Un’opera-mito - mito del belcanto, della perfezione formale, dell’idea stessa
di opera - apre la Trilogia d’Autunno a coronamento della XXX edizione di
Ravenna Festival: la nuova produzione di Norma debutta venerdì 1
novembre, alle 20.30, inaugurando la straordinaria avventura lirica che anche
quest’anno sceglie il Teatro Alighieri per nove appuntamenti con l’opera, sera
dopo sera fino al 10 novembre. La prima del titolo belliniano rivela una natura
dove la concretezza della materia si ammanta di leggenda, cosparsa di messaggi
cifrati; come la luna che, inevitabilmente, domina la scena. Dirige l’Orchestra
Giovanile “Luigi Cherubini” Alessandro Benigni, già sul podio di Nabucco l’anno
scorso, mentre alla regia c’è Cristina Mazzavillani Muti; in palcoscenico un
giovane cast per la prima volta nel ruolo, compresa la Norma del soprano
coreano Vittoria Yeo, già applaudita Lady Macbeth. Al debutto anche il Coro
“Luigi Cherubini”, preparato da Antonio Greco e integrato con elementi del Coro
Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. Norma, che sarà in scena anche
martedì 5 e venerdì 8, sempre alle 20.30, è il primo passo di un percorso che
arriva agli albori del verismo, passando per Aida e approdando
a Carmen, anche queste nuove produzioni.
Accanto a Vittoria Yeo nei panni della figlia del capo dei druidi, sacerdotessa
che ha violato i voti per amore di un romano, il tenore Giuseppe Tommaso è il
proconsole Pollione, mentre il basso Antonio Di Matteo è Oroveso, padre di
Norma, e il soprano turco Asude Karayavuz sperimenta i panni di Adalgisa,
rivale in amore della protagonista. Completano la compagnia di canto Erica
Cortese, la fida Clotilde, e Riccardo Rados, l’amico di Pollione Flavio. La
Trilogia si conferma un vero e proprio “laboratorio” per talenti non soltanto
nel cast: il Coro “Luigi Cherubini”, creato ad hoc da Fondazione
Ravenna Manifestazioni per le proprie produzioni, attraverso un percorso di
selezioni avviato nel 2018, è infatti composto di cantanti giovani e
musicalmente versatili. In scena anche i DanzActori Trilogia d’Autunno, mentre
gli strumentisti di palcoscenico - in collaborazione con gli Istituti Superiori
di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna e “B. Maderna” di Cesena e con Romagna
Brass - sono diretti da Alicia Galli.
Opera invece dietro le quinte un affiatato team creativo: lo scenografo e
visual designer Ezio Antonelli, il light designer Vincent Longuemare, il video
programmer Davide Broccoli e ai costumi Alessandro Lai. Il libro Preghiera,
una creazione di Matteo Drudi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, è la
prima delle due opere che gli spettatori potranno osservare in scena (la
seconda apparirà
in Aida); altri lavori dei giovani artisti dell’Accademia
sono invece esposti negli spazi del Teatro per l’intera durata della Trilogia.
Sul fronte audio, per la prima volta un’opera si avvale di una “camera acustica
virtuale”, creata da BH Audio utilizzando lo strumento Soundscape degli esperti
tedeschi di d&b audiotechnik.
Fronde di un bosco, un fitto intreccio di radici, cavità sotterranee, poi l’acqua
e la bruma di paludi che
riportano la Gallia romana a paesaggi nostrani…e
simboli di un mondo perduto e misterioso: il libro che è al
tempo stesso
parola, credo, codice; il teschio-totem della divinità pagana Irminsul; la luna
che ora splende candida sulle note di Casta Diva, ora si tinge di rosso
nella chiamata alle armi, quasi a preludio di quel rosso rogo che è l’orizzonte
degli ultimi passi di Norma e Pollione sulla scena. Gli spazi esterni,
invariabilmente notturni, si contrappongono alla cavità sotterranea dove Norma
ha nascosto i propri figli: non avendo mai visto la luce non sono mai nati e
possono quindi apparire in scena quindi come due manichini, un’idea di figli
che Norma coltiva nel proprio antro. Così Norma paga la propria doppia vita -
divisa fra amore e amor di patria, castità e maternità - con l’assenza di vita
per i due innocenti, rappresentati in scena da due manichini, quasi a
sottolineare la profonda e irrimediabile solitudine in cui versa Norma. E anche
la protagonista, come la luna, muta vesti, dal candore sacerdotale al nero pece
della segretezza, della gelosia, della terribile tentazione.
Il pubblico potrà usufruire di Lyri, l’applicazione gratuita e multilingue che
permette di visualizzare testi e
trama del libretto su smartphone e tablet:
grazie allo sfondo nero, a un limitatissimo consumo di batteria e alla
sincronizzazione in tempo reale, Lyri non disturba la visione dello spettacolo
e sostituisce efficacemente i
sottotitoli. Si tratta di un gradito ritorno
dell’app all’Alighieri, dove aveva debuttato nel 2015, e di un altro elemento
che contribuisce alla funzionalità e al comfort dell’esperienza a Teatro.
La Trilogia d’Autunno è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna,
della Camera di Commercio, della Regione Emilia Romagna e del Ministero per i
beni e le attività culturali, con il contributo della Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna e di Bper Banca. Accanto a Norma, debuttano le nuove
produzioni di Aida (2, 6 e 9 novembre), sempre per la regia di
Cristina Muti e diretta da Nicola Paszkowski, e Carmen (3, 7 e 10
novembre), regia di Luca Micheletti e direzione di Vladimir Ovodok.
Nessun commento:
Posta un commento