Si respira una dimensione corale e
religiosa nella coreografia ideata da Claudia Castellucci,
“profetessa” della Societas, su canti Znamenny della Chiesa
Ortodossa russa. Sotto gli archi della basilica bizantina l’antica
tradizione vocale appartenente a Bulgaria, Ucraina e Russia intreccia
le voci maschili del coro In Sacris di Sofia, diretto da Borjana
Naydenova, alle danze della compagnia Mòra. Sabato 17 giugno, alle
21.30 nella Basilica di San Vitale, La nuova Abitudine è
il primo appuntamento danza di questa XXXIV edizione di Ravenna
Festival: sei ballerini e ballerine si inerpicano con passo ieratico
in una processione scandita dagli inni religiosi, laddove “buona
abitudine” sta per lo scandagliare una conoscenza primaria del
corpo e una tecnica che ne introietti regole ritmiche. “È una
danza che cammina e che impara il movimento dai moti del fumo –
dice Castellucci – e dagli assalti spirituali della notte”. Una
liturgia di segni asciutti e intensi, un affresco suggestivo di suoni
e movimenti in cui risuonano gli echi del drammatico presente delle
terre che hanno fatto da culla a quei canti e sono oggi sconvolte da
una guerra insensata.
La nuova Abitudine ha avuto una lunga genesi che ha attraversato la pandemia, durante la quale Claudia Castellucci ha esplorato e approfondito le sfaccettature dell’antico canto ortodosso. Si è persino soffermata un mese a San Pietroburgo, tenendo un seminario presso la sede di musicAeterna, orchestra molto prestigiosa, dove ha potuto collaudare e far eseguire la danza con il canto dei coristi dal vivo, catturandone le sfumature esotiche e le intonazioni claustrali. “I canti Znamenny rappresentano una tradizione minoritaria rispetto al canto liturgico russo più noto, austero, ricco e lussureggiante – ha detto in un’intervista – Lo Znamenny è più sobrio, perché si fonde con l’elemento rurale bizantino e russo”.
Dopo il debutto a Roma e Torino, l’inaspettato scoppio della guerra ha reso più difficoltoso il cammino del progetto, che, a oggi, non può avvalersi di coristi russi e deve ricorrere all’aiuto di cantanti bulgari che conoscono perfettamente la tradizione di questi canti. Allo stesso tempo, il riadattamento del lavoro ha concesso una dimensione di risonanze allargata a tutto l’insieme, trasformandolo in una sorta di rituale tra laico e liturgico, al di là del tempo e dello spazio, che celebra la fratellanza dei popoli feriti dal conflitto attraverso le loro comuni radici culturali. Portare La nuova Abitudine a San Vitale è per Claudia Castellucci l’ideale chiusura di una parabola che riunisce cultura occidentale e orientale nella tradizione bizantina, fondendo le due anime della cristianità.
Cofondatrice della Societas Raffaello Sanzio assieme a Romeo Castellucci e a Chiara e Paolo Guidi, l’artista cesenate Claudia Castellucci è drammaturga, coreografa e didatta. Dopo un primo periodo dedicato alla drammaturgia, ha spostato l’attenzione in una ricerca sul movimento, mantenendo quello sguardo lucido e sperimentale che ha caratterizzato le sue incursioni sulla scena teatrale. La scuola della Stoa, creata nel 2003 presso il teatro Comandini di Cesena, è diventata il fulcro dei suoi studi incentrati sul movimento ritmico circolare in rapporto alla musica, lambendo esperienze folkloriche arcaiche e il canto gregoriano. La compagnia Mòra è l’esito finale di questa diversa veste d’artista, dove nelle coreografie ideate si ritrovano la meticolosa attenzione ai dettagli, il rigore ascetico dei suoi allestimenti e il fascino arcano di visioni che si nutrono di echi antichi.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico 25 Euro (ridotto 22 Euro)
I giovani al Festival under 18: 5 Euro | under 30 sconto 50% sui biglietti superiori a 20 Euro
Carnet Open (min. 4 spettacoli) -15% sul prezzo dei biglietti
La nuova Abitudine ha avuto una lunga genesi che ha attraversato la pandemia, durante la quale Claudia Castellucci ha esplorato e approfondito le sfaccettature dell’antico canto ortodosso. Si è persino soffermata un mese a San Pietroburgo, tenendo un seminario presso la sede di musicAeterna, orchestra molto prestigiosa, dove ha potuto collaudare e far eseguire la danza con il canto dei coristi dal vivo, catturandone le sfumature esotiche e le intonazioni claustrali. “I canti Znamenny rappresentano una tradizione minoritaria rispetto al canto liturgico russo più noto, austero, ricco e lussureggiante – ha detto in un’intervista – Lo Znamenny è più sobrio, perché si fonde con l’elemento rurale bizantino e russo”.
Dopo il debutto a Roma e Torino, l’inaspettato scoppio della guerra ha reso più difficoltoso il cammino del progetto, che, a oggi, non può avvalersi di coristi russi e deve ricorrere all’aiuto di cantanti bulgari che conoscono perfettamente la tradizione di questi canti. Allo stesso tempo, il riadattamento del lavoro ha concesso una dimensione di risonanze allargata a tutto l’insieme, trasformandolo in una sorta di rituale tra laico e liturgico, al di là del tempo e dello spazio, che celebra la fratellanza dei popoli feriti dal conflitto attraverso le loro comuni radici culturali. Portare La nuova Abitudine a San Vitale è per Claudia Castellucci l’ideale chiusura di una parabola che riunisce cultura occidentale e orientale nella tradizione bizantina, fondendo le due anime della cristianità.
Cofondatrice della Societas Raffaello Sanzio assieme a Romeo Castellucci e a Chiara e Paolo Guidi, l’artista cesenate Claudia Castellucci è drammaturga, coreografa e didatta. Dopo un primo periodo dedicato alla drammaturgia, ha spostato l’attenzione in una ricerca sul movimento, mantenendo quello sguardo lucido e sperimentale che ha caratterizzato le sue incursioni sulla scena teatrale. La scuola della Stoa, creata nel 2003 presso il teatro Comandini di Cesena, è diventata il fulcro dei suoi studi incentrati sul movimento ritmico circolare in rapporto alla musica, lambendo esperienze folkloriche arcaiche e il canto gregoriano. La compagnia Mòra è l’esito finale di questa diversa veste d’artista, dove nelle coreografie ideate si ritrovano la meticolosa attenzione ai dettagli, il rigore ascetico dei suoi allestimenti e il fascino arcano di visioni che si nutrono di echi antichi.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico 25 Euro (ridotto 22 Euro)
I giovani al Festival under 18: 5 Euro | under 30 sconto 50% sui biglietti superiori a 20 Euro
Carnet Open (min. 4 spettacoli) -15% sul prezzo dei biglietti
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