore, Hob.III:58 e il Quartetto in mi maggiore, Hob.III:59 di Haydn e il Quartetto n. 3 in la maggiore, op. 41 n. 3 di Schumann. Nato dall’unione dei quattro fratelli Lukas (violino), Angelika (violino, poi sostituita nel 1987 dall’attuale componente Rainer Schmidt), Veronika (viola) e Clemens Hagen (violoncello), il Quartetto ha raggiunto una posizione di eccellenza tra i migliori ensemble del nostro tempo. Si esibisce in tutto il mondo e ha realizzato una discografia storica di quasi cinquanta registrazioni. Nel 2021 ha celebrato il suo 40º anniversario.
Il ritorno del Quartetto è particolarmente atteso visto che, per cause di forza maggiore, si era trovato costretto a cancellare la sua ultima presenza nel cartellone degli Amici della Musica.
 
Oltre che per le sue straordinarie esibizioni, l’approccio del Quartetto si distingue per una straordinaria attinenza alla scrittura musicale che si riflette nell’enorme successo ottenuto nel corso della lunga carriera. Recentemente l’Hagen Quartett ha aperto il Primo Festival Biennale di Quartetto d’Archi al Concertgebouw di Amsterdam, ha effettuato un tour in Asia con tre concerti a Tokyo, e ha condiviso il palco con Sol Gabetta e Jörg Widmann. Inoltre, il Quartetto ha inciso per la Myrios Classics un attesissimo programma dedicato a Brahms insieme al pianista Kirill Gerstein.
L’Hagen Quartett si è esibito regolarmente in Nord America per decenni. Tra i momenti salienti recenti si annoverano un ciclo completo di Beethoven alla 92Y di New York, un programma di Brahms insieme al pianista Kirill Gerstein alla Duke University e concerti a Boston, Cleveland, Philadelphia, Montréal, Los Angeles, San Francisco e Washington D.C.
L’ultima registrazione dell’Hagen Quartett, con i Quartetti per archi K. 387 e K. 458 di Mozart (a destra), ha ricevuto il Diapason d’Or e il premio Choc de Classica, oltre al prestigioso ECHO Klassik (2016). Poco dopo la sua fondazione, l’Hagen Quartett ha firmato un contratto di registrazione esclusivo con Deutsche Grammophon, che ha portato alla produzione di quarantacinque album nei successivi vent’anni, con una vasta gamma di repertori, che ha prodotto alcune delle registrazioni più iconiche per quartetto d’archi.



Per gli Amici della Musica di Firenze domenica un nuovo appuntamento con “Ritratti” dedicato al compositore Daniele Ghisi


 Domenica 2 febbraio, alle 18.30, al MAD – Murate Art District, torna "Ritratti", il ciclo dedicato alla musica contemporanea. La formula di “Ritratti” prevede quattro concerti di cui sono protagonisti altrettanti compositori in attività, ciascuno dei quali ha avuto carta bianca per impaginare un programma cameristico, partendo dalla scelta di propri lavori da mettere in dialogo con opere del passato e di altri autori. Il 2 febbraio l’appuntamento sarà dedicato al compositore Daniele Ghisi, che assieme ai musicisti Francesco Dillon al violoncello ed Emanuele Torquati al pianoforte (nella foto a sinistra) proporrà sue composizioni e musiche di Brahms, Mendelssohn e Schumann. Il concerto sarà introdotto da Francesco Antonioni, voce di RAI Radio 3 Suite. Tutti i concerti di “Ritratti” hanno il prezzo speciale di 15 € intero, 13€ ridotto.



Nato in Italia nel 1984, Daniele Ghisi (nella foto a destra) studia Composizione con Stefano Gervasoni e Matematica presso l’Università di Milano Bicocca. Tra il 2008 e il 2011 frequenta il Cursus de composition et d’informatique musicale dell’Ircam. Nel 2009-2010 è compositore in residenza presso l’Akademie der Künste di Berlino, mentre nel 2011-2012 è membro dell’Académie de France à Madrid – Casa de Velázquez. Nel 2012 è compositore ricercatore presso l’Ircam. Tra il 2013 e il 2014 è assistente ricercatore presso l’Haute École de Musique di Ginevra; nel 2019 ricopre il ruolo di consulente artistico/scientifico nella stessa istituzione. Nel 2015 è compositore in residenza con il Divertimento Ensemble di Milano, con cui incide il suo primo CD monografico (“Geografie”). Nel 2017 ottiene un dottorato in Composizione e Ricerca Musicale presso l’Ircam/UPMC/Sorbonne. Dal 2017 al 2020 insegna Composizione Elettroacustica al Conservatorio di Genova. Nel 2020 è ricercatore presso il CNMAT/University of California Berkeley. Le sue musiche sono pubblicate da Ricordi. Alcune delle sue opere, in collaborazione con il videoartista Boris Labbé, sono distribuite su Sedition (www.seditionart.com/boris-labbe-and-daniele-ghisi). È cofondatore del collettivo /nu/thing (www.nuthing.eu) e co-creatore del progetto “bach: automated composer’s helper”, una libreria di composizione assistita in tempo reale (www.bachproject.net).

Un omaggio alla musica francese tra Ottocento e Novecento diretto da Josep Caballé Domenech

 
“Omaggio alla musica francese” potrebbe essere il titolo ideale che ispira il programma dei prossimi appuntamenti della 65a Stagione Concertistica 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, venerdì 31 gennaio (ore 21) e sabato 1 febbraio (ore 17.30) al Politeama Garibaldi.
Sul podio Josep Caballé Domenech, nella foto (che sostituisce il previsto Jonathan Webb), bacchetta catalana con studi viennesi e importanti riconoscimenti in concorsi internazionali, dirige, infatti, un programma dedicato a tre compositori francesi attivi tra la seconda metà dell’Ottocento e il Novecento: Les offrandes oubliées, meditazione sinfonica per orchestra di Olivier Messiaen (Avignone 1908 - Clichy 1992), Sinfonietta di Francis Poulenc (Parigi 1899 – 1963) e la Sinfonia in re minore di César Franck (Liegi 1822 – Parigi 1890).

Ultima opera in cartellone al Teatro Fraschini di Pavia: I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini

 
Venerdì 7 e domenica 9 febbraio va in scena l’opera  I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, produzione Operalombardia.  Firma la regia Andrea De Rosa, alla guida dei Pomeriggi Musicali sarà Sebastiano Rolli.
Ultima opera in Cartellone, che Vincenzo Bellini scrisse in poco più di un mese, sulla scorta del rifacimento che Felice Romani fece del Romeo e Giulietta di Nicola Vaccai. La rielaborazione del musicista fu particolarmente felice. La nota vicenda del tormentato amore tra i due giovani amanti è diretta da Sebastiano Rolli che, dopo gli studi di Musica da camera e Composizione presso i Conservatori di Parma e Milano, ha intrapreso una brillante carriera dirigendo prestigiosi ensemble in Italia e all’estero. Andrea De Rosa, regista di prosa e opera, ha collaborato con prestigiosi direttori d’orchestra, negli ultimi anni ha lavorato al teatro Mariinsky di San Pietroburgo.


Personaggi e Interpreti
Giulietta Giulia Mazzola (7/2), Benedetta Torre (9/2)
Romeo Annalisa Stroppa
Tebaldo Matteo Falcier
Lorenzo Matteo Guerzè
Capellio Baopeng Wang

Direttore e Maestro Concertatore Sebastiano Rolli
Regia Andrea De Rosa
Scene Daniele Spanò
Costumi Ilaria Ariemme
Luci Pasquale Mari
Maestro del coro Diego Maccagnola
Coro di OperaLombardia
Orchestra I Pomeriggi Musicali
 
Coproduzione Teatri di OperaLombardia e Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Nuovo allestimento


Presentata la stagione concertistica 2025 dell’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari

 
130 concerti, di cui 40 per le scuole, distribuiti sul territorio metropolitano con una serie di produzioni “con i giovani” e “per i giovani”, una più intensa collaborazione con le Istituzioni locali e i Conservatori pugliesi, la valorizzazione dell’identità con un omaggio alla tradizione nicolaiana e un’attenzione particolare al sociale e agli “anniversari” non solo legati al mondo della musica ma, in un’autentica ottica di multidisciplianarietà, alla letteratura, alla danza, al teatro e al cinema.
Sono questi alcuni degli elementi che caratterizzano l’intensa stagione concertistica 2025 dell’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari, che prenderà il via domani giovedì 30 gennaio, alle ore 20, nell’Auditorium “Nino Rota” con il concerto “Il Rota ritrovato”. Un gioco sugli anniversari che prevede la straordinaria presentazione delle Variazioni e Fuga nei dodici toni sul nome di Bach composte da Nino Rota e mai eseguite. Una prima esecuzione assoluta, dunque, possibile grazie al rinvenimento delle fonti originali conservate nell’Archivio musicale della Istituzione Concertistico-Orchestrale della Città Metropolitana di Bari. (Ingresso a pagamento con biglietto unico 5 euro. 1 euro per studenti di ogni ordine e grado, over 65, tesserati Agis, accompagnatori di dipendenti dell’Ente, iscritti ai circoli dei dipendenti di Enti Pubblici, 2 euro per tesserati Fai. Ingresso gratuito per dipendenti dell’Ente, persone con disabilità e accompagnatore.
Il concerto avrà un seguito nell’incontro di studi che si terrà il 31 gennaio presso la Pinacoteca “Corrado Giaquinto” alle ore 10 (Ingresso libero).

La nuova programmazione dell’ICO è stata presentata dal sindaco metropolitano, Vito Leccese, dal Dirigente ad interim del Servizio Beni Culturali e ICO, Raffaele Nicola Vitto, e dal direttore artistico, Vito Clemente.
“Sono entusiasta di presentare, per la prima volta da sindaco metropolitano, la nuova stagione concertistica dell’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari – ha affermato Leccese -.  Un’importante opportunità di crescita culturale e sociale per il nostro territorio che propone 130 concerti, di cui ben 40 dedicati alle scuole, a testimonianza del nostro impegno per avvicinare i giovani alla musica e all’arte. Una stagione dalla visione multidisciplinare che attraversa letteratura, danza, teatro e cinema affinché ci aiutino a sensibilizzare il pubblico anche grazie alla conoscenza di grandi compositori che hanno segnato la nostra storia culturale, come Niccolò Piccinni e Nino Rota. Invito tutti i cittadini a partecipare a questa straordinaria stagione, un'occasione per scoprire e riscoprire insieme la bellezza della grande musica e, con essa, la maestria dei nostri orchestrali.  Un ringraziamento speciale all’iniziativa “ICO per il sociale” che, anche quest’anno, porterà l’Orchestra sinfonica della Città metropolitana nelle carceri, negli ospedali e nelle case di riposo, luoghi tradizionalmente esclusi dalla programmazione culturale”.
“La stagione concertistica 2025 vedrà l’Orchestra protagonista sia su palcoscenici come l’Auditorium “Nino Rota”, il Teatro Piccinni di Bari che nelle periferie e nei teatri dell’area metropolitana grazie alle convenzioni con diversi Comuni – ha proseguito il direttore artistico Vito Clemente. - Un’attenzione particolare è riservata ai giovani, veri protagonisti di questa nuova programmazione. Ritornerà il nuovo vincitore del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni 2025, nell’ambito di un ampio progetto di collaborazione con i 73 conservatori di musica italiani che vedrà sei giovani solisti impegnati nei concerti di Nino Rota. Ai cinque conservatori di musica pugliesi (“Niccolò Piccinni” di Bari, “Umberto Giordano” di Foggia, “Tito Schipa” di Lecce, “Nino Rota” di Monopoli, “Giovanni Paisiello” di Taranto) è dedicato un progetto Concorso/Masterclass sull’operetta italiana. Nel cartellone, oltre ai 33 artisti under 35 e, in molti casi, under 25 fra direttori e solisti, a testimonianza della politica di scouting perseguita dall’Orchestra, un dato rilevante è rappresentato dal numero significativo di professori aggiunti under ’35 chiamati a completare le fila della compagine barese. La Sinfonica si pone, in un’ottica di politica culturale e sociale, quale naturale soggetto di riferimento per l’ingresso nel mondo del lavoro nei confronti dei giovani laureati o studenti dei corsi superiori dei Conservatori”.
Ma i giovani saranno anche i fruitori di cinque progetti dedicati alle scuole di ogni ordine e grado fino alle Università. Alla produzione di successo dello scorso triennio, il melologo su versi di Dante Come l’uom s’etterna di Massimo De Lillo, si aggiungono Bene, bravo, bis! con Pulcinella in veste di presentatore di Piccinni e dell’Orchestra Sinfonica, Dedicato a noi - Cinematografo con lavori sul cinema commissionati dalla ICO, Qui, Bari. Storia di resistenza e impegno civile dedicato al racconto di Radio Bari, la prima radio libera d’Italia dopo il regime fascista e al tema della violenza sugli operatori sociosanitari, ed infine L’acqua della vita, una favola per voce recitante e orchestra da un racconto popolare pugliese e dalle fiabe dei Fratelli Grimm.
Il focus su Piccini, il recupero delle radici popolari, il culto nicolaiano e la multidisciplinarietà caratterizzeranno l’intera stagione concertistica serale.
Grande spazio è già stato tributato a Piccinni, il “barese più famoso al mondo” con un concerto monografico il 15 gennaio scorso nel teatro a lui intitolato e con un programma dedicato alle varie sfaccettature della sua produzione: il serio, il buffo, il sacro. Di grande interesse la presentazione in prima esecuzione in tempi moderni del salmo Laudate pueri. La musica del massimo compositore barese aprirà simbolicamente anche 8 concerti con ouvertures o sinfonie avanti l’opera inedite revisionate dalla ICO della Città metropolitana: un lavoro sistematico di recupero delle fonti che ha raggiunto il ragguardevole numero di portato 57 brani inediti ritrovati, collazionati, trascritti, revisionati ed eseguiti a partire dal 2022. Di importanza strategica assoluta è la riproposizione delle due sinfonie da La Cecchina e Didon nei programmi scolastici circuitati durante l’intera stagione. Un’operazione divulgativa del Nostro presso i più giovani.
L’attenzione alla contemporaneità viene declinata attraverso 30 prime esecuzioni assolute.
Il repertorio sinfonico si traduce con la presentazione delle 8 sinfonie di Schubert all’interno di un progetto triennale che punterà all’esecuzione integrale delle sinfonie di Mendelssohn e Schumann, una “triade romantica” dopo il triennio precedente dedicato ai classici viennesi Mozart, Beethoven ed Haydn. Di Schubert, oltre alle sinfonie, ouverture e le musiche di scena di Rosamunda, principessa di Cipro. Di Mendelssohn e Schumann anticipazioni di concerti solistici ed ouverture in combinazione anche con i classici della “prima scuola di Vienna” che hanno caratterizzato la programmazione del triennio 2022-2024.
Nino Rota sarà protagonista non solo di tutta stagione 2025, ma anche dell’intero triennio 2025-2027. Rota costituirà, infatti, un faro per riportare alla luce compositori pugliesi poco eseguiti ed autori del novecento storico italiano a lui legati con brani che mancano da tempo nei cartelloni sinfonici. E così avranno spazio compositori legati al territorio quali Ottavio De Lillo, Francesco D’Avalos, Salvatore Pappagallo, Cesare Franco, Ferdinando Sarno ed autori italiani quali Mario Pilati, Vittorio Rieti, Ildebrando Pizzetti, Luigi Dallapiccola, Ottorino Respighi e Mario Castelnuovo-Tedesco, oltre ad autori dimenticati quali Westerhout e Anzoletti.
Fuori dall’Italia attenzione ad autori in qualche maniera fonte di ispirazione di Rota: George Gershwin, Aaron Copland, Manuel De Falla.
Sempre su Rota parte un progetto Hommage a Nino Rota con la commissione di lavori dedicati al Maestro: un focus che, nel triennio 2025-2027, avrà una dimensione intergenerazionale. Si parte con “i ragazzi di Rota”, coloro che con Rota hanno avuto un rapporto diretto durante gli anni di studi presso il Conservatorio barese: Adriano Cirillo, Michele Cellaro, Francesco De Santis, Paolo Lepore, Domenico Molinini, Angela Montemurro, Vito Paternoster. Si arriverà poi, nel corso del triennio, alla generazione degli attuali studenti, già protagonisti della politica culturale della ICO Sinfonica della Città metropolitana di Bari.
Sempre nell’ottica del recupero di pagine poco eseguite o addirittura dimenticate parte un lavoro sistematico dedicato alle compositrici donne. Nel 2025 si inizia con Fanny Hensel-Mendelssohn, Ingeborg Bronsart, Emilie Mayer ed Emilia Gubitosi.
Tra gli anniversari: Antonio Salieri (a 200 anni dalla morte) in un programma iconicamente legato a Mozart, Georges Bizet (a 150 anni dalla morte), Maurice Ravel (a 100 anni dalla morte), Erik Satie (a 100 anni dalla morte) e Marco Enrico Bossi ( a 100 anni dalla morte), ma anche anniversari legati alla prima esecuzione di brani quali Il viaggio a Reims di Gioachino Rossini (1825), e Concerto in fa di George Gershwin, El amor brujo di Manuel De Falla, Music for the Theatre di Aaron  Copland, Due Pastorali di Vittorio Rieti, tutti scritti nel 1925. Sempre del 1925 sarà presentato un medley dedicato a Sweet Georgia Brown e Tea for two di accostate a Piscatore ‘e Pusilleco e ‘O paese d’ ‘o sole.
Ancora spazio all’iniziativa “ICO per il sociale” che, anche quest’anno, porterà l’Orchestra sinfonica della Città metropolitana nelle carceri, negli ospedali e nelle case di riposo.

LA GRANDE MESSA DI MOZART INAUGURA LA STAGIONE SINFONICA 2025 AL TEATRO FILARMONICO

 
Una grande festa sinfonico-corale per i 50 anni del ritrovato Teatro Filarmonico. Dopo l’opera, venerdì 31 gennaio alle 20, inaugura anche la Stagione Sinfonica 2025 di Fondazione Arena. Orchestra e Coro areniani, diretti da Enrico Onofri (nella foto a sinistra), eseguono la Grande Messa in do minore, capolavoro sacro del genio di Salisburgo, con quartetto vocale d’eccezione, preceduta dalla rara Sinfonia 39 del contemporaneo Michael Haydn. replica sabato 1° febbraio alle 17. Biglietti e abbonamenti disponibili. 
Verona, nel mese di gennaio, risuona della musica di Mozart e, quest’anno, ‘incontra’ altri due importanti anniversari: il bicentenario della morte di Salieri e i cinquant’anni della riapertura del Teatro Filarmonico. E se, come nel 1975, al compositore di Legnago è spettato inaugurare la Stagione Lirica col suo Falstaff, al genio di Salisburgo è dedicato il primo concerto della Stagione Sinfonica 2025 di Fondazione Arena.
In programma la sua composizione sacra più ambiziosa, la Messa in do minore K 427, detta Grosse Messe, iniziata nel 1782 senza committente – caso unico per l’epoca e l’autore – dedicata a Constanze, da poco sua moglie, e pensata per il ritorno a Salisburgo, l’ultimo di Mozart, dalla famiglia e dall’Arcivescovo dal cui servizio era fuggito. Fu eseguita durante una funzione religiosa nel 1783, unita a brani di altre messe, e poi rimasta nel cassetto per due anni, quando fu adattata per Vienna nell’oratorio Davide Penitente. La musica originale scritta per questa Messa rimase incompiuta – destino condiviso col celebre Requiem, che però circola oggi completato da amici e allievi – con metà sezione del Credo e priva di Agnus Dei. Caduta nell’oblio, questa Messa fu scoperta e pubblicata postuma nel 1840 e solo nell’ultimo mezzo secolo è entrata stabilmente in repertorio, conquistando le sale da concerto. In essa convivono l’omaggio alla tradizione passata delle messe solenni, per contrappunto, proporzioni e austerità di Bach, Händel, e degli italiani del ‘700, e a una tenera, luminosa cantabilità, in particolare nelle pagine destinate alla sposa Constanze, soprano della prima salisburghese. Il poliedrico maestro Enrico Onfori, nella più recente edizione critica di Ulrich Leisinger (2019), dirige l’Orchestra di Fondazione Arena, il Coro diretto da Roberto Gabbiani e quattro affermati solisti, tra cui i soprani Gilda Fiume, protagonista di diverse prime veronesi tra cui il recente Falstaff salieriano, Arianna Vendittelli, apprezzata belcantista, al debutto al Filarmonico come il tenore polacco Krystiam Adam, specialista del repertorio, e il basso Adolfo Corrado, vincitore di numerosi concorsi internazionali, tra cui il BBC Cardiff Singer of the World 2023.
L’Orchestra areniana aprirà il concerto, della durata complessiva di 70 minuti circa e senza intervallo, con una prima esecuzione al Filarmonico in un originale accostamento: la Sinfonia n. 39 in Do maggiore di Michael Haydn (nell'immagine a sinistra), fratello del più celebre Franz Joseph, contemporaneo e apprezzato amico dello stesso Mozart. I tre movimenti della Sinfonia, dal tono festoso e dall’ampio organico, furono molto probabilmente di ispirazione per l’ultima sinfonia mozartiana “Jupiter”, con cui condivide la brillante tonalità d’impianto.
Il concerto è inserito nel programma di Mozart a Verona 2025, Festival diffuso in tutta la città, ed è il primo della Stagione Sinfonica 2025 di Fondazione Arena, comprendente 10 appuntamenti in abbonamento e 2 concerti straordinari. La programmazione abbraccerà oltre tre secoli di musica, importanti anniversari di grandi compositori come Šostakovič, Ravel, Salieri, Bartók, eseguiti da giovani di talento, solisti e direttori di prestigio internazionale.

GIANNA FRATTA E AVERY GAGLIANO OSPITI DELL’80a STAGIONE DEI POMERIGGI MUSICALI “80 ANNI SUONATI”

 Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 30 gennaio 2025, ore 10 (in anteprima) e ore 20
sabato 1 febbraio 2025, ore 17
direttrice Gianna Fratta
pianoforte Avery Gagliano
Orchestra I Pomeriggi Musicali
 
Pëtr Il’ič Čajkovskij
(Votkinsk 1840 – San Pietroburgo 1893)
Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 44
– Allegro brillante e molto vivace
– Andante non troppo
– Allegro con fuoco
 
Gabriel Fauré
(Pamiers 1845 – Parigi 1924)
Pavane in Fa diesis minore op. 50
 
Suite Pelléas et Mélisande op. 80
– Prélude. Quasi adagio
– Fileuse. Andantino quasi allegretto
– Chanson de Mélisande. Molto adagio
– Sicilienne. Allegretto molto moderato
– La Mort de Mélisande. Molto adagio– Allegro con brio

 

I prossimi appuntamenti dell’80a stagione concertistica 2024/2025 dei Pomeriggi Musicali “80 anni suonati” al Teatro Dal Verme giovedì 30 gennaio (ore 10 e ore 20) e sabato 1 febbraio (ore 17) si declinano al femminile con il ritorno di Gianna Fratta sul podio e la presenza della pianista Avery Gagliano.
In programma il Concerto n. 2 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra op. 44 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, seguito da due pagine di Gabriel Fauré, cioè la Pavane in Fa diesis minore op. 50 e la Suite Pelléas et Mélisande op. 80.
Giovedì 30 gennaio, con aperitivo dalle ore 18.45, nuovo incontro del ciclo “Altri Pomeriggi” dedicato agli Under30 che potranno conversare con Gianna Fratta e Avery Gagliano sul tema “Sentieri del Romanticismo” legato alle pagine in programma per il concerto (biglietto e aperitivo: 10 euro).
 

Nata nel 2001, Avery Gagliano è una pianista statunitense di straordinario talento, riconosciuta per la sua tecnica impeccabile e la profondità emotiva delle sue interpretazioni. Vincitrice della sezione “junior” del celebre Concorso Van Cliburn nel 2020, è fra le più brillanti recenti diplomate del prestigioso Curtis Institute di Philadelphia e si sta affermando come una delle stelle emergenti della musica classica.
Gianna Fratta è stata invece una delle prime donne in Italia a dirigere importanti complessi sinfonici o
essere inviata in teatri di rilievo, come il Teatro dell'Opera di Roma, il Maggio Musicale Fiorentino o il Teatro Verdi di Trieste. Apprezzata per il carisma e il carattere, è apprezzata anche per le doti manageriali e organizzative.
 
«Passano appena cinque anni – sottolinea Raffaele Mellace nelle note di sala – tra la nascita di Pëtr Il’ič Čajkovskij e quella di Gabriel Fauré. Pur in contesti differenti e con un destino assai diverso, questi due grandissimi segnarono in misura decisiva la civiltà musicale del secondo Ottocento, la stagione dell’esaurimento del Romanticismo e dell’invenzione del moderno. Il concerto odierno ne propone tre lavori che chiudono, esattamente nell’ordine in cui saranno eseguiti, ciascuno uno gli ultimi tre decenni del secolo. La composizione più antica, realizzata con agio tra l’ottobre 1879 e l’aprile 1889, è probabilmente il più negletto tra i concerti čajkovskijani, di rarissimo ascolto; pagina in realtà profondamente ispirata, di meravigliosa vitalità e straordinario interesse. […] All’altro capo di quel decennio, nel 1887, la celeberrima Pavane in Fa diesis minore fu composta per una serie di concerti estivi da Gabriel Fauré, che ben presto l’accompagnò a un coro invisibile con eventuale intervento coreutico, dedicando questa versione più ambiziosa alla mecenate, contessa Élisabeth Greffulhe. Il 25 novembre 1888 il pezzo veniva proposto in prima esecuzione assoluta nella sua veste orchestrale a Parigi, per i Concerts Lamoureux. I Ballets Russes di Sergej Djagilev l’accoglieranno nel loro repertorio come Las Meninas, mentre trent’anni più tardi Fauré lo riprenderà nel divertissement Masques et bergamasques. […] Trascorre un altro decennio e ci s’imbatte in un lavoro dalla vicenda complessa, la Suite Pelléas et Mélisande op. 80. Nel 1898 a Gabriel Fauré furono commissionate dall’attrice inglese Mrs. Patrick Campbell le musiche di scena per il dramma lirico omonimo del poeta belga Maurice Maeterlinck, il testo più fortunato del simbolismo musicale, che avrebbe ugualmente impegnato Schönberg, Sibelius e Debussy. Dei 19 numeri della partitura originaria, strumentata dall’allievo Charles Koechlin, Fauré trasse, orchestrando per un organico più ampio, una suite da concerto presentata a Parigi il 3 febbraio 1901, una settimana dopo la morte di Verdi. L’ascoltatore affronta in quattro stazioni un percorso compiuto attraverso la vicenda infelice dei due amanti».
 
 

Domenica 9 Febbraio De labyrintho. Musica della Rinascenza apre il cartellone 2025 di Palazzo Marino in Musica

 
Palazzo Marino in Musica incontra Gallerie d’Italia
 
Mirabilia!
I Maestri della Cappella musicale sforzesca nella Milano di Leonardo 
 Primo concerto della rassegna Musica a Milano. Dal Rinascimento ad oggi
 Domenica 9 Febbraio 2025, ore 11.00
 Sala Alessi – Palazzo Marino
 Piazza della Scala 2, Milano.
 
Riprendono i concerti nella splendida Sala Alessi del cinquecentesco Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale di Milano e centro della vita politica.


L’occasione è data dall’esposizione presso le Gallerie d’Italia - Milano di Intesa Sanpaolo della mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento, curata da Marco Carminati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti, Paola Zatti, in corso dal 23 novembre 2024 ‒ 16 marzo 2025 che presenta Milano come crocevia delle arti, città inclusiva e cosmopolita, attraverso 140 opere tra dipinti, marmi, manoscritti, disegni, sculture, provenienti dalle raccolte e dai depositi dei musei milanesi e da musei nazionali e internazionali. 
Un grande progetto espositivo che offre al pubblico, milanese e non, l’occasione di riflettere sulla storia culturale della città e sulla sua straordinaria capacità, immutata nel corso dei secoli, di accogliere gli artisti stranieri, recependone le novità.
Sin dall’epoca rinascimentale, Milano ha offerto uno scenario privilegiato per l’arte musicale. – affermano Davide Santi e Rachel O’Brien, direttori artistici della rassegna - Nel XIX secolo è diventata il fulcro dell’opera lirica italiana. Ma la tradizione musicale di Milano non è solo un ricordo del passato: è una realtà viva e in continua evoluzione. I tre concerti della rassegna raccontano questa storia.


Con il primo concerto, previsto domenica 9 febbraio, dal titolo Mirabilia! I Maestri della Cappella musicale sforzesca nella Milano di Leonardo l’ensemble De labyrintho presenta una collezione di capolavori di Josquin Desprez, Gaspar van Weerbeke e Loyset Compère, opere mirabili che rendono testimonianza di una civiltà musicale di assoluto livello, sintesi di quello che fu il primo grande e ricco periodo della storia musicale milanese.

Il secondo appuntamento in programma domenica 16 febbraio dal titolo Milano. Città sonora, vede il Quartetto Vagus, formato da giovani musicisti di diverse nazionalità che con la loro presenza e il loro impegno testimoniano la vitalità e l’eccellenza nella formazione musicale del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, che dal 1808 continua a essere un faro per l’arte e la cultura a livello internazionale. In programma brani di Haydn, Šostakovič e Casella (nella foto a sinistra), compositore che ha avuto un legame importante con Milano attraverso il Teatro alla Scala dove sono state rappresentate diverse sue opere.

Infine, l’ultimo concerto, Melodramma. La fortuna reciproca con Milano, domenica 23 febbraio, coinvolge giovani cantanti, vincitori del Concorso Lirico Internazionale Salvatore Licitra, per esplorare il profondo legame tra Milano e quattro grandi maestri del melodramma italiano: Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi (nell'immagine a destra) e Giacomo Puccini. Un rapporto che non solo ha segnato le loro carriere, ma ha anche plasmato la storia culturale della città, consacrandola come una delle capitali mondiali della lirica.
I concerti si tengono domenica mattina alle ore 11.00 in Sala Alessi. I biglietti d’ingresso sono gratuiti: a partire dalle ore 09.30 del giovedì precedente ogni concerto è possibile prenotarli online sul sito della rassegna (www.palazzomarinoinmusica.it) oppure ritirarli (fino a un massimo di due biglietti a persona) presso la biglietteria delle Gallerie d’Italia - Milano in piazza Scala, 6.
La rassegna è realizzata in collaborazione con il Comune di Milano, Gallerie d’Italia - Milano ed è organizzata da EquiVoci Musicali, con il sostegno di Intesa Sanpaolo.
Sponsor tecnico Fazioli.
La direzione artistica è a cura di Davide Santi e Rachel O’Brien

martedì 28 gennaio 2025

Moshen Namjoo in "Minooor". Il 3 febbraio unica data italiana del tour del musicista iraniano con il suo nuovo progetto. A Roma il concerto in Sala Casella ospite dell'Accademia Filarmonica Romana

 

Sarà Roma l’unica città italiana del nuovo tour dell’artista iraniano Mohsen Namjoo, che nell’arco di poco più di un mese da Edimburgo arriverà fino a San Francisco e Los Angeles passando per Parigi, Londra, Amsterdam, Stoccolma e alcune città tedesche. Ospite dell’Accademia Filarmonica Romana, lunedì 3 febbraio la Sala Casella (due i concerti, alle ore 19 e alle ore 21.30 in via Flaminia 118) accoglie Mohsen Namjoo nel suo ultimo progetto “Minooor”, performance audiovisiva, fra arte, musica e narrazione che ripercorre storia e ricordi legati all’Iran.


Soprannominato dalla stampa americana il “Bob Dylan iraniano”, Mohsen nasce in una piccola città del nord est dell’Iran e cresce a Mashhad, approfondendo la musica classica persiana e studiando successivamente alla Tehran University of Art. Al contempo si interessa ai grandi musicisti dell’Occidente, nutrendo interesse soprattutto per Jim Morrison ed Eric Clapton. L’originale e stimolante mix di culture crea uno stile musicale decisamente personale, in cui la tradizione persiana dialoga e si intreccia con il blues e il rock, fra sitar e chitarra elettrica. A 32 anni, nel 2008, la musica di Mohsen, critica contro il regime islamico, lo obbliga all’esilio, e da allora l’artista, che non ha più fatto ritorno nel suo paese, dove pende una condanna a cinque anni con l’accusa di aver disonorato con la sua musica il Corano, vive fra gli Stati Uniti e l’Europa.


Accompagnandosi con il sitar, tradizionale strumento indiano a corde diffuso in tutto l’Oriente, Mohsen ripercorre in “Minooor” la storia dell’Iran nel primo decennio dopo la rivoluzione islamica del 1978-79 che portò a importanti cambiamenti politici, culturali e sociali. La musica sconfina nell’arte visiva e nel racconto in un viaggio emotivo che vive di ricordi d’infanzia, gioie e tristezze, per raccontare con l’arte la complessità dell’esperienza umana.