"L’Occidente – laico o confessionale – non può non dirsi cristiano, sia che legga la figura di Gesù soltanto dai Vangeli, sia che ne faccia personaggio di trame letterarie o figura in esse evocata. Di quest’ultimo aspetto, le arti si sono fatte frequenti interpreti: qualsiasi scaffale di narrativa novecentesca – per tacere dei tanti esempi precedenti – ne è la testimonianza: L’ultima tentazione di Nikos Kazantzakis (1951), Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov (1966), Giuda di Amos Oz (2014) [...]. Il vangelo secondo Gesù di José Saramago (1991) è il settimo romanzo dello scrittore, testo di svolta della sua carriera letteraria e oggetto tanto di polemiche da parte di alcuni ambienti del Vaticano, quanto di giudizi encomiastici."
Carlo Fiore apre le sue note di sala per il concerto del prossimo 11 giugno a partire dalla elaborazione della figura di Gesù in ambito letterario - uno dei due contesti protagonisti della serata - proseguendo con il cinema e la musica, in particolare ponendo una riflessione sulle possibilità e opportunità dell'arte dei suoni di servire un testo o di servirsene. La discussione potrebbe banalmente attagliarsi a un'epoca novecentesca e contemporanea, facilmente adesiva a un nietzschiano dio mancato... e invece è posta a proposito del compositore e nobiluomo Carlo Gesualdo da Venosa, nato nel 1566.
Domenica 11 giugno avremo la
possibilità di esplorare quest'ultimo confronto tra musica e testo,
come intuiremo dall'introduzione delle ore 20.10, con
ensemble De labyrintho e Sandro Cappelletto voce
narrante, a partire dall'idea di Walter Testolin di
affiancare mondi lontani eppure vicinissimi: mondi di un
nobile compositore del Rinascimento e di un Nobel per la letteratura
dei nostri giorni; mondi di linguaggi che appartengono all'essere
umano e che ugualmente la nostra stessa percezione fatica
a tenere uniti, passando il verbale e il musicale
per aree cerebrali differenti; mondi in cui la stessa figura di uno
storico Gesù acquista e si spoglia di divinità, e l'arte
può esprimere, celebrare o condannare gli schizofrenici
movimenti di una eterna indecidibilità.
Ciò che rimane a questo
Festival di musica antica è la consapevolezza della recente
conferma neuropsicologica che «l'esperienza musicale riguarda una
forma di pensiero non riducibile ad altre, una modalità particolare
di ricostruzione mentale ed espressione della realtà, caratterizzata
da un medium espressivo, il suono, non surrogabile da altri sistemi
simbolici.» (Lucchetti, Ferrari, Freschi, 2012)
In questo
aderiamo totalmente al pensiero espresso da Sandro Cappelletto quando
ci scrive: "leggendo il testo [di Saramago], Walter Testolin ha
'sentito' che la musica di Carlo Gesualdo poteva dilatare lo
spessore di queste parole, smarginare la loro finitezza creando
un'ulteriore dimensione di ascolto, tra tenebre e luce,
invocazioni, smarrimenti, attesa. Un'intuizione di cui lo
ringrazio e che ho condiviso, fino ad essere qui, stasera, per questo
debutto milanese."
Grazie anche da parte nostra.
La Passione secondo Gesù
Musiche di Carlo Gesualdo (1566
– 1613)
in un racconto di Sandro Cappelletto liberamente tratto
da Il Vangelo secondo Gesù Cristo di José Saramago (1922 –
2010)
I. IL FIGLIO DELL’UOMO
Seniores
populi
Omnes amici mei
II. GIOVANNI BATTISTA
Tristis
est anima mea
Peccantem me quotidie
III. GIUDA ISCARIOTA
Vinea
mea electa (frammenti)
Recessit pastor noster
Caligaverunt
oculi mei
IV. LA CATTURA
Judas mercator
pessimus
Astiterunt reges terrae
V. CAIFA
Sicut ovis ad
occisionem
Jerusalem surge
VI. PILATUS
Plange quasi
virgo
Aestimatus sum
Tenebrae factae sunt
Io tacerò
Musica della Rinascenza
Nadia Caristi, Laura Fabris cantus
Cristina Fanelli, Arianna Miceli sextus
Maximiliano Baños, Leonardo Malara altus
Massimo Altieri, Giacomo Schiavo tenor
Raffaele Giordani, Vincenzo Di Donato quintus
Guglielmo Buonsanti, Alberto Spadarotto bassus
Walter Testolin, direttore (nella foto a destra)
Sandro Cappelletto, voce narrante
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