martedì 20 giugno 2023

Nuove forme di narrazione in un teatro d’opera con “L’altro”, l’opera scritta e diretta da Gery Palazzotto, in scena il 22 giugno al Teatro Massimo di Palermo, con una dedica a don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia, nel trentennale del suo omicidio.

 
Dopo la trilogia dedicata ai misteri delle stragi di Capaci e via D’Amelio, Gery Palazzotto firma e dirige un’opera originale con cui esplora nuove forme di narrazione in un teatro d’opera. “L’altro”, in scena al Teatro Massimo il 22 giugno alle 20:30, è un’opera corale, in cui la parola, la musica, la danza si mescolano con la tecnologia delle immagini digitali e una dedica struggente a don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia, nel trentennale del suo omicidio.
A intessere la trama del racconto collettivo sono le musiche composte ed eseguite da Mauro Visconti, nuovo direttore del Conservatorio di Palermo (pianoforte e organo) e Fabio Lannino (basso elettrico e contrabbasso), e da più di cento ragazzi delle formazioni giovanili del Teatro Massimo, la Massimo Youth Orchestra, diretta dal Maestro Michele De Luca, e la Cantoria, diretta dai maestri Salvatore Punturo e Giuseppe Ricotta. Guida il racconto, l’attore Gigi Borruso, in scena insieme ai danzatori del Corpo di ballo del Teatro Massimo, Gaetano La Mantia e Alessandro Cascioli, autori delle coreografie e dei movimenti scenici, che danzano insieme a Yuriko Nishihara. Videomaking di Antonio Di Giovanni e Davide Vallone. Assistente musicale Vincenzo Alioto. Luci Vincenzo Traina.
Con quattro spari nel buio e un morto sul palcoscenico si apre il sipario su “L’altro”. Ma il morto inaspettatamente si rialza e, pur cosciente della sua condizione, inizia un racconto a ritroso negli anni, nella memoria della Sicilia e nella lunga ferita lasciata aperta dai tanti martiri sacrificati dalla mafia. Nelle sue parole sfilano personaggi che sembrano arrivare da lontano e che invece stavano lì, aspettando che qualcuno li notasse: un prete (don Pino Puglisi), un bambino, un poliziotto e un imprenditore, ricordano con stupore la scoperta della loro condizione di vittime. Ad evocarli sono gli ologrammi proiettati su quattro ledwall sul palco di due metri per uno. Insieme a loro, musica e danza sono protagoniste del racconto che procede con un continuo narrare collettivo alla ricerca dell’assassino. Alla fine, attraverso un gioco di specchi, il morto si ritroverà al punto di partenza ma con la consapevolezza che esistono vittorie assolutamente inutili e sconfitte meravigliosamente feconde.
Durata: 75’; Biglietti da 10 a 25 euro


Nessun commento:

Posta un commento